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Autore: moonlight97    19/05/2012    3 recensioni
Tre ragazzi Joe, Kath e Nick vanno a visitare un maniero settecentesco abbandonato da anni. La casa cela però un orribile segreto che i ragazzi proveranno sulla loro pelle.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DARKNESS.

Era una gelida notte di febbraio: la luna, rossa come il sangue, rischiarava flebilmente l'oscurità in cui il bosco era immerso e un gelido soffio di vento scuoteva le chiome degli alberi. Joe, Kath e Nick si stavano addentrando sempre più nel bosco per arrivare fino al maniero settecentesco ormai abbandonato da anni, a detta di alcuni maledetto. In poco tempo giunsero all'enorme portone della casa che ormai recava su di sé i segni del tempo: le decorazioni che sovrastavano l'architrave erano ormai sbiadite e si poteva riconoscere a malapena il volto di un angelo con un sorriso sghembo stampato sul volto. I tre ragazzi videro che una delle finestre era rotta e, dopo essersi fatti coraggio, entrarono. La casa era in uno stato migliore di quanto si aspettassero a parte le ragnatele e i segni dell'umidità che coprivano gran parte delle pareti. La loro attenzione fu colta da un ritratto che raffigurava i precedenti proprietari e i cui sguardi erano tutti rivolti nel nulla, totalmente freddi come il ghiaccio.
'Queste persone mettono davvero soggezione!' ironizzò Kath con una risata.
I ragazzi voltarono le spalle e si diressero verso una delle stanze del piano terra. Avevano già cambiato direzione, pertanto non si accorsero che uno dei soggetti del quadro dietro di loro si era appena mosso. Un silenzio di tomba avvolgeva la casa in una tetra atmosfera.

'Ragazzi, seguitemi!' esclamò Nick 'Guardate cos'ho trovato!'
Joe e Kath, stupiti, seguirono il loro amico e, dopo aver attraversato di corsa una stanza dopo l'altra, si ritrovarono in una sala più grande delle altre dove si trovavano sparsi per terra alcuni disegni di abiti e manichini che ne indossavano una riproduzione. Kath presa dall'euforia iniziò a provarli uno dopo l'altro mentre i suoi amici, tra un cambio d'abito e un altro, osservavano estasiati la luna, ancora più rossa di prima, che risplendeva su di loro. La ragazza, non curandosi più dei suoi amici, aprì un armadio nella stanza accanto e fu colpita dalla bellezza di un vestito: aveva un'ampia gonna ricamata d'oro con un ampio strascico che cadeva perfettamente, mentre collo e braccia venivano lasciate scoperte. La ragazza, senza pensarci troppo, lo indossò e corse subito dai suoi amici. Non mosse nemmeno un passo che subito sentì come un fuoco che la divorava da dentro e le toglieva il fiato. Tentò di gridare ma le sue urla le rimasero soffocate nel petto; cadde in ginocchio e si appoggiò allo stipite della porta tentando di uscire da quella stanza ma qualcosa la bloccava. Sentì un cigolio dietro di sé e un freddo improvviso perciò si voltò e vide una bambina: la stessa del ritratto che aveva visto nel corridoio.
'Quel vestito sarebbe dovuto essere mio!' esclamò lo spettro con voce rauca.
'Come osi tu indossarlo, profanando la nostra casa?! Non meriti di vivere' concluse.
Kath perse ogni speranza e nei suoi occhi si leggeva la più completa disperazione; con quel poco di energia che le restava in corpo, supplicò più volte lo spirito di lasciarla sopravvivere ma fu tutto inutile e lentamente la vita le scivolò via senza che potesse fare niente. I ragazzi sentirono un tonfo sordo e si precipitarono subito di là a controllare come stessa l'amica e con orrore videro il corpo di Kath esanime steso a terra. Provarono a entrare ma una barriera li ostacolava e così dovettero assistere impotenti al demone che portava a termine la sua opera. Dopo qualche istante di terrore, temendo che potesse capitare lo stesso anche a loro, Nick e Joe furono avvolti da un denso fumo nero dopo aver visto sparire nel nulla il demone insieme al corpo della loro sventurata compagna.



