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Autore: _Valchiria_    12/05/2012    2 recensioni
Un ragazzo, alle prese con un libro da pubblicare.
Un gruppo di amici, scanzonati e pronti a divertirsi.
Una città, scenario della festa più colorata e allegra dell'anno e di un'amore pronto a sbocciare.
DAL CAPITOLO 4:
"Sai, sono due giorni che salgo su queste gondole e mi chiedo il significato delle canzoni che intonano i gondolieri!" rise Ludwig.
"Beh, non hanno sempre lo stesso significato. A volte si canta dell'amore e della propria amata, altre delle città e delle sue luci." Mentre Feliciano parlava, gli ultimi raggi di sole di quella giornata gli illuminavano il profilo e Ludwig si scopri incantato da quel viso così dolce.
"E ora, quest'uomo cosa sta cantando?"
Feliciano si girò a guardare Ludwig. I loro sguardi si incatenarono. Feliciano gli sorrise.
"Adesso sta parlando d'amore, Ludwig. Tu ci credi nell'anima gemella?"
"Penso di sì"
"Io si e credo anche nel colpo di fulmine"
Fra i due cadde il silenzio. Era però, un piacevole silenzio, non imbarazzante, ma quasi complice di quella conversazione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo: Una dolce fine

Erano passati circa due mesi da quel viaggio in Italia. Berlino era rimasta così, calma e ligia al dovere, come l'avevano lasciata. La primavera aveva ormai bussato alle porte della città, investendo con i suoi colori le strade trafficate da auto e da persone.
Nell'aria si sentiva il profumo dei fiori e della voglia di mettere giù tutti i vestiti più colorati e freschi che durante l'inverno erano rimasti negli scatoloni a far polvere.
Era tardo pomeriggio, e gli ultimi e caldi raggi di sole illuminavano la bella città.
In una stanza luminosa, con i finestroni spalancati e le tende che danzavano al ritmo di un vento tiepido, se ne stava uno scrittore, penna alle labbra e fogli sul tavolo, che ultimava il suo racconto.
Poche righe e Ludwig avrebbe potuto consegnare quel lavoro che gli aveva rubato il sonno ma che allo stesso tempo gli aveva permesso di fare nuove e belle esperienze.
Rise sommessamente, mentre con la mente si riportava indietro di qualche mese, nelle strade della bella Venezia.
Il Carnevale, le risa, gli amici e poi..e poi lui.
Quel ragazzo aveva davvero rivoluzionato la sua vita.
Ricordò il loro primo bacio, veloce e tenero accanto alla porta di casa di Feliciano.
Ricordò l'enorme imbarazzo che aveva provato quando gli aveva confessato i suoi sentimenti.
E pensare che lui non voleva nemmeno partire!
Senza accorgesene si era avvicinato alla finestra, perdendosi nei colori del cielo primaverile, pronto per accogliere le luci più cupe dell'inbrunire.
Dei passi, lenti e felpati, si insinuarono nella stanza, fino ad arrestarsi dietro la sua schiena.
Ludwig sentì della mani, piccole e calde, pogiarsi sulle sue spalle, ed un alito profumato di menta soffiargli sul collo.
"Hai finito il tuo lavoro, Lud?"
Ludwig sorrise, girandosi verso la voce che gli aveva sussurrato quelle parole.
Nascosti dietro le sue grandi spalle, due occhi color cioccolato lo osservavano curiosi.
"Si Feli, il lavoro è ultimato"
Feliciano fece un balzo e lo abbraccio forte, esultando come una pasqua.
"Lo sapevo Lud! Sapevo che ci saresti riuscito!"
"Ehi, calma!" rise Ludwig. "Devo ancora sapere cosa ne pensa la casa editrice"
"Sicuramente piacerà, perchè hai fatto un ottimo lavoro!"
Ludwig sorrise, fermandosi ad osservare il suo tenero compagno.
Ciò che gli piaceva di Feliciano era proprio questo lato tenero e innocente, quasi come se l'italiano non fosse cresciuto affatto.
Gli diede un bacio sul naso e lo abbracciò.
"Lud.."
Tra loro era tutto così semplice e speciale, ed a volte bastavano solo dei piccoli gesti per poter capire cosa stesse pensando l'uno dell'altro.
 La loro storia d'amore era continuata e cresciuta, permettendo ai due fidanzati di potersi conoscere ed amare ancora di più.
Naturalmente, quando tutti erano venuti a conoscenza del lieto evento, avevano assillato i poveretti per così tanto tempo che entrambi avevano deciso di partire e di viaggiare per poter sfuggire all'onta di domande di Antonio, ai "Bravo West" di Gilbert ed ai commenti poco pudici di un certo francese libidinoso.
Lasciando la comitiva in Italia (perchè avevano ancora molto da vedere, e perchè, per la gioia di Antonio, Romano sembrava abbastanza interessato al soggiorno italiano dello spagnolo) Ludwig aveva proposto a Feliciano un viaggio in Germania, visto che il piccolo italiano non aveva mai visitato la città teutonica.
Muniti di gioia, amore e qualche preservativo, avevano lasciato la Bella Italia e, dopo un lungo viaggio, avevano messo piede nella terra del biondo tedesco.
Trascorsa lì una sorta di "luna di miele", visto che Feliciano era rimasto particolarmente affascinato da questo paese, si era deciso che il nido d'amore fosse creato proprio in Germania.
Ovviamente Feliciano aveva dovuto combattere contro la gelosia e il diniego del fratello che, persuaso da un abile Antonio, dopo mille compromessi aveva acconsentito al trasferimento del più piccolo dei Vargas.
Così, fra baci e carezze, e fra le nottataccie che Ludwig aveva passato sul suo libro da ultimare, il tempo per i due innamorati era trascorso felicemente.
"Feli...ho una paura che non ti dico! Credo che una sensazione del genere non l'ho mai provata prima!" soffio Ludwig sulla nuca di Feliciano.
"Non ti preoccupare Lud...andrà tutto bene perchè tu hai fatto un buon lavoro. Non hai nulla da temere!" gli disse, abbracciandolo e poi guardandolo nel più serio dei modi, cosa che fece ridere Ludwig di cuore.
"Cos'hai da ridere?" sbuffò Feliciano, incrociando le braccia al petto.
Ludwig sorrise ancora, schioccandogli un bacio in fronte, poi uno sulle labbra morbide e fresche. "Niente amore, niente"
 Guardò l'orologio e si rese conto che il tempo per i baci e ricordi era finito. Ora avrebbe dovuto armarsi di molto coraggio ed affrontare ciò che da anni aveva colorito i suoi desideri.
Diede un' altro bacio veloce a Feliciano, raccolse i fogli dal tavolo e schizzò via fuori la porta, pronto ad accogliere il suo destino.


