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Autore: kiddoB    21/05/2012    20 recensioni
Il "corteggiamento alla Malfoy" è un contorto processo relazionale ed emotivo attraverso cui un membro di questa antica e nobile specie tenta di approcciarsi ad un esemplare di sesso opposto verso cui prova una inesplicabile e profonda attrazione.
Spesso inefficace, ma non con le persone giuste.
{Seguito di Buio e Luce}
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Lily/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Fiat Lux'
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Corteggiamento alla Malfoy

Questa one - shot è ambientata qualche anno dopo gli eventi di “Buio e Luce”; ciò non toglie che possa essere compresa e (spero) apprezzata in sé stessa, anche se magari alcune dinamiche potranno risultare poco chiare.

 

Corteggiamento alla Malfoy

 

 

La luce dell’alba filtra prepotente dalle fessure della tapparella, accarezzando morbida il cassettone d’ebano intarsiato. All’interno del fascio giocano a ricorrersi le particelle di pulviscolo, danzando morbide e dorate come minuscole ballerine beneauguranti.
È il primo dettaglio che Draco coglie, quando apre gli occhi.
Il secondo è quel profumo speciale che si spande nell’aria. Nonostante ci conviva quotidianamente da più di dieci anni non lo satura mai, non lo stanca mai, continua ad averne sempre bisogno, è l’azoto del suo ossigeno.
Sembra un’esagerazione, ma la verità è che lo riconoscerebbe tra mille.

Cannella, miele, mandorla.
Marzapane e zolfo.

Ne respira una boccata profonda, a pieni polmoni, poi deglutisce e sbadiglia.
Il terzo dettaglio che coglie è un retrogusto agrodolce in bocca, che l’alito cattivo del mattino e l’impasto del sonno non riescono a mascherare. Si passa la lingua sulle labbra, goloso come un bambino; non saprà mai spiegare quanto gli piaccia.
Senza girarsi butta una mano alla sua sinistra. Lo stomaco fa una buffa capriola quando il quarto dettaglio che coglie è la piattezza delle lenzuola di lino sotto le mani.
Ha un attimo di panico: che sia stato tutto un sogno? Anzi, un incubo? No, non può essere, i sensi non mentono mai. Non può essere stato tutto un volo pindarico della sua fantasia, non può aver sognato così realisticamente, così a lungo, la sua mente non può essere tanto crudele… no, non è solo in quel letto, non è più solo da più di un decennio, si ricorda bene le mattine in cui era l’unico occupante della stanza e non le rimpiange affatto, per favore, ti prego, non può aver…
Il panico sparisce rapido com’è arrivato. Ha infilato la mano sotto il copriletto e il materasso è caldo, c’è quella conca morbida e accogliente che segnala un occupante stabile che dorme sempre nella stessa posizione e che, evidentemente, si è alzato da poco. Accarezza per un po’ quell’avvallamento così soffice che conosce bene, mentre un sollievo crescente lo inonda e come sempre un tacito ringraziamento gli invade i pensieri.
Il quinto dettaglio che coglie è un ticchettio ritmico e cadenzato proveniente dal bagno attiguo.
Sa bene cos’è. È sua moglie che sbatte nervosamente il ginocchio contro l’anta inferiore dell’armadietto, come fa sempre quando sta perdendo tempo in qualcosa di totalmente frivolo come truccarsi un po’.
Adora quel suono. È quel qualcosa.
Non ci sono parole per definirlo. È qualcosa che lo fa andare in brodo di giuggiole e sorridere nella penombra come un beota. 

