Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Aimondev    22/05/2012    2 recensioni
Jack Parker è un ex bullo, delinquente che mette la testa a posto raggiungendo un certo successo nella sua città, fino a quando non incomincia a fare uso di una nuova droga.
Contemporaneamente la Terra sembra minacciata da una presenza aliena ostile.
Genere: Commedia, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve. 
[Ho letto la parte del regolamento relativa alle musiche e mi pare di aver capito che non si possono caricare file contenenti musica.  Quindi non credo di infrangere il regolamento postando soundtrack da youtube.  Non dovrei appesantire la pagina in questo modo.  Beh, se sbaglio me lo farà presente l'admin e provvederò a rimediare.]
Dunque, visto che il mio timbro è ormai diventato l'aggiunta di soundtrack nelle storie per alleggerire la lettura, alla fine ho deciso di aggiungerne qualcuna anche qui per cercare di caratterizzare meglio colore ed atmosfera di ciò che voglio comunicare  (e perché mi ci diverto).
Di solito scrivo ascoltando una determinata colonna sonora (quella che secondo me è la più consona al momento)  ma questa volta ho aggiunto la musica solo DOPO aver scritto i capitoli. Per questo motivo, non sono proprio sottofondi ideali,  probabilmente, in certi tratti sarete costretti a bloccare il video  (come ho fatto anche io stesso).  Diciamo che li ho inseriti per illustrare anche con i suoni le sensazioni che volevo esprimere. 

Liberi di cliccarci sopra, e stoppare in qualsiasi momento.

------------------------------------------------------

Lo scrosciare di una bufera di applausi e grida. La consapevolezza di avere lo sguardo di centinaia di persone su di me, ad osservare ogni mio singolo movimento. Il silenzio prima del tiro e poi... Il fragore generale che crescente si solleva come una tempesta.

 "Incredibile!  Ancora un tiro da tre punti. Ecco a voi  Jack Parker, signore e signori. Ricordatevi questo nome perché ne sentirete parlare presto".

 La stanchezza e la fatica non erano niente. Rivoli di sudore solcavano il mio viso ed ogni mio muscolo, ma il mio organismo continuava a reagire nella sua massima esplosione di potenza.
Dianabol, Anavar, Sushtanon,  nessuno di questi steroidi mi avrebbe mai garantito prestazioni così elevate in forza e resistenza fisica.    Stavo al quarto tempo e la mia carica  era rimasta invariata, anzi,  mi sentivo addirittura più energico. Tutta quell'esultanza di folla, aveva scatenato in me una sorta di rush bestiale. Adrenalina e testosterone a mille. 
"Mi sento instancabile!"

 "Duncan Lewis dei Condor, devia la palla.  Recupero di Jack Parker. E' circondato da maglie nere.  Passaggio filtrante verso John Maiden.  Con una morbida esecuzione regala altri due punti ai Black Cats!"

 Il cronista era come impazzito, e la folla con lui. Studenti di tre diverse scuole erano venuti ad assistere a quello che si prospettava essere uno scontro epico. Trampolino di lancio per potenziali grandi giocatori di Basket. I più promettenti sarebbero stati presi alla nazionale giovanile, e poi da lì forse si sarebbe passati al NBA.
Sì, me lo sentivo.  Con questa nuova sostanza in corpo, nulla sarebbe stato più irraggiungibile. Non avrei avuto più limiti.

 "Brad Taylor conquista la palla dopo un errore di Craig Malour. Avanza verso i Blacks Cats.
Parker lo cerca.  Ecco infine i due capitani  fronteggiarsi.  Lo scontro nello scontro che tutti aspettavamo.  Parker è geneticamente avvantaggiato: lo supera in altezza di una spanna intera..."

"Cerchi qualcosa in particolare, Brad?"  Dissi al rivale, che mi guardava confuso. 

Fu in quel momento che recuperai il pallone suscitando la disapprovazione di Brad Taylor, già abbastanza infervorato per tutte le mie precedenti frecciatine.
Incominciai a correre. Una corsa incredibile, sovraumana, contro i difensori avversari.   Il colosso centrale  Clark Harold, mi si abbatte contro come un muro di mattoni, ma i suoi movimenti sono goffi e molto lenti.  Eludere la sua difesa è un gioco da ragazzi. 

