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Autore: artemide88    17/05/2012    1 recensioni
17 maggio 2012 giornata mondiale contro l'omofobia. una piccola one shot senza pretese su questo tema.
Carlo è omosessuale e sua sorella non è mai riuscita ad accettarlo fino in fondo. è tempo di mettere da parte ogni divergenza, perchè che differenza c'è, se è amore?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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17m 17 maggio 2012. Giornata mondiale contro l'omofobia.









Era quasi mezzogiorno di un pigro giorno di fine maggio. La primavera sapeva sempre più di estate e le persone sentivano l’afa appiccarsi ai vestiti e alla pelle.
Carlo sedeva a un tavolino di un bar, all’aperto che dava sulla pizza. Stava aspettando un cliente per un pranzo di lavoro e osservava le persone che gli scorrono davanti agli occhi.
Fece ondeggiare nel calice il vino rosso che aveva ordinato, un vino toscano dalle note fruttate.
Frutti rossi, pensò Carlo annusando il vino con fare esperto. Gli piaceva la buona tavola e non si faceva mancare occasione per esaltare i suoi sensi con un buon vino o un buon piatto.
avrebbe dovuto invitare a cena Elena, una di quelle sere. Una qualsiasi sarebbe andata bene, tanto lei avrebbe rifiutato.
Carlo non avrebbe dovuto tirar fuori dalla giacca il pacchetto di sigarette, lo sapeva. Il fumo rovinava quelle deliziose note fruttate del suo prezioso vino, ma pensare a sua sorella lo irritava.
Dopo la morte dei genitori, lui aveva fatto tutto per la sorella più piccola. Viveva all’estero da un paio d’anni, quando la notizia dell’incidente automobilistico dei genitori, l’aveva raggiunto. Non ci aveva pensato due volte e aveva lasciato tutto per tornare in Italia per prendersi cura della sorella ancora minorenne. Si era licenziato, aveva discusso con il suo compagno e infine aveva chiuso la sua relazione.
Aveva rinunciato a quell’amore...un amore che suo padre non capiva e non riusciva ad accettare per quanto gli volesse bene e che aveva spinto Carlo a cercare fortuna altrove.
Era tornato Carlo per fare da genitore in qualche modo a una ragazza adolescente, alle prese con una scuola che non sembrava finire mai e le prime cotte.
Carlo aspirò il fumo e fece cadere la cenere nel posacenere in vetro sul tavolino.
Forse avrebbe dovuto evitare di dire alla sorella che era gay. Avrebbe dovuto aspettare ancora qualche anno...ma intanto la sua vita andava avanti e aveva trovato qualcuno di ancora più speciale di quel ragazzo lasciato fuori dall’Italia. Matteo si era dimostrato comprensivo e aveva rispettato i tempi del suo ragazzo.
Carlo per ripagare tutto quell’amore aveva deciso di dire tutto alla sorella, diventata nel frattempo maggiorenne.
Elena fece spallucce. “Lo sapevo, sai?” gli disse come se niente fosse. “ti avevo sentito dirlo a mamma e papà, prima della tua partenza. Sapevo che eri partito per quello.”
Carlo fu incredibilmente felice per non dover più nascondersi agli occhi dell’unica persona rimasta della sua famiglia.
“non mi importa.” Continuò lei. “ti vorrò sempre bene, sei il mio fratello preferito.” Gli fece l’occhiolino e alzò il calice di vino per un brindisi.
Carlo sospirò e chiuse gli occhi. A sua sorella importava eccome. L’anno successivo scelse un’università in un’altra città, per lasciargli le sue libertà, disse.
Per restare lontano da un fratello che non riconosceva più, pensò Carlo. Il suo outing era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Elena sapeva già, ma aveva deciso di ignorare, di chiudere gli occhi. Ora non poteva più farlo perché Carlo l’aveva messa di fronte all’evidenza e lei non aveva saputo accettarlo.
Scappò con la scusa dello studio e Carlo la lasciò fuggire. La chiamava spesso nei primi mesi, poi le telefonate diminuirono quando tristemente comprese che nemmeno la sua sola voce era ben accetta.
Litigò con Matteo, accusandolo di averlo costretto con la sua accondiscendenza a fare outing e aver perso così la sua Elena. Sapeva di essere in torto, ma in quel momento il dolore era più forte della ragione e lasciò anche Matteo.
Carlo si era rovinato il vino con la sigaretta, la sigaretta con qui ricordi. Erano passati quasi dieci anni ma ancora non riusciva da avere un bel rapporto con Elena. Le mandava un sms di auguri a Natale, a Pasqua e per il suo compleanno. La vedeva in poche e rarissime occasioni. E tutte le volte lei scappava via dopo poco, come se non sopportasse la sua presenza. Non riusciva a riconoscerlo come suo fratello, lo vedeva come un estraneo.
Carlo ordinò un altro bicchiere di vino, proprio mentre il suo cliente arrivava.
Era ora di mettere da parte la sua vita privata e pensare al lavoro.

