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Autore: Lizzyluna    17/05/2012    6 recensioni
Raccolta di frammenti sulle coppie del fandom di Harry Potter, dalle classiche fino alle più assurde, impossibili e vomitevoli. Ispirata dalla Master Ship List di FictionAlley Park.
57) Leather and Libraries - Draco/Hermione
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Millegusti + 1 - Coppie per tutte le stagioni'
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Leather and Libraries - Draco/Hermione

Era una mattina come le altre a Hogwarts e Hermione Granger stava percorrendo uno dei tanti corridoi del quarto piano, diretta verso l’aula di Incantesimi. Aveva la mente impegnata dalle formule che aveva imparato il giorno prima, così era già a metà strada quando si rese conto che qualcosa non andava.
Acqua.
Il suo primo pensiero fu che Mirtilla avesse deciso di cambiare bagno, ma un’occhiata al pavimento le rivelò che la situazione era molto più seria: non un rivoletto e nemmeno una pozzanghera, ma una distesa d’acqua che le arrivava quasi alle caviglie. E continuava a salire.
«Oh, insomma, cosa succede?» sbuffò indispettita. «Pix vuole trasformare Hogwarts in un parco acquatico?»
«Oppure la scuola sta sprofondando nel Lago Nero» propose qualcuno alle sue spalle. «Con tutti questi Sanguesporco in giro, avrà bisogno di una bella pulizia».
«Buona giornata a te, Malfoy» commentò Hermione. Ormai era abituata a quegli incontri, ma il modo in cui Malfoy saltava fuori dal nulla nei momenti meno opportuni continuava a sembrarle più che inquietante. Destabilizzante era il termine giusto.
Il giovane Serpeverde avanzò nell’acqua bassa, sollevando spruzzi ad ogni passo. Hermione non si stupì che la maggior parte di quegli spruzzi finisse per caso sui suoi vestiti. «Altra Dramione, Granger?»
Per quanto le seccasse dare ragione a Malfoy, la ragazza dovette ammettere che l’ipotesi aveva un senso. «Può darsi, Malfoy. Scommetto che sarà un’altra di quelle storie da settimo anno… che seccatura, di nuovo ansia da M.A.G.O.! Sarà la centoventesima volta che ripeto quegli esami, non hai idea di quanto sia stressante… Oh!»
«E come s’intitola? Diluvio d’amore? Orgoglio e sturacesso?» ironizzò Malfoy, ma Hermione stava fissando il vuoto con l’aria di chi ha appena capito qualcosa di importante. «Titanic» mormorò.
«Eh?»
«È un film… una specie di grande foto magica che si muove e racconta una storia» spiegò lei. «Malfoy, se arricci ancora un po’quel naso, ti resterà storto a vita».
«Solo voi Babbani potete trovare interessante una foto che si muove» commentò il ragazzo sprezzante.
«Comunque, questo film parla di due innamorati di diversa classe sociale e di un transatlantico che affonda» proseguì Hermione. «Oh, no, è la cosa più zuccherosa che abbia mai visto dopo Bill e Fleur!»
«Mi sfugge la connessione, Granger» disse Malfoy in tono annoiato.
«Appunto, che c’entra Hogwarts? Potrebbero scrivere un’AU e fare prima…»
«Granger…»
«…anche se… insomma, siamo maghi, potremmo Smaterializzarci e abbandonare la nave invece di star lì ad affondare…»
«Granger…»
«…a meno che non ci sia un motivo credibile per imporre uno scudo protettivo sulla nave… se trasportasse qualcosa di molto prezioso, ad esempio…»
«Granger…»
«…o potrebbero toglierci la magia e renderci semplici Babbani, ma un Babbano di nome Draco nel 1912 non ha proprio sen…»
«Granger, chiudi-il-becco».
«Stavo solo cercando una logica in tutto questo» rispose lei offesa. «Scusa tanto se mi sforzo di usare il cervello».
