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Autore: IosonoOmbra    11/05/2012    5 recensioni
Loki è mandato sulla terra per scontare la sua pena.. ma qualcosa di strano comincia a tormentare il dio. Qualcosa che viene dal passato e giura vendetta, una vendetta crudele nata da un amore malato.. il dio delle malefatte sarà messo alla prova ancora una volta.
Genere: Commedia, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi avverto che questa serie è collegata, almeno per questo primo capitolo, a questa fanfic che ho scrito: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1062044&i=1 . Ma se non avete voglia di leggerla (ci sono un po' di scene di violenza) basta che sappiate che Loki, durante il ritorno ad Asgard, è stato rapito dai Chiaturi e torturato a causa del suo fallimento. Thor alla fine è andato a liberarlo, e lo ha riportato a casa.



Gentilezza inusuale
 
Loki riposava. Il suo petto saliva e scendeva seguendo un respiro regolare.
Thor sedeva al capezzale del fratello, e lo guardava leggermente accigliato.
Era stata una nottataccia.
Per entrambi.
Thor aveva seguito ansioso tutte le procedure dei medici, anche se non capiva nulla di quello che facevano. Loki era sempre stato il primo della classe, il cervellone, non lui. Lui era l’uomo d’azione, quello che bramava il sangue del proprio nemico, e la vittoria in guerra. Il fratello era sempre stato più posato, paziente... o almeno all’apparenza.
Thor lo conosceva più di chiunque altro e sapeva che dentro il suo petto si celava un cuore da guerriero. Un guerriero che combatteva sempre in prima fila nelle battaglie, ma che veniva trattato al pari di un soldato delle retro file.
Loki aveva combattuto, lo aveva sempre fatto nella vita.
E per quante volte era stato sconfitto, piegato, sottomesso, non c’è mai stata una volta che non si fosse rialzato in piedi.
E tutte le volte ricominciava a lottare.
Loki era un guerriero dalle mille sconfitte, ma la sua forza, la sua vera forza, era che ogni volta risorgeva.
 
L’esperienza sul pianeta dei Chitauri lo aveva provato, sia nel corpo che nella mente.
I medici constatarono con orrore quali torture avesse dovuto sopportare, ma la cosa più impressionante era il fatto che fosse riuscito resistere.
La sua ferrea volontà gli aveva fatto sopportare qualsiasi cosa.
“Quella detestabile testa bacata ti ha salvato la vita. – Pensava Thor mentre stava al capezzale del letto del fratello. – Ora capisco perché gli dei ti hanno fatto così testardo...”
La psiche di Loki stava tornando in condizioni ottimali nel giro di pochissimo tempo, e anche la rigenerazione riprese alla velocità consueta, senza lasciare neppure un segno sulla perfetta pelle bianca del dio.
Thor volle sapere tutto quello che aveva subito, perché aveva un piano.
Avrebbe parlato in difesa di Loki al suo processo, e avrebbe convinto la giuria a non condannarlo troppo duramente.
Dopo un accesa discussine, che vide il popolo di Asgard dividersi in due schieramenti netti, l’ultima parola fu data a Odino, che pronunciò il verdetto.
 