***

 La sensazione di beatitudine e pace col mondo che ha provato appena sveglio viene distrutta circa mezz’ora dopo, a colazione.
Draco ed Hermione sono a tavola, sorseggiano il caffè tranquillamente, in religioso silenzio, a lei non piace parlare di prima mattina. Ma è un silenzio leggero, complice, disteso, il silenzio di chi non ha bisogno di riempire l’aria di vibrazioni per sentirsi a suo agio con l’altro, il silenzio affettuoso di una coppia consolidata che non ha la necessità di ciarlare di amenità per ascoltarsi davvero.
Sarebbe lo scenario perfetto se suo figlio non entrasse a rompere quella tranquilla armonia.
-         
Buongiorno famiglia! – entra a sorpresa in cucina e si butta ad abbracciare Hermione da dietro, facendo sussultare entrambi.
Draco lo sa, fa finta di esserne seccato, ma il realtà gli mancherà da morire quell’allegria mattutina, quel suo sorriso incrollabile, quel suo essere così chiassoso e ridanciano e coinvolgente, quella sua capacità di colorare ogni ambiente in cui si trova. Sì, gli mancherà tanto.
Oggi è il primo settembre e Scorpius inizierà il sesto anno.
È un palo di un metro e ottantacinque, supera abbondantemente Draco da un anno circa; secco secco, allampanato, con due piedi grossi come zattere e ossa che crescono in fretta e spingono attraverso la pelle, facendolo sembrare un quadro naif.
Si vede che diventerà bellissimo, forse ancor più bello del padre, con quegli occhi verdi e quella mascella pronunciata che lo rende così virile, ma per ora è ancora un germoglio abbozzato, la crisalide che smania per trasformarsi in farfalla, con due spalle larghe come un armadio ma senza muscoli. Draco non sa come faccia a rimanere così magro, mangia come un gigante a digiuno da anni e con la stessa delicatezza.
-         
Signorina, ma lo sa che è davvero bellissima? Ci possiamo conoscere?
A Draco fa già male la testa. Ma gli adolescenti non erano arrabbiati, scorbutici, immusoniti, silenziosi? Sperava che, con l’avvento di quel periodo terribile, Scorpius diventasse perlomeno tranquillo, invece la sua innata parlantina si è centuplicata, corroborata anche da una insospettata vena comica.
Sua moglie ridacchia e si lascia stampare un bacio sulla guancia. Il loro è un bellissimo rapporto.
-         
Ma certo, giovanotto, ma devo avvisarla di stare attento, ho un marito un po’ geloso… - ridacchia occhieggiando a Draco.
-         
Ma chi, quello? – risponde Scorpius, fintamente oltraggiato. – Quel vecchietto lì?
-         
Ehi! – salta su il padre.
-         
Ma signorina, dico, davvero sta con uno così? Lo guardi… non mi dirà che rinuncerebbe ad un giovanotto bello, simpatico, intelligente e pieno di buone qualità come il sottoscritto…
-         
… per non parlare del suo ego spropositato – aggiunge Draco, e adesso sorride anche lui. Forse sarà un po’ logorroico, ma se non altro non è apatico come la maggior parte dei suoi coetanei. È un fastidioso continuo gracidare ma preferisce così; ricorda se stesso, a sedici anni, e deve ammettere che era veramente insopportabile.
