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Autore: Drew    13/05/2012    2 recensioni
Immagina di aver scritto per anni e di aver smesso improvvisamente. Immagina di non avere ancora capito perché scrivevi e perché hai smesso. Immagina che sia la fanfiction stessa a spiegarti com'eri e come sei adesso.
A tutti i fanwriters.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Apologia di una FanFiction

 

Prefazione

 
Al contrario di come esordivo solitamente: Drew non è tornata. Era da tanto che volevo scrivere e da sempre scrivo (quasi) esclusivamente sul pairing H-Hr.
Sono passati però alcuni anni da quando ho cominciato ed è giunto forse il momento di tirare un po’ le somme. Non so se questo può essere un nuovo modo di scrivere fan fictions o, viceversa, un buon modo per chiudere definitivamente. Penso che se e quando finirò questo “lavoro” –comemelatiro, comemelatiro!- avrò qualche idea più chiara in merito.
Insomma, non è uno dei miei soliti lavori e quindi, vi prego, bastonatemi di critiche, davvero.
Per la prima volta, non sono sicura sulla comprensibilità di quanto è scritto di seguito, ma ogni  più piccolo dettaglio NON è frutto di fantasia.
Spero veramente che possa piacere
 

A tutti i fanwriters che, per un motivo o per l’altro, si sono persi

 

*****

 
Primo Colloquio, Giovedì 03 Maggio 2012
 
 
E poi hai la musica nelle orecchie: Einaudi.
E sei nel cortile della tua università, cercando di passare inosservata, sparire per quelle quattro anime che tirano tardi come te.
E non fai neanche in tempo a pensarci veramente, che hai già la penna in mano.
L’aria fresca tra gli alberi accompagna il pianoforte che suona solo per te, o così ti piace pensare.
 
Ma da quant’è che non scrivi? Anni. Non sai quanti, forse due o tre.
E perché non scrivi più? Che fine hai fatto tu? Che fine hanno fatto i milioni, miliardi di idee che sembravano piombarti addosso, uno dopo l’altro: facevi fatica a sopportarle tutte, ti ricordi?
Ora invece sbagli pure ad andare a capo.
Si si, certo, pensa pure che sia la stanchezza, l’aria pungente o chessò io. La verità è che non ti ricordi più, è che pensi di non ricordarti più come fare, a scrivere.
Una cosa però te la voglio dire: da quando hai smesso, chissà poi per quale astruso motivo, hai imparato ad ascoltare gli altri.
Non so dirti se li capisci di più e forse non lo sai neanche tu. Ma ascolti, ascolti meglio.
 
Pensi che sia il tramonto? Una metà buona del chiostro è già al buio. Dici che chiuderanno presto? Va beh...
Accidenti! Sei riuscita a scrivere in italiano quasi leggibile per quindici minuti di seguito...
 
Ops.
 
Piccolo disturbo. Sono venuti a chiederti informazioni riguardo ai treni, interrompendo così il flusso di pensieri e la conversazione con me. Non è così facile parlare con una fan fiction, sai? Parlare con la scrittura.
È un paradosso, non credi?
Beh, io non sono d’accordo: è quello che facevi tutte le volte che scrivevi e che hai lasciato una tua creatura a metà. E quanti di quegli scritti giacciono in “.doc”, incompiuti. Ma forse è giusto così. Forse, avevi proprio bisogno di rendere in qualche modo reale quello che sognavi: si sa, non tutti i sogni vanno conclusi. Alcuni si ripresentano, identici, anni dopo la prima volta che li hai vissuti, eppure ti sembrerà che sia passata solo una notte.
 
Ti chiedi dove può portarti un racconto del genere? Ti chiedi se può essere considerata una fan fiction e se ha senso pubblicare un esperimento del genere.
Perché no? Sicuramente non sei l’unica ad aver abbandonato la scrittura per dedicarti di più alla vita. Non che questa non la fosse, la vita, ma era una parte di te che, forse, avevi esplorato abbastanza in quei tempi, ed era finalmente giunto il momento di dedicarsi ad altro.
Quanto non ti piacciono gli addii, eh? Mi ricordo.
Forse è per questo che quasi tutte le tue fan fictions finivano in lacrime. Ma che bello il mal di pancia che provavi, le farfalle nello stomaco mentre rileggevi e la soddisfazione di leggere recensioni di persone che hanno sentito quello che sentivi tu.
Dio, che bello...
Ti manca, eh? Ma quanti anni avevi? Sedici o diciassette? Ne hai ventuno, adesso, cara. E pensi di poter riprendere a scrivere e pubblicare quelle cose con quei ritmi? Ti sbagli.

A volte, il tempo va lasciato andare. Le cose vanno lasciate andare. Le parole vanno lasciate andare.
E se non tornano, che colpa ne hai? Devi semplicemente accettare che non è ciò di cui hai bisogno in quel momento.
 
Harry e Hermione, ti ricordi? Io sì, che lo ricordo! Che storie! E che miele, a volte... Si, dai, ammettilo: spesso la glicemia toccava vertici ineguagliabili. Ma andava bene così.
Poi succede che l’amore lo trovi tu e non hai bisogno di parlare o di immaginare quello di altri.
 
Dai, di questo possiamo parlare un’altra volta, se vuoi. Per oggi, ti lascio andare.
Sappi che, se non mi vuoi più parlare, puoi lasciarmi incompleta. Io non mi offenderò: anche se lo pensi – lo so che è così -, noi fan fictions non portiamo rancore. Proprio no.
 
A presto,

FF

  
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