Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Miyuki chan    17/05/2012    11 recensioni
Il temuto pirata Portgas D. Ace, insegendo l'Ananas che gli ha rubato il prezioso cappello, si ritrova catapultato in un mondo strambo e fantastico: il Paese delle Meraviglie!
Qui rincorrerà un Bianconiglio che in realtà non è affatto bianco e anzi non è nemmeno un coniglio, si fumerà un paio di sigari con un Brucaliffo alquanto burbero, chiederà informazioni ad uno Stregatto un po' troppo cresciuto e prenderà un "tè" con alcuni strani individui...
Riscuirà il poveretto a sopravvivere in questo mondo di follia?
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marco, Mugiwara, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Bianconiglio


Era un’afosa mattinata e, sulla Moby Dick, regnava la stessa quiete che pervadeva anche il mare, calmo e piatto come l’olio.
Il temuto pirata Portgas D. Ace, detto Pugno di Fuoco, stava pigramente sonnecchiando, sdraiato sul muso della Grande Balena, riparandosi gli occhi dagli intensi raggi del sole con la falda del cappello.
Quando, tutto d’un tratto, il cappello gli fu strappato via.
Pugno di Fuco balzò in piedi, sorpreso ed irritato: altro che nakama, era il cappello a fare il pirata, e lui certo non avrebbe mai permesso a nessuno di portargli via quel prezioso accessorio!
Ace rimase parecchio stupito nel trovarsi di fronte Marco, la testa ovale simile ad un ananas maturo sotto i caldi raggi del sole, che teneva stretto in pugno il suo amato cappello.
 “Ridammelo!”
Gli intimò.
Porca vacca, ci aveva messo anni interi a trovarne uno bello come quello di Rufy!
Certo ora non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via, nemmeno a Marco.
“Solo se mi prendi!”
Esclamò per nulla intimorito il Capitano Ananas, mostrando con irriverenza la lingua al moro ed iniziando a correre su e giù per la nave.
“Vedrai che ti prendo!”
Tuonò Ace inviperito, lanciandosi al seguito di Marco con una determinazione che avrebbe fatto invidia a Sanji quando correva dietro ad una bella donna.
L’inseguimento andò avanti per diversi minuti sotto lo sguardo amorevole di Barbabianca, che si stava giusto chiedendo se i suoi amati figlioli non fossero sufficientemente cresciuti per poter concludere l’asilo ed incominciare la scuola materna.
Il sogno nel cassetto del Vecchio, infatti, era sempre stato quello di vedere i suoi figli riuscire a laurearsi in qualche prestigiosa università.
Sogno che, a quel punto era evidente, non avrebbe mai visto realizzarsi: ormai si sarebbe accontentato di vedergli finire la scuola elementare, piuttosto che ricevere ogni santo benedettissimo anno la lettera di rifiuto dalla scuola materna…
Ma lasciamo da parte Oiaji.
Ad un certo punto, Marco si fermò improvvisamente ed Ace, accortosi soltanto all’ultimo del brusco arresto del compagno, gli finì addosso con la solita grazia ed eleganza proprie della D. family: entrambi caddero rovinosamente fuori bordo e nell’oceano, con un sonoro “SPLASH!”.
I due capitani, esempi di serietà e responsabilità per l’intera ciurma, iniziarono all’istante a colare a picco come sassi, annaspando ed affannandosi inutilmente per riguadagnare la superficie.
Barbabianca si alzò dal suo maestoso trono con un sospiro: forse, dopotutto, qualche anno di asilo in più non avrebbe fatto poi così male ai suoi amati pargoli…
  

