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Autore: Secret Whispers    11/05/2012    0 recensioni
Questa fanfiction è la prima classificata del contest Born to be... organizzato dal Secret Whispers GDR Forum.
"La scienza ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, come la clonazione di esseri viventi, piante. Quindi perchè non dare la possibilità di formare una vera famiglia alle persone che lo desiderano? Ovviamente, in teoria, i diretti interessati dovrebbero almeno essere d'accordo..."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fiction che segue si è classificata prima al contest "Born to be..." indetto dal Secret Whispers nel mese di Aprile 2012.
L'autrice, +Kira86+, ha acconsentito che la sua opera fosse esposta su questa pagina.


Titolo: Born to be Mamma
Autore: +Kira86+
Fandom: Michael X Raphael
Personaggi: Michael, Raphael, piccola apparizione di Koji (amico di Michael), accenni a Miky il dolce (amico fraterno di Michael e fidanzato di Koji) e a Mason Jeevas (il padre di Raphael, medico di fama internazionale)
Avvertimenti: Nessuno in particolare
Genere: Yaoi, romantico, fantascientifico (più o meno)
Breve introduzione: La scienza ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, come la clonazione di esseri viventi, piante. Quindi perché non dare la possibilità di formare una vera famiglia alle persone che lo desiderano? Ovviamente, in teoria, i diretti interessati dovrebbero almeno essere d’accordo…
N.d.A(facoltativo): Michael e Raphael per dimostrarsi affetto si chiamano “puttana” a vicenda.
Raphael è peggio di Narciso, tiene alla sua bellezza più che alla vita.
Qui i personaggi sono già sposati.
Durante un breve periodo Miky ha tenuto compagnia a Raphael a causa di un impegno che ha tenuto Michael lontano, ancora va a trovarli per dare loro una mano ogni tanto.
Michael è conosciuto come “Il sanguinario” e Raphael come “Il bello” tra i Violet Dragons (la banda della quale Michael fa parte)
Leggete, emozionatevi e piangete :)

 

Born to be Mamma



-Michael! Michael!

Il suono del campanello riempiva tutte le stanze della casa, non troppo grande per non dare fastidio a Michael, non troppo piccola per non dare fastidio a Raphael, alla fine avevano trovato un buon compromesso, una villetta abbastanza grande ma non troppo, una bella via di mezzo.
In quel momento però per Michael era davvero troppo piccola, non sapeva da dove cazzo gli fosse venuta l’idea di comprargli quel campanello, era simile ad una campana di chiesa ma stava dentro una mano, riecheggiava ovunque, quel titillare in continuazione era assordante.
Gli era sembrato geniale quando l’aveva preso al negozietto dell’usato in fondo alla via, così Raphael non si sarebbe dovuto alzare ne sgolare per chiamarlo, questo era valso per i primi cinque-sei mesi della gravidanza.
Si, gravidanza, una cosa che mai si sarebbe aspettato, mai avrebbe pensato di associare quella parola ad un uomo, soprattutto se quell’uomo era Raphael.
Tutto frutto di un esperimento che aveva condotto con suo padre, ma neanche Raphael poteva immaginare che si trattasse di un rimedio per la fertilità, prendeva estrogeni, certo, anche la puttana era medico e sapeva a cosa servivano, ma la sperimentazione umana illegale era una cosa, mettere il proprio figlio in condizioni di procreare a sua insaputa era davvero stupido, e dire che Mason Jeevas, era un medico di fama internazionale, mica il primo che passava per strada.
Adesso che Raphael era pericolosamente vicino alla fine dell’ottavo mese quel coso infernale suonava in continuazione per ogni minima cazzata e non poteva di certo rifiutarsi di rispondere, suo marito portava in grembo suo figlio, non poteva certo ignorarlo.

-Michael! Si può sapere dove cazzo sei finito?

Raphael continuava a scuotere quella dannata campana come un ossesso, il suono ormai non era più accennato e tintinnante, ma pesante come se la campana fosse stata di marmo, causa la forza che le stava imprimendo il medico.
All’ennesima protesta della campana decise che non ne poteva davvero più, avrebbe voluto svagarsi, uscire un po’ con la banda, ma come poteva?
Certo, Miky era stato disponibilissimo in quegli otto mesi, ma non se la sentiva di gravare ancora sulle sue spalle, Raphael non c’era di certo andato leggero, gli aveva chiesto le cose più impensabili.