Era di fronte alla casa editrice, la fastosa "Penna D'Oro".
Ingoiò l'aria un paio di volte, prima di farsi coraggio ed entrare.
Fu accolto nello studio del capo redattore, dove sprofondò nervosissimo nella lussuosa poltrona vittoriana.
Si guradò intorno, notando quanto fosse sfarzoso e al contempo elegante quel luogo. I mobili scuri, di un lucido mogano, troneggiavono imponenti in quella stanza poco luminosa. Le lampade con luci soffuse, accese anche se fuori era giorno, regalavano all'ambiente un'aria di pace e intimità. Sopra la scrivania di mogano, mille penne e fogli ordinatissimi erano disposti nella assoluta certezza che, con la loro presenza, facessero ben intendere quanto lavoro venisse svolto grazie a loro.
Ludwig non potè evitare di nascondere un leggero imbarazzo, dovuto sia alla sua situazione, sia a quel lusso a cui  non era abituato.
Il capo redattore faceva scorrere le sue pupille color ambra sui fogli che Ludwig aveva faticosamente scritto.
Non un sussurro, nè un commento. Solo silenzio e professionalità. Dentro di sè Ludwig si appellava a qualsiasi santo, divinità o altro, affinchè il suo sogno si realizzasse.
Passò davvero molto tempo, tempo che Ludwig non riuscì a quantificare.
L'uomo posò i fogli sulla scrivania di mogano, portandosi poi le mani incrociate sotto il mento. Lo fissava senza batter ciglio, cosa che preoccupò Ludwig.
"Signor Beldshimit, ho letto attentamente ciò che ha scritto. Non trovo nulla di nuovo, niente fantasia nè righe che parlino di inseguimenti avvincenti"
Ludwig deglutì rumorosamente, pronto a congedarsi e sprofondare nel limbo dei falliti. Possibile che tutto sarebbe finito così?
"Signor Shindler.."
"Mi faccia finire"
Lo sguardo rivoltogli dal suo interlocutore, fece sì che il cuore di Ludwig perdesse un battito e sprofondasse ancora di più in quella comoda e lussuosa poltrona.
"Come dicevo, il suo racconto non è un miscuglio di novità. Tuttavia, lei ha un gran bello stile, e le righe che ho letto erano davvero scorrevoli. Questa sorta di biografia, il racconto del viaggio e le sensazioni che trasmette tramite la penna, mi hanno convinto. Per me, caro il mio autore, ha rispettato l'accordo che avevamo stabilito. Mi ha portato ciò che cercavo, un libro semplice e convincente.
"Dunque signor Beldshimit, lei tra pochi mesi, potrà osservare il suo libro nelle migliori edicole del paese, e chissà, del mondo."
Il capo redattore si alzò dalla sedia, tendendo la mano verso Ludwig. Il cipiglio austero era del tutto scomparso, ed aveva lasciato posto ad un'aria fiera e soddisfatta.
Ludwig, diligentemente, si alzò dalla sedia e tese la mano al suo nuovo editore.
"La ringrazio signor Shindler"
"Io ringrazio lei, promettente autore"