*

 
Ace si svegliò bruscamente, tossicchiando e sputando acqua salata.
Stordito, si mise a sedere e si guardò attorno: ma dove era finito?
Era immerso in una fitta, fittissima vegetazione.
Ma non era vegetazione normale: i fiori avevano volti, occhi, bocche e persino nasi e barbe e capelli dalle più strane acconciature, e per di più cantavano!
Ballavano addirittura, facendo oscillare a tempo le corolle, lisciandosi di tanto in tanto con fare vanitoso i petali con le lucide foglie.
Lo degnarono appena di uno sguardo, troppo presi dalle proprie faccende.
Ace, tra quel guazzabuglio di suoni, note, voci, ragli e muggiti, scorse Marco.
La Fenice zampettava tranquilla nei dintorni, becchettando il terreno un po’ di qua e un po’ di là: aveva in testa il suo prezioso, amato, immancabile cappello da cowboy (sebbene Pugno di Fuoco fosse un pirata, e non sapesse nemmeno dove stessero di casa, i cowboy…).
“Marco, ridammi subito ciò che mi appartiene!”
L’uccello mitologico smise di raspare il terreno con la zampetta, inarcò il lungo collo e si voltò verso di lui con aria arcigna:
“Non sono Marco! Sono il Bianconiglio.”
Starnazzò sdegnato,  aprendo e chiudendo a scatti il becco affusolato e sbatacchiando le ali fiammanti.
La bocca di Ace si spalancò tanto, che quasi non si slogò la mascella:
“Ma tu sei una fenice! E sei blu, per giunta!”
“Orsù Marianna*, che frivolezze vai blaterando? Portami i miei guanti, che sono in ritardo!”
“Ma sei cretino?!? Ti sembro forse una donna?!? E poi tu non hai nemmeno le mani, che te ne vuoi fare di un paio di guanti!”
Urlò il moro profondamente alterato e gravemente ferito nell’orgoglio: andiamo, aveva migliaia di migliaia di fan girl che gli sbavavano dietro per la sua abitudine di girare mezzo nudo con la tartaruga in bella mostra, e il Capitano dal Cervello di Gallina lo scambiava anche per una donna?!?!
No, non esisteva.
“Non sei Marianna? Scusa, è che oggi ho dimenticato gli occhiali a casa, e la mia miopia peggiora a vista d’occhio. Infatti ormai sono così cieco che non la vedo nemmeno peggiorare!”
Lasciando perdere la battuta da terzo mondo, Ace notò che, effettivamente, alla Fenice mancavano proprio i soliti occhiali blu violetto, che andavano ad adornare abitualmente la bella testa piumata.
Certo non aveva mai fatto chissà che ragionamenti filosofici sul perché di quel curioso paio d’occhiali, ma il fatto che Marco fosse miope avrebbe potuto spiegare molte cose.
Prima tra tutte, spiegava la strana capigliatura, generosamente descritta da alcune fan tra cui l’autrice come spettinata mentre invece era proprio ad ananas: del resto, già non ci si poteva aspettare chissà che gran risultato da uno che si tagliava i capelli da solo con le spade di Vista in assenza di un paio di forbici, se poi il poveretto in questione era anche mezzo cieco, le cose si complicavano ulteriormente...
Ma tornando nuovamente a noi.
“Marc- volevo dire, Blufenice, dove siamo?”
“Ma nel Paese delle Meraviglie, no?”
Rispose sdegnata la Fenice.
“…E io sono anche terribilmente in ritardo!”
Cinguettò preoccupata e, con un colpo delle ali fiammanti, si alzò in volo e scomparve, confondendosi in pochi secondi con la linea dell’orizzonte.
“Hey aspetta!”
Provò a gridargli dietro Ace, ma fu tutto inutile: ormai era solo in mezzo a quei fiori canterini che nel frattempo avevano intonato una vecchia canzoni di pirati e bucanieri:

“♫~ Capitano tutti all’arrembaggio!
Questo grido è come un tatuaggio!
Che si incide dentro i nostri cuori, di caparbi e furbi predatori!
Oh-oh-oh!~ ♫”

Proprio mentre si stava chiedendo cosa potesse mai fare, se consigliare a quell’allegro coro di iscriversi a X Factor o se invece cercare di capire come tornarsene a casa, per il troppo pensare cadde vittima di uno dei suoi tristemente noti attacchi di narcolessia.
Ma cadde anche nel senso più letterale del termine, crollando a terra come una pera cotta.
Caso volle che finisse proprio con il viso tra le fauci di una adorabile e seducente Venere pigliamosche**, che non si fece certo sfuggire l’occasione di stampare un bel bacio sulle labbra del povero pirata.
Ma la signorina si rivelò essere un tantino… vorace, e dopo un primo bacetto innocente, si accorse che Ace aveva proprio un buon sapore: approfittando del totale stato di incoscienza del malcapitato, si mise a mordicchiargli naso e guance…
 
 
Come farà ora Ace a svegliarsi, non essendo presente nessun personaggio in grado di recitare la solita vignetta in cui tutti lo credono morto quando invece sta solo dormendo?
Arriverà un bel Principe Azzurro a svegliare il Bello Addormentato?
…o Ace sceglierà di rimanere ancora un po’ in compagnia della focosa Venere?
Tutto questo e molto altro ancora nella prossima puntata capitolo!






Spazio autrice:
*Marianna: non so perchè, ma nella versione della DIsney il Bianconiglio chiama Alice così: ho voluto essere fedele ^^
**Venere pigliamosche:...è un'adorabile pianta carnivora XD

Ed eccomi tornata!
Che faticaccia, questa scuola mi uccide ç_ç
Come avrete capito in questa breve storia darò sfogo a tutta la demenza di cui sono capace, quindi lasciate ogni speranza di conservare un briciolo di sanità mentale, oh voi che entrate!
Bene , in realtà non ho molto da dire... Oh, sì, due cose:
1.:purtroppo non posso promettere aggiornamenti regolari, causa scuola sarò su efp una specie di presenza mistica ed evanescente XD Ma non mollerò mai una storia a metà, quel che inizio prima o poi finisco ù_ù
2.: Se qualcuno sta aspettando il seguito di Don't play with fire, voglio solo dire che non ho abbandonato la mia idea di scriverlo. Solo che ora come ora sarebbe risulta essere una storia troppo impegnativa da portare avanti sempre causa scuola, motivo per cui mi sono lanciata su qualcosa di leggero e demenziale, ma conto di rimetterci mano questa estate.

Ah, un ultima cosa! Alcuni dei personaggi che intendo far comparire nella storia li avrete sicuramente già intuiti ma, se volete, potete tranquillamente scrivermi che personaggi vorreste vedere in azione e io cercherò di inserirli, perchè so quanto è bello leggere storie sui nostri beniamini (fosse per me non solo la sezione di One Piece, ma l'intero EFP ruoterebbe attorno ad Ace e ai ragazzi di Barbabianca XD).
Ok ora, sperando di avervi strappato un sorriso, vi saluto davvero!
Un bacio ^^

  
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