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Autore: Princess_Klebitz    14/05/2012    0 recensioni
Ok... Mi sono appena iscritta e questa è la mia prima F.F.
Abituata com'ero, nell'epoca che fu, a scrivere romanzi, risulterà lunghetta...
Vorrei ringraziare CrystalDrop, poichè grazie a lei, oggi mi sono iscritta, ho dato le mie prime recensioni, e a tutti\e voi perchè leggendo in questo sito, durante la mia malattia, mi sono innamorata della vostra passione e spero di resuscirare la mia (in caso ne esca come La Mummia, vi permetto di spalarmi badilate di letame!)!! Questa è una Loki in veste totalmente inedita...o forse no. E un tributo alla musica rock, di cui potrebbe essere un eccellente esponente negli anni 'maledetti'!, ciò dato dalla frase 'Chi, il rockettaro molto arrendevole??' data da Tony Stark (che penso solo io ho trovato esilarante, eh??). Bene, basta deliri di onnipotenza (o psicotici...tanto qua siamo allo stesso livello...) e pubblico... PIETà DI ME!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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‘Non mi piace’, commentò il Capitano, sul Quinjet, osservando Loki.
Da quando era stato arrestato non aveva detto una parola. 
Probabile che fosse stato ammutolito dall’arroganza di Tony Stark, o che stesse meditando sui suoi piani in fumo e la fuga. 
Ma continuava a non piacergli.
Tony Stark lo interruppe dai suoi pensieri, col solito sfottò.
‘Chi, il Rockettaro molto arrendevole?’
‘Altrochè arrendevole, quello picchia molto forte…’, tagliò corto Cap. 
-
Dopo circa due ore (contando anche lo scontro col regale fratello asgardiano del principino psicopatico), Loki venne scortato nella ‘sua’ prigione, costruita in realtà, come gli aveva spiegato quel bastardo di Fury, per contenere una minaccia più grave della sua.
Sempre più grave di lui.
Sempre qualcosa più di lui.
Accertatosi che le telecamere fossero spente su di lui (quell’odioso bottoncino pulsante verde come i suoi occhi stizziti indicava che lo stavano praticamente osservando da ogni parte, e lui aveva approfittato prima delle sue ultime forze per instillare l’inganno in ognuna di quelle patetiche creature), o che almeno non potessero assistere al suo temporaneo cedimento, Loki sospirò e si sedette per terra, incurante dello scomodo giaciglio\sedilio a mò di tavolaccio, inserito nella parete vetrata. 
I suoi lineamente erano perfettamente rilassati, e allo stesso tempo i suoi occhi rilucevano di rabbia repressa. 
Presto.
Molto presto. 
Ma non ora.
Non ancora.
Non era stato quello il mantra della sua vita?
Non ancora. 
Non ancora tempo di regnare, non ancora il migliore, non ancora il peggiore… 
Questa volta aveva messo in gioco tutto sé stesso, la sua vita intera, e cancellato tutte le inutili e lacrimevoli tracce di affetto per il fratello, nel suo piano. 
Ma non era ancora ora.
Fece ciò che gli riusciva meglio in quelle circostanze. 
Chiuse gli occhi, riducendoli a due fessure feline e glaciali, e aspettò.
-
Bruce Banner si sistemò gli occhiale per l’ennesima volta, pulendoselo nella camicia. 
‘Mh, diventa sempre più simpatico, eh? Io comunque non mi concentrerei su di lui’, disse in risposta a Steve, che aveva avanzato dubbi sul poter comandare un esercito da una cella inespugnabile. 
‘Voglio dire, basta guardarlo per capire che è andato…Ha un cervello completamente fuori fase!’
Thor si spazientì in modo come se gli fosse di diritto
‘Modera le parole!,Loki è sì incapace di ragionare, ma è un asgardiano…ed è mio fratello!’
‘Ha ucciso 80 persone in 2 giorni’, mormorò Natasha, in tono sommesso.
‘…beh, è adottato.’, mormorò ancora più basso il Figlio di Odino, scoprendo due occhi azzurri puntati su di lui, e sorpresi. 
No, di più.
Come se si fosse ricordata… 
Natasha aveva qualche esperienza di fratellanza squilibrata. 
Lei era l’unica sopravvissuta della sua famiglia; suo fratello Justin, che assomigliava maledettamente a Loki sia nei modi che in certi tratti fisici, si era suicidato a 27 anni.