«Se usassi veramente il cervello, Granger, sapresti che queste cose non hanno mai una logica» la rimbeccò Draco. «E tu saresti la più sveglia della scuola… m’immagino il livello di Weasley e Paciock».
«È di un altro livello che dovresti preoccuparti» gli fece notare Hermione, indicando l’acqua che ormai arrivava alle sue ginocchia. «Chissà da dove viene tutta quest’acqua… sale troppo in fretta per essere solo del lago, secondo me qualcuno ha aperto tutti i rubinetti».
«Il dormitorio di Serpeverde sarà già allagato» commentò il ragazzo irritato. «Povera la mia Nimbus, si gonfierà tutto il legno… se resta in ammollo ancora un po’, sarà da buttare».
«Comprane un’altra» propose Hermione con un ghigno. «Tanto in questa storia sei la ricca ereditiera… o preferisci essere il poveraccio?»
«Hai già un poveraccio a portata di mano, io che c’entro? Vai a chiamare Weasley e lasciami in pace!» mugugnò Draco, estraendo la bacchetta dalla tasca per evitare che si bagnasse.
«Ma Ron non è qui» spiegò lei in tono saccente. «Lui e Harry non sono tornati a scuola con me, dovresti saperlo… Un momento: ora che ci penso, dove sono tutti gli altri? Neville, Ginny, i professori… non possiamo lasciarli annegare!»
«Piano con la sindrome di Potter, Granger!» la bloccò Malfoy. «Sprechi il tuo tempo, sulle scale e nei dormitori non c’era anima viva. A quanto pare, questa è la scena in cui tutti sono già scappati e tu torni indietro a salvarmi come una perfetta, patetica idiota».
«Vuoi che ti lasci qui?» minacciò Hermione. «E comunque non capisco perché piazzare la scena più emozionante così, senza nemmeno un antefatto, una spiegazione… niente!»
«Beh, si vede che le andava di cominciare dalla fine» ipotizzò il ragazzo con un’alzata di spalle; Hermione non ebbe bisogno di chiedergli cosa intendesse con quel le. «Avanti, facciamo quello che dobbiamo fare e diamoci un taglio, comincio a sentirmi umido».
«Odio ammetterlo, Malfoy, ma stavolta sono d’accordo con te».
In quel momento, il pavimento s’inclinò sotto i loro piedi, come se la scuola si fosse adagiata su un fianco; Hermione barcollò e si aggrappò alla sciarpa del Serpeverde, rischiando seriamente di strangolarlo. Le svariate imprecazioni del ragazzo non servirono a fargli mantenere l’equilibrio, così rotolarono entrambi in un angolo del corridoio, venendo sommersi da litri e litri di acqua fangosa.
«Che… schifo» proclamò Hermione, riemergendo più come il Mostro della Laguna Nera che come un’eroina romantica.
Malfoy la guardò negli occhi – perfettamente intonati alla melma che la ricopriva – e sorrise. «Io non noto alcuna differenza, Granger» sussurrò, passandole un braccio intorno alla vita.
«Malfoy, cosa…» cominciò Hermione confusa, ma il ragazzo le fece segno di tacere e allungò la mano sul suo fianco con aria concentrata, come se si stesse preparando a evocare un Patronus. E mentre un carillon sepolto chissà dove attaccava una melensa melodia sentimentale, Malfoy trovò finalmente quello che cercava: ignorando le proteste della ragazza, pescò un fazzoletto dalla tasca interna del suo mantello e provvide subito a pulirsi il viso che fino a pochi minuti prima era stato pallido. «Troppo gentile, Granger».
«Quello è un regalo di mia nonna, scroccone!» sbottò lei indignata. In lontananza, il tintinnio del carillon cessò bruscamente.
«Col tuo nome sopra, così non lo perdi?» sogghignò un Draco ancora molto simile a Zabini. «Aspetta… lo tieni per bellezza e non per soffiarti il naso, vero? Non vorrei contaminarmi con il tuo moccio».
«Niente moccio» rispose Hermione con un sorrisetto. «Però… ops, temo che si sia svitato il calamaio!»
«Oh, no

