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Autore: len91    19/05/2012    2 recensioni
Ciao a tutti, questa è al mia prima fic su Naruto e una delle mie prime storie, in generale.
L'ho pensata inizialmente come una shot di un capitolo solo, ma poi ne ho voluto aggiungere un altro che mi sembrava carino gollegargli..
Tratta dei sentimenti del protagonista dopo la morte del mastro Jiraya e del raggiungimento del suo sogno di divenire Hokage ;)
Spero di aver fatto un lavoro abbastanza buono..
di sicuro, ci ho messo il cuore ;)
buone lettura a tutti.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Hinata Hyuuga, Jiraya, Naruto Uzumaki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Il corpo mi trema, trema di rabbia, di delusione, di paura, di tristezza, di un immensa tristezza che ha il sapore della solitudine. Sono seduto sul letto, le lancette della sveglia sul comodino scandiscono il tempo che scorre, ora più che mai, lento come le lumache della vecchia Tsunade. Occhiaie marcate dal pianto non riescono a lenirsi, a causa di un sonno che non arriva; come possono socchiudersi le mie palpebre dopo quello che è accaduto!

 

La luna irradia la sua luce attraverso la finestra e illumina alcune fotografie: c’ è quella del team 7 di qualche anno fa e poi c’ è la nostra; sì, non la mia con lei, ma la nostra foto; sfoggiamo due sorrisi divertiti ed un po’ strampalati come i nostri caratteri, siamo felici, felici della nuova grande avventura che ci attende, felici di condividere una parte della nostra vita insieme.

 

Non posso parlare per i suoi sentimenti, ma posso dire dei miei, con sincerità e sicurezza; posso dire che, anche se al primo incontro mi è parso come un inutile vecchietto pervertito, con il passare del tempo è diventato una delle persone più importanti nella mia esistenza, un’ esistenza del tutto priva del senso e del significato che solo lei sei stato capace di attribuirgli e di mostrarmi, inducendomi a credere in me stesso come mai avevo fatto.

 

E ce l’ ho fatta, con il tempo ho imparato ad avere fiducia in me, ad apprezzare ed esercitare le mie potenzialità nascoste; è con il suo interesse nei miei confronti e con suo costante impegno nel seguire i miei allenamenti e progressi,  che ho visto il mio sogno di divenire Hokage farsi più concreto e vicino alla realizzazione. La mia autostima è cresciuta grazie alle sue tecniche straordinarie ed alla sua potenza e questo perché, ripetendomi che rivedeva se stesso giovane, in me, io ho creduto possibile l’ obiettivo di emularla e raggiungere i suoi risultati di successo e di grandezza.

 

Ha tollerato, pur non risparmiandomi punizioni e richiami, la mia impazienza nell’ apprendere le tecniche e la mia impulsività nel dare vita ad azioni, il più delle volte prive di senso, perché affrettate e non ragionate e per questo la ringrazio; non si è stancato nell’ attendere che imparassi la Tecnica del Richiamo, ma si è divertito nel vedermi evocare girini e ranocchi senza arti; probabilmente non credeva nemmeno che sarei stato caparbio e testardo e che alla fine ce l’ avrei fatta, ma si è dovuto ricredere e sicuramente, almeno mi piace pensarla così, vedendomi richiamare Gamabunta ed ottenere la sua fiducia, si è ripetuto che, in fondo, non era del tutto una perdita di tempo allenare una pecorella come me e anche per questo la ringrazio; la ringrazio per il sudore, la pazienza e la costanza a cui è ricorso per insegnarmi il Rasengan, perché, anche se non l’ avrebbe mai ammesso, anche lei fremeva con me e, di nascosto, mi incoraggiava con tutto il cuore, credendo nelle mie capacità. Il giorno in cui sono riuscito a scoppiare il palloncino con qualcosa che assomigliava vagamente alla tecnica, mi sono sentito il ragazzo più felice del mondo e il mio primo pensiero è stato rivolto a lei, volevo che fosse fiero, volevo sentirmi dire :“  Bravo, Naruto! Ce l’ hai fatta  ”, perchè l’ho capito ora: il miglior concime per far crescere l’ impegno e la buona riuscita di un’ impresa è l’ incoraggiamento, l’aspettativa e la fiducia che gli altri ripongono in te..ed io ho combattuto per questo; è con l’ idea di proteggere e di non deludere le persone che amo, che mi sono prodigato nelle avventure, tralasciando l’ interesse di farmi accettare da tutti e sostituendolo con l’ amore che io potevo regalare loro.

 

Le ulteriori tecniche, che mi ha insegnato durante i due anni in cui siamo stati lontano dal villaggio, mi sono state utili non meno dei suoi consigli paterni, del suo appoggio incondizionato, della sua compagnia nei momenti di gioia e di quelli in cui la sfiducia mi catturava e bloccava i miei sforzi e la mia felicità: grazie! Grazie dei tramonti trascorsi sui monti isolati, momenti in cui mi coccolava con parole di conforto e di saggezza, ma che si concludevano immancabilmente con una battuta buffa che ci faceva sorridere entrambi. Grazie, grazie dei suoi mitici gelati che, sempre, condivideva con me al crepuscolo, come premio per l’ allenamento giornaliero. Grazie della sua presenza non solo mentale, ma anche fisica; grazie del suo viso solcato dagli anni e dalle sofferenze, ma sempre disposto a regalarmi un sorriso; grazie ai suoi occhi seri e luminosi, pieni di vita ed energie; grazie alle sue mani ed alle sue braccia forti che, ora lo so, si sarebbero messe contro chiunque, come scudo per proteggermi e grazie alle sue spalle imponenti ed alla sua schiena spaziosa che, al termine della giornata, mi si porgeva come solido appoggio su cui addormentarmi, stremato dalle fatiche del dì. Grazie perché lo sento, sento che tra le pieghe del suo cuore, al di là dell’ amore verso la vecchia Tsunade e la fedeltà verso il nostro villaggio, un posticino per me l’ ha riservato.

 

Piango; sono sciocco, lo so, so di non essere rimasto solo e so di avere accanto a me il calore dei miei amici, del maestro Hiruka e del maestro Kakashi, ma nessuno sarà mai in grado di sostituire lei, perché nessuno ha mai sopperito alla mancanza di mio padre con il sincero affetto che solo lei è stato capace di donarmi.

 

Ho perso i miei genitori, perché ora anche lei, maestro, non c’ è più? Perché si è lasciato sconfiggere? Non diceva sempre di essere il più forte dei ninja leggendari e di avere rischiato la vita solo due volte, una delle quali nemmeno in battaglia, ma per mano di nonna Tsunade? Allora perché, perché non è sopravvissuto, perché non è rimasto accanto a me ad insegnarmi l’ arte della vita?

 

È inutile farmi domande retoriche, lei si è sacrificato per il bene del villaggio, per l’ amore verso i suoi abitanti, per proteggere i miei compagni e me stesso ed ora io non la deluderò, non renderò vano il suo gesto eroico: io diventerò Hokage e regnerò con quella saggezza e quella prudenza che mi ha sempre rimproverato di non avere e metterò dinnanzi ai miei, gli interessi del mio villaggio, proprio come ha fatto lei. Per questo, maestro, non la smetta di vegliarmi; da qualsiasi luogo ora si trovi, mi supporti e continui a credere in me, cosicchè anche io possa credere in me stesso e realizzare i miei sogni. Tre parole ancora e poi la lascerò riposare:

 

Grazie,

 

addio,

 

le voglio bene maestro, con tutto il cuore..

  
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