justin.
Il secondo giorno della gita piovò tutto il tempo, fummo costretti a stare rinchiusi per dodici ore nei nostri alloggi, a poco la grandine spaccava il tetto talmente picchiava forte. Continuavo a guardare l'alloggio di Becky dalla finestra, nella speranza che si affacciasse, mi manca la sua presenza e non poco.
Sbuffo, guardo l'orologio, sono le 18.45, questa giornata sembra non passare mai, che noia.
Sento poco dopo una mano, anzi due che mi danno delle pacche su entrambe le spalle, mi giro, sono i miei migliori amici, ed hanno un sorrisetto malizioso stampato in faccia, come il loro solito.
«Justin Justin Justin» dice Chaz, mi ricorda tanto mia madre quando mi rimprovera.
Poco dopo entrambi iniziano a girarmi intorno, mi fanno sedere su una sedia e mi tempestano di domande.
«Mio carissimo Justin, dobbiamo parlare» dice l'altro prendendomi per le spalle e scuotendomi.
Resto immobile, non sono spaventato, so già dove vogliono andare a parare, alzo il sopracciglio.
«Allora, com'è la Hill a letto? Urla?» mi chiede Ryan con un sorriso malizioso.
Sgrano gli occhi, questa proprio non me l'aspettavo, scusate, mi ha lasciato a bocca aperta.
«Davvero pensate che io e Becky abbiamo fatto sesso?» dico leggermente imbarazzato, devo essere rosso come un peperone in viso.
«Che strano però, sei tornato tutto intero, io e Ryan ci stavamo organizzando per ricevere la tua eredità e la tua cameriera tremendamente sexy» mi squadrano da testa a piedi.
«Inizialmente sì, mi ha picchiato, per poco non morivo dal dolore come al solito» inizio il mio discorso quando uno dei due mi precede sgranando gli occhi.
«Vuoi dire che non ti ha nemmeno sfiorato in tutto questo tempo? Cazzo Biebs, sei il suo bersaglio preferito e ti ha fatto tornare qui tutto intero?!» esclama Chaz.
Magari Chaz non ha tutti i torti, magari è cambiata davvero, e ho una voglia matta di vederla.
«Che state facendo?» dico grattandomi il capo.
Mi alzo, prendo il mio borsone e ci schiaffo quel che rimane della mia roba seminata per tutta la stanza, devo ancora vestirmi, cosa mi metto? Non ne ho la più pallida idea, o forse sì.
Uno strano pensiero mi passa per la testa, intanto Chaz e Ryan escono dalla stanza trascinando le loro valigie per andare a posarle sul pullman, sistemo la chitarra, non ho neanche avuto tempo di usarla, pazienza.
Riapro la cerniera del mio borsone, ci frugo velocemente, prendo le prime cose che mi capitano, mi vesto con calma, quasi come una ragazza.
Sono pronto, nuovo come non mai, prendo il mazzo di chiavi sul comodino del letto di Ryan, le faccio ruotare più volte intorno al mio dito indice e dopo aver preso tutta la mia roba ed aver controllato di non aver dimenticato nulla, esco e chiudo la porta a chiave.
becky.
Ho appena chiuso la mia valigia alias borsone che per questi due fottuti giorni mi ha fatto compagnia, in un certo senso, anche se avrei seriamente preferito rimanere a casa.
Le due oche che mi fanno "compagnia" in questo alloggio sono tutte intente a truccarsi ed a scegliere che qualità di trucco indossare per il viaggio di ritorno, sono nauseanti, davvero.
Sono vestita uguale, i vestiti hanno fatto in tempo ad asciugarsi da l'altro giorno, con il sole che c'era penso di aver preso pure un'insolazione, devo stare più attenta la prossima volta.
Indosso i miei soliti vestiti neri, infilo i miei inseparabili guanti di pelle nera opaca e mi schiocco le dita, faccio schioccare le ossa del collo, do' un ultimo sguardo alle due galline che ancora sono in biancheria intima, prendo il mio borsone sulle spalle e dopo aver tirato un calcio violento alla porta esco.
