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Autore: Nightingale_92    21/05/2012    2 recensioni
Dall'alto del ballatoio, Prussia osservò la sontuosa sala da ballo sottostante in lungo e in largo. L'ampio pavimento costituito da una scacchiera di pregiati marmi bianchi e neri. L'elegante colonnato che lo sormontava ai lati. La prestigosa orchestra che suonava alla sua sinistra. Il ricco buffet con piatti provenienti da ogni parte del mondo, vera rarità in tempo di guerra...
Una storia ispirata ad un racconto di E. Allan Poe
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia l'ho pubblicata un pò di tempo fa su aphitalianforum.it, ora la ripropongo anche qui. Spero che vi piaccia. La trama è ispirata al racconto di Edgar Allan Poe "La maschera della morte rossa".

                                        Il ballo in maschera

 Dall'alto del ballatoio, Prussia osservò la sontuosa sala da ballo sottostante in lungo e in largo. L'ampio pavimento costituito da una scacchiera di pregiati marmi bianchi e neri. L'elegante colonnato che lo sormontava ai lati. La prestigosa orchestra che suonava alla sua sinistra. Il ricco buffet con piatti provenienti da ogni parte del mondo, vera rarità in tempo di guerra, sulla destra. E soprattutto, Prussia guardò la folla danzante di ospiti al centro. Tutti gli uomini e le donne più importanti del paese erano venuti lì. Per la festa. Per lui. Gilbert non poteva fare a meno di sentirsi totalmente glorificato.

- Non è stata un'idea Magnifica da parte mia, organizzare una festa in maschera per festeggiare la nostra, ennesima, vittoria in battaglia?- domandò Prussia a Germania, non riuscendo a trattenere un sorriso. Ludwig guardò Il fratello maggiore con aria di disapprovazione.

-Solo tu riusciresti ad organizzare un ricevimento, con gli stivali ancora sporchi del fango della prima linea- commentò atono il tedesco.

-La verità è che sei invidioso perchè non è stata tua l'idea- ribattè Prussia, troppo felice per farsi abbattere dai discorsi di Ovest.

Dal canto suo Ludwig sospirò, sapeva che con suo fratello non si poteva proprio ragionare. Dunque, che Gilbert organizzasse pure il suo ballo di gala, tanto il tedesco non aveva nessuna intenzione di partecipare a quella che riteneva un inutile perdità di tempo. Deciso ad occupare il proprio tempo in modo più proficuo, come ad esempio leggere un manuale sulle strategie di guerra, Germania si avviò verso la sua stanza.

-Non resti a goderti un pò la festa?- gli domandò Gilbert, un pò deluso, da dietro. -No- rispose secco Ludwig. Poi il tedesco si pentì del suo atteggiamento brusco. Prussia era un bravissimo combattente, solo che le fasi "cerebrali" della guerra lo annoiavano e perciò tendeva subito a buttarsi nei divertimenti. -Ricorda fratello- continuò Germania, in tono leggermente più affettuoso

-oggi festeggi la vittoria, ma domani il nemico potrebbe approfittare della tua spensieratezza e sconfiggerti, perciò sta attento- concluse il tedesco, cercando comunque di ammonire Gilbert e se ne andò.

Rimasto solo, Prussia rise bonariamente delle preoccupazioni e degli ammonimenti di Ovest. Gilbert era un guerriero, aveva visto la morte in faccia sul campo di battaglia tante volte ed era comunque sopravvissuto. Perciò per il giovane non aveva alcun senso preoccuparsi per il futuro. Le paure nella vita non sconfiggono leggendo dei manuale come faceva Ludwig, ma solo vivendo.

"Anzi per fare un paragone efficacie", pensò Prussia, "sia la vita che la guerra vanno vissute come un ballo, danzando e ridendo senza preoccuparsi di quando finirà la musica".

Prussia osservò ancora per un pò gli ospiti mascherati coi costumi più sontuosi, che danzavano sul pavimento di marmo del salone. Gilbert aveva invitato alla festa anche Elizaveta e Roderich, tanto per farli morire di invidia, ma dubitava che i due si sarebbero fatti vedere.