John, sotto il canestro mi grida di passargli la palla, e intanto Brad ed il resto della difesa avversaria mi raggiungono.

 "Jack Parker, è accerchiato da maglie nere. Tenta il tiro della disperazione e... LA PALLA ENTRA! Assurdo.  In un solo anno,  Parker ha battuto ogni record degli under 21.  E' impossibile definire l'esaltazione della gente. Gli spalti sono infiammati. Sono tutti in piedi inneggiando il nuovo campione che quasi sicuramente vedremo nelle nazionali giovanili"

 In mezzo ad un grande ammasso di corpi che strillavano a gran voce il mio nome, sento la voce di John sopra tutte, ad incrinare i rapporti di rispetto e sportività che avevo cercato di tenere con i Condor, i nostri avversari.

"Cosa cerchi di fare, Taylor? Sei insignificante come un insetto. Fallito sei, e fallito rimarrai per il resto dei tuoi giorni.  Lascia la pallacanestro ai vincenti, e levati dai coglioni" 

 Dopo l'ennesima provocazione, Brad Taylor si infuriò.  Nonostante l'insulto fosse partito da un mio compagno, l'oggetto degli sfoghi di Brad ero e rimanevo io. Mi odiava dal profondo del cuore. 

E' una lunga storia, si parla dei tempi delle medie.
Da qui a quel periodo mi sembra passata un'eternità, tante sono le cose assurde  che mi sono capitate.   A quei tempi ero un bulletto e Brad era la mia preda preferita.

Si diceva che in tenera età fosse stato oggetto delle attenzioni malate di un vecchio decrepito, un certo Hans Jackson. La situazione arrivò al culmine quando Brad fu riaccompagnato a casa da scuola da lui.

 Fu visto entrare nella sua macchina e rincasò solamente molte ore dopo. Nessuna sa veramente cosa avvenne.  Brad giurava di non essere stato toccato e che era rimasto a casa del vecchio solamente per giocare. I genitori denunciarono comunque la vicenda alle autorità locali.
Durante il processo non ne uscì fuori nulla, né Brad né il vecchio confessarono.  Nonostante questo Hans, ebbe una vita di inferno. Fu bollato come pedofilo dall'opinione pubblica e, nel giro di due mesi, si suicidò.

 Non bisogna sottovalutare gli effetti devastanti di una voce di corridoio, l'incredibile influenza che un'etichetta affibbiata dalla società può avere sul proprio stato psicologico.
Incomincia ad entrarti dentro in modo subdolo, ti colpisce nell'orgoglio, fa restringere le pareti della tua casa, ti rende paranoico. Incomincia a divorare il tuo ego con piccoli morsi finché non arrivi a credere a quello che dice la gente ed infine, il tuo peggior nemico diventi proprio tu.  L'ho capito solo adesso. Troppo tardi.

 Già...Ma a quei tempi ero cattivello, e non ero così empatico nei confronti dei poveri disgraziati come forse posso sembrare adesso.

"Brenda culetto sfondato".  Così divenne Brad per tutti. Ah da bambini si può essere davvero crudeli.  Fui io a far nascere la voce.  Lentamente da che era argomento tabù, la vicenda fu affrontata da tutti i ragazzi, non senza trovare una vena comica in quella che teoricamente doveva essere una cosa tragica. Tutti incominciarono a girare il coltello su una piaga che forse non ci sarebbe mai dovuta essere. La ferita l'avevo aperta io.  Le mie derisioni e sbeffeggiamenti arrivavano puntuali come un orologio, laceranti come una sveglia. Le molestie psicologiche erano la mia specialità, ed arrivai dunque a friggere il cervello del povero Taylor in modo così perfetto da fargli credere forse di aver fatto cose che non aveva mai fatto.  Il mio obiettivo era spronarlo a suicidarsi. L'idea mi eccitava e mi davo un senso di onnipotenza. Lo stesso che forse provano i serial killer, e forse lo sarei diventato.

