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Autore: IosonoOmbra    22/05/2012    14 recensioni
traduzione di una one-shot su Loki e Thor trovata su internet.. drammatica e bellissima.. ç_ç leggetela...
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Thor
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Trovata questa one-shot su internet.. prima mi sono innamorata del disegno..e poi leggendo ho detto: QUESTA LA DEVO TRADURREEEEEE!!! Ok, è drammaticamente triste.. io se solo non avessi il cuore di pietra mi sarei sciolta in lacrime.. ma ormai ho capito che questo è il mio potere sovrumanto.. potete farmi morire il mio amore come volete, farlo soffrire come un cane.. non verserò una lacrima..anche se però.... però...... ç_ç CHE TRISTEZZA!!! mio dio... non so perchè voglio rovinarvi in questo modo la giornata... ma non ho potuto non postarla... Buona lettura! Spero che vi piaccia! <3

p.s. Ho rivisitato alcune piccole parti.. quindi non me ne vogliate se andando a confrontare l'originale ci sarà qualche parolina diversa...

p.p.s. questo è il link dell'originale------->  
http://wantstobelieve.tumblr.com/post/18576547319/as-he-entered-the-clock-tower-and-saw-the-trail-of


Jack




Solo questo: ti amo.
 
Come entrò nella torre dell’orologio, e vide la scia scura di sangue che portava su per le scale, Thor pensò immediatamente ai gatti.
Steve Rogers amava quelle piccole creature e ne teneva alcune in giro per casa. Una volta, uno dei gatti più vecchi si era alzato, se ne era andato e non era più tornato. Thor aveva chiesto a Steve quale fosse il motivo, e quello gli aveva risposto che i gatti, quando la sentono arrivare, vanno incontro alla morte da soli. E questo era esattamente quello che stava facendo Loki, ne era certo. Gli altri Vendicatori non lo capivano, ma lui si. Era probabilmente dovuto a causa del forte legame che avevano condiviso durante la giovinezza, che lui era in grado di percepire quanto debole e fragile Loki si sentisse, lui lo sapeva. Non avrebbe potuto spiegarlo agli altri Vendicatori, non avrebbero capito. Loro quasi avrebbero preferito tenere Loki imprigionato fino a quando non fosse appassito e caduto morto, poi gli avrebbero controllato il polso, e infine gli avrebbero tagliato la testa, tanto per sicurezza. Così Thor si era allontanato, controllando e facendo attenzione di non essere seguito, alla ricerca del suo non-fratello. Trovò Loki rannicchiato in un angolo, dietro l’enorme facciata dell’orologio, il respiro mozzato e gli occhi socchiusi, che guardava attraverso il vetro, lontano, in fondo all’orizzonte. La sua veste, bruciata e sbrindellata, era abbandonata in pezzi assieme all’armatura distrutta. La scia di sangue terminava in una piccola pozzanghera proprio sotto di lui, provocata da una ferita invisibile sotto l’armatura in pezzi. Gli ci volle un attimo per notare Thor che stava in piedi a pochi passi da lui, e dopo averlo fatto, con un ringhio gli scagliò contro quel poco di magia che gli rimaneva in corpo. Il colpo fu così debole che Thor lo percepì a malapena come una raffica di vento.
Thor posò delicatamente Mjölnir a terra, e come se si avvicinasse ad un animale spaventato e ferito, mosse qualche passo lentamente verso Loki, con le braccia alzate e mostrando i palmi.
“Non sono venuto per combattere, fratello.”
“E’ inaudito...” Loki ansimò, il viso si contorse in un’espressione minacciosa per nascondere una smorfia di dolore.
“Allora sei venuto a prendere a calci il cane di Jötunheim mentre è a terra, non è vero?”
Thor sentì quelle parole quasi come una fustigazione verbale, ma del resto quella era la definizione di una conversazione con Loki. Tuttavia non poteva stare lì senza fare niente, non quando suo fratello impallidiva attimo dopo attimo sotto i suoi occhi.
“Perché devi sempre dire questo genere di cose?”
“Tranquillo, nulla che la tua primitiva intelligenza sia in grado di cogliere.” Sibilò Loki, allontanandosi da Thor quando quello gli arrivò troppo vicino.
“Non ho bisogno di pietà da un idiota come te. Lasciami in pace e ti risparmierò la vita la prossima volta che ci incontreremo.”
“Non ci sarà una prossima volta.” Disse Thor, lentamente, mentre vedeva lo sguardo infastidito di Loki cambiare improvvisamente, e rivelare un paio di occhi terrorizzati.
“Questo idiota capisce più di quanto pensi.” Aggiunse.
Thor si sedette accanto al fratello, lo prese delicatamente per le braccia e lo avvicinò a sé.
“N-non...” Loki protestava con sempre minor convinzione, dibattendosi mentre Thor si sistemava dietro di lui e lo stringeva al petto.
“Non-” disse ancora. “Perché non mi lasci stare? Tu-tu blaterante zotico...” Non c’era più alcuna malizia nella sua voce, solo il suono dell’ira che lentamente si scioglieva, come neve al sole.
“Perché...” Thor sussurrò nei capelli corvini, sporchi e incrostati di sangue. Sentiva odore di fuoco e acciaio. Sentiva l’odore di Loki. “Perché ti amo.”
A quelle parole Loki emise un suono che non era molto diverso da un lamento.
“Ti amo.” Ripeté Thor. Era una confessione arrivata troppo tardi, davvero troppo tardi; sapeva che era inutile, ma non per Loki. Lui aveva bisogno di sentirla.
“Ti amo. Ti amo.” Thor non poteva fermarsi. Tutta l’eternità che aveva sprecato senza dire nulla stava culminando in quel momento, in quelle due parole; e quelle uscivano dal suo petto precipitose come cavalli imbizzarriti dal frenetico respiro. Thor teneva stretto Loki, e quello sentì le spalle del dio essere scosse da respiri ansanti e rantoli soffocati.
Loki stava piangendo. Il dio avrebbe voluto baciare le lacrime che gli bagnavano il volto, le sue mani gli accarezzarono il viso per asciugarlo ma le sue guancie erano fredde e asciutte. Si rese conto che forse Loki aveva già finito tutte le sue lacrime, in silenzio... da solo. La sua grande mano si trasferì sulla mascella di Loki, per cullarlo e consolarlo. Loki si lasciò sfuggire un breve e rilassato sospiro, mentre si abbandonava a quel tocco. Thor sentì più distintamente i bordi del viso sotto le sue dita, perdendosi nello sfiorare quei tratti, dove si facevano più morbidi e più indulgenti. Ripensava a giorni felici, quando il corpo di Loki era duttile e morbido, caldo e raggiante sotto il sole, e lui non era toccato da nessun altro al di fuori di Thor. Ora invece era stato svuotato di tutto quel sole. Il dio biondo si meravigliava di accorgersi di quanto velocemente la pazzia fosse riuscita a sommergere Loki e di quanto tardi i suoi rimorsi fossero nati. Respirava profondamente tra i capelli del fratello, serrando gli occhi così forte da fargli male, mentre fissava nella sua mente il profumo, la consistenza, e la sensazione di avere Loki tra le sue braccia. Il suo cuore batteva contro la dura spina dorsale del fratello, la fragile e tuttavia forte struttura del suo corpo pesava contro di lui, mentre ascoltava il ritmo di quel respiro. Thor voleva ricordare ogni cosa. Ne aveva disperatamente bisogno. Presto gli sarebbe servito.
                   Presto.
Il respiro di Loki stava rallentando.
 
