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Autore: Sofi_Luthien    16/05/2012    1 recensioni
Non era abituato ad avere quel tatuaggio. Quando toglieva una maglia e lo trovava li, si stupiva. Ma dimenticare di essere diventato un Mangiamorte era via via più difficile, perché sempre più spesso la sua pelle bruciava, segno che il Signore Oscuro li stava convocando.
Erano ammirati, gli sguardi di chi si trovava di fronte un Mangiamorte di appena sedici anni, o erano sorrisi beffardi, quelli che gli rivolgevano?
Poco importava a quell’ora tarda, in cui il suo unico desiderio era prendere finalmente un sonno che tardava a sopraggiungere.
Dall’altra parte della casa, in una camera da letto inutilmente grande, un’altra persona si rigirava senza tregua tra le lenzuola: sua madre sapeva, nel profondo, che suo figlio era spacciato.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'I giorni dei piccoli vecchi '
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Draco credeva di essere l’unico, a notte fonda, ancora sveglio. Villa Malfoy era immersa nel silenzio, una pace del tutto innaturale. Per l’ennesima volta il suo occhio cadde sull’avambraccio.
Non era abituato ad avere quel tatuaggio. Quando toglieva una maglia e lo trovava li, si stupiva. Ma dimenticare di essere diventato un Mangiamorte era via via più difficile, perché sempre più spesso la sua pelle bruciava, segno che il Signore Oscuro li stava convocando.
Erano ammirati, gli sguardi di chi si trovava di fronte un Mangiamorte di appena sedici anni, o erano sorrisi beffardi, quelli che gli rivolgevano?
Poco importava a quell’ora tarda, in cui il suo unico desiderio era prendere finalmente un sonno che tardava a sopraggiungere.
Dall’altra parte della casa, in una camera da letto inutilmente grande, un’altra persona si rigirava senza tregua tra le lenzuola: sua madre sapeva, nel profondo, che suo figlio era spacciato.
 
L’indomani l’Espresso per Hogwars partì con la solita, esasperante lentezza. Qualcuno attorno a lui parlava di Quidditch e altre baggianate. Era talmente stanco di quel vociare inutile che non si preoccupò nemmeno di simulare interesse. Lasciò che Pansy gli si strusciasse contro tanto per non sentire qualche sua noiosa lamentela, e quando fu troppo evidente il suo silenzio ostinato parlò di quanto fosse inadeguata l’istruzione a Hogwarts, uno dei pochi argomenti che ancora gli davano soddisfazione.
Anche se non aveva il permesso di confessare ad alcuno la sua missione, la consapevolezza di essere stato incaricato di un tale compito lo rendeva sicuro, conscio della sua importanza. 
Gli sembravano ridicole le preoccupazioni degli altri, la loro ambizione di prendere, magari, qualche voto decente. A che pro? Un voto scolastico, proveniente da un professore di Hogwarts per giunta, non era altro che un numero stampato su un pezzo di carta. Se non fosse stato per il fatto che il suo interesse per le vite degli altri era pressoché nullo, avrebbe avuto quasi compassione delle loro menti limitate. La furbizia stava nell'individuare i mezzi per arrivare alla grandezza e adoperarli tutti, uno per uno. Questa era l'essenza di Serpeverde. Ma nessuno gli faceva compagnia, in quel lungo affluire di pensieri gloriosi. Non che lui ne volesse. Avere un segreto lo rendeva potente.
Tutte le piccolezze che qualche mese prima avrebbero potuto interessargli, in primis disintegrare Harry Potter, sparirono dal campo delle sue priorità. Certo, questo non gli impediva di fare uno strappo alla regola e approfittare della stupidità del “prescelto” per concedersi un ritorno trionfale tra i ranghi Serpeverde. Rompere un naso di tale fama era pur sempre un’impresa apprezzabile.

 
Come di consueto, Silente proclamò qualche avviso di inizio anno. Appariva più vecchio, più stanco di quanto già normalmente sembrasse. E quella mano, quella mano che tanto velocemente aveva ritirato, nascondeva qualcosa di più di un semplice incidente. Ma forse era solo un’impressione. Una speranza. Un bersaglio facile da colpire, nient’alro. Dopodiché sarebbe tutto finito. E anche se Draco era abbastanza intelligente da sapere che quel tatuaggio comportava un’alleanza incontrovertibile, si lasciò cullare dall’idea di portare a termine la sua missione e concludere l’anno beatamente, portando sulle spalle null’altro che l’onore di aver ucciso il presunto mago più potente del secolo. Dove vi fosse potenza, in quel corpo ormai logoro, Draco se lo stava ancora domandando.
 
La Sala Comune di Serpeverde, che come sempre emanava un bagliore color smeraldo, lo accolse freddamente. Molti che non erano del primo anno presero posto sui divani per prolungare il chiacchericcio della cena, soddisfatti di avere lo stomaco ben riempito. Tiger e Goyle lo guardarono con aria perplessa, interrogandolo tacitamente sul perchè se ne stesse impalato in mezzo alla stanza, con lo sguardo perso e l'espressione ebete. Balbettò sottovoce che aveva sonno e se ne andava dormire, ricevendo in risposta un "di già?" che fine di non sentire.
Intimamente sperava che tra le mura di Hogwarts, giunto finalmente alla sua destinazione, avrebbe trovato il meritato riposo. Si rese immediatamente conto che le sue speranze, oltre totalmente vane, erano anche piuttosto infantili. Era tra quelle mura che si sarebbe consumato un assassinio. Per la prima volta fu costretto a porsi concretamente il quesito su come avrebbe materialmente ucciso Silente. Nei suoi sogni lo colpiva alle spalle, lo avvelenava, lo spingeva giù da una rupe. Mai come in quel momento ogni ipotesi affioratagli nella mente pareva più inverosimile dell’altra. Esistevano migliaia metodi per porre fine a una vita. Qual'era il migliore? Il più sicuro, il più veloce. Il più indolore? Quello non gli importava. Essere un Mangiamorte gentile non era tra i suoi interessi. 

L’unica ragione per cui riuscì ad addormentarsi, ad un’ora indefinita, fu il pensiero di avere nove mesi di tempo trovare un modo.





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Breve nota:

questo primo capitolo funge da introduzione a una serie di missing moments su Draco Malfoy, a partire dall'inizio del sesto libro.
Gli eventi di cui tratterò sono i medesimi narrati nel Principe Mezzosangue, solo che narrati dal punto di vista di Draco. Anche se non è un personaggio che amo particolarmente, mi piace l'idea di analizzare la sua evoluzione interiore durante il sesto anno di Hogwarts, sicuramente il più problematico per lui.
Per i fatti manterrò il più possibile l'IC. Per il carattere dei personaggi, invece, vedrò di fare il possibile, ma non posso garantire nulla :)

Alla prossima!

  
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