-E’ troppo chiedere che MIO MARITO mi risponda?

Sarebbe impazzito, lo sapeva!
Sbuffò e mollò lo strofinaccio sul lavandino, aveva appena finito di lavare i piatti, questa sarebbe stata la scusa ufficiale, se Raphael veniva a sapere che stava rimuginando e per quello non aveva risposto la campana gliela faceva ingoiare come minimo.
Si avviò verso il corridoio e poi in camera da letto, avvilito e stanco, ma quando aprì la porta e vide Raphael sotto le coperte, con il pancione a sformare il suo bellissimo corpo, non poté fare a meno di sorridere, di pensare che nonostante tutto ne valeva la pena, anche perché a Michael piaceva.

-Si può sapere dov’eri?
-I piatti non si lavano da soli, puttana

Raphael lo guardò torvo, come se non ci credesse, come se quel ritardo fosse dovuto ad un tradimento, magari Michael guardava materiale porno mentre lui era bloccato a letto, dopotutto era pur sempre un uomo incinto, non poteva pretendere che la sua gravidanza fosse normale, restava comunque un’alta percentuale di rischio.

-Smettila di guardarmi come se fossi colpevole di qualcosa, stavo solo lavando i piatti

Raphael mise un broncio stratosferico, incrociando le braccia al petto, o meglio, sopra il pancione che ormai somigliava a un dirigibile, sembrava dovesse partorire almeno tre bambini, ma era decisamente meglio non dirglielo, o altro che apocalisse, sarebbe successo qualcosa di gran lunga peggiore della fine del mondo intero.
Quando la puttana faceva così non riusciva a prendersela sul serio, sapeva che erano gli ormoni in circolo, estrogeni che non gli appartenevano essendo lui un uomo, la fissazione per il suo corpo che era andato sformandosi sempre di più per la gravidanza, nonostante Michael lo trovasse sempre attraente e arrapante come quando era snello.
Raphael era bello in tutti i modi, in tutte le forme e con ogni tipo di taglia.

-Comunque, cosa c’è? Perché mi hai chiamato?
-Oggi non mi hai ancora detto quanto sono bello
-Te l’ho detto venti volte stamattina
-Si, appunto, stamattina stupida puttana, ma è passato mezzogiorno, quindi è pomeriggio, e non me l’hai detto neanche una volta. Lo sapevo, non mi trovi più attraente, sono bloccato in questo corpo obeso e non mi vuoi più

Michael sorrise dolcemente e si avvicinò al letto, sedendosi in fondo, recuperò una bottiglietta d’olio per il corpo, se ne versò un po nelle mani e cominciò a massaggiargli dolcemente un piede.

-Sei bellissimo e più arrapante che mai amore mio

Il broncio persisteva imperterrito, neanche lo guardava, ma di sicuro il massaggio ai piedi era gradito.

-Non è vero, lo dici solo per circostanza! Sono brutto, obeso, ho le smagliature e le mie caviglie sembrano due zampogne!
-Sei uno splendore amore mio

