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Autore: braver than nana    12/05/2012    1 recensioni
{ Larry Stylinson is everywhere, even in the Game of Thrones universe }
Lui neanche lo voleva prendere, il Nero, però uno come lui, sua madre non lo voleva più in casa. Poi il capitano Thorne li aveva chiamati tutti nel piazzale e lì, tra la folla di ragazzini impauriti, lo vide. Sorrideva.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The Oath.
Autore:
 braver than nana
Rating
: verde
Conteggio Parole: 100x10 (ten perfect drabble #LIKEABOSS)

RiassuntoLui neanche lo voleva prendere, il Nero, però uno come lui, sua madre non lo voleva più in casa. Poi il capitano Thorne li aveva chiamati tutti nel piazzale e lì, tra la folla di ragazzini impauriti, lo vide. Sorrideva.
Note
: Larry, of course. La cosa strana è che, dopo essermi vista tutta la prima serie in neanche due giorni e con la seconda nella chiavetta pronta a essere vista ed esserne diventata dipendente (TOLD YOU!!1! by esse) da Game of Throne, questa fic è ambientata in quell’universo. Con i nostri beniamini alla frontiera, con tanto di personaggi della serie (Jon Snow, amore mio, come potevo non inserirti random?
) e luoghi e cose così. Sappiate che trovo Harry Styles tremendamente fuori carattere. Lo odio. Profondamente.

The Oath.

Night gathers, and now my watch begins. / Cala la notte, e la mia guardia ha inizio.

La prima volta che Harry ha messo piede alla Barriera era spaventato a morte ma, naturalmente, cercava in tutti i modi di non darlo a vedere. Si aggiustava i capelli e teneva la spada, quella troppo grossa per mani di un sedicenne, quella che suo padre gli aveva lasciato prima di andarsene con una puttana dell’ovest, stretta tra le mani. Lui neanche lo voleva prendere, il Nero, però uno come lui, sua madre non lo voleva più in casa.

Poi il capitano Thorne li aveva chiamati tutti nel piazzale e lì, tra la folla di ragazzini impauriti, lo vide. Sorrideva.

It shall not end until my death./ Non si concluderà fino alla mia morte.

Aveva scoperto il suo nome, di quel ragazzo con gli occhi troppo azzurri, così chiari da ricordargli il colore del cielo dopo una nevicata, solo dopo essere stato costretto a combattere contro di lui. E se solitamente riusciva addirittura a cavarsela, brandendo Iceing Steel con entrambe le mani e lo sguardo fiero, davanti a lui, non era riuscito a muovere un muscolo.

Aveva riso, lo sguardo spensierato e la mano tesa per aiutarlo. Con la punta delle dita gli aveva pulito una ferita superficiale sulla guancia e «Guarda che così ti farai ammazzare» aveva detto «e comunque io sono Louis.»

I shall take no wife, hold no lands, father no children. / Io non avrò moglie, non possiederò terra, non sarò padre di figli.

The winter is coming, si ritrovò a dire a sé stesso mentre si stringeva nella pelliccia scura, convinto di essere solo, con solo il cielo scuro senza stelle e tutta la Terra dell’Esterno ad ascoltarlo, cercando di tenersi sveglio.

«È il motto della casata degli Stark. Vieni dal segno del nord?» Harry rabbrividì per la voce calda del ragazzo che si era come materializzato al suo fianco. Annuì e lo guardò di soppiatto, sperando che l’altro si girasse a guardarlo.

«Come mai sei qui?» disse allora, prendendo coraggio. Lui allora finalmente lo guardò, triste, ma non rispose e andò via.

I shall wear no crowns and win no glory. / Non porterò corona e non vorrò gloria.

«Dicono provenga da Highgarden» gli disse un giorno un giovinotto dalle guance rosse e i capelli biondissimi, quando lo scoprì a fissare Louis. «Dicono fosse l’amate di lord Loras, per questo lo hanno mandato qui.»

Si ritrovò a deglutire la zuppa insipida e, quando provò a ribattere qualsiasi cosa, il ragazzino era già impegnato a conversare con altri due ragazzi che erano arrivati alla Barriera il suo stesso giorno. Effettivamente, ragionò, aveva la carnagione scura che solo qualcuno del sud poteva avere e il portamento regalo di un ragazzo di corte.

Arrossì ancora una volta, facendo pensieri pericolosi e bellissimi.

I shall live and die at my post. / Io vivrò al mio posto, e al mio posto morirò.

