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Autore: Helmi Elina    21/05/2012    1 recensioni
Mi sono sempre chiesta cosa abbia provato Draco nel momento in cui, puntata la bacchetta al petto di Silente, ha incontrato i suoi occhi.
*In quel momento non era la notte a soffocarmi, era la vita stessa. Mi pareva di essere un topo in trappola, mi rigiravo in un tunnel, ma ovunque voltassi la testa non c’era altro che buio*
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Mai una notte fu soffocante come quella. Toglieva il respiro, mozzava il fiato. O forse era la paura?

“Cordardo”, sibilavo tra me e me.

Il cielo incombeva sopra le nostre teste, appesantito da nubi che sembravano essere giunte solo per assistere alla mia sconfitta.

Draco, devi farlo.

In lontananza migliaia di voci frantumavano il silenzio, ma intorno a me il tempo sembrava essersi fermato, congelato nella mia disperazione.

Riflessa nei suoi occhi vedevo la mia paura. Vedevo il mio viso, più bianco del solito, contratto in una smorfia indecifrabile. Grandi occhiaie contornavano gli occhi, grigi come il ghiaccio; non avevo un aspetto molto sano.

La punta della mia bacchetta parve tremolare, quando la voce di Silente, che sembrava lontana anni luce, mi raggiunse: “Io posso aiutarti, Draco”.

E in quel momento tutto mi crollò addosso, come se un macigno fosse piombato nel mio cuore. Quelle poche parole, sussurrate al vento con voce flebile, mi richiamarono. L’ultimo barlume di convinzione si spense, portando via la luce guida dalla mia anima, sempre che ne avessi una, che ormai brancolava nel buio.

Fui tentato di gettare la bacchetta a terra, mollare finalmente tutto, fuggire.

Perché rischiare la vita per una cosa che, ormai ne ero certo, neanche volevo?

Draco, non gettare quella bacchetta, o a Nagini verrà servito il tuo paparino per cena.

“Non può, invece – urlai, sull’orlo della disperazione – Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta.

In quel momento non era la notte a soffocarmi, era la vita stessa. Mi pareva di essere un topo in trappola, mi rigiravo in un tunnel, ma ovunque voltassi la testa non c’era altro che buio.

Volevo farlo, forse. Ne avevo la forza, probabilmente.

Draco, adesso!

Cominciai a raccontare di come ero giunto fin lì, di come abilmente avevo aperto la via ai Mangiamorte per il castello. Cercavo di convincere me stesso che avevo ragione, che Lui aveva ragione e che io stavo agendo nel nome del Bene.

Certo che stai agendo nel Bene! Quando tutte le persone di questo mondo che non meritano di vivere, se ne saranno andate, allora sarai orgoglioso di ciò che hai fatto!

E lei mie parole scrosciavano come un fiume in piena che troppo a lungo è stato costretto dietro ad una pesante diga, ignorando quella voce sibilante ed estranea che aleggiava dentro la mia testa.

Capivo tutto. Silente provava pietà per me, e anche io. C’era qualcosa di profondamente sbagliato in tutto ciò, e mi sarebbe piaciuto poter assistere a quella scena da una finestra, al caldo e al sicuro, ridendo della mia debolezza.

C’era solo confusione. Il Bene e il Male, d’un tratto, sembravano fusi in un’unica entità dai confini sbiaditi.

E poi la vidi. Una lacrima. Era sua o mia?

Non c’è tempo per queste smancerie, Draco, agisci!

Silenzio. Oppressione. Cosa devo fare?

Uccidi, adesso.

Una lacrima mi rigava il viso. Paura. Dolore. Vergogna. “Adesso soffoco”, pensai in preda al panico.

Fallo, o morirai.

La lacrima piombò a terra, mi parve di udire il tonfo ovattato, sarei affogato in quella goccia, che mi pareva un mare, di angoscia.

Severus!

-Severus! – la voce di Silente, in netto contrasto con quella che invadeva i miei pensieri, era pacata e tranquilla, anche se lasciava trasparire una velata tristezza.

Mi voltai di scatto, la sagoma nera e sfocata di Piton aveva varcato la foglia.

AVADA KEDAVRA!

Un lampo di luce verde e un urlo lacerò l’aria. 


Angolo dell'autrice*

Non so se qualcuno avrà avuto la pazienza di leggere questa... cosa. Se c'è qualche anima pia, allora la ringrazio infinitamente, altrimenti me ne farò una ragione, e smetterò di rendermi ridicola su un sito così grande!
Grazie a tutti quelli che hanno concesso 2 minuti della loro vita ad una ragazzina come me,

Bea.

  
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