“Riposa, fratellino...” le parole erano dolorose come spade sulla sua lingua, ma si obbligò
a dirle comunque.
“Riposa sapendo che qualcuno ti ama.”
La sottile mano di Loki si posò sulla sua, pallida se non fosse stata per i rigagnoli di sangue dipinti sopra con un colore sgargiante.
“Mio fratello...” stridette la voce di Loki. “Mio re...”
La sua mano diede una leggera stretta, e poi il silenzio avvolse Loki.
 
Thor ci mise un po’ prima di capire che quei gemiti sommessi e pietosi che arrivavano alle sue orecchie erano i suoi.
“Perché... perché Loki... ?!” piagnucolò Thor tra i singhiozzi, inghiottendo le sue stesse lacrime, amare per la colpa e i rimpianti.
“Tu sei.... oh, Loki. Loki, Loki...”
Lo strinse a sè con tutta la forza che gli rimaneva in corpo. Come se in quel modo potesse tenerlo ancora un po’ con lui.
Ancora no, ti prego... ancora no... non posso lasciarti andare... Non.. non.
Fuori dalla torre dell’orologio infuriava la tempesta, una pioggia impietosa, rotta dai fulmini che squarciavano il cielo, precipitava sulla terra, e attraverso il diluvio il tuono, che rompeva le nuvole, sembrava partecipare ad un’atroce lutto.
   
 
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