Trascorsero pochi minuti poi i due ragazzi ripresero conoscenza: si trovavano dall'altra parte della casa, in un posto avvolto dall'oscurità senza una luce che lo illuminasse o una finestra che facesse filtrare la luce. Nick e Joe si scambiarono occhiate interrogative ma prima che potessero rompere il silenzio con un parola, una dolce e lieve melodia iniziò a riempire la stanza e entrambi ne furono come rapiti. Cominciarono a brancolare nell'ombra per capire da dove provenisse quel limpido suono; dopo alcuni minuti si accesero all'improvviso piccole fiammelle verdi fluttuanti che resero visibile una scala di legno che conduceva al primo piano. Alla melodia si aggiunse un canto chiaro e armonioso così Nick, come in una sorta di trance psichica, cominciò a salire a passo lento e cadenzato i gradini finché non giunse ad una porta che, come per magia, si aprì da sola, lasciando Joe allibito. Nick entrò nella stanza nonostante che il suo compagno lo scongiurasse di non farlo. La stanza non era molto grande ma abbastanza ariosa: aveva un terrazzo che si affacciava su un lago sul quale la luna mandava riflessi di un rosso purpureo; al centro vi era un clavicembalo ancora in perfette condizioni che suonava da solo. Nick si avvicinò al pianoforte e iniziò a suonare una sinfonia non dolce come la precedente ma più tetra, quasi funerea. Joe rimasto sulla soglia continuava a gridare all'amico di fermarsi ma quest'ultimo era avvolto come in una campana di vetro e non riusciva a sentire più niente, solo le note che si susseguivano una dopo l'altra. Dopo aver completato l'esecuzione Nick lasciò scivolare le mani giù dallo strumento e, con gli occhi rivolti al cielo, sussurrò lievemente 'Eccomi.' Dopodiché si materializzarono nella stanza tre misteriose figure femminili che dissero con voce suadente dissero:
“Noi siamo sirene, creature di un mondo che tu neanche immagini. Seguici e apprenderai arti che ogni essere umano non può lontanamente sognare. Potremo insegnarti come controllare la mente, controllare le forze della natura e perfino mettere un freno alla morte”
Anche Joe aveva sentito il discorso delle tre creature e aveva capito che non poteva più fare niente per il suo amico così si gettò in ginocchio e piangendo disse:
“Mi dispiace Nick, non sarebbe dovuta finire così”
Mentre diceva questo, le sirene avvolsero Nick in un vortice e, volando fuori dalla finestra, trascinarono il povero ragazzo giù nelle profondità del lago: avevano conquistato un'altra preda.  


Morte. Era l'unica cosa a cui Joe riusciva a pensare in quel momento: in meno di una serata aveva perso due dei suoi amici più cari in un modo che non gli sembrava ancora vero. Tutto questo era per lui un incubo, già, un incubo dal quale si sarebbe presto svegliato, poi tutto sarebbe tornato alla normalità. Correva per tutta la casa sbadatamente, senza prestare attenzione a cosa lo circondava; dopo minuti, che a lui sembrarono ore, non era ancora riuscito a trovare una via d'uscita o qualcosa che le assomigliasse. Un fragore improvviso catturò la sua attenzione e subito dopo quel rumore prese il suono di un passo di marcia quasi cadenzato. Si voltò e vide che la casa si era ribellata a lui: non tollerava più una presenza ostile, il peso andava eliminato. I manichini aveva formato una specie di falange che marciava contro di lui con l'intento di schiacciarlo come un insetto insignificante. Iniziò di nuovo a correre senza posa ma a ogni angolo che svoltava trovava sempre nuove insidie: piatti di porcellana, libri e piccole statue lo inseguivano per tutto il maniero. Finalmente, stremato, apparve davanti a lui una grande, enorme porta di mogano: pensò che fosse la porta di uscita così si affrettò ad attraversarla ma tutte le sue speranze andarono in frantumi quando realizzò che non era uscito ma che si trovava ancora all'interno di quella prigione e che tutte le porte erano scomparse nel nulla. Ogni speranza, anche la più piccola, di potersi salvare svanì in quell'istante come fumo. Si sedette al centro di essa attendendo qualcosa anche se non sapeva nemmeno cosa poter aspettare ormai: solo che tutto finisse. Apparve proprio davanti a lui un bellissimo gatto nero dagli occhi color smeraldo. L'animale dopo aver fatto un giro intorno a Joe si trasformò in un essere umano, un bell'uomo non troppo giovane e vestito in modo impeccabile. Questi si presentò con grande eleganza ed iniziò dicendo:
“Permettete che mi presenti, io sono Alaistar, sovrano indiscusso di questa dimora e Re degli Inferi. Tutto ciò che vedi in questa casa è di mia proprietà e tutti i demoni che vi abitano sono stati creati da me. Ah, e per la cronaca anche le anime dei tuoi due amici ehm .. come dire, mi appartengono. Sì, hai capito: in men che non si dica diventeranno demoni e inizieranno ad infestare questi luoghi.
E' singolare che un ragazzino mingherlino e goffo come te sia giunto fin qui senza cadere in nessuno dei miei tranelli, sono davvero sorpreso. Ti aspetterai -immagino- una ricompensa, un atto di misericordia ma la verità è che sei inutile e non ho alcun bisogno di te. Ti basti sapere una cosa, se questo luogo viene definito maledetto, c'è una ragione: E' LA PORTA DELL'INFERNO.”
Detto questo batté un colpo a terra con il bastone e il pavimento scomparve, Joe aggrapatosi a una parte di ciò che era rimasto, tentò di salvarsi, ma fu tutto inutile: un altro colpo fece crollare quella parte e Joe si ritrovò inghiottito dalle fiamme degli inferi e l'ultima cosa che vide fu Alaistar che lo guardava sprofondare nelle viscere del suo regno con un ghigno di soddisfazione mentre dietro di lui splendeva una luna di sangue.

{Moonlight97

Eccomi di nuovo qua!
Sì dopo mesi di assenza sono "resuscitato" 
e me ne sono venuto fuori con questa FanFic.
Spero vi sia piaciuta o meglio che vi abbia spaventato xD
Sinceramente potevo essere più originale infatti quando l'ho riletta ho detto:
"Un maniero abbandonato?! Seriamente?! Non c'era qualcosa di meno ordinario?!"
Vabbe' a voi le recensioni xD

Saluti

   
 
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