Ludwig era sceso in strada, il manoscritto fra le mani e la sua aria seria e decisa. Si arrestò sul marciapiede, fermando i passanti che infastiditi si facevano largo fra la sua persona.
Aveva ancora negli occhi l'immagine dell'ufficio del redattore e nelle orecchie il rumore del suo cuore che non aveva smesso di tamburellare nei suoi timpani.
Chiuse gli occhi e chinò il capo, iniziando a ridere.
Per mesi interi non aveva chiuso occhio. Aveva dedicato il suo tempo ad intrecciare una trama che potesse favorire il suo futuro e renderlo quantomeno famoso, guadagnandosi da vivere con l'inchiostro che consumava e le lacrime che sprecava. Tutti i suoi sacrifici erano stati premiati ed ora la gioia che provava era troppa.
Non si accorse di quanto avesse alzato il tono di voce, di quanto la sua risata fosse diventata, ormai, come una medicina lenitiva per la sua anima, che a poco a poco, si liberva del peso dell'ansia.
Urlò, con tutto il fiato che aveva in gola, qualcosa di simile ad un esclamazione felice, facendo girare i passanti.
Un urlo di gioia, liberatore ed agognato.
Iniziò a camminare, fregandose di come la gente avrebbe potuto interpretare quello che aveva fatto prima.
Incalzò il passo, iniziando a correre e, in meno di pochi minuti, fu subito fuori casa, con il fiato corto, ma la voglia di festeggiare.
Aprì la porta e fu investito dalle voci e dai complimenti delle persone a cui più teneva.
Gli amici, la casa ed il suo amore che lo guardava con quegli occhi color cioccolato che avevano fatto breccia nel suo cuore. Uno sguardo che diceva "Ben fatto amore, sono fiero di te"  a cui lui rispondeva sorridendogli, bisbigliando un tenero "Ti amo".
Ciò che aveva raccontato nel suo libro era lì per lui, con spumanti alla mano e risa in quantità, abbracciandolo come se quell'azione fosse stata ignorata per molto tempo prima di allora.
Ciò che aveva vissuto ed amato nel suo viaggio a Venezia era lì, stretto fra le sue braccia e pronto a regalargli tanti di quei baci dolci che lui tanto amava.
Finalmente aveva potuto mettere la parola fine al suo libro, ma aveva davanti a sè il foglio della vita completamente bianco, pronto ad essere riempito con altre cento, mille storie.
Sorrise e pensò che tutto questo era ciò che avrebbe voluto per sempre e di cui aveva bisogno per poter continuare ad essere sè stesso e a vivere.


FINE.




*Angolo dell'autrice*
Buon pomeriggio. Dopo anni luce sono ritornata per poter mettere definitavamente la parola fine a questa storia. :D
E' veramente finita, e questo lo devo soprattutto a voi, che con la vostra presenza mi avete dato l'energia adatta per continuarla!
Potrò sembrare tediosa e ripetitiva, ma non smetterò mai di dirvelo: GRAZIE! :D
Spero che questo piccolo "continuo" vi abbia fatto piacere! :D
Un forte abbraccio a tutti voi!<3
Alla prossima, eh! ;D

_Valchiria_









  
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