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Autore: ExoticS_Dream    13/05/2012    1 recensioni
Bene, ciao a tutti.
Eccomi qui con questa FF, che dopo varie assemblee, riunioni e incontri vari, finalmente ho decico di pubblicarla.
Visto che mi sono "leggermente" fissata con questo gruppo, ho pensato perchè non scriverci su una bella storiella? xD
Spero che vi piaccia, anche se la troverete come un'altra normale storia.
Sogni. Tutti abbiamo de sogni nel proprio cassetto. C'è qualcuno che lo tiene semplicemente chiuso e lo guarda di tanto in tanto. Altri che lo chiudono a chiave dimenticandosene. E altri ancora aprono quel casetto e cercano di realizzare quello al suo interno. Sappiamo bene che non è facile, che ci saranno ostacoli, complicazioni..ma fa parte della vita no?
E se tu, sei proprio una di quelle persone che decide di rendere realtà quel sogno? Saresti disposto a fare tutto pur di avverarlo? E questo comporta la tua felicità? Continueresti lo stesso o ti arrenderesti al primo ostacolo?
Grazie mille, per l'attenzione. Bye a presto ^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo - Exo

Sudavo freddo.
La mano con cui trainavo il trolley sudava così tanto che la maniglia della valigia mi continuava a scivolare. Mentre l’altra mano non smetteva di giocherellare con il laccio della felpa che mi pendeva dal collo.
Le gambe, sembrava che le stessi supplicando per compiere quei pochi passi.
Il cuore batteva così forte come se volesse rompere la mia gabbia toracica, la sua prigione, per poi continuare a battere fuori. Libero.
Il mio sguardo andava ovunque, non riuscivo a tenere gli occhi fissi su qualcosa per più di un minuto. E si capiva perfettamente che non ero tranquilla.
Sentì una mano appoggiarsi sulla mia spalla destra.
Automaticamente la mia testa si girò in modo un po’ brusco, tanto da stordirmi leggermente. E i mie occhi si scontrarono con due grandi occhi marroni, valorizzati da lunghe ciglia nere e un velo di matita nera.
- Forza andiamo – mi sussurrò una voce femminile sicura e dolce affianco a me.
Sentivo lentamente il mio cuore rallentare i battiti, e le gambe più forti, sicure di poter camminare ancora, e ancora.
Annuì in modo tranquillo.
Per lo meno è quello che volevo far vedere a quei normali flussi di persone che animavano il posto. Volevo essere, davvero, vista come una tranquilla persona che è appena arrivata per visitare una città. Ma sapevo bene che quella non era una qualunque città. E sapevo altrettanto bene, che dentro di me ero tutto, tranne che calma.
Peccato che le persone con cui stavo, e con le quali avrei iniziato una nuova vita, erano tutt’altro che persone normali in quanto mi conoscevano meglio di quanto mi conoscessi io. Così tanto da sapere il mio vero stato d’animo.
- Stai tranquilla, ci siamo noi – mi disse con la stessa dolcezza la voce di prima
- Esatto – aggiunse una voce più fine alla mia sinistra
Mi girai per vedere quel dolce viso, leggermente pallido ornato da lunghi capelli neri appena appena mossi.
- Ci siamo promesse che un giorno avremo raggiunto quel posto, e ora quel giorno è arrivato e noi siamo qui, insieme – disse la prima ragazza che mi aveva parlato, accentuando di più l’ultima parola
Poco dopo, senti due calde mani prendere le mie, più piccole rispetto le loro, e stringerle in una presa sicura.
Come se effettivamente mi volevano trasmettere forza, la quale sembrava proprio che quel giorno non l’avrei per niente vista.
Neanche per tirare il mio trolley, il quale ora lo tiravo con l’aiuto della seconda ragazza con i capelli neri.
Feci un profondo respiro.
Se la forza non ne vuole sapere di uscire, la creerò io stessa. Mi dissi decisa tra me e me.
Guardai quei visi famigliari, che ero certa mi avrebbero sempre ricordato la vecchia me, le vecchie noi, offrendogli ad ognuno un sorriso di ringraziamento.
A loro volta, anche loro mi ricambiarono il gesto e insieme percorremmo quei pochi passi che da sola non sarei riuscita a percorrere quel giorno.
Quei pochi passi che mi avrebbero portato in una nuova prospettiva di vita.
Percorsi quei tanto attesi metri per poi oltrepassare una porta a scorrimento e uscimmo fuori, lì fuori.
Tutte e tre ci pietrificammo, come se fossimo vampiri, nel momento in cui l’ombra dell’edificio non riusciva più a coprirci, e fummo accolte da dei caldi raggi solari.
Sentivo subito l’aria intorno a me diversa dal solito, anche se sapevo perfettamente che era la stessa aria che avrei respirato nel mio piccolo paese.
Chissà, forse per il fatto che le mie orecchie cominciavano a udire una lingua differente dalla mia, ma tanto amata.
Oppure, sarà per il fatto che il mio corpo faceva così tanti respiri per l’emozione, che emettevo più anidride carbonica del solito.
Comunque, malgrado questo mi fosse insolito, la situazione mi dava fastidio. Anzi mi piaceva.
Cominciai a guardarmi intorno sempre più entusiasta, come quando una bambina entra nel reparto Barbie del Toys Center.
Colsi le stesse espressioni sui visi delle mie “sorelle”, entrambe con i volti alzati per ammirare quei immensi grattaceli.
Il mio corpo cominciò ad adagiarsi, lentamente, come se si fosse già ambientato in quel nuovo luogo.
Ora, mi sentivo meglio, ora, ero la stessa persona di quando eravamo decollati.
La stessa persona che aveva deciso di venire qui.
- Ce l’abbiamo fatta. Siamo veramente qui – riuscì a dire con un filo di voce ma con un tono deciso
Le mie amiche si voltarono verso di me e mi sfoggiarono un immenso sorriso per poi stringersi in un caloroso abbraccio.
Eravamo davvero in quel posto tanto atteso, che fino a poco tempo fa lo potevamo solo immaginare, ci trovavamo a Seoul. Ed eravamo insieme.

  
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