Quando io non ero presente erano i miei amici, sostenitori, seguaci, come li vogliamo chiamare, a spartirsi i suoi avanzi e dargli il colpo di grazia. Divenni la sua ombra e la sua maledizione per anni.
Brad, dal canto suo, tentò il suicidio più di una volta ma alla fine si fermava sempre. Non voleva darmi questa soddisfazione. Incominciò ad allenarsi, praticare arti marziali e...Basket.
Con il tempo divenne capitano della sua squadra, ed un temibile rivale della nostra. Voleva umiliarmi nel mio stesso campo di gioco.

Ma negli ultimi cinque anni di liceo, la situazione parve essersi quasi invertita.  Brad divenne la peggiore testa calda del quartiere, l'attaccabrighe più terribile della PriceSchool.  Con i suoi atti vandalici e la sua brutale violenza voleva come far scordare alla gente ciò che era. Rimuovere, o almeno nascondere l'etichetta che gli avevo dato e affermarsi come nuovo Brad.
Incominciò ad infliggere agli altri ciò che riservai io a lui tempo prima.

Avevo creato un mostro.

 Io con il tempo mi ero calmato.  Non ebbi bisogno di essere visitato da nessuno strizzacervelli, come voleva mia madre;  né finii in uno di quei campi di concentramento dove dei fanatici militaristi ti insegnano la disciplina come voleva mio padre.  Capii da solo che dovevo darmi una regolata.

Okkey, non è proprio così.  Fu il mio coach. L'uomo che per me vale quanto mio padre mia madre, Dio e il paradiso.   Il signor Harlinghton mi diceva sempre che se avessi voluto fare strada nel Basket e nella vita in generale, avrei dovuto per prima cosa dare una ripulita di me stesso e prendere la retta via. 

Smettere di fumare erba, smettere di fumare, smettere di umiliare gli altri, smettere di servirmi di menti ingenue per dare fuoco alla scuola o rubare auto, smettere di utilizzare sosia di me per fare compiti in classe, smettere di incitare alla violenza, smettere di girare con la mia banda con mazze e coltelli e seminare il panico la notte, smettere di drogarmi, smettere di bere, smettere di masturbarmi...

"Ehi coach,  ma va a farti fottere!"   Questo gli dissi, le ultime parole che gli dissi. Fu l'ultima volta che lo vidi, prima che  un asteroide radesse al suolo la città dove era tornato per un week end per venire a trovare i suoi genitori, disintegrandolo.

 Fui così traumatizzato dalla faccenda, che divenni un'altra persona.  Divenni quello che coach Harlinghton avrebbe voluto che diventassi.  Beh, qualche piccolo vizietto era rimasto. Ma smisi di infastidire il prossimo e incominciai a studiare per conto mio, senza schiavi nerds .

Con il passare del tempo la nuova vita incominciò a piacermi e persi interesse a terrorizzare gli altri. Mi piaceva l'idea di avere sempre la situazione sotto controllo.   Nonostante questo la mia etichetta di "terribile" era rimasta.
Per gli altri rimanevo quello di sempre.  Continuavo ad incutere timore e suscitare rispetto, e questo da una parte era un bene.

 Purtroppo neppure Brad cambiò idea sul mio conto.  Rimanevo sempre lo stronzo che gli aveva rovinato la vita. Non lo biasimavo.   L'etichetta di fuoco con cui lo avevo marchiato era rimasta non tanto visibile agli occhi degli altri  quanto evidente agli occhi suoi. Non poteva perdonarmi.  E ogni volta che un mio compagno lo sbeffeggiava o lo danneggiava in qualche modo il suo odio nei miei confronti cresceva.
Ogni mio tentativo di rimediare era inutile. I miei compagni non facevano altro che peggiorare la situazione

Ed eccolo ora avvicinarsi a me, a brutto muso, per regolare i conti.

Stava per  sferrarmi un pugno. Lo sapevo, lo avevo intuito. La DreamofGod aveva incrementato la velocità dei miei riflessi fino a renderli quasi animaleschi. Riuscivo ad anticipare i suoi movimenti, ma lo lasciai fare. 
Un pugno in faccia era il minimo, per ciò che gli avevo fatto.  Volli dargli almeno questa piccola soddisfazione dopo quella bruciante sconfitta.