Ricominciano a prudermi le mani, ho una voglia matta di picchiare qualcuno, chissà dov'è finito Bieber, i miei pugni ed i miei calci non vedono l'ora di fargli l'intestino un patè di organi.
Attraverso tutti gli alloggi, fino a raggiungere un gruppetto di persone, poso le chiavi e butto il borsone nel bagagliaio del pullman, appena torno a casa devo sfogarmi picchiando qualcuno, ne ho bisogno.
In lontananza vedo gli amici di Bieber, stranamente lui non è con loro, dovrà cambiarsi il pannolino.
Qualche minuto dopo sento dei gridolini dalla parte opposta alla mia, si apre un varco, lasciando passare qualcuno, qualcuno che mi è molto molto familiare.
Un biondo vestito totalmente di nero si avvicina, è quasi vestito come me, ma l'espressione da duro è la cosa che più gli manca, un momento.. quello è Bieber?
Mi strizzo più volte gli occhi, indossa una maglietta nera attillatissima lucida che mette in risalto quelle ore di palestra frequentare una volta a settimana, poco scolpita ma pur sempre evidente. Pantaloni dello stesso materiale della maglia, quasi in jeans, sembra gay a primo impatto.
Passa in mezzo alla folla, tutti lo guardano stupite, i suoi amici compresi, e un poco anche io.
Continua a camminare, fino a venirmi davanti.
Lancia il mazzo di chiavi al gruppetto lì dietro che fa a lotta per chi le prende, mi guarda dritto negli occhi.
«Hill» dice secco.
Sono notevolmente stupita, mi ha lasciata senza parole, come tutti i presenti che ci fissano.
Stringo il pugno destro, lo carico piegando il braccio e con un movimento veloce lo sferro contro il suo stomaco, ma una mano mi precede e afferra il mio pugno, bloccandolo.
Sgrano gli occhi, ha reagito? Davvero? Cos'ha intenzione di fare questo povero illuso?
Sorrido compiaciuta, sono bravi tutti a fare i duri fuori e dentro piangono dalla paura.
E forse mi ci rispecchio un poco anche io in quelle parole, effettivamente è così. Ho costruito attorno a me una corazza solidissima, ma stranamente qualcuno è riuscito a romperne una parte fino a farmi versare lacrime che per tutto questo tempo avevo ricacciato sempre dentro.
Lo guardo allontanarsi davanti alle facce shockate di tutti, preside compresa.
Alzo un sopracciglio, il mio sguardo cade
Vuoi la guerra Bieber?
Vuoi un faccia a faccia a pari livelli?
Aspetta il rientro, poi vedrai.
Salgo sul pullman, il mio posto fisso è occupato dal corpo di Bieber, sei partito male carino.
Allungo il passo fino ad arrivare agli ultimi posti, lo prendo per il colletto della maglietta, lo scaravento nei sedili avanti, giusto due o tre, finalmente mi siedo, mentre il pullman parte.
Sono accanto al finestrino, vedo gli alloggi e il campo farsi sempre più piccolo, si tiene con sè questi due giorni di gita, insieme alla giornata nel bosco con il neo-bullo che continua a sorridermi.
hi babies,siamo arrivate al termine,lololol.
ringrazio tantissimo di cuore tutte le persone che hanno seguito questa fan fiction, non solo chi ha recensito anche le persone che leggono solamente, sono contenta davvero c:
è stata un'impresa ricevere 20 recensioni lol, sarò più buona nella prossima che sto scrivendo uù.
Spero di ricevere tante recensioni quante quelle nelle storie precedenti, mi piacerebbe tanto scrivere un libro, per ora posso solo sognare, c'è gente che merita molto più di me, ma chi lo sa, come dice Justin, never say never, no? c:
grazie ancora infinitamente, siete stupende, vi amo.
Vi aspetto nell'altra mia fan fiction, sempre su questo procione c:
Eccola qui, spero vi piaccia, #thatsall enjoy, un bacionss, arianna - @ciastin on twittah.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1069423&i=1