Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: IanLaRossa    12/05/2012    2 recensioni
Ok, allora. Questa é una Fan-Fiction sulla meravigliosa coppia Klaine
Troverete un badboy!Blaine (#'cause I'm bad, I'm bad, really really baaaaaad#)
e un angel!Kurt.
É interamente ispirata da questa magnifica opera d'arte http://yu-oka.deviantart.com/gallery/#/d4tkxui
per cui vorrei che cliccate su questo link e andaste a ricoprire di complimenti l'artista perchè lo merita;)
Altro? Beh buona lettura e VIVA LA KLAINE!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La festa a casa di Trent era come le altre. Musica alta, troppo alta, alcolici, droghe varie e ragazze che ballavano sui tavolini, pronte a darti qualsiasi cosa tu volessi. Sul divano, fumando lo spinello che mi aveva offerto Wes, guardavo Kelly Bridges, una della mia stessa classe di spagnolo, dimenare i fianchi in maniera provocante. Si muoveva con una sensualità patetica e piuttosto squallida, ma quando portò il suo viso accanto al mio dicendo 'Mi vuoi?'  non seppi dire di no. Ero troppo ubriaco per rifiutare. La presi e la portai di sopra facendo un cenno a Trent. Entrai nella stanza del fratello di Trent, che era di sotto a godersi la festa. Non se la sarebbe presa.

Gettai Kelly nel letto e senza alcuna cura le dissi 'Spogliati'. Lo fece e in seguito fece tutte quello che le chiesi, senza opporsi. Appena finimmo mi accesi una canna.
Mentre lei si rivestiva mi disse 'Aspetta, ho qualcosa di meglio' e prese dalla sua borsetta un sacchettino di plastica, pieno di roba bianca.
'Whoa! Dove te la sei procurata, quella?'  A noi Junior, la coca non ce la vendevano. Quella era solo per i Senior.
Alzò le spalle, ma mi guardò elettrizzata per aver colto la mia attenzione. ' Mio fratello fa il Pusher part-time'  fece una pausa avvicinandosi a me e sedendosi sul letto. Lasciò che la manica della T-shirt le scivolasse in modo da avere la spalla nuda. Voleva essere provocante, ma non lo era. 
In quel momento, non mi interessava completamente. In quel momento la polverina tra le sue mani era talmente importante per me che a fatica la calcolavo.

Prendemmo una rivista dalla libreria e ci mettemmo la coca, che poi dividemmo in due strisce con un righello. In fine le diedi una banconota da venti per darle l'onore di prendere la prima sniffata. In fondo, lei me la stava offrendo e le ero riconoscente. Sniffò tutta la striscia in un colpo e poi alzò gli occhi verso di me con aria spavalda, come per dirmi 'Visto? Sono alla tua altezza' 

