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Autore: suzako    11/12/2006    11 recensioni
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Genere: Generale, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Importante! Premessa prima che leggiate.
E' la prima volta che metto le note di fine capitolo all'inizio, ma è per una veloce nota.
La storia si svolge in diverti momenti, più o meno quattro. Ogni periodo complesso in corsivo determina un salto temporale. Forse per questo si farà un po' di confusione durante la lettura, mi dispiace.


* * *

Il cielo era di un azzurro tenue e uniforme, costellato da poche nuvole bianche e soffici, pigramente disposte su quella superficie brillante e smaltata, dove il sole era un disco luminoso e distante, dai raggi luminosi e caldi, che battevano con insistenza sulla sua pelle secca e screpolata, spaccata dalle numerose ferite e graffi riportate negli ultimi giorni di missione.

Non si fermavano un momento, eppure il rifugio di Orochimaru sembrava allontanarsi ogni giorno di più.

Sakura si appoggiò al tronco di un albero, esausta: dovette fare un considerevole sforzo di volontà per tenere gli occhi aperti, e tirare fuori dalla sua sacca, con le mani tremanti per gli sforzi, le provviste d’acqua e i medicamenti.
La quasi completa assenza di ricovero da oltre tre giorni, li stava uccidendo più di una qualsiasi battaglia. Andando avanti così, anche trovato Sasuke-kun, non sarebbero stati in grado di far altro che alzare gli occhi, e lasciarsi uccidere dalla sua katana.

Combattevano senza neanche ricordarsi il perché.

Era un notte più fredda delle altre, quella, e Sakura si ritrovò a rabbrividire nella sua leggera tenuta, confezionata su misura al clima mite di Konoha, oltre che per suo personale vezzo. Ripensando all’entusiasmo e alla vanità con cui aveva indossato il nuovo vestito, tempo addietro, si sentì incredibilmente sciocca e infantile. Le gambe nude erano rimaste esposte ai graffi e alle cadute, non c’era uno spazio scoperto del suo corpo che non stesse sanguinando.
Ma le sue ferite non erano nulla, al confronto.

Naruto non mangiava, non dormiva, e rifiutava le sue cure mediche, quando cosciente. Il chakra del kyuubi lo consumava lentamente, e in quella situazione, non c’era nulla che neanche il maestro Yamato potesse fare.

Come sempre, non c’è nulla che possa fare. Ma sono qui. Per quanto inutile, io sono qui.

Poche ore dopo, ai primi segni dell’alba, si misero in movimento. Se ne avesse avuto la forza, Sakura avrebbe tentato disperatamente di fare qualcosa, qualsiasi cosa, per scuotere Naruto da quello stato di furia cieca, apatia, rabbia repressa. Perché lo sapeva, lo vedeva dai movimenti rigidi, dalla mascella perennemente contratta, da quel basso e ringhiante suono che a volte sembrava provenire dalla sua gola, che lottava ogni secondo, per trattenerlo.
Allo scontro seguente, il kyuubi non sarebbe stato facile da contenere.
Nonostante l’immenso chakra, anche lui sembrava stanco, e i suoi movimenti erano meno energici ed espansivi: faceva di tutto per non sprecare energia, non collassare nuovamente, come era già successo. Infatti Sakura, sforzandosi un poco, poté raggiungere la sua velocità, mettersi al suo fianco. Perché in qualche modo, doveva tentare. Era tutto ciò che aveva da dare.

<< Naruto… >>, mormorò, titubante.

Il ragazzo si voltò di scatto,
Quegli occhi…
Solo per guardarla una frazione di secondo
…Da quando erano diventati così?
E superarla, correndo in avanti.

Come siamo arrivati fino a questo punto, Naruto?

Per quanto oramai avesse una certa dose di esperienza, Sakura non si sarebbe mai abituata a combattere rischiando la vita.
Non era paura, la sua. Sapeva, razionalmente, che una mossa sbagliata avrebbe potuto porre fine alla sua esistenza. Naruto e Kakashi-sensei non sarebbero stati sempre lì a proteggerla.
Non voleva essere sempre protetta.
E Sasuke se ne era andato.
Eppure, quando uno scontro si preannunciava, non poteva fare a meno di provare quella fastidiosa tensione sottopelle, quel nervosismo che le faceva aumentare il battiti cardiaci e la frequenza del respiro, e rendeva i riflessi ipersensibili. Detestava i convenevoli prima di attaccare, non le piaceva perdere tempo e farsi cogliere di sorpresa.
Lei non aveva le intuizioni geniali di Naruto, un’abilità innata o un clan che le avesse lasciato una qualche tecnica sua propria: poteva contare solo sugli allenamenti, sul lavoro e sugli sforzi che aveva fatto. Quella volta, anche lei avrebbe lottato. Non si sarebbe lasciata difendere, guardando loro le spalle.

Io non voglio morire inutilmente. Ma qualsiasi sia il rischio, qualsiasi possa essere il prezzo da pagare, questa volta non mi tirerò indietro.