Improvvisamente stufo di stare in disparte, Prussia scese la scalinata che dava sulla sala da ballo. Era giusto che i suoi invitati godessero un po' della presenza del loro Magnifico Anfitrione. Al suo arrivo nel salone, la folla si divise in due per favorire il passaggio della Nazione. Mentre camminava, Prussia sentì su di sè gli sguardi di ammirazione delle donne e le occhiate di invidia degli uomini. Gilbert sorrise a quelle reazioni. Dall'altra parte, lui non era stupendo con il corpo fasciato nella sua uniforme più sontuosa, i capelli che scintillavano come l'argento e con una sottile maschera bianca che incorniciava i suoi occhi color del rubino?

Profondamente orgoglioso di sè stesso e del ballo che aveva organizzato, Prussia si concesse alla folla. Prima discusse con i nobili delle più importanti questioni politiche in quel tempo di guerra, (reprimendo un pò di sbadigli perchè lui era più portato per la pratica che per la teoria). Poi (e questa era la parte che gli piaceva di più), Prussia danzò con le dame più belle della festa. Gilbert infatti era il miglior ballerino di tutta la nazione.

"In fondo la danza e il combattimento sono simili", pensò Gilbert mentre faceva volteggiar l'ennesima compagna di ballo,"entrambi vanno eseguiti con eleganza e agilità".

Dopo essersi esibito in valzer e minuetti con duchesse, marchesi e contesse, l'attenzione di Gilbert fu attirata da una nobildonna in particolare. Una dama dai capelli corvini, che indossava un sontuoso abito rosso e ballava da sola in un angolo della sala. Prussia non poteva dire se quella donna fosse bella, infatti la giovane indossava una maschera rossa che le copriva interamente il viso, ma la grazia con cui ballava e l'aura misteriosa che sembrava emanare spinsero comunque Gilbert ad avvicinarla.

La ragazza ballava indifferente agli sguardi del pubblico, la gonna che si gonfiava sotto di lei come un fiore.

-Mi concede questo ballo?- le domandò Prussia, facendole un lieve inchino. La rosa di velluto appassì improvvisamente.

-Volentieri- accettò la dama rossa, girandosi verso di lui e porgendogli la mano guantata. Quando l'orchestra intonò il valzer i due cominciarono a percorrere aggraziati il salone. Gilbert era un eccellente ballerino, ma la ragazza era straordinaria, danzava fra le braccia del giovane come fosse priva di peso. Gli altri ospiti guardavano la coppia ammirati. Prussia fece volteggiare la dama con grazia. Quella ragazza gli sembrava familiare, come se avesse danzato con lei da tutta la vita. Improvvisamente desideroso di conoscere la donna misteriosa, Gilbert decise di iniziare una conversazione.

-Mia signora, non trovate questo ballo magnifico esattamente come colui che l'ha realizzato?- le domandò il giovane, sperando in una risposta adulatrice. Ma la dama rossa non gli diede ragione per poi prorompere in una risatina civettuola, come il ragazzo si aspettava. Ne rispose con una battuta sarcastica come avrebbe fatto Ungheria. Semplicemente, la giovane si limitò a fissare intensamente Prussia per un attimo. Gilbert potè notare che gli occhi di lei erano scarlatti esattamente come i suoi.

-Bello, siete bello- concesse infine la donna.

-Ma l'avvenenza della gioventù conta ben poco, perchè tutti gli uomini per quanto attraenti, sono destinati ad invecchiare e svanire- affermò la dama con voce grave.

"Che discorso strano" pensò Gilbert "che abbia detto tutte quelle cose sulla bellezza destinata a sfiorire perchè sotto quella maschera si nasconde una racchia?" si domandò.

-Signorina, quello che avete detto forse può valere per gli altri, ma io sono il Magnifico Prussia e sarò per sempre bello ed immortale-

dichiarò il giovane ridendo. La dama rossa non si unì alle sue risa.