Presi la mia banconota arrotolata e mi tuffai sul ben di Dio che avevo davanti. Quando rialzai il viso, chiusi gli occhi per qualche secondo, per godermi quella sensazione ingoiando tutto il dolore del mio passato.
'Ti va un secondo round? Mi sto già spogliando'  inziò Kelly baciandomi i tatuaggi sul collo e mettendomi le mani sul petto.
La lasciai fare, ma la cosa iniziò ad infastidirmi quasi subito. 'Basta Kelly. Vattene.' 
'No dai, ci stavamo divertendo.'  le sue labbra erano arrivate sul mio lobo destro e morsicavano il piercing. 
'Ho detto basta! ' la spinsi via.
Con questo mi alzai e uscii sbattendo la porta. Scesi le scale di corsa e al piano di sotto fui accolto da David che mi offriva un bicchiere di vodka al lime. 'No grazie, fratello.' 
Attraversai il salotto pieno di gente fino ad arrivare alla porta. Feci per andarmene quando Mi sentii afferrare il braccio.
'Amico, non così di fretta.'  era Chase. 
'Che c'é?'  lo guardai con gli occhi ridotti a fessure. Volevo andarmene, al più presto. Il tempo di fare un giro di 180 gradi, che Chase mi tirò un pugno dritto alla tempia. Caddi sulle ginocchia, percoso da un dolore lancinante. Un rivolo di sangue scivolava dall'attaccatura dei capelli.
Chase ridacchiò, vedendomi così pietoso. 'Così impari a farti la mia ragazza. Frocio.' Lo aveva detto.
Aveva detto quella parola che mi tormentava da anni.
Non mi importava niente del fatto che Kelly era la ragazza di Chase, e che me l'ero scopata. 
No, lui aveva detto la parola 'frocio'. E quella parola mi uccideva. Mi rialzai a fatica e mentre Chase si era girato verso gli altri, caricai il pugno pensando 'Come ha fatto?' Intanto la mia  mano serrata arrivò direttamente alla schiena di Chase, che si piegò in due.
Mi girai e me ne andai. Senza fiatare.
Quando ormai ero arrivato alla fine del vialetto senti un grido rivolto verso di me ' Bastardo!' 
Ma nessuno venne a vendicarsi. Camminai lungo la strada di casa di Trent per dieci minuti, quando decisi di mandargli un messaggio.
-Amico, scs x il kasino!
 La sua risposta arrivò quasi subito con il trillo del mio telefono.
-No problem, fratello. Succede smpr ;) 

Non potevo desiderare un migliore amico... beh,migliore. Aveva sicuramente risolto il problema da solo e non si era nemmeno incazzato con me,

-Grz. C s vede dmn a scuola, bello. xD
-Ovvio, bro. :)

Non era solo questo quello che mi piaceva di Trent. Era anche il fatto che mi aveva saputo accettare come amico malgrado tutto quello che si diceva in giro di me. E mi capiva, supportandomi.

Camminai per altri venti minuti, godendomi l'aria fresca di Maggio. Alzai distrattamente gli occhi, buttando la testa all'indietro e... Cos'era quello? Vidi una luce bianca brillare nel nero della notte. Qualcosa di molto più grande di una stella, più grande e più luminosa persino della luna stessa. La mia curiosità, quasi infantile mi costrinse a seguirla quando svoltò l'angolo. Sembrava voler scappare. 

 A terra trovai un pezzetto soffice di quella luce. La raccolsi. Era una piuma bianca, argentea di luce.
Col fiato mozzato seguii quella cometa meravigliosa fino a quando non si fermò. Eravamo arrivati al Parco. La vidi posizionarsi su un ramo, o meglio... sedersi. Tentava di nascondersi da me. 
A quel punto capii che non era semplicemente una luce, era un 'qualcosa'.
 'Chi sei?!'  urlai dal basso.
Sentii semplicemente un fruscìo e un'altra piuma cadde ai miei piedi.
'Ti prego fatti vedere!' 
Sentii un sospiro e poi dagli alberi spunto l'essere più bello e mozzafiato di questo universo. 
Il mio mondo si fermò. Avevo gli occhi spalancati e la bocca aperta per lo stupore. Che meraviglia assurda avevo davanti ai miei occhi? Non riuscivo a capacitarmi. L'unica parola che mi veniva in mente?

Angelo.

Era l'unica ovvia spiegazione. Era un angelo. Quale altro essere poteva avere due immense ali bianche che si stagliavano dalla schiena, sferzando l'atmosfera, e colorando il cielo nero della notte, fino a renderlo di un blu cristallino. La sua luce era talemente tanto brillante da rischiarare almeno mezzo isolato.
Ma la cosa più strana non era quella.
Era che, a parte le ali maestose, il suo aspetto era quello di un ragazzo... con i jeans! Era un ragazzo, pur bellissimo, ma sempre un ragazzo. Forse della mia stessa età, o giù di lì.
Stava lì a petto nudo e con un paio di jeans slavati a vita bassa, volteggiando di fronte a me.
Il suo viso, dai lineamenti eleganti e femminei, mi pareva quasi perfetto.  I suoi capelli erano di un castano chiaro, che con la luce forte che emamanava, potevano perfettamente sembrare biondi ed erano delicatamente arruffati, come se se si pettinasse senza troppa cura.
E i suoi occhi poi. Il loro azzurro era addirittura più trasparente del mare dei Caraibi dei cataloghi di viaggi. Ci fissammo per un po' e io mi persi completamente in quegli occhi pacifici e pieni di dolcezza, quasi liquidi. Potevo vedere un mondo dentro essi, potevi specchiarmici e trovarci quel me stesso perso da tempo.  Piano piano lui si avvicinava sempre di più e il mio cuore si gonfiava lentamente pronto a scoppiare per la troppa bellezza. Gli occhi mi si stavano seccando perchè non avevo più battuto le palpebre, ma non volevo farlo. Non volevo che se ne andasse.