*Cinque minuti dopo, sulla torre di Astronomia*
«Mez… Granger, ti fidi di me?» recitò Draco, passandosi per l’ennesima volta una mano sulla guancia e ritirandola ancora sporca d’inchiostro.
«Fossi matta, Malfoy! L’ultima volta che sei stato qui sopra con qualcuno, quel qualcuno è finito di sotto!» replicò Hermione. «Ah, lì sul mento ne hai ancora… e anche sullo zigomo».
«Non l’ho buttato io, è caduto! E poi è stato Piton!» si discolpò il ragazzo strofinandosi con la manica della divisa. «Come va adesso, sono presentabile?»
Hermione non lo ascoltò: si appoggiò al parapetto e rimase a guardare accigliata l’acqua del Lago Nero che ormai arrivava alla base della torre. «Ma quando finisce questa storia? Voglio andare a casa!» sbottò. «Voglio Ron, Harry, Grattastinchi… voglio la mia storia!»
«Contenta tu… io preferirei il naufragio» commentò Malfoy. «Resisti, Granger, magari la prossima è una drabble».



Ed eccola qui, inevitabile come una pozzanghera davanti al portone di casa: la benedetta Dramione. Due pagine di Dramione, e ve l'ho fatta pure AU: poi non dite che non m'impegno per accontentare il pubblico.
Nella lista delle coppie da cui stare alla larga la Dramione non è al livello, tanto per dirne una, delle Fenrir/Colin (vi supplico, ditemi che nessuno ne ha mai scritto), ma faccio comunque fatica a digerirla, sia come coppia, sia per come è presentata: in particolare, odio le storie in cui un Draco arrogante, razzista e incurante dei sentimenti del prossimo viene presentato come un personaggio positivo e desiderabile, mentre il povero Ron finisce sepolto sotto tre metri di spazzatura. Avendo conosciuto la mia dose di Drachi nella vita reale, la lettura di storie del genere mi ispira violenza squadrista e sfiducia nel genere umano; per fortuna tengo sempre pronta qualche parodia per risollevarmi lo spirito.
Passiamo alla storia. Il fatto che Draco e Hermione si rendano conto di ciò che sta per accadere viene dritto da Dramione Backstage: stavolta la responsabile è una fanwriter che ha appena visto
Titanic e vuole incastrarci a tutti i costi i due disgraziati. In questa fase non ha ancora deciso come sviluppare la storia: l'idea della AU la attira, ma l'ambientazione scolastica è più stuzzicante, e poi c'è la Stanza delle Necessità... Insomma, la Hogwarts di questa storia è come il Molliccio trasformato in mezza lumaca: metà scuola, metà transatlantico (e tutta allagata. Immaginatevi le imprecazioni di Gazza); gli effetti speciali sono gentilmente forniti da Pix (l'acqua) e i cugini di Hagrid (l'inclinazione).
Hermione ha già risposto a tutte le domande che potrebbero esservi sorte riguardo alla logica di tutto ciò; in quanto a Draco, la domanda è una sola: tuo padre lo verrà a sapere? (
«Risposta: Lo sa già. Gli ho detto che sono in debito con Potter e Weasley per avermi salvato la vita e in cambio mi sorbisco la Granger per levargliela dai piedi. Nemmeno mi ringraziano per questo»).
E mentre aspetto che Draco si liberi della Fattura Orcovolante che Hermione gli ha scagliato contro, vi saluto, Gentile Pubblico. È stato un piacere incontrarmi ancora con voi.

P:S:: Io ho visto Titanic quando è uscito al cinema. Una volta mi è bastata.

   
 
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