Il medico sembrò accusare il colpo questa volta, il complimento aveva sortito l’effetto sperato, l’importante era non dargli mai addosso, l’aveva imparato a sue spese il caro sanguinario.
Solo una volta, nei primi mesi, si era azzardato a dirgli che non poteva ripetergli che era bello all’infinito, e li era partita una sorta di crisi infinita che si poteva catalogare come una crisi mestruale femminile, ma Raphael non aveva più il pieno controllo del suo corpo, doveva capirlo.
Da quella litigata in poi gli aveva detto ogni sacrosanto giorno, mille volte al giorno che era bello, che lo arrapava da morire, che con il pancione era davvero sexy, e spesso e volentieri quel maledetto campanello suonava solo per fare in modo che Michael lo raggiungesse e gli facesse dei complimenti per rassicurarlo, a dire il vero il 90% delle volte era quello il motivo del suono maledetto.
Raphael si stava rilassando con il massaggio, era un suo punto debole, aveva abbandonato le braccia sul letto, il viso non era più contratto dall’irritazione iniziale.
Lasciò andare i suoi piedi per sollevargli la casacca del pigiama, non sopportava che lo facesse, non voleva far vedere il suo corpo in quello stato, ma Michael l’aveva sempre vinta, non poteva rifiutargli di vederla, non quando metteva su l’espressione adorante che aveva anche in quel momento.
Posò le labbra sulla pancia per lasciarvi un bacio morbido, chiudendo gli occhi come fosse in estasi, l’uomo che amava portava in grembo il proprio figlio, era un’emozione che gli faceva venire i brividi.
In quel momento il bambino scalciò, prendendogli in pieno la bocca, facendolo ridacchiare.

-Non è ancora nato ed è già pestifero come suo padre, tira calci che è una meraviglia

Sorrise ed avvicinò di nuovo le labbra alla pancia di Raphael, sussurrando piano.

-Alan, bambino mio, sbrigati ad arrivare, io e papà non vediamo l’ora di averti qui con noi

Ancora un bacio e ancora un calcio, sembrava non essere incline alle smancerie il piccolo Alan.
Risalì con le labbra per lasciare una scia di baci fino alle sue, baciandolo con passione, accarezzandogli il pancione con un pizzico di malizia.

-Sei davvero troppo arrapante, parola mia

Il dottore era stato categorico, niente sesso, poteva danneggiare il bambino, però c’erano altre mille cose che si potevano fare, loro due lo sapevano bene.
Scese con le labbra a baciargli dolcemente il collo, accarezzandolo teneramente, mugolandogli sulla pelle.

-Ti amo, sei bellissimo e sexy

Lo sentì ridacchiare, tutto eccitato, era andato a segno per fortuna, Raphael credeva che da “Il bello” sarebbe diventato “Il dirigibile” per i Dragons.
Stava per saltargli definitivamente addosso quando qualcuno osò suonare il campanello, vedendo Raphael scurirsi in volto irrimediabilmente, un’interruzione come quella proprio non ci voleva, il compagno adesso sarebbe stato di malumore per ore!
Sbuffò contrariato, battendo una mano sul materasso con violenza.

-Che palle! Torno subito amore, tu ricordati dove ci siamo fermati…

Si alzò dal letto di mala voglia, pronto ad uccidere chiunque si fosse azzardato a suonare proprio in quel momento, come se poi il povero malcapitato avesse i raggi X o potesse leggere loro nel pensiero.
Sbuffò ancora, scocciato all’inverosimile, aprendo la porta d’ingresso con violenza, rischiando di scardinarla.

-Chi cazzo è?

Si limitò con quella frase senza aggiungere altro, ma solo perché davanti aveva un ragazzino biondo che gli sorrideva raggiante, un pacco nelle mani.

-Ciao Michael, come stai? E Raphael?
-Ciao Koji, tutto bene più o meno, solita vita… accomodati
-Grazie

Il ragazzo entrò senza perdere mai il sorriso, guardandosi intorno.

-Ho un regalo per voi!

Senza aggiungere altro si avviò verso la camera da letto, seguito a ruota da un Michael sbuffante più di una caffettiera con il fuoco troppo alto sotto il culo.
Una volta in camera, Koji si sedette sul letto, facendo l’ennesimo sorriso, questa volta a Raphael.

-Ciao, come ti senti?

Il chirurgo lo fulminò con lo sguardo, se solo avesse potuto alzarsi…

-Mi sento gonfio, brutto e per colpa tua ho il cazzo in tiro che non può essere soddisfatto!
-Oops

Koji sorrise, rendendosi conto che probabilmente aveva messo di malumore Raphael, interrompendoli sul più bello.