-         
Poi io sono nel pieno della mia forza, nel fiore degli anni, quello là è decrepito, tra poco andrà a galoppare nelle verdi praterie…
-         
Bada a come parli, ragazzino!
Hermione singhiozza dalle risate e abbraccia Scorpius più forte.
-         
Oh, mio eroe, mi hai proprio convinto. Scappiamo insieme!
-    
Ma sì, ragazzino, prenditela pure, poi dovrai essere tu a sorbirti tutti i suoi continui monologhi sui diritti degli elfi domestici, sull’importanza di una “cultura multisettoriale” e sull’evoluzione dei tempi che obbliga alla cooperazione tra mondo magico e babbano, mi fai solo un favore.
Adesso è il turno di Hermione di essere contrariata.
-         
Guardi, sa che le dico, nobile signore? Ho cambiato idea, se la tenga pure!
-         
Traditore! – esclama sdegnata lei e spinge via Scorpius, che ride.
Un’altra risata più argentina e sottile si unisce a loro tre.
Sulla porta Perseus, sei anni, ha assistito a tutta la scena.
Draco gli fa ciao con la mano, mentre tenta di non ridacchiare alla vista di quei capelli impossibili che sono proprio quelli della madre. Il povero pelouche a forma di Ippogrifo è tutto strappato, con una gamba penzolante e senza un occhio, ma non c’è verso di toglierglielo, appena non lo vede per più di cinque minuti comincia a urlare. 
-         
Ma guarda un po’ chi si è svegliato! – grida Scorpius, perforando i timpani di Draco ancora in rodaggio. – Buongiorno mostriciattolo! – e lo prende in braccio, mentre il piccolo si stropiccia gli occhi col pugnetto.
-         
‘Giorno fratellone – sorride, e subito dopo si rattrista un po’. – Ma è vero che te ne vai oggi?
-         
Si, mostro, vado a scuola. Ci rivediamo a Natale, poi.
-         
E perché non torni a casa dopo la scuola, come me?
-       
Perché la mia scuola è tanto lontana e non posso tornare ogni sera. Ma lo sai che ogni tanto posso andare ad Hogsmeade, se vuoi ci mettiamo d’accordo e mi venite a trovare quando sono lì.
-         
Si… però mi mancherai – mormora accoccolandosi contro la spalla di quel colosso.
-         
Ehi, ehi! – ridacchia Scorpius, tentando di non emozionarsi – devi essere un uomo duro! Avanti, forza, fammi vedere come sono i Malfoy!
-         
Forti e coraggiosi! – urla Perseus con ritrovata grinta, le braccia in alto – Senza macchia e senza paura! Siamo i migliori di tutti! Insupirabili!
-         
Bravo, mostriciattolo. E adesso dai, sediamoci – aggiunge mentre con la mano libera agguanta una brioche e praticamente se la butta in gola intera.
Hermione li guarda intenerita, con due occhi colmi di amore che per Draco sono i più importanti del mondo.
Sono una famiglia come tante. Si litiga, ci si manda a quel paese, si fa pace, si mangia tutti insieme, si ride, si ricomincia a litigare. Sono una famiglia.
Una bella famiglia felice. 