Stavano combattendo da chissà quanto, Naruto e il maestro Yamato affrontavano Orochimaru, mentre l’ombra di Sasuke si allontanava sempre di più, sempre di più…
La resistenza dal ragazzo al kyuubi era oramai al limite.
Lei e Kakashi stavano fronteggiando Kabuto, in accennata difficoltà di fronte a un Jonin e un altro ninja medico, purché non del suo livello.
Con un guizzo veloce degli occhi verdi, poté vedere la sagoma di Naruto, attraverso i frammenti di rocce che schizzavano, riuscì a vedere quel sorriso familiare, quegli occhi ancora diversi, ma allo stesso tempo uguali, come in una vecchia foto, tanto tempo prima.

<< Naruto! >>, gridò, con una voce stranamente roca e sgraziata, il groppo in gola che si faceva più consistente.

La risposta non si fece aspettare.

<< Ti avevo giurato che lo riporterò indietro! E’ una promessa, Sakura-chan! >>

Fidati di me.

<< Sakura, attenta! >>

L’avvertimento di Kakashi le permise di schivare un kunai diretto alla carotide.
Quando si rialzò, Naruto era sparito.

Questa volta, non tornerò indietro.

<< A-Aspetta! Naruto! >>

Non lasciatemi indietro. Non questa volta.

Con un balzo superò Kabuto, che tutto s’aspettava meno di vederla fuggire.

<< Sakura! Fermati, dannazione! >>, le grida di Kakashi erano troppo lontane. Troppo deboli. Troppo prive di senso.

Le gambe sembravano penetrate da decine di spilli, e quasi non sentiva più i piedi contro il terreno roccioso. Ogni respiro costava una fatica immensa, la sua corsa scomposta e quasi al limite.

Aspettatemi. Aspettatemi solo un po’, e la prossima volta anche io sarò in grado di proteggervi.

<< Naruto! Adesso fermati! >>

L’avvertimenti del maestro Yamato fu seguito da un pugno ben assestato, che lo fece cadere a terra rovinosamente, ma senza alcun dolore. Non aveva sentito nulla.

Entrambi i ninja avevano il respiro pesante, e gli occhi rivolti verso il punto dove Orochimaru e Sasuke Uchiha erano spariti, senza lasciare traccia.
Impossibile trovarli.

<< E’ inutile andare avanti così. Dobbiamo torniamo indietro. >>

<< No… Mai! Ho fatto una promessa, e… >>

<< Naruto… >>

Quella voce, era diversa.

Era quella di Sakura.

E prima che tutto diventasse buio e silenzioso, Naruto si voltò, in tempo per catturare con la coda dell’occhio un frammento della sua immagine. Solo un attimo, e poi l’oscurità.

Il ragazzo cadde a terra, privo di sensi. Gli sforzi degli ultimi giorni aveva distrutto la sua resistenza, come consumato il suo chakra. Sakura sospirò, inginocchiandosi lentamente di fianco a lui. Yamato li guardava in silenzio, senza dir nulla. Per lei, era impossibile utilizzare le tecniche mediche: non sarebbe stata in grado di fare nulla.
Dal cielo oramai coperto, cominciarono a scendere le prime gocce di pioggia.
Sakura pianse, perché nessuno se ne sarebbe accorto.

<< Adesso, torniamo indietro. >>, mormorò Yamato.

<< Sì. Torniamo… >>

Piangere non lo porterà indietro. Piangere non ci farà diventare più forti.

Il cielo era grigio, e la pioggia continuò a cadere incessante, per tutto il viaggio di ritorno alla foglia.

Combatteremo. Ci alleneremo. Diventeremo entrambi più forti. Insieme.


<< Naruto? >>

<< Mh. >>

<< Sei stato un idiota. >>

<< Mi dispiace, Sakura-chan. >>

<< Ciò non toglie che sei stupido. >>

<< … >>

<< La prossima volta devi aspettarmi. >>

<< Ma… >>

<< Quella promessa, la manterremo insieme. >>

<< Insieme? >>

<< Insieme… >>


* * *

Finita!
Altra NarutoSakura. Che ci posso fare, è diventato il mio OTP.
Mi raccomando commentate, lo sapete che mi fa taaanto piacere.
Ovviamente grazie a tutti quelli che hanno recensito 'Quante altre volte, Sakura?', vi sono molto grata. Questa può essere considerata la sua 'gemella' dal POV di Sakura. Ho comunque cercato di contenere la mia vena drammatica (stavo per far crepare Naruto, guarda un po').
In particolare, questa storia ha preso improvvisa e fulminea ispirazione dal commento di Lady Antares Degona Lienan, che è una delle recensioni più belle che mi abbiamo mai lasciato *____* grazie davvero^_^

E chi mi commenterà pure As the wind goes by sarà ricompensato con il mio eterno amore.

Alla prossima, suzako


  
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