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Autore: LauriElphaba    12/05/2012    9 recensioni
{Una piccola shot Percy/Audrey}
Percy Weasley non era decisamente fatto per i sentimentalismi. Il suo cervello, come la scrivania davanti alla quale era seduto assolutamente composto, era ordinato.
Un cervello ordinato? Metodico, semmai.
Per l'appunto, Percy era capace di correggere le bozze persino ai propri pensieri.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Audrey | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Giusto un avvertimento prima che la gente cominci a citarmi per plagio: la Audrey di questa ff è volutamente più vicina possibile alla Audrey di "Una brezza lieve" di ferao. Mi dispiace, ma dopo aver letto quella storia, per me Aud è una sola. (Tra parentesi, dovreste leggerla perchè è quanto di meglio il fandom possa offrire). Apparte ciò, ci rivediamo a piè di pagina!
Buona lettura!












Cammina Leggera

{Questa storia la dedico a ferao
che da anni è un'amica vera
e la mia autrice preferita
e ha battezzato e benedetto
questo piccolo omaggio.
Ti Voglio Tanto Bene}













 

"Save me from my own life,
from the fears that I can't hide.
I've spread my dreams under your feet:
tread softly because you tread on my dreams."

"Save me", Follow the Mad

 

 

Percy Weasley non era decisamente fatto per i sentimentalismi. Il suo cervello, come la scrivania davanti alla quale era seduto assolutamente composto, era ordinato.

Un cervello ordinato? Metodico, semmai.

Per l'appunto, Percy era capace di correggere le bozze persino ai propri pensieri.

E a notte fonda, ancora nel suo ufficio in un Ministero semideserto e silenzioso, proprio questa era la spossante attività che si era proposto: mettere ordine tra i suoi pensieri. Cercare di capire cosa provasse per quella sconosciuta che aveva incontrato per la prima volta solo poche settimane prima.

Quella Audrey che sembrava – illogicamente, insensatamente – preoccuparsi di lui.

No, preoccuparsi è troppo pesante. Curarsi, ecco. Si cura di me. Di me?

Ecco. Fondamentalmente, quello era la scoglio.

Meritava ancora che qualcuno gli dimostrasse affetto? No.

Per fare uno dei suoi amati elenchi ordinati, aveva rinnegato tutta la sua famiglia, lavorato al fianco di un Ministro che permetteva a gente come Stan Picchetto di finire in galera e distrutto con l'egoismo anche quell'ultima immeritata gioia che era stata la vita con Penelope.

Eppure, stava qualcuno effettivamente dimostrandogli affetto? Sì.

A questo punto delle sue riflessioni, solitamente, succedevano due cose diverse. La prima, invariabilmente, era la sorpresa. Non c'era niente da fare, ogni volta che arrivava a quel “Sì”, anche se era solo nei suoi pensieri, assumeva un' espressione completamente ebete che portava il suo indiscutibile fascino a livelli ancora più alti. Il secondo effetto, diretta conseguenza del primo, era che tentava di riprendere in mano il suo filo coerente di pensieri e chiedersi perché.

Perché mi considera?

Perché non le sto antipatico?

Perché non mi ha detto semplicemente di no, la prima volta che le ho chiesto di uscire?

E soprattutto, per l'amor del cielo, perché si ostina ad uscire con me?

 

Ma a questo punto, accadeva qualcosa di imprevisto: non solo il filo logico del ragionamento si spezzava completamente in tante schegge di acqua fresca, ma Percy cominciava a sperare.

E si sa che le speranze sono il cibo dei sogni.

Forse sul serio le interessa di me.

Forse questa cosa non sta per finire, anche se ho già avuto tre settimane di paradiso.

Forse durerà.

Forse mi vuole bene sul serio, anche se non capisco perché e non me lo merito.

Forse...

E Percy abbandonava i suoi tanto amati pensieri razionali per fantasticare. Niente di troppo estremo, dopotutto le sue speranze non erano ancora abbastanza forti né ben fondate, ma per il momento si permetteva di immaginare almeno il futuro prossimo.