Loki ormai dormiva da quasi 6 giorni.
Il suo corpo si era completamente ristabilito e i medici chiamarono subito Thor appena si resero conto che Loki si stava svegliando.
Il dio moro aprì lentamente gli occhi e si guardò intorno. Quell’idiota di suo fratello lo fissava con aria preoccupata e accigliata.
“Come ti senti?” fece Thor, preoccupato.
“Bene...” Loki sospirò sonoramente e distolse lo sguardo.
“Sei sicuro? Hai passato un esperienza terribile e...”
“Ho detto che sto BENE!” gridò Loki verso il fratello.
Poi abbandonando la testa sul cuscino, distolse lo sguardo e bisbigliò:
“Detesto quando fai così...”
Thor si accigliò, sebbene ci provasse con tutto se stesso, spesso non capiva cosa passasse per la testa di suo fratello.
“Così come?”
Loki si alzò a sedere sul letto, e arricciando il naso disse:
“Quando ti comporti in questo modo così... fraterno! – Fece un gesto con la mano nella sua direzione. – Con questo tuo cuore così fragile che sembra debba spezzarsi da un momento all’altro! Io – non – ho – bisogno – di – protezione!” scandì le ultime parole con rabbia. Incrociò le braccia e si voltò dall’altra parte.
Ci fu un attimo di silenzio durante il quale Loki teneva il muso, e Thor sembrava stesse pensando a qualcosa di veramente profondo.
“Ne ho bisogno io...” sussurrò il potente dio dei fulmini.
“Cosa?”
“Io ho bisogno di sapere che stai bene. Non sono forte abbastanza per sopportare... non sono forte abbastanza per...” Le parole gli morirono in gola.
Perché parlare con Loki non era facile come parlare ai suoi compagni di battaglia?!
Il dio delle malefatte sembrava volesse dire qualcosa, poi ci ripensò, arrossì lievemente e mordendosi il labbro distolse lo sguardo.
Le parole che il fratello aveva detto qualche giorno fa, dai Chitauri, ancora risuonavano dentro la sua testa. La possibilità che Thor lo ammirasse era qualcosa di inconcepibile per lui, ma non per il suo cuore, che inconsciamente si riscaldava di gioia.
Il dio era ancora immerso nei suo pensieri quando sentì una forte botta sulla schiena.
Il suo corpo per un attimo risentì le vecchie ferite, e Loki si lasciò sfuggire un singulto.
Il dio si girò furioso verso il fratello e urlò:
“Ma che diavolo ti prende?! Sei impazzito?!”
Thor sorrideva radioso, e sembrava aver riacquistato tutta la sua forza, e il suo coraggio.
“Era solo un’amichevole pacca sulla spalla, fratello! Per constatare che tu stessi davvero bene! Ma basta chiacchiere, dobbiamo andarcene! Il Bifrost ci aspetta!”
Thor si alzò in piedi e già si incamminava verso la porta quando Loki sbottò:
“Il Bifrost... ma cosa... fratello, andare dove?!”
Thor si limitò a sorridere.
Loki non sapeva perché, ma di fronte alla sua luminosa espressione non riusciva a tranquillizzarsi, e sentiva di avere un cattivo presentimento.
“Vedrai che ti piacerà!” disse Thor, quasi leggendo i suoi pensieri.
Il fratello se ne andò come un fulmine dalla stanza, e Loki rimase da solo.
Perplesso e dubbioso si passò le mani tra i capelli.
“No, fratello... sono sicuro di no.”
 
 
Un corteo di guardie lo aspettavano fuori dalla porta.
“Ah ecco... – Disse facendo un sorrisetto ironico. – Mi sembrava che non potessi cavarmela così facilmente.”
Il corteo si mosse fuori dal castello e attraverso la città. Loki si stupiva della varietà di sguardi che riceveva dai passanti. Alcuni lo guardavano disgustati e pieni di odio, un sentimento che conosceva fin troppo bene, e altri con il sorriso negli occhi... come se volessero incoraggiarlo.
“Incoraggiare me?! Cosa diavolo sta succedendo?” cominciò a pensare Loki, evidentemente innervosito da tutto quel mistero.
Un altro punto su cui avrebbe voluto discutere era il fatto che non portasse manette, o catene. Non avevano paura che potesse ribellarsi? Impazzire, magari? Avrebbe potuto creare una grande esplosione come diversivo, fuggire nella confusione e farsi teletrasportare dal Bifrost ricostruito su qualche pianeta lontano.
Loki si guardò la mano e fece una prova. Nel suo palmo nacque una piccola scintilla di fuoco verde: aveva ancora i poteri.
Il dio non ci poteva credere. Perché i saggi non lo avevano chiuso in una delle prigioni più profonde di Asgard? Avrebbero potuto condannarlo a morte, ci sono tanti modi per uccidere un dio. Cosa significava quel clima rilassato e pacifico?
“Forse mi rimandano dai Chitauri...” soppesò Loki, senza crederci sul serio.
In definitiva la domanda che più lo ossessionava era:
“Perché tutta questa gentilezza?!”
 