***

 In definitiva Scorpius è solare, aperto, allegro, spiritoso, uno che ama essere al centro dell’attenzione, l’anima delle feste, quello che nel dormitorio dei Serpeverde organizza serate di cabaret dove i suoi compagni di piegano a metà dalle risate, affettuosissimo col fratellino e discretamente bravo a scuola.
Quindi Draco non capisce proprio perché, con Lily Potter, si trasformi in un insopportabile stronzetto.
Solo con lei.
Sono sul binario 9 e ¾ e stanno aspettando che arrivi il treno; come sempre, con Hermione si arriva con minimo mezz’ora di anticipo.
Perseus rimane attaccato alla gamba del fratello, mentre l’inseparabile pelouche striscia a terra portandosi dietro tutto lo sporco della stazione sotto lo sguardo orripilato della madre.
Da lontano la fotocopia di Potter versione adolescenziale si sbraccia verso di loro.
-         
Brutta canaglia!
-         
Ehilà, pezzo d’idiota!
Gli affettuosissimi saluti tra Albus e Scorpius vengono accompagnati da un abbraccio stritolante e pacche sulle spalle così forti che tra poco si trapassano la schiena. Poi Albus prende il collo di Scorpius sotto il braccio e stringe forte, come se lo volesse soffocare, tra le risate dei due.
-         
Per favore, almeno in stazione… - sibila Ginny, esasperata.
-         
Ciao Ginny – sorride suo figlio, con l’espressione più sorniona e adulatrice di cui è capace  - ma lo sai che ogni giorno che passa diventi sempre più meravigliosa?
-         
Con me non attaccano le moine, Malfoy – risponde quella mentre gli strizza l’occhio.
-         
Maledetto biondino, che fai, ci provi con mia madre? – sghignazza Albus tirandogli un cinquino sulla nuca.
-         
Guarda e impara, Potter, che l’ultima cosa che sei riuscito a farti era un’armatura in un corridoio buio!
Riprendono a far finta di picchiarsi. Adesso anche Hermione scuote la testa, rassegnata, mentre Perseus inneggia apertamente per il fratello.
Ad un certo punto Scorpius si blocca, mentre tiene la mano sul naso e sulla bocca di Potter che si divincola perché non riesce a respirare. Ma suo figlio si è completamente immobilizzato.
È arrivata lei.
Adesso Draco, come sempre, lo osserverà con la massima attenzione ma non riuscirà a capire.
Scorpius si rende conto di stare per commettere un omicidio e lascia Albus di botto, ormai cianotico.
-         
Ma sei rincoglionito?
-         
Ehi, ma questo linguaggio?
-         
Scusa mamma, ma hai visto….
Suo figlio sembra assente. Tira la camicia verso il basso e si sistema i capelli, di certo inconsciamente, mentre dondola sui piedi.
Intanto Potter senior e consorte sono andati a sistemare i bagagli dei figli ed Hermione sta tentando di consolare Perseus che non vuole che il fratello vada via.
Solo Draco sta osservando suo figlio e Lily che si avvicina con espressione altera e sprezzante.
Sono proprio strani, quei due. Lei non è così, di solito, anzi, è una ragazza molto tranquilla e pacata, che ama dipingere, appassionata di Cura delle creature magiche, senza grilli per la testa.
Con lui, invece, esibisce un cipiglio orgoglioso, tira su il mento e fa finta di non vederlo.
Scorpius si dondola sempre di più, è alto come un traliccio dell’alta tensione ma adesso sembra più piccolo di suo fratello, si mordicchia il labbro inferiore e stringe forte i pugni.
Apre la bocca.
E ne esce una cattiveria.
-         
Buon Merlino, Potter, ancora ti permettono di frequentare un luogo civile come la scuola? Ai mostri è proibito entrarci.
Subito dopo si conficca le unghie nei pugni, come se volesse punirsi per quella stoccata.
Ma allora, perché gliel’ha detta?
Draco non capisce, non capisce assolutamente.
-         
Hanno fatto uno strappo alla regola per ammettere te, Malfoy, ma proprio un grosso strappo, e quindi automaticamente ora possono andarci tutti, compreso il tuo degno compare che, purtroppo, condivide con me la parentela.
-         
Taci, gallina – si intromette Albus, guardando torvo la sorella.
-         
Ehi – lo rimprovera Scorpius con annesso scappellotto.
È sempre così. Lui può dirgliene di tutti i colori, insultarla in ogni modo, umiliarla, deriderla, prenderla in giro, ma guai se qualcun altro si azzarda. Nemmeno Albus può farlo, eppure è il fratello.
Le cose vanno in questo modo da sempre, fin da quando è iniziata la scuola. Prima praticamente non la considerava, anzi, faceva in modo di andare a casa dei Potter quando lei non c’era (che schifo, le femmine! Sono odiose!) perché voleva sempre partecipare ai loro giochi da maschiacci di pugni, rincorse e lotte.
Poi le cose sono radicalmente cambiate.
Quando Lily aveva dodici anni ha iniziato con gli insulti sul lato fisico; quell’età è veramente ingrata con tutti e lei non era certo bellissima, con gli occhialetti tondi, l’apparecchio e qualche chilo di troppo.

