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Autore: BlackLoony    15/05/2012    5 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest "Per un pugno di..." indettto da Avalonne. Il mio pacchetto mi chiedeva di scrivere una scena in cui Dolores viene presa a pugni/schiaffi/calci/altro da Minerva, e questo è quello che è uscito.
Buona lettura :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Dolores Umbridge, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nome autore EFP e sul forum: BlackLoony/BlackLoony96
Titolo storia: Una brutta notizia
Personaggi: Minerva McGranitt, Dolores Umbridge, Albus Silente
Rating: verde
Genere: generale
Avvertimenti: One-shot
Eventuale pacchetto scelto: pacchetto viola
Introduzione: la fic parla del giorno in cui Minerva riceve i risultati dell’ispezione dell’Inquisitore Supremo, che non sono per niente positivi.
NdA (che è meglio se leggi alla fine): la storia è un sogno di Minerva per due motivi:
1. Non mi pare una persona che si vendica in questo modo.
2. Se non fosse stato un sogno avrei dovuto cambiare gli avvenimenti del libro e non mi piace xD
Ti avverto che la scena del pugno è uno schifo totale, Minerva non è per niente IC, te lo dico subito :3





Una brutta notizia





« Da quanto tempo insegna a Hogwarts? » domandò la Umbridge.
« Trentanove anni il prossimo dicembre » rispose brusca la professoressa McGranitt, chiudendo con uno scatto la sua borsa.
La Umbridge prese un appunto.
« Molto bene » disse, « riceverà i risultati della mia ispezione tra dieci giorni ».
« Non vedo l'ora » rispose la McGranitt in tono indifferente, avviandosi alla porta. « Sbrigatevi, voi tre » aggiunse, facendo cenno a Harry, Ron e Hermione perché la precedessero.
[Harry Potter e l’Ordine della Fenice, capitolo 15]


  Erano passati nove giorni da quel dialogo.
  Ormai era sera e Minerva aveva paura di quello che la aspettava il giorno dopo.
  Appoggiò gli occhiali sul comodino vicino al letto e si girò supina, gli occhi che guardavano il soffitto.
  Dolores avrebbe avuto il coraggio di licenziarla?
  ***
  Minerva si diresse alla Sala Grande per la colazione e si sedette a destra di Albus.
  « Buongiorno, » disse, rivolta a tutto il tavolo dei professori, cercando di sorridere.
  « Ti turba qualcosa, Minerva? » le chiese il preside, mentre, pochi posti più in là, la voce stridula del professor Vitious replicava: « Buongiorno anche a lei! »
  Albus prese il suo bicchiere colmo d’acqua e ne bevve un sorso, in attesa della risposta.
  « Oggi Dolores mi darà i risultati dell’ispezione » rispose lei.
  « E di che ti preoccupi? La passerai brillantemente! » ribatté sorridendo Albus, appoggiando il bicchiere sul tavolo.
  Minerva sorrise, anche se non era stata convinta dalle sue parole. « A proposito, dov’è Dolores? » chiese poi, osservando in lungo e in largo il tavolo: Pomona leggeva la Gazzetta del Profeta, il piatto ancora intatto, Severus osservava torvo gli studenti Corvonero, Vitious tentava di raggiungere con la mano la brocca di succo di zucca, che gli passò Septima appena se ne accorse, ma della professoressa di Difesa contro le Arti Oscure non ce n’era traccia.
  « Se non c’è, meglio per noi, nevvero? » chiese, sempre sorridendo, Albus.
  « Ho paura che mi abbia riservato una brutta sorpresa... » considerò Minerva, servendosi del porridge e iniziando a mangiare.
  Finita la colazione Minerva si alzò da tavola e si allontanò dalla Sala Grande per raggiungere l’aula di Trasfigurazione.
  Girò l’angolo e fece pochi passi per ritrovarsi davanti alla porta dell’aula e la aprì.
  Stava raggiungendo la cattedra quando sentì provenire da quella direzione un colpo di tosse che la fece rabbrividire.
  « Ehm, ehm. » Dolores sorrise, rivolta a Minerva, seduta sulla sedia dietro la cattedra.
  Minerva si ricompose dallo spavento e disse. « Questa è la mia aula, tra poco viene una classe e sarei lieta se lei mi ridesse il posto dietro alla cattedra ». Appoggiò la borsa sulla cattedra e aspettò che Dolores si alzasse, cosa che non avvenne.
  « Se permette, come Inquisitore Supremo, sono io a decidere se lei può insegnare o no ». Ribatté Dolores, prendendo la sua borsa rosa.
  La McGranitt era allibita, non riusciva più a muovere un muscolo e si limitò a osservare Dolores togliere una pergamena dalla borsa, aprirla e sorridere soddisfatta.
  Notò che la pergamena aveva il sigillo del ministero e poco distante c’era la firma del ministro stesso e, con preoccupazione, pensò che nessuno l’avrebbe più chiamata professoressa.
  « Questo, » iniziò la Umbridge. « È un Ordine di Licenziamento firmato da me e dal Ministro della Magia. Ai sensi del Decreto Didattico Numero Ventitré, l’Inquisitore Supremo di Hogwarts ha il potere di licenziare qualunque insegnante non ritenga all’altezza ».
  « E... e lei non mi ritiene all’altezza? Posso sapere per quali ragioni? » chiese Minerva, appoggiandosi alla cattedra per paura di svenire alla notizia.
  Dolores si alzò dalla sedia e aggirò la cattedra per trovarsi davanti all’ex professoressa di Trasfigurazione, e disse. « Prima di tutto, ho notato che il suo sistema d’insegnamento non corrisponde a quello predisposto dal Ministero: l’Incantesimo Evanescente non è adatto a ragazzi di quest’età, e non capisco a cosa possa servire. Durante la lezione gli studenti hanno fatto solo pratica, mentre, invece, il Ministero chiede un’istruzione soprattutto teorica ». Spiegò sorridendo nel vedere il volto sbiancato di Minerva.
  « Ho sempre insegnato così. Queste accuse sono infondate! » replicò, con quel poco di voce che le era rimasto, Minerva.
  « Questa pergamena è firmata dal Ministro in persona, quindi, lei è licenziata ».
  Minerva dilatò gli occhi: non era possibile, non poteva venire licenziata, aveva passato trentanove anni della sua vita a Hogwarts.
  Fece pochi passi per avvicinarsi a Dolores, e la sovrastò con la sua altezza.
  Minerva non riuscì a trattenersi.
  Sciaff!
  Pochi secondi dopo si ritrovò con la mano aperta sollevata, dove prima c’era la faccia della rospa.
  Dolores fu spinta all’indietro dallo schiaffo e con le mani toccava ogni parte del volto, come per vedere se non si fosse rotto qualcosa e guardava Minerva con gli occhi dilatati dalla paura.
  ***
  Minerva si svegliò: aveva un braccio alzato, probabilmente l’aveva sollevato quando, nel sogno, aveva dato uno schiaffo a Dolores.
  Ci impiegò un po’ a capire che era stato solo un sogno, e, quando si diresse alla Sala Grande per la colazione si disse: Se quella rospa mi licenzia, uno schiaffo non glielo leva nessuno!





   
 
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