 La folla esplose. Ci fu una rissa terribile tra tifosi delle due squadre.  Mi allontanai, ma non troppo. Udii la voce di John, che rovinò tutto.

 "Ti senti soddisfatto adesso, perdente? Considera il pugno che hai dato al mio amico come un omaggio da parte sua. Potrai raccontare di aver colpito in pieno volto il grande Jack Parker e sarà l'unico tuo unico vanto per tutta la tua squallida esistenza, culetto sfondato!"

 Jack Parker. Il Jack Parker di un tempo, sapeva come ferire una persona nel profondo dell'animo. Ero il più raschiante di tutti i bulli.  Adesso la mia eredità l'avevo lasciata a Johnny, il mio miglior amico.  Era diventato il riflesso di me, molti anni prima.
E intanto Brad era più infuriato di quanto non fosse.
Io fui avvolto dall'abbraccio dei compagni e mi ritirai negli spogliatoi.

 Un calvo signore in giacca e cravatta mi raggiunse
"Grande partita, Parker. Ti hanno già detto tutto?"
"Sì signore"
"Bene.  Khalim Muhared, il nuovo dirigente della squadra è molto esigente, ma sono sicuro che tu saprai soddisfare ogni sua aspettativa.  Sei alto per avere diciannove anni, questo è un bene.  Muhared è ancora un po' dubbioso. Per far parte delle selezioni, i suoi standard sono un'altezza di almeno due metri.  Ma ho garantito per te,  ti darà una possibilità, e sono sicuro che con il tuo talento non ci deluderai.
Fatti trovare pronto. Tra due settimane ci saranno le selezioni."
"Sì signore"

 La mia vita era già stata scritta.  Le mie più rosee previsioni si stavano concretizzando. Ci sarebbe stato  un successo dopo l'altro, e sarei rimasto legato al mondo del basket fino alla fine dei miei giorni.
Era quello che credevo.   
Nella mia imperfetta,  umana comprensione degli eventi credevo di riuscire a dare un pronostico esatto del mio futuro. come i cronisti fanno con le mie partite. 

 "La mia vita, comincia ora.  I miei successi passati sono solo un preludio di qualcosa di veramente grandioso.    Finalmente potrò fuggire via da questa fogna. Questa  insignificante cittadina sperduta nel Michigan. Lascerò tutto per seguire il vero successo"

 Jane entrò di corsa negli spogliatoi per baciarmi. 
"Sei stato...Straordinario.  Dicono che sei il nuovo Michael Jordan."
"Adesso non esagerare"
"Ha ragione" si introdusse John  "Non ti avevo mai visto giocare in quel modo. Santo iddio, Jack,  sei un fenomeno. E' stata una delle migliori partite...Di sempre. "

 "Avete visto come ha umiliato Brad?"  Rise Craig.   "Resti sempre il migliore Jack."
Fred incominciò a battere le mani sulla pancia come fosse un tamburo e incominciò ad intonare il mio nome.
"Parker! Parker!  Forza ragazzi. Radiamolo al suolo questo fottuto edificio."
"PARKER! PARKER! PARKER!" gridarono tutti in coro.

 "Tesoro"
Mi sussurrò Jane nell'orecchio.
"Non vedo l'ora che l'associazione nazionale di basket ti prenda con te.   Ma te lo immagini?  Ce ne andremo via da questo posto.  Prenderemo una bella casa a Manhattam e vivremo insieme, nel lusso"

 Heh...La puttanella non aspettava altro.
"Spiacente, tu non sei nei miei programmi."  Questo avrei dovuto dire a quella troia.

"Sei solo una da sette. Sette e mezzo al massimo, mentre io sono un semidio greco. Posso averne cento migliori di te. Con una come te come madre che genetiche daremo ai nostri figli?"

 Invece, con gli occhi lucidi risposi:
"Certo, amore mio. Sarà bellissimo."

 Jane era la ragazza che avrei voluto sposare, era speciale. Non solo un sollazzo sessuale con cui sfogare il mio vigore maschile, come lo erano state molte altre. 

 "Questa sera ho in serbo una bella sorpresa per te."    Rise maliziosamente lei.
Già ridi pure. Ridi finché ti resta da vivere.