Ma non ti vergogni, Potter, a uscire di casa? Fossi in te mi nasconderei nello scantinato!
Se qualcuno, però, anche solo osava dire mezza parola sulla montatura di Lily, erano botte da orbi.
Sei un ippopotamo, si fa prima a saltarti che a girarti intorno!
Ma se un altro provava a ripetere la battuta volavano pugni a raffica.
Adesso lei ne ha quindici ed è notevolmente migliorata, è dimagrita, ha tolto l’apparecchio ed ha gli occhiali con una bella montatura rettangolare che le esalta gli zigomi.
Ovviamente, in maniera direttamente proporzionale, le cose sono decisamente peggiorate.
Draco le ha tutte conservate nella scrivania: dieci lettere da Hogwarts che lo informavano degli atteggiamenti disdicevoli e poco consoni ad una struttura scolastica di suo figlio, ovvero un paio di nasi rotti e qualche maledizione di natura ignota che era stata un’impresa guarire.
Alla quarta lettera è andato direttamente a scuola per chiedere spiegazioni; Scorpius, dopo una strigliata assai incisiva, non tanto per le litigate in sé quanto perché, insomma, sono maghi, non usano le mani come dei volgari babbani, gli ha laconicamente risposto che “se la sono andata a cercare”.
Andarsela a cercare, per Scorpius, è equivalente a “guardare Lily”.
Non fissarla in modo ambiguo, non stuzzicarla, non provocarla, nè corteggiarla.
Semplicemente guardarla.
Albus, che ha capito tutto già da un pezzo, ha raccontato a Hermione che a Hogwarts la regola è “se passa Lily Potter e c’è in giro Malfoy tieni gli occhi bassi”. E nessuno si azzarda a non rispettarla.
Quindi, è palese che a lui piace. Perché diamine, allora, la bistratta in quel modo?
Anche questa volta niente da fare. Lily si allontana con quella smorfia orgogliosa e si dirige verso un gruppo di amiche, Scorpius rimane impalato e imbronciato a grattarsi una caviglia con l’alluce dell’altro piede, in una posa che a Draco ricorda proprio uno sgraziato, buffissimo fenicottero.
Qualche secondo dopo Perseus gli si attacca di nuovo alla gamba e lui si china a consolarlo.
-         
Niente progressi? – chiede Hermione, sfiorando la mano al marito.
-         
Niente progressi.
-         
Eh… ci vorrà un po’.
-         
Come fai a dirlo?
-         
Come, come faccio a dirlo? – lo fissa con una strana espressione, come se fosse certa che lui la stia prendendo in giro.
-         
Come fai a sapere quanto ci vorrà? Io non capisco. Se gli piace, ed è più che palese, perché non cerca di… che ne so, corteggiarla, farla sentire importante… se continua così non ricaverà niente… io proprio non capisco…
Tutto si sarebbe aspettato, tranne che sua moglie scoppiasse a ridere come un’ossessa.
-         
Che ti ridi?
-         
Draco… oddio… - singhiozza forte e non riesce a respirare, le ci vogliono diversi secondi per riprendersi – ma… stai dicendo…. Stai parlando sul serio?
-         
Certo che sono serio! Che vuoi dire?
-         
Cioè… - tra poco sverrà, si tiene lo stomaco con le mani – tu… davvero… non… non trovi nessuna somiglianza?
-         
Che somiglianza? Ma di che parli?
Hermione si poggia a una colonna e si asciuga gli occhi con le mani, mentre tenta di regolarizzare il respiro.
-         
Guarda che continuo a non capire perché ridi.
-         
Oh, Draco, ma è così evidente…
-     Per te è tutto "così evidente"!!
Il fischio del treno richiama gli studenti; Scorpius abbraccia rapidamente entrambi e schiocca un bacio a Hermione, poi si china verso Perseus che ha iniziato a frignare e gli fa un po’ il solletico.
-         
Dai, mostriciattolo, non piangere, ci vediamo prestissimo!
-         
Va bene… - e tira su forte col naso.
-         
Mi raccomando fai il bravo, non fare arrabbiare la mamma e se devi dar fastidio a Grattastinchi appendilo per la coda sull'albero.
-         
Sissignore.
Scorpius sale a bordo del treno, mentre Hermione manda baci con la mano.
Quando il convoglio inizia a muoversi piano, Draco fa in tempo a vedere lui e Lily che si scontrano nel corridoio; si urtano e lui le urla qualcosa dietro, poi ha una strana scossa, come di vergogna, e picchia un pugno sul finestrino.
Draco non capisce. Proprio non capisce. 