Sconvolta, e finalmente alle dipendenze dello S.H.I.E.L.D, aveva abbandonato qualcuno che, ne era certa, ormai non ricordava quasi più di lei… Non che lei avesse prestato attenzione comunque alla ‘carriera’ (l’ultima volta che l’aveva incontrata, sembrava una gara al ribasso con quella del compianto Justin) della dannata… 
Le aveva spezzato il cuore, vederla con quella gente, con quei ragazzi e praticamente sembrare una perfetta drug queen, altezzosa nelle sue pur misere circostanze. 
L’aveva fatta mettere in un centro riabilitazione, da parte dello S.H.I.E.L.D; il migliore assicurava Nick Fury, ma sapeva che nonostante le misure, ne era fuggita dopo neanche un mese.
Figurarsi, sua sorella aveva le sue stesse capacità, e appena ripresasi dall’ infiacchimento della droga, complice la buona palestra della clinica, aveva spezzato il braccio a una guardia e scavalcato l’alto muro.
Da allora, sebbene sorprendesse Nick Fury e Phil Coulsoun sbirciarla da una cartella che puntualmente trovava sul suo giaciglio, cestinava tutti i documenti inerenti la sorella. 
Ogni due giorni, per delicatezza, rimuovevano i rapporti non letti dalla sua vita.
Katinka –Kat- Romanoff, diventava ancora polvere, nella sua vita. 
Eppure, stava pensando, mentre Rogers commentava che Loki l’avrebbe tirata per le lunghe, e al suo rapporto tra lui e Thor, chi meglio di una psicopatica, poteva capire un altro pazzo?
Nick Fury doveva esserci arrivato prima di lei.
Un elicottero dello S.H.I.E.L.D stava per atterrare a Berlino, in una pista vicina all’ex aeroporto Schonenfeld. 
Una ragazza dai capelli rossi innaturalmente tenedenti sia al rosa che all’arancio, veniva trascinata verso di esso, con l’aria di chi si era svegliata da poco, ma che ora era ben furiosa di esserlo stata. 
Struccata, sembrava una sedicenne.
Dietro di lei, qualche agente dello S.H.I.E.L.D, tra cui Phil Coulson, portavano dei bagagli approssimativi.
L’agente Coulson (di battesimo Phil) portava una pesante custodia per strumenti e in un’altra mano una valigetta colma di calmanti.
Una volta in volo, resosi conto di quale vipera avesse con sé, pensò se usarli sulla semi-rockstar isterica vestita da rifiuto punk, su di esso per tutto il viaggio, o infilarli negli occhi della Vedova Nera o di Nick Fury. 
Ora capiva perché neppure Natasha sopportasse più di saperne di lei.
Katinka Romanoff, in arte Katryn, nel suo esilio berlinese, si mise a sedere, dopo aver reclamato una valigetta per il trucco, pensando a dove volesse ficcarla stavolta, quella stronza della sorella, intrisa di spionaggio russo fino alle punte assurdamente naturali dei capelli, dopo 10 anni da quell’ orribile centro Exodus da cui era fuggita. 
Sia maledetto lo S.H.I.E.L.D
-
A svariate centomila chilometri di distanza, fregato dalla sudetta stronza dai capelli naturali, Loki condivideva il suo pensiero. 
‘MALEDETTA LEI E MALEDETTO LO S.H.I.E.L.D.!’
*
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*
*
*
*
OOOOOH, che ne pensate?? 
Due psicopatici al prezzo di uno!!
Che ne dite del nuovo personaggio? E’ riciclato da un mio vecchio racconto mai pubblicato, ma mi è sembrato giusto darle la parte della stronza!
So che non ci sono molti dialoghi, né caratterizzazioni dei personaggi ma per questi 
a) ci ha pensato abbondantemente il film, credo, di cui prendo le parti necessarie per poter inserire il personaggio senza troppo, spero, far caracollare la trama almeno all’inizio
b) confido che ‘più tardi’ (eh sì, vi siete imbattuti in una maledetta prolissa!) vi siano sviluppi, su cui lavorare!!
Ora vi lascio e, con la pace e i miei adorati Nine Inch Nails, corro a stendere un altro po’!
Vero che Loki sembra un Trent ancora più deviato??
Baci e recensite, tiratemi anche addosso qualcosa!!
   
 
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