-Mi dispiace, non era mia intenzione! Comunque, vi ho portato un regalo, spero che possa farmi perdonare

Niente, assolutamente niente nel mondo avrebbe mai potuto compensare una probabile scopata persa con Michael, soprattutto adesso che era insicuro e si rendeva conto di non essere attraente, una sorta di obbrobrio umano, neanche se in quel pacco ci fosse il diamante più grande del mondo.
Nada.
Nisba.
Fece comunque buon viso a cattivo gioco, non poteva prendersela con il povero Koji, gli ormoni non gli avevano fottuto completamente il cervello per fortuna.

-Grazie

Prese il pacco e lo scartò, quando vide cosa c’era dentro si chiese se non l’avesse ringraziato troppo presto.
Tirò fuori una sorta di bambolotto, tenendolo per un piede, praticamente a testa in giù, e quello cominciò a strillare come un pazzo.

-Cos’è questa roba?
-Questa roba, come la chiami tu, è un bambolotto che simula quasi alla perfezione un bambino vero, se lo tieni per un piede è normale che strilli, no?
-Hei puttana prendilo tu, io non lo sopporto già più

Michael voleva provare, non si poteva mai dire.
Prese il bambolotto come si deve, cominciando a cullarlo, smise subito di piangere, addirittura ridacchiò, per poi acquietarsi.

-Sei bravo! Adesso però vi lascio fare pratica, vado dal mio Miky, ci si vede
-Aspetta…

Niente, era andato e Raphael non era riuscito a fermarlo, voleva dirgli di portarsi via quell’aggeggio infernale, ma niente, era scomparso fuori dalla porta della camera da letto, e poi dalla casa, sentendo perfettamente la porta d’ingresso chiudersi.

-E’ ridicolo!
-E dai puttana, prova, che ti costa?
-Io quel coso non lo prendo
-Può essere utile per fare pratica, non credi?

Michael gli si avvicinò con fare dolce, ma dopo qualche protesta e insulti smangiucchiati a mezza bocca riuscì a mettergli il bambolotto tra le braccia, il problema era che non appena glielo diede, il bambolotto ricominciò a strillare.

-Che cazzo! Ripigliati sto affare!

Michael lo riprese, e di nuovo smise come per incanto, facendo cambiare espressione a Raphael, un misto di incazzatura e delusione, non riusciva a far smettere di piangere una schifosissima bambola, come avrebbe fatto con un bambino in carne ed ossa?
Lo vide stringere le lenzuola, forse quell’idea di Koji non era stata proprio felice, anche se era fatta con le migliori intenzioni.

-Raphael…
-Non dire una parola
-Non mi sembra il caso di…
-Oh, a te non sembra il caso, non è vero? Io sono bloccato a letto, sembro un cazzo di aerostato, mi fa male dappertutto, non ti arrapo neanche più e non riesco a far smettere di piangere una fottutissima bambola
-Non esagerare adesso, è solo un giocattolo
-Esagerare io? Io non esagero affatto, hai capito? E ora vattene
-Raph..
-HO DETTO VATTENE, SPARISCI DALLA MIA VISTA!

A Michael non restò che battere in ritirata, doveva essere stato un duro colpo per Raphael, meglio lasciare che sbollisse , e soprattutto togliergli dalla vista quella bambola.
La giornata andò degenerando, non riuscì più ad avvicinarsi a Raphael, aveva i nervi a mille, avevano addirittura cenato nel più assoluto silenzio.
Dopo cena aveva provato a fargli qualche complimento per tirargli su il morale, ma era stato bellamente snobbato, quindi non gli rimase che rinunciarci almeno in quel momento, lavò i piatti e poi lo raggiunse a letto.
Tentò un ultimo approccio, stavolta fisico, ma il compagno si era spostato bruscamente, tanto per cambiare a fare le spese del suo malumore era Michael, che si sentiva frustrato a livelli indicibili, ma non poteva caricare di altro stress Rapahel, sapeva che per lui non era facile.
Scivolò in un sonno profondo, era stanco, più mentalmente che fisicamente, aveva il cervello troppo pesante, ma comunque tutta la stanchezza del mondo non gli impedì di svegliarsi quando sentì un rumore strano.
Ormai era abituato così, per paura che succedesse qualcosa a Raphael e al bambino, un aborto spontaneo, una caduta, qualsiasi cosa, per questo nonostante la stanchezza sentì quella sorta di lamento.