***

 Vacanze di Natale, stessa identica storia.
Sono stati a pranzo dai Potter e, inutile a dirsi, entrambi i ragazzi non hanno perso occasione per dirsene di tutti i colori o farsi dispetti. A un certo punto hanno iniziato a lanciarsi le prime cose che gli capitassero sottomano e gli adulti sono stati costretti a separarli.
Quando sono tornati a casa, con Hermione che non aveva smesso di blaterare di correttezza e rispetto del prossimo per tutto il tragitto, Scorpius si è fermato per qualche secondo davanti allo specchio dell’ingresso e si è guardato con una smorfia assolutamente schifata, come se disprezzasse profondamente ciò che la superficie rifletteva.
È stato allora che Draco ha capito.
Si è rivisto perfettamente. Anche lui faceva così, i primi tempi, quando pensava che la migliore difesa fosse l’attacco e non perdeva occasione per insultare Hermione, mentre invece la desiderava così tanto da stare male.
Scorpius si è chiuso in camera tutto il giorno e non è sceso nemmeno a cena.

 
***

-          Scorpius si comporta come me.
-         
Una tardiva quanto veritiera epifania!
-         
Non fare la stronza.
Hermione ridacchia, stesa nel letto, e inizia a leggere un pesante libro dalla rilegatura rossa.
-         
Ma io ero davvero così, con te? – chiede quasi timidamente, mentre si spoglia.
-         
No, certo che no – ribatte quasi distrattamente lei, assorta nella lettura.
Draco tira un sospiro di sollievo.
-         
Tu eri molto peggio.
Due volte stronza, ha messo la pausa ad effetto per fargliela pesare il doppio.
-         
Ma non è vero – si schernisce lui, inutilmente perché sa benissimo che è fin troppo vero.
-         
No, per carità… anzi, eri un angioletto!
-         
Non dico questo, però…
-         
Mezzosangue! Sanguesporco! Secchiona sfigata!
-          Va bene, ho capito…
-         
Non oso immaginare come usciranno i tuoi figli, sperando che non accada mai un abominio simile!
Benedetto Salazar, davvero le ha detto una cosa del genere?
La vergogna gli inonda le viscere.
-         
Ho capito….
-         
E tornando ancora più indietro: Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca Mezzosangue!
-         
Mi è chiaro il….
-         
Granger, chi ti ha fatto un occhio nero? Vorrei mandargli dei fiori.
-          Questo non l’ho mai detto!
-         
Oh si che l’hai detto, da Madama McClan.
-         
Non me ne ricordo.
-         
Me ne hai dette così tante, avrai perso il conto.
-         
Va bene, ho capito! – sbotta. Ma davvero era così… antipatico?
Non che adesso sia proprio un modello di romanticismo, ma insomma, non immagina nemmeno di potersi rivolgere così a lei, anche se ogni tanto gli fa davvero saltare i nervi, specie quando ci gode a fargli pesare i suoi errori come sta facendo adesso.
-         
E tuo figlio sta seguendo esattamente le tue orme. È il corteggiamento alla Malfoy. Completamente fallimentare sotto ogni punto di vista.
-         
Ma con te non ha fallito mica – mormora malizioso, mentre si insinua sotto le coperte e inizia ad accarezzarle una gamba.
È meglio distrarla e chiudere questo discorso, è un campo minato su cui non è prudente avventurarsi.
-         
È diverso. A parte il fatto che io ero molto più cocciuta, e avevo già deciso che ti avrei avuto...
-    Ma sentitela! - commenta Draco, gongolando dentro di sè.
-    ... e poi Lily… Lily ha la lingua biforcuta di sua madre ma è un po’… ecco…
-         
Imbranata come suo padre?
Hermione lo fulmina con un’occhiataccia.  
-         
Stavo dicendo timida come suo padre. Non riesce a capirlo, pensa che Scorpius sia solo un bamboccio antipatico e che prenderla in giro sia il suo passatempo preferito. Non si può darle torto, in fin dei conti, è sbagliato credere che chi ti tratta male sotto sotto ti ama e lei fa bene a non farlo. È lui che deve prendere il coraggio a due mani.
-         
E non solo il coraggio… - ridacchia Draco mentre si inabissa al di sotto delle coperte.
-         
Se ti sentisse Harry…. – si unisce alla risata lei.
Quasi a mettere in pratica l’affermazione appena fatta, due mani calde e grandi le sfilano piano i pantaloncini e iniziano la loro esplorazione di luoghi che conoscono già perfettamente.
Merlino solo sa quanto Hermione vorrebbe, ma non è il momento.
-         
Draco… dovresti andare a parlarci.
Una voce attutita dalle lenzuola, là in basso, risponde un qualcosa che somiglia ad un dopo.
Hermione sta già iniziando a sentirsi scombussolata (e le sta solo accarezzando le ginocchia) ma la sua voce si mantiene ferma.
-         