La prima notte che sognò il ragazzo del sud, quel Louis dagli occhi così azzurri, era così fredda che per un attimo pensò di gettarsi nel camino acceso nella stanza della mensa, nella quale era arrivato quasi senza rendersene conto, camminando per provare a scaldare i muscoli.

Lo vide seduto in un angolo, con un libro sgualcito tra le mani. E avrebbe voluto avvicinarsi, fargli quello che aveva sognato di fare, sussurragli le parole che aveva sognato di dire. Ma quando, con un gesto veloce, lo vide voltare pagina e togliersi una lacrima dalla guancia, scappò il più velocemente possibile.

I am the sword in the darkness. / Io sono la spada delle tenebre.

La spada di suo padre, fredda e spessa, era diventata il prolungamento del suo braccio e quando Jon Snow lo aveva visto combattere gli aveva fatto i complimenti e lui era arrossito. Lo aveva visto aggirarsi per il suo paese, qualche volta, sempre bellissimo, al seguito di Robb Stark. Aveva gli occhi azzurri, scuri come il mare, ma dall’altra parte del campo dove duellavano Louis li guardava, pronto a sfidarlo, quindi non poteva perdere tempo.

Quel giorno perse, ma Louis con lo sguardo non sorrideva. Quando lo gettò a terra però corse a dargli la mano.

«Scusa Harry» disse sospirando.

I am the watcher on the walls./ Io sono la sentinella che veglia sul muro.

Sapeva che quello era il giorno di veglia di Louis, aveva sentito il Vecchio Orso assegnare i vari compiti e aveva deciso che quella sera gli avrebbe parlato. Non era timido, la gente al suo paese lo conosceva perché era bello e sfacciato, non aveva bisogno di essere timoroso.

«Louis» sussurrò quando lo trovò, seduto sul pavimento di ghiaccio. Lui lo guardò e sorrise, mentre si alzava e lo raggiungeva con poche falcate.

«Che c’è?» la sua voce era come un ricordo, lasciato dall’alito caldo che si consensava in nuvolette di fumo davanti al suo viso, stordendolo.

«Ti faccio compagnia.»

 I am the fire that burns against cold, the light that brings the dawn, the horn that wakes the sleepers, the shield that guards the realms of men./ Io sono il fuoco che arde contro il freddo, la luce che porta l'alba, il corno che risveglia i dormienti, lo scudo che veglia sui domini degli uomini.

«Scappiamo insieme, che ne dici?»

Louis dormiva nella sua branda e per la prima volta in vita sua, accecante come un lampo, doloroso come un fendente nella carne, la consapevolezza di quello che significava essere un Guardiano lo colpì violentemente. Lo guardava, con le palpebre calate sugli occhi chiari e l’incoscienza del sonno sparso sul viso, e si rendeva conto che, anche se era riuscito ad avvicinarsi a lui come mai aveva sperato se non nei suoi sogni più osceni, il giorno successivo avrebbero fatto il giuramento.

Tremò al solo pensiero di non poterlo più sfiorare. Avevano solo quella notte.

I pledge my life and honor to the Night's Watch./ Io consacro la mia vita e il mio onore ai Guardiani della Notte.

In ginocchio sulla neve, con il viso rivolto all’albero dei suoi Dei, recitava la litania che aveva imparato a memoria da tempo. La voce era ferma, lo sguardo fiero e quando si alzò, girandosi verso gli uomini che lo avevano accompagnato fuori dalla Barriera, quelli gli vennero incontro congratulandosi.

Alle loro spalle, appoggiato con una spalla al grande stipite della grande porta che dava sulla desolazione dell’Esterno, Louis gli stava sorridendo, negli occhi erano incise le parole della notte precedente, sulle labbra i baci, tra le gambe l’eccitazione. Annuirono insieme, consacrando l’ennesima promessa di quella giornata, sentendosi improvvisamente più leggeri.

For this night and all the nights to come./ Per questa notte e per tutte le notti a venire.

Anche se erano passati due anni dal giorno del giuramento, dall’essere stato diventato Ranger, aveva compiuto le sue missioni, aveva visto il mondo oltre la Barriera, aveva lottato il grande Inverno, eppure si sentiva ancora il ragazzino del primo giorno, se Louis lo guardava in quel modo. Però adesso poteva sorridergli di rimando, stringere i suoi fianchi, baciare le sue belle labbra.

«Lo sai che, essendo Guardiani, tutto questo ci rende possibili disertori?» aveva detto Louis baciandogli la schiena nuda.

«Certo che lo so, domani potrebbero pure tagliarmi la testa, ma ora non sono in grado di rinunciare a questo.»

   
 
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