Arrivarono al Bifrost, e oltre al solito guardiano musone, c’erano anche sua madre, Odino, e il fratello. Loki li guardava interrogativo.
Le guardie si fecero da parte e se ne andarono lasciandolo da solo di fronte alla sua famiglia.
La madre, che sembrava non poter aspettare oltre, si lanciò con le lacrime agli occhi ad abbracciarlo. Loki se ne stupì, ma cercò ugualmente di tranquillizzarla.
“Cosa sta succedendo?” chiese poi.
“Perché mi avete riservato questo gentile trattamento? Non riesco davvero ad immaginarne il motivo.”
Fu Odino il primo a parlare, con tono serio e grave.
“Loki, figlio mio, hai tradito la tua razza e la nostra fiducia. Prima hai lasciato che entrassero i Giganti all’interno di Asgard con la tua magia, poi li hai fermati e hai cercato di sterminarli. Hai complottato assieme ai Chitauri per la distruzione di Midgard e per poco non ci sei riuscito.” Fece una pausa molto solenne, che stava a sottintendere qualcosa del tipo “mi hai deluso, ma..”
“Ma sei pur sempre mio figlio, e sebbene tu continui a pensare il contrario, ti voglio bene come se fossi del mio stesso sangue.”
Loki a braccia incrociate distoglieva lo sguardo.
“La giuria ha deciso di darti una seconda possibilità e di esiliarti su Midgard fino a tempo indeterminato.”
Il dio moro boccheggiò e perse l’equilibrio: era peggio di quanto pensasse.
“Non potreste rinchiudermi in qualche prigione sotterranea? Oppure esiliarmi in un pianeta deserto? Preferirei qualsiasi altra cosa piuttosto che questo...” accennò un sorrisetto, ma era evidentemente disperato.
“Loki, non deludermi ancora. Dimostra di essere mio figlio.”
Odino distese le mani d’avanti a Loki e scintille verdi uscirono dal suo corpo.
Addio poteri.
Odino si allontanò solenne, e anche la madre lo seguì, non prima però di aver lasciato al figlio un bacio di buona fortuna sulla guancia.
“Ti stai divertendo?” chiese il dio, a denti stretti, e con un tono omicida nella direzione del fratello.
Thor sorrideva e sembrava se la stesse proprio godendo.
“Certo che no...”
“Cosa gli hai detto per fargli prendere una simile decisione?” disse, spazientito.
“Hai un espressione strana fratello, qualcosa non va?”
“Qualcosa... Qualcosa che non va?! Secondo te il passare la vita su uno squallido pianeta come Midgard, senza poteri, non è qualcosa che non va?!” Loki non sapeva se ridere o disperarsi. Quella situazione era folle!
Ma sentiva il sangue salirgli alle tempie e pensò che sarebbe stato proprio liberatorio un bel pugno sul muso del fratello.
“Hai passato due settimane e mezzo dai Chitauri, Loki. Midgard non sarà tanto peggio... e poi io verrò con te.”
“Non sarà tanto peggio...” Borbottò tra sé, stizzito. Poi recepì l’ultima parte della frase e disse: “Eh?! Cosa?! Frena un momento, verrai con me?!”
“Si, almeno per i primi tempi. Mi hanno concesso una specie di.. vacanza.”
“E cosa sarebbe una vacanza?!”
“Una cosa dei midgardiani.”
Loki era senza parole, cosa veramente difficile da fare al dio delle malefatte.
Senza osare chiedere altro si avvicinò insieme al fratello al Bifrost. Il guardiano fece azionare il portale, e i due sparirono da Asgard.
   
 
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