No, Draco, adesso.
La bocca di suo marito risale piano lungo la coscia.
-         
Draco…
-         
Mmm…
-         
Vai…  – la voce, maledizione, controlla la voce – vai a parlare con Scorpius. Ne ha bisogno.
La testa di Draco sbuca da sotto le coperte tra le gambe di Hermione e inizia a risalirle la pancia di baci.
-         
Va bene, adesso vado.
-         
Adesso adesso… - oh, maledizione, non è riuscita a non sussultare.
Lui le bacia il collo e indugia sul lobo dell’orecchio, mentre mani impazienti vagano sui suoi fianchi.
-         
Draco!
-         
Va bene! – sbotta. Poggia l’orecchio sul cuore della moglie e aspetta qualche minuto, per tentare di calmarsi.
-         
E non fare in fretta. Prenditi il tempo che occorre.
-         
Sai che non sono uno che conclude le cose in fretta – ridacchia tentando di baciarla. Per tutta risposta ottiene un morso.
-         
Vai!
Maledicendo quell’infida, meravigliosa,
insopportabile e conturbante donna che ha nel letto, si infila la vestaglia e si dirige verso la camera di suo figlio.
Bussa.
-         
Sì?
-         
Sto entrando.
-         
Certo.
Scorpius è a letto in mezzo ad almeno una decina di libri. È evidente che non riesce a concentrarsi su niente, è nervoso e di cattivo umore, le lenzuola sono tutte spiegazzate.
-         
Parliamo? – chiede Draco.
-         
E di che dobbiamo parlare? – brontola.
-         
Beh… ecco…
Oh, maledizione, perché non è venuta Hermione a parlarci? Lo sa benissimo che lui non è bravo con le parole, non le è mai stato e probabilmente mai lo sarà.
Però forse questa è una cosa tra uomini, un discorso tra padre e figlio.
Non è facile comunque.
-         
Ti ho mai raccontato come ci siamo… ehm… nel senso…
-         
Innamorati?
-         
Si, ecco, io ed Hermione?
-         
Guarda che me lo ricordo. Lei non stava bene e tu le sei stato accanto. E comunque io non sono innamorato di nessuno.
-          
Beh, d'accordo, però te lo voglio raccontare lo stesso. Dietro c’è tanto che non sai.
Scorpius tace e lo guarda, in attesa, un po' scocciato ma allo stesso tempo contento di quella conversazione.
-         
Io ero molto cattivo con lei. Lo sono sempre stato, in realtà, dal primo momento che l’ho conosciuta.
-         
Si si, lo so, per il fatto del sangue e tutto il resto…
-       
Si, ma non solo per quello. All'inizio, quando eravamo piccoli, mi stava davvero antipatica, poi crescendo... sono successe tante cose, la guerra... dopo la guerra l'ho vista in un'altra luce e mi è iniziata a piacere, ma credevo che... con i miei... trascorsi... non avrei mai potuto averla. - prende una pausa sofferta, ricorda bene quei momenti.  - Sai... purtroppo... a volte... si tende a denigrare qualcosa, se crediamo di non poterlo avere, perchè così è più facile rassegnarci al fatto che quel qualcosa non sarà mai nostro. Beh, è stupido comportarsi così. Se si vuole qualcosa lo si deve prendere, afferrare, abbrancare con tutta la forza di cui disponiamo, perchè magari potrà arrivare un momento in cui quel qualcosa non potrà davvero più essere nostro e tornare indietro diverrà impossibile. Io l'ho capito quando Hermione è stata male, che rischiavo di perderla sul serio, e la vita è stata fin troppo buona con me, mi ha concesso di avere una seconda opportunità per rimediare al mio errore. Ogni tanto penso che avrebbe anche potuto non essere così e... - un respiro profondo - beh, non sarebbe la stessa cosa. Capisci cosa voglio dire?
-   Si, capisco.
-   Bene, allora. Io... niente, voglio solo che tu ci rifletta sopra.
-   D'accordo, grazie papà.
Draco preferisce non insistere; gli dà una pacca sul braccio e si alza.
-   Papà?
-   Dimmi.
-   Come devo fare, allora? Mi... mi piace Lily, però lei è... sempre così... non so... mi sembra sempre che... 
-   Non è inarrivabile, Scorpius. Se non le piacerai sarà semplicemente perchè non le piaci, non perchè tu non te la meriti. E comunque a questo c'è sempre rimedio.
-   In che senso?
-   Ognuno conosce i propri obiettivi. Tu sai quali sono i punti deboli del tuo. Siamo sempre Serpi, giusto? - gli ammicca divertito.
-   Fino in fondo all'anima! - ridacchia suo figlio di rimando.
-   Allora ci siamo capiti. Buonanotte, Scorpius.
-   Notte papà. 
Draco esce dalla stanza e si chiude la porta alle spalle.
Che meraviglia, parlare con suo figlio! Uno è di pochissime parole e l'altro ne dice fin troppe, ma insieme si bilanciano e riescono a usare quelle giuste. 
Chissà se anche con Perseus sarà così, anche se ne dubita, quello lì ha la boria di sua madre dentro le vene.

