Tu va’
avanti (che io
ti raggiungo con la macchina mia).
Certe
volte capita che si lanci in assurde constatazioni nei momenti meno
opportuni.
Durante le lezioni – un classico, come se avesse di meglio da
fare -, mentre
guarda la televisione, quando si appoggia al davanzale della finestra.
La
cazzata di oggi?
L’amore
è come un bernoccolo. Piano piano affievolisce.
Deve
far conto che lei non abbia mani da fargli stringere.
Lei
si siede lì, in primo piano, lontano. Lo zoom lentamente va
indietro e inquadra
porzioni di pelle, scarpe da ginnastica, scaglie di sole, luce e ombra.
Scorre
più veloce di Lei, fa partire i treni, mette i capolinea ai
pullman, lascia che
gli aerei decollino. E Lei è lì.
Sta
lì, ferma. Non si deve preoccupare, tanto la
troverà sempre là, seduta.
Seduta
a un banco, ad una scrivania, su un divano, sull’autobus.
Cammina
e resta ferma.
Corre
avanti e si trascina indietro.
Perciò
Lui non si deve preoccupare: che nasca, cresca, muoia, che tanto sa
dove
trovarla.
Non
ti preoccupare neanche tu, a Lei non da’ fastidio. Le piace
osservare la gente
che le cammina davanti.
Ogni
tanto qualcuno cade.
Lei
si alza, lo aiuta – chiunque sia – a sollevarsi da
terra, torna seduta.
Forse
Lui è passato e non l’ha trovata nel mentre.
Il
prossimo che cade, lo lascerà morire calpestato dagli altri.
Qualcun
altro la chiama, sembra importante, si alza.
Forse
Lui è passato di nuovo e Lei non era lì.
Dovrei
fermarmi qui.
Mollare
tutto e cercare di ricominciare.
Un
creativo che non conosce l’amore alla base di tutto, non vale
niente.
A
volte penso di essere stata mandata qui temporaneamente per fare
qualcosa. E
che basterà capire “che cosa”,
e dopo potrò anche andarmene per sempre.
A
soluzioni permanenti per problemi temporanei neanche ci penso.
Non
finirò neanche di raccontare se Lui e Lei riusciranno ad
incontrarsi.
Sapete
perché, si stanno aspettando a vicenda.
E
così hanno deciso che uno di loro può anche
andare avanti.
Uno
di loro ha detto “vai avanti”.
Probabilmente
se lo son detto a vicenda e ora non ci hanno capito più un
cazzo.
Uno
di loro rimarrà lì ad aspettare allora?
Quasi
sicuramente.
Uno
di loro ha detto questa frase buffa e me l’ha scolpita nel
cuore.
Non
ha senso lo so.
“
Va’ avanti, che io ti raggiungo con la mia macchina
“
È
una strana sensazione vero? Come se ti fosse sfuggito qualche passaggio.
Hai
guardato l’orologio per sapere che ore erano e dopo dieci
secondi l’hai
riguardato, perché la prima volta non l’hai visto
per davvero.
Questa
storia finisce qui.
Non
so chi andrà avanti, non so chi aspetterà, non so
chi incontreranno.
Non
so cosa sia l’amore.
Non
so neanche cosa diavolo sto dicendo.
All’angolo di un
foglio ho scritto di una
bellissima farfalla, e di un custode di un sogno che ancora non sa bene
come
stare a galla.
Per Ilaria, che oggi ha
cercato di spiegarmi
cos’era l’amore.