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Autore: Mizar19    17/05/2012    4 recensioni
Steakhouse Targaryen era il locale più frequentato della città, finché Aerys lo eredita portandolo sull'orlo del fallimento. I suoi tre figli, Raeghar, Viserys e Daenerys, tenteranno di risollevare il locale per tornare all'antica gloria.
[...]Steakhouse Targaryen sorgeva alla periferia di una città arida e rovente nel sud degli Stati Uniti. L’edificio era stato acquistato dal primo Targaryen sbarcato su quei lidi, Aegon, che si meritò l’appellativo di Conquistatore per il suo straordinario fiuto per gli affari che nel giro di pochissimo tempo l’aveva portato a piegare l’intera concorrenza. La storica Steakhouse era stata ereditata Targaryen dopo Targaryen per generazioni, fino a giungere nelle mani di Aerys, che nel lasso di tempo trascorso seduto sulla rigida poltrona del capo era riuscito a portarla sull’orlo della rovina.[...]
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Daenerys Targaryen, Doreah, Rhaegar Targaryen, Un po' tutti, Viserys Targaryen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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TITOLO: Steakhouse Targaryen
AUTORE: Mizar19
PERSONAGGI/PAIRING: Daenerys Targaryen/Doreah
GENERE: Parodia, Romantico
AVVERTIMENTI: Femslash, AU
RATING: Giallo
PERSONAGGIO SCELTO: Rhaegar Targaryen
 
[Questa storia partecipa all’iniziativa Tabelle permanenti di A Game of Fanfic]


So che dovrei scrivere tante altre cose, finire i miei progetti iniziati etc, lo so... Ma in questo periodo sono troppo occupata a spargere amore sul mondo. Questa... ehm, cosa è dedicata alla mia bellissima Doreah ♥ 



*
 
 

STEAKHOUSE TARGARYEN

 
 

Capitolo Primo
 

 
Steakhouse Targaryen sorgeva alla periferia di una città arida e rovente nel sud degli Stati Uniti. L’edificio era stato acquistato dal primo Targaryen sbarcato su quei lidi, Aegon, che si meritò l’appellativo di Conquistatore grazie al suo straordinario fiuto per gli affari che nel giro di pochissimo tempo l’aveva portato a piegare l’intera concorrenza. La storica Steakhouse era stata ereditata Targaryen dopo Targaryen per generazioni, fino a giungere nelle mani di Aerys, che nel lasso di tempo trascorso seduto sulla rigida poltrona del capo era riuscito a portarla sull’orlo della rovina.
Per fortuna i suoi tre figli erano di tutt’altra pasta: Rhaegar era il maggiore, lunga e fluente chioma biondo platino, faceva saltare bistecche sulla fiamma tutto il giorno e pareva non risentire del calore, infatti era sempre fresco e profumato come una rosa; Viserys, il figlio di mezzo, fondamentalmente non faceva nulla, ma a suo dire si occupava della coordinazione, perché “un vero drago non si sporca le mani; infine, la giovane Daenerys, bella e apparentemente delicata, correva dalla sala alla cucina, assicurandosi che i loro clienti ricevessero le rispettive ordinazioni.
Per rendere il padre inoffensivo e prendere tra le mani le redini della Steakhouse, lo avevano relegato nei loro appartamenti al piano superiore del locale, piazzandogli tra le mani – dalle unghie incredibilmente lunghe e abbastanza disgustose – una lunghissima e avvincente saga fantasy ad alto tasso di mortalità che stava impegnando tutte le sue energie e sfogando le sue manie di grandezza, così i tre ragazzi potevano agire indisturbati.
Avevano appena attuato un piano di lavoro per riportare soldi nelle loro tasche: anzitutto, Rhaegar, con l’aiuto di alcuni amici fidati tra cui l’anziano ma energico Barristan Selmy, aveva ristrutturato l’interno del locale rendendolo più adeguato al contesto: ora le pareti erano rosso fuoco, il mobilio di legno scuro e grezzo, e l’insegna decorata da un imponente drago nero che sputava fuoco dalle mandibole possenti; Viserys si era occupato personalmente delle assunzioni, ricevendo gli aspiranti lavoratori e valutandone le competenze, mentre Daenerys aveva fatto una pubblicità spropositata alla serata d’inaugurazione che si sarebbe tenuta nel giro di qualche giorno: dovevano festeggiare la nuova riapertura, perché – anche se non ancora legalmente – ora tre nuovi Targaryen avevano ereditato la Steakhouse.
 