Quando ritorna in stanza sorride fiero a Hermione.
-   Tutto risolto! - annuncia, sfilandosi la vestaglia.
-   Beh, non proprio tutto - risponde lei con quella voce bassa e vibrante che usa quando ha qualche strana eccitante idea in mente.
Difatti un paio di mutandine gli arrivano dritte in faccia.

***

Sempre binario 9 e ¾, sempre con mezz’ora di anticipo.
I ragazzi tornano ad Hogwarts.
Scorpius si è vestito con particolare cura e ha chiesto aiuto a Hermione per aiutarlo a scegliere il colore di una camicia che risaltasse in modo speciale i suoi occhi.
Quando si mette in testa una cosa, fa attenzione a tutti i dettagli giusti.
Lily arriva e, non appena lo vede, distoglie lo sguardo con intenzionale disprezzo.
Scorpius pare sconfortato, ma non si arrende.
-          Potter…
Lei si irrigidisce un attimo, aspettando la solita insolenza gratuita.
Quando i tempi di attesa diventano troppo lunghi alza uno sguardo stupito verso di lui, che le sta tendendo la mano con un bellissimo sorriso.
-          Ci siamo fatti la guerra per abbastanza tempo, ti pare?
-          Che intenzioni hai, Malfoy? – sputa velenosa, fissando con sospetto quella mano ancora tesa.
-          Le peggiori, come sempre.
Lily alza lo sguardo e apre la bocca per dirgliene qualcuna, ma il sorriso di Scorpius le spegne gli improperi sul nascere. Forse anche lei, adesso, vede la bellezza dell’uomo che diventerà e quella della persona che già è.
Il suo appena accennato sorriso dura un battito di ciglia; subito Lily si fa tornare in viso quella consueta smorfia superba e gli stringe la mano forte.
-          Pace, allora. Ma non m’incanti, Malfoy, staremo a vedere.
-      
Ma certo, Potter. Staremo a vedere. A proposito, tra due fine settimana ad Hogsmeade c'è la mostra internazione dei fossili delle più antiche creature magiche d'Inghilterra...
-     Davvero?
-     Ma certo. E guarda qui? Due biglietti....gli ultimi due, guarda caso...
Lì accanto, Harry assottiglia pericolosamente gli occhi e Draco gonfia il petto orgoglioso.
Subito dopo la fierezza sparisce, quando si rende conto che non solo suo figlio si è invaghito di una Potter, ma che l’ha addirittura aiutato a farsi avanti.
Che accidenti ha combinato?

***

 
Cinque anni dopo

-          Per i poteri conferitimi dall’antica Magia dei nostri padri e dal Ministero della Magia, io vi dichiaro marito e moglie.
L’officiante sorride alla coppia.
-          
Può baciare la sposa.
Lui, emozionatissimo, quasi piangente, solleva il candido velo di tulle e la stringe tra le braccia, mentre la bacia con infinita tenerezza.
Per tutto il giardino di Villa Potter esplodono fiori d’arancio e brillantini dorati, mentre gli applausi scroscianti silenziano, finalmente, i singhiozzi di Ginny e le battute maliziose degli amici.
Gli sposi si girano verso la platea e sorridono, ancora stretti, mentre i fotografi immortalano quell’attimo perfetto.
-         
Oh, che meraviglia… che meraviglia… - continua a mormorare Hermione, con gli occhi lucidi d’emozione.
-          
Andiamo, nemmeno fosse tuo figlio!
-          
Beh, ma l’ho cresciuto, l’ho visto praticamente nascere… e adesso… adesso si è sposato…
-          
Povera ragazza, chissà quale strana confusione mentale l’attanaglia.
-          
Malfoy!
Draco ride e abbraccia sua moglie, posandole un bacio sulla tempia.
Più avanti, tra la calca di gente che dà gli auguri alla coppia, Scorpius sta abbracciando James Potter, sposo commosso e tremante, mentre Lily sta disperatamente cercando di calmare sua madre che viene portata via da un Harry sconvolto per le condizioni assolutamente inusuali della moglie.
Scorpius le si avvicina da dietro e l’abbraccia, affondando il viso nei suoi capelli. Poi le mormora qualcosa all’orecchio, indicando con la testa verso l’altare.
Lei si gira con gli occhi così spalancati che sembrano uscirle fuori dalle orbite e si porta le mani alla bocca, mentre le gambe non la reggono. Poi, con uno scatto fulmineo, gli salta addosso in modo assolutamente inappropriato e lo bacia fortissimo, mentre Scorpius quasi traballa, sbilanciato da quel peso inaspettato.
Le dighe dell’autocontrollo di Hermione, a quel punto, si rompono.
-          
Ti prego, non fare come la Weasley…
-          
Oh, Draco, che meraviglia! – singhiozza disperata.
-         
Meraviglia un corno, hai idea di quanti problemi stanno per arrivare? Senza contare che mi imparenterò con i Potter… Nemmeno nei miei incubi più atroci avrei mai pensato…
-          
Smettila, idiota! – urla lei e gli tira un pugno nel fianco.
Draco continua a ridere e l’abbraccia più forte.
È felice, certo. Suo figlio è stato più intelligente di lui, non ha aspettato di dover rischiare di perderla.
È tutto perfetto, nella sua vita. Tutto.
Sorride a sua moglie e la bacia, bevendosi le sue lacrime salate.

 

Dopo qualche secondo Hermione gli tira una leggera gomitata nel fianco e gli indica qualcosa, cominciando a ridere.
Perseus sta lanciando chicchi di riso nei capelli a una bambina, che piange disperata perché le si impigliano tra i boccoli.
Draco si porta una mano in viso e scuote la testa, rassegnato.

Corteggiamento alla Malfoy.
Si ricomincia.

  
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