'Sei bellissimo' sussurrai quando si avvicinò abbastanza da sentirmi. In risposta alla mia affermazione fece un piccolo sorriso guardandosi i piedi. Le sue guance pallide si colorarono di rosa.  Se prima era bello, ora con questo atteggiamento pudico lo era ancora di più. Boccheggiai, vedendolo alzare di nuovo lo sguardo su di me. Troppa bellezza, troppa.
Mi avvicinai a lui. Volevo toccarlo, volevo sentire il suo calore tra le mani. Come capendo il mio pensiero fece dei passi verso di me. 
Arrivammo ad essere tanto vicini che quasi i nostri nasi si toccavano.
'Ti prego, non sparire.'  bisbigliai piano. 
' Non é mia intenzione farlo' disse poi lui.
Aveva parlato. Mi aveva parlato.
Spalancai ancora di più gli occhi. La sua voce era una delle più belle che avessi mai sentito.
Era un misto tra la voce di un uomo e quella di una donna e risuonava chiara e cristallina, così giocosa come se fosse uno scroscio di un fiume. Se questa era la sua voce, chissà com'era la sua risata.
Lo scoprii quasi subito. Gli chiesi con tutta la gentilezza che avevo in corpo se potevo toccarlo.
Rise e mi sembrò di sentire uno scampanellio dorato uscir fuori dalle sue labbra rosee. 'Si, te ne prego.'

Esitante avvicinai la mia mano al suo petto. Con l'indice percorsi i suoi pettorali fino ad arrivare alle spalle, risalendo la curva elegante del collo e infine gli carezzai il viso avvicinandolo al mio. Con l'altra mano invece cercai la sua per intrecciare le dita. Quando finalmente strinsimo tra di loro le nostre mani, pensai che gli spazi tra le mie dita fossero fatti per incastrarvi le sue. Combaciavano perfettamente, e armoniosamente. La sua mano brillava tra la mia scura.

'Dimmi che questo non é un sogno. Dimmi che questi non sono i postumi della sbornia. Dimmi che questo non é l'effetto della cocaina. Angelo ti prego, dimmi che sei venuto a salvarmi da questa Terra di merda.'
Poggiai la testa sulla sua spalla e iniziai a piangere.
'Hai ragione, Questo non é un sogno. Non sono gli alcolici né le droghe, ma non sono venuto a salvarti. Non avrei da che salvarti se non da te stesso. Sono venuto a spiarti, come ogni sera. Solo che questa volta mi hai scoperto.'
'Allora sei vero'  alzai gli occhi verso di lui cogliendo un suo sorriso. 
'Spero proprio di si'. mi diede un buffetto sul naso.
'E comunque puoi chiamarmi Kurt invece che Angelo.'  disse allontanandosi di un passo.
Kurt... che nome stupendo. Pensai a Kurt Cobain e ai suoi dischi che avevo in camera, alla maglietta dei Nirvana nell'armadio. 
'I-io sono... Blai-blaine.'
' Oh già lo sapevo.' mi fece l'occhiolino e mi invitò a seguirlo dietro all'albero sopra il quale si era seduto prima.

'Kurt... me la togli una curiosità?'
'Si, dimmi.'
'Tu che cosa sei?'
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: IanLaRossa