Intanto, quella sera Audrey sarebbe arrivata, come ogni sera da quando erano usciti la prima volta. E poi... magari l'avrebbe convinta a non andare in uno dei soliti ristoranti Babbani che a lei piacevano tanto, l'avrebbe portata nella sua osteria preferita, e forse a lei sarebbe piaciuta. Si sarebbe giocato la carta del buon cibo, perché in tre settimane aveva avuto il tempo – non è una cosa straordinaria? - di imparare che a lei piaceva. Che era così in linea con la sua dolcezza un po' impacciata, quell'amore tranquillo per le cose buone. Avrebbero chiacchierato, perché per qualche assurdo motivo parlare del più e del meno con lei non gli riusciva difficile. Poi sarebbero usciti e lei gli avrebbe chiesto di riaccompagnarla a casa e il cuore che tanto aveva trascurato avrebbe fatto un balzetto. Discreto, di gioia. Chissà, forse avrebbe piovuto – clima inglese non deludermi – e lui avrebbe avuto una scusa per stringerla sotto l'ombrello, appoggiarle una mano sul fianco morbido.

E una volta a casa... lei gli avrebbe permesso di abbracciarla di nuovo tra le lenzuola, di annusarla finché l'odore di mela e di piacere sulla pelle sarebbero stati una cosa sola, l'essenza del perché non poteva resisterle. E ancora una volta, ancora una sera, lei lo avrebbe salvato dai suoi pensieri, dalla vita che si era condannato a vivere. Sarebbe stata la sua gioia.

 

A questo punto delle sue riflessioni, la faccia di Percy non era più ebete. Era al di là di ogni possibile descrizione. Un viluppo di metafore melensamente beato di aver abbandonato le rive della razionalità a vele spiegate. Un pesce talmente lesso da non accorgersi di dove fosse o perché.

E in questo stato pietoso lo ritrovava ogni sera Audrey, quando entrava nel suo ufficio senza bussare, con il sorriso dell'attesa appena finita stampato in faccia. Sorriso che si allargava ancora di più mentre salutava quell'espressione sul volto di lui che aveva aspettato di vedere tutto il giorno. Non era estremamente affascinante, ma era... sincera. Le diceva tutto ciò che le serviva di sapere, la faceva innamorare di nuovo.

Ecco, da un certo punto di vista si sarebbe potuto dire che Audrey fosse innamorata dei sogni di Percy. Erano il tappeto spesso e morbido su cui avvicinarsi a lui – a quella parte di lui che era la migliore – a passi svelti e leggeri, come per non infrangere l'incantesimo.

 

Allora, Signor Weasley, fatto abbastanza straordinari? Pronto per portare fuori una povera donzella?” lo apostrofò quella sera.

Percy si riscosse dalla sua trance con il solito pizzico di vergogna e si alzò per andare a salutarla, scrollandosi di dosso la faccia da pesce lesso meglio che poté.

Non aspettavo altro, Signorina Bennet!”, rispose con una prontezza che non si conosceva.

 

E ogni sera, mentre uscivano dalla stanza mano nella mano come adolescenti, Percy aveva tempo per un' ultima preghiera quasi rassegnata prima che la felicità dei momenti insieme avesse la meglio del tutto.

Cammini sui miei ultimi sogni. Ti prego, continua a camminare leggera come hai sempre fatto.

Non calpestarli, non calpestarli e mi avrai salvato.





















Nda:
Che bello, vi aspettavo con ansia qua sotto e ci siete arrivati!!*-*
Allora, intanto vorrei precisare che questa storia non l'avrei mai scritta se non fosse stato per due cose:
a) aver letto "Una brezza lieve" di ferao, ad oggi la mia long preferita in tutto il fandom, che trovate qui: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=361062 . Leggetela, vi farà felici!XD
b) la fera mi ha appioppato una citazione e una coppia su cui scrivere una drabble. Dopodichè, ho realizzato che una drabble non mi sarebbe MAI bastata e mi sono un pelo... allargata, ecco. XD
Sono piuttosto orgogliosa di questa storia, specialmente perchè non pensavo di riuscire a scriverla. (Ecco, per una volta che non mi fa schifo, me la distruggerete, ve'?T_T/)

Come dicevo, ci sono varie citazioni di ubl che devo creditsare XD
- Audrey profuma di mela
- Audrey ama i ristoranti babbani
- Audrey si chiama Bennet
- "Quella parte di me" è il titolo di un capitolo di UBL, l'ho citato en passant
- probabilmente altre cose che non mi sovvengono ma la fera mi perdonerà

La canzone invece si chiama "Save me" ed è dei Follow the Mad, gruppo che non coscevo minimamente ma... cavolo se sono bravi! Mò non riesco a smettere di ascoltarla!ò.ò

Vabbè, la smetto di tediarvi, anche perchè mi pare di aver detto tutto!
Grazie a chi legge, un bacio sul naso a chi recensisce u.u/
Lau

 

 

 

  
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