-----------------------------------

 Tornavamo trionfanti verso le nostre case: John, Craig, Fred, Danny ed io.

 "Avete sentito la tv? "  disse Craig
"Ci sono stati degli strani avvistamenti in Cina.  Strane ombre tra le nubi, innaturali, spettrali. 
Correnti di vento anomale.  E i satelliti non hanno ripreso nulla. Ci sono state come delle interferenze alle onde radio,  i circuiti sono saltati e..."

 "Lascia la Cina ai cinesi Craig, e pensa a non farti scivolare le palle dalle mani, come nella partita di oggi."  Sentenziò John.
"E' strano, Craig. non mi aspettavo che proprio TU, ti lasciassi sfuggire le palle dalle mani" scherzò Fred.

 "Non vedo l'ora di andare al Marlowe  e finire in coma etilico.  Birra gratis per i vincitori!"  Gridò Danny. 
"Siamo delle leggende viventi, in città, ormai! Dobbiamo festeggiare."

 "Mi spiace ragazzi"  dissi.   
"Io per oggi, passo. Voglio stare un po' con Jane.  Gli allenamenti mi hanno impegnato troppo e ora devo recuperare del tempo con lei"

 "Cosa? Cosa?" balbettava Fred   
"Non ci credo.  Ma-ma è la nostra serata. Si era deciso. Questa sera niente donne"
"E' per questo che non scopi più da sei mesi, Fred?"  disse John.  Tutti risero.

"Sono mesi che ci alleniamo, ragazzi" continuò 
"E se il nostro pivot è stanco e vuole stare un po' di tempo con la sua ragazza, noi di certo non faremo da cock-blockers. Dico bene?  Tu non sei un cock-blocker vero Fred?"

"Bah...Vorrà dire che berrò anche per lui" rispose stizzito.

John, il mio migliore amico mi si arrampicò sopra avvolgendomi un braccio al collo.

 "Sono o non sono il miglior wingman che tu abbia mai conosciuto?  Vai così Jack.  Castiga la tua Jane questa notte.  Ce ne saranno altre di notte per noi.  Ci saranno molte altre notti per i Blacks Cats."

 
Già.  La notte era nostra. La notte era mia. 
La nuova droga che stavo assimilando era portentosa. Incolore, insapore e invisibile ad ogni controllo doping.  Non avrebbe richiesto cicli di pct né interruzioni di ciclo; cosa che avrei dovuto fare per altri steroidi.  Avrei potuto assimilarla per il resto della mia vita, senza il rischio di incorrere in spiacevoli effetti collaterali e avrei potuto smettere quando avrei voluto. Sarei stato come un dio tra gli uomini.

La DreamofGod mi aveva regalato non solo prestazioni fisiche superiori, ma anche la felicità.  Avevo davanti a me un radioso futuro.

Avevo tutte le potenzialità di entrare nell' NBA e diventare un giocatore professionista,  avevo trovato la ragazza della mia vita e la mia popolarità era salita ai massimi livelli.
Denaro, amore, successo, prestanza fisica di un adone.  Avevo tutto ciò che chiunque altro poteva sognare, eppure non avevo  nulla.

Suonarono alla porta di casa. Era Jane.

Glossario:

Dianabol, Anavar, Sushtanon:   steroidi leggeri
Wingman: è il ruolo che può assumere un amico quando una persona ha bisogno di supporto nell'approcciare con il partner. Può essere d'aiuto nell'allontanare le tipiche amiche meno attraenti della ragazza-bersaglio, oppure ad allontanare amici insistenti.
Cockblocker: qualcuno che per motivi di gelosia, competitività o anche accidentalmente impedisce ad una persona di approcciare con il partner.
nba:  National Basketball Association
Pivot:   Il centro è generalmente il giocatore più alto della squadra e preferibilmente il più massiccio dal punto di vista muscolare. Nella pallacanestro maschile, l'altezza minima richiesta ad un tipico centro è di almeno 208 centimetri
Shooting Guard:   Si tratta solitamente di un giocatore in grado sia di tirare sia di penetrare verso il canestro se serve.
Altri ruoli del basket citati:
Small Forward,  Power Forward

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Aimondev