-Raphael…?

Sussurrò con la voce impastata dal sonno, il compagno però non era accanto a se.
Il cuore gli perse un battito per un secondo, forse Raphael era caduto mentre andava in bagno e quelli erano i suoi lamenti.
Si alzò di scatto dal letto, scaraventando via le coperte, correndo lungo il corridoio, arrivando in cucina.
La luce era accesa e Raphael parlava, non era lui che si lamentava, ma allora cos’era?
Si avvicinò alla porta socchiusa e sbirciò, trovando dentro Raphael che faceva avanti e indietro con il bambolotto tra le braccia che strillava.

-Sta zitto… avanti! Porca puttana smettila di piangere!

Michael si lasciò andare ad un sorriso, Raphael poteva fare il sostenuto e l’orgoglioso quanto voleva, ma ci teneva ad essere un buon genitore.

-Vaffanculo cazzo, vaffanculo!

Sbottò alla fine, abbandonando il bambolotto sul tavolo, che trovata una superficie stabile e ferma smise di lamentarsi.

-Ah bene, perfino un tavolo è meglio di me come genitore, che cazzo!

Raphael era davvero frustrato, non poteva neanche fumare per ovvi motivi, e Michael non sapeva proprio come aiutarlo, non senza ferire il suo orgoglio di uomo, era diventato quasi più orgoglioso di se, ma anche per quello non lo biasimava, non doveva essere facile essere incinto e sentirsi ancora uomo.

-Cazzo, devo fare pipì

Si mosse velocemente senza fare rumore, nascondendosi nello sgabuzzino, meglio non farsi vedere o chi lo sentiva?!
Raphael uscì dalla cucina per dirigersi in bagno, pisciare ogni quarto d’ora era ormai routine.
Una volta liberata la vescica si lavò le mani e si specchiò, buttandosi dell’acqua gelida sul viso, non riconoscendosi.
Si era sempre vantato della sua bellezza, era l’invidia di uomini e donne, e adesso cos’era?
Non un uomo, non una donna, non più bello, era solo un essere informe, un’incubatrice per un bambino che gli stava portando via la cosa più importante della sua vita, la bellezza.
Scosse la testa, evitando di soffermarsi più del dovuto sul riflesso delle proprie occhiaie, ancora meno sul proprio fisico deturpato.
Sospirò e spense la luce, ritornando in cucina, guardando il bambolotto dall’alto, doveva vincere lui, non poteva perdere contro un giocattolo.
Deciso, lo prese per le ascelle delicatamente e con un movimento fluido se lo portò su una spalla, battendogli piano la schiena, con piccoli colpetti delicati.

-Bene così… bravo

Piano lo cambiò di posizione, mettendolo sdraiato tra le proprie braccia, il bambolotto non aveva fiatato, quindi aveva fatto ogni cosa per bene.
Sorrise, quel sorriso che Raphael sapeva regalare, solo lui, così caldo da scioglierti il cuore, così dolce da rendere la giornata migliore a chiunque avesse la fortuna di vederlo, il sorriso che a Michael piaceva tanto.
Tenendo sempre con cura il bambolotto, Raphael portò una mano ad accarezzarsi la pancia dolcemente, Michael, che nel frattempo era tornato a sbirciare dalla porta appena aperta, avrebbe potuto giurare che quella era la prima volta che gli vedeva fare una cosa del genere, aveva sempre detestato il suo corpo e com’era cambiato, e ora quel gesto d’affetto verso il proprio bambino riempì di gioia il cuore di Michael.

-Hai visto come sono stato bravo piccolo mio? Sarò un bravo papà vedrai

Raphael si baciò le punte delle dita di una mano e poi le appoggiò sulla pancia, sorridendo felice quando sentì un calcetto in segno di approvazione.
Michael non riuscì a trattenere una lacrima che gli rigò una guancia, asciugandola subito con un polso, abbassando poi lo sguardo sulla propria mano che ancora stringeva forte una delle batterie del bambolotto.
Raphael sarebbe stato un buon genitore, era nato per questo, Michael ne era sicuro.


Fine.

  
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