-Mi dispiace, ma questo non potete dirlo nemmeno voi- affermò la donna,

stringendosi leggermente al corpo del ragazzo. Tutto ad un tratto, Gilbert non era più entusiasta di ballare con la giovane, anzi le strane parole di lei cominciarono ad inquietarlo. Un brivido freddo percorse la schiena di Prussia laddove la ragazza lo stava toccato. Il giovane si staccò bruscamente dalla sua compagna di ballo. La nobildonna lo guardò sorpresa. Il brano dell'orchestra non era ancora finito e gli altri ospiti intorno comiciarono a mormorare, chiedendosi cosa fosse successo

-Mi scusi. Ma ci sono degli invitati che chiedono urgentemente di me- si inventò Prussia.

La dama rossa però, sembro capire che le parole di Gilbert erano solo bugie.

-Mi volete abbandonare a metà del ballo?- domandò al ragazzo, la giovane non sembrava arrabbiata, solo continuava a scrutarlo.

-Che volete farci?- le disse Prussia in tono di scuse, allargando le braccia

-E poi, è evidente che noi due non siamo compatibili- affermò il giovane, abbandonando ogni sotterfugio. Detto questo, Gilbert fece per andarsene ma la dama rossa lo bloccò, trattenendolo per un braccio.

-Ti sbagli, fra un pò avremo in comune più di quanto tu pensi- gli disse lei in un sussurrò.

In quel momento tutte le luci della sala da ballo si spensero e nella semioscurità, Prussia vide le dita della donna trasformarsi per un attimo in quelle di uno scheletro.

Preda di un'oscuro presagio, Gilbert si mise alla ricerca della dama rossa che sembrava aver improvvisamente lasciato la sala. Scansando gli altri invitati nel salone buio, Prussia riuscì finalmente a raggiungere il giardino antistante la villa, ove si trovava la donna. La dama rossa era in piedi sul sentiero e si accingeva a salire su un cavallo nero come la pece.

-Aspetta!- la richiamò lui -Dimmi chi sei, mostrami il tuo volto!- le ordinò Gilbert.

Lentamente, la giovane si girò verso di lui e si tolse la maschera. E per un attimo sotto al travestimento, apparve la figura di un teschio. Allora Prussia capì perchè la dama gli era sembrata tanto familiare, l'aveva vista molte volte nelle guerre del passato. Era la Nera Signora, la Morte.

-Sì, noi due abbiamo danzato insieme molte volte sul campo di battaglia, Gilbert Beilschmidt- gli disse la dama leggendogli il pensiero, riprendendo le sue sembianze di bellissima donna.

-Tante volte ti ho donato la vittoria, portando via nella mia danza macabra i tuoi nemici o destinando ad altri i dardi lanciati contro di te-

continuò dolcemente la donna.

-E ora siete qui per me?- le domandò Prussia, trattenendo il respiro.

La dama rossa scosse il capo.

-Non oggi. Stasera era qui solo per danzare con uno dei ballerini migliori che abbia conosciuto- affermò lei con un sorriso.

-Grazie del complimento- le disse Prussia chinando leggermente il capo, perchè persino le Nazioni devono inchinarsi di fronte alla Morte.

-Ma un giorno verrò di nuovo e anche allora sarò vestita di rosso- gli rivelò la donna

-E quella volta tu ballerai con me sino alla fine- concluse la dama con cupa dolcezza.

-Allora quello sarà il ballo più Magnifico della vostra esitenza- non potè fare a meno di prometterle Gilbert con un sorriso. Perchè lui non aveva mai temuto la Morte e mai lo avrebbe fatto. Se Prussia doveva morire, se ne sarebbe andato così come era vissuto. Con coraggio, danzando e ridendo di fronte al pericolo. La dama rossa rise a sua volta.

-Di questo non ne dubito- gli disse dolcemente la dama, forse rispondendo alla promessa di Gilbert o forse leggendogli di nuovo il pensiero. Poi dopo essere salita sul suo cavallo, la donna galoppò via. Gli zoccoli del destriero non facevano rumore sul selciato. Prussia la guardò andare via in silenzio. All'interno della sala da ballo, l'orchestra intonò un altro valzer.

 
  
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