«Vediamo un po’ le nuove reclute», stabilì Rhaegar scrollandosi la scintillante chioma per poi fissare attentamente le tre persone in piedi di fronte a lui; alle loro spalle, Viserys sfoggiava un sorrisetto compiaciuto, ritto come un fuso.
«Jorah Mormont, sarò il suo aiuto-cuoco», si presentò l’uomo sulla quarantina, sfregandosi la barba corta e pungente.
«Io sono Doreah, mi occuperò della sala con Daenerys», parlò la ragazza dai lunghi capelli castani. Doveva avere più o meno l’età della giovane Targaryen, ma sembrava molto più adulta.
«No», disse la terza persona: era l’essere più imponente che Rhaegar avesse mai visto, con pettorali che parevano esplodere da un secondo all’altro, barba e capelli lunghissimi e folti, sguardo truce e mani che avrebbero potuto facilmente strozzare un toro.
«È l’unica parola che conosci?», domandò Daenerys osservandolo terrorizzata: si sentiva spogliare con lo sguardo da quel possente uomo.
«No», replicò lui reclinando il capo lateralmente.
«È nuovo della zona ma lo vedo bene in cucina. Da cosa ho capito è specializzato in carne equina», spiegò Viserys a beneficio dei consanguinei.
Rhaegar consegnò loro le divise – polo nere decorate sulla schiena da un drago a tre teste, munite di targhette identificative applicate sul petto – poi si occupò di mostrare loro la cucina, la dispensa e tutti i luoghi che era necessario conoscessero.
Viserys si voltò verso la sorella minore, le braccia aperte e il sorriso obliquo: «Vedrai che sarà un successo».
«Io… io ho paura dell’uomo-no, è grosso… mi guarda in modo strano…», balbettò Daenerys a disagio.
Il fratello contrasse gli avambracci, incrociandoli, poi la fissò con sguardo duro: «Dany, dolce sorella, io sarei disposto a portare centinai di altri Drogo e lasciare che ti guardino come gli pare e piace se questo farà volare in alto la nostra Steakhouse. Intesi?», sibilò.
«D-drogo?»
«L’uomo-no», sbuffò Viserys. «E ora vai a renderti utile».
Daenerys non se lo fece ripetere due volte e zampettò in cucina; liberò un sospiro di sollievo una volta lontana dallo sguardo sadico di suo fratello. Talvolta, lei e Rhaegar temevano che il seme di loro padre fosse eccessivamente forte in lui. Come quando, poco tempo prima, lui le aveva afferrato i capezzoli e glieli aveva torti con così tanta forza che le erano salite le lacrime agli occhi: a suo dire, lei l’aveva deluso servendo salsa barbecue ad un tavolo che aveva espressamente chiesto la maionese.
«Tutto bene?», domandò sorridendo la nuova ragazza assunta, sbucata improvvisamente davanti a lei.
Daenerys si scrollò di dosso i funesti pensieri sul fratello: «Sì, tutto bene! Hai… hai già visto la cucina?».
«No!»
«Allora vieni, ti faccio fare un giro!», sentenziò la giovane Targaryen prendendola sottobraccio e trascinandola verso il grill, che Rhaegar amava chiamare con affetto Sputafuoco.
 
Daenerys Targaryen conosceva perfettamente il temperamento del primogenito: poteva apparire delicato e quasi femmineo nei modi di fare – soprattutto quando si arrampicava sul tetto per suonare la sua arpa dalle corde argentate al chiaro di luna - ma nessuno poteva negare la sua prorompente eterosessualità quando si trattava della sua ragazza. Rhaegar sgusciava nella casa dei vicini regolarmente, intrufolandosi attraverso la finestra aperta della stanza della giovane Lyanna: la giovane Stark non opponeva alcuna resistenza a questa storia clandestina, nonostante fosse fidanzata con un tizio noto soprattutto per il suo martello distruttore, che estraeva impietoso per massacrare chiunque lo infastidisse. Daenerys sapeva che suo fratello stava giocando con il fuoco, ma per loro Targaryen era un’attività quasi piacevole. Insomma, Lyanna se ne stava lascivamente stravaccata sul bancone della Steakhouse nonostante l’orario di chiusura fosse stato superato da un pezzo, e il baldo Targaryen la riempiva di moine dall’altra parte del mobile. Daenerys li osservava attraverso la ringhiera, appollaiata sulla scala che portava ai loro appartamenti, scuotendo la testa: si sarebbe cacciato in un guaio enorme, probabilmente trascinando in mezzo tutta la famiglia e il loro locale. Viserys era andato a dormire, perché il drago ha bisogno di riposare almeno dieci ore a notte per mantenersi bello e vigoroso, ma lei vagava pensierosa per il piano superiore.
Jorah era un uomo simpatico, sembrava molto sincero e protettivo verso di loro, quasi un padre; Drogo continuava a terrorizzarla, soprattutto la nonchalance con cui maneggiava la mannaia, affettando quintali di carne con colpi netti e puliti; Doreah, invece, la rassicurava, probabilmente perché anche lei era una ragazza.
«Mmh… pensavo che potremmo andare a fare un picnic alla Torre della Gioia, è un posto così romantico…», stava mormorando Rhaegar, carezzando il collo di Lyanna; lei emise un risolino imbarazzato.
«Lo sai che all’aperto non possiamo».
Daenerys aveva sentito abbastanza, decise di riguadagnare la sua stanza prima di vomitare melassa. Si sarebbe cacciato nei guai, ne era certa. Chiuse con attenzione la porta, non voleva di sicuro svegliare il drago nella stanza accanto.



   
 
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