Rientrato a casa, quella sera, Carlo sentì un delizioso profumo. Il suo compagno, Paolo, aveva preparato per lui una cenetta speciale.
“Domani è il nostro quinto anniversario.” Gli disse una volta a tavola. “ma lavoro.” Paolo era un cuoco e spesso doveva lavorare la sera. “ho pensato che non era male anticipare i festeggiamenti.”
Decisamente una bella sorpresa, quello che ci voleva per dimenticare un affare non ancora andato in porto e una sorella che rifiutava le sue chiamate.
Paolo era stata la sua ancora di salvezza. Dopo il suo atteggiamento egoistico con Matteo, era arrivato a pensare di non aver speranza con l’amore fino a un paio di anni dopo. Aveva incontrato Paolo in un ristorante, durante una cena con dei colleghi. Avevano voluto far i complimenti al cuoco ed ecco che a Carlo era stata data la sua terza opportunità per essere felice.
Sorrise a quel bel ricordo e si alzò da tavola, per andare a baciare quel meraviglioso uomo che amava con tutto se stesso. Si sedettero sul divano con un calice di vino rosso. Paolo conosceva i suoi gusti e neanche a farlo apposta, aveva scelto quello stesso rosso che lui aveva consumato nel bar a mezzogiorno.
“Non ci crederai mai, ma ho ricevuto un’importante telefonata oggi.” Era forse quel ristorante di New York che voleva il suo amore come primo cuoco? Se avessero proposto un lavoro a Paolo, lui lo avrebbe seguito senza indugio. Carlo lo invitò a continuare, pronto a gioire con lui dell’opportunità che gli avevano offerto.
Aveva promesso di gioire con Paolo, di soffrire con lui, di amarlo e di onorarlo.
Che importava se Dio non li voleva nelle sue chiese per sposarsi o se per lo stato loro non potevano essere considerati uguali a un uomo e a una donna?
Che differenza c’era tra il suo amore e quello di due persone etero? Era pur sempre amore.
“Era tua sorella.” A Carlo il vino andò di traverso. Non solo Elena aveva chiamato, ma lo aveva fatto mentre lui era fuori casa, cosa che di certo lei non poteva ignorare.
“Voleva sapere come stavi, se eri felice e via dicendo.”
Carlo non capiva che stesse succedendo. Perché sua sorella aveva chiamato il suo compagno?
“in realtà...” Paolo sembrò cercare le parole adatte. “Non è la prima volta. È anche venuta qui qualche volta.” Carlo non credeva alle sue orecchie ma prima di arrabbiarsi sul serio, il suo compagno gli spiegò che era stata proprio Elena a chiedergli di mantenere quel segreto. Aveva detto di volersi avvicinare al lui e al suo mondo a piccoli passi perché doveva abituarsi all’idea di Carlo con un altro uomo.
“Ha fatto incredibili progressi in questi mesi, tesoro. È cresciuta. Quello che non capiva la spaventava e non riusciva ad accettarlo. Eri il suo fratello maggiore e per lei eri l’unico esempio.”
Carlo si alzò, inquieto e tormentato. Aveva sempre sospettato di aver rovinato qualcosa in sua sorella con il suo outing.  Erano così affiatati una volta!
Paolo gli lasciò un momento per digerire la notizia. Sapeva per che lui non era semplice. Si era rassegnato ornai da tempo a non avere più un rapporto stretto con sua sorella, pur lasciando sempre aperta la porta della speranza. Era solo socchiusa questa porta, ma c’era.
“Ci vuole al suo matrimonio e vuole che tu le faccia da testimone.”
Ecco, quella era la notizia bomba della serata. Carlo si lasciò cadere e per sua fortuna c’era la poltrona dietro di lui. L’altro gli si avvicinò e gli sorrise.
“Un bel passo avanti, no? Ha detto di aver capito che quello che ci lega è lo stesso amore che lega lei e il suo futuro marito.” Carlo riusciva solo a pensare che sua sorella era troppo giovane per sposarsi e che lui non aveva approvato il suo fidanzato.
“Credi che li potremmo invitare a cena nei prossimi giorni?” Carlo riuscì a trovare solo questa domanda nel suo cuore. Paolo annuì, felice per il suo unico amore e lo baciò.
Che differenza c’è, se è amore?





p.s. dell'autrice: come avete letto all'inzio, questa piccola one shot nasce in occasione della giornata mondiale contro l'omofobia.
Il riferimento a Dio e alle chiese, non è da consederarsi come un attacco a nessuno. La storia è raccontata in terza persona ma è sempre rirpresa dal punto di vista di Carlo.  Lui, gay, sa che non avrà mai la possibilità di sposarsi in chiesa, questo è il senso. Ma alla fine non gli interessa perchè lui ha comunque l'amore e il resto passa in secondo piano.
Per me, come per Carlo, conta solo che persona sei, non di che sesso è la persona che ami.
Grazie a quanti hanno letto e a quanti decideranno di lasciare un piccolo commento.
Sara
   
 
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