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Autore: londra555    23/05/2012    13 recensioni
-San?
Il tono della sua amica dall’altra parte della linea la fece vacillare. Non prometteva davvero niente di buono.
-Quinn, cos’è successo?
Sentì distintamente un sospiro prolungato prima che Quinn si decidesse a parlare infrangendo per la terza volta la regola non scritta più importante della loro amicizia.
-Brittany… è successa una cosa…
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Direi che prima di iniziare è doverosa la citazione. Il titolo “Memento” viene da un film di Chistopher Nolan e da li viene anche l’idea di fondo di questa storia. Quindi, anche se credo ci siano miliardi di film e libri che trattano più o meno la stessa idea, quello è stata la molla che ha dato forma a questa storia. E poi mi piaceva l’idea di usare un titolo in latino!!
Solo un’ultima cosa… vorrei informarvi che sto pubblicando perché ho perso una scommessa. Quindi Elettra, ecco che pago pegno!
 
Capitolo 1
 
Santana guardava la bionda davanti a lei con le lacrime agli occhi mentre le parole che aveva appena pronunciato iniziavano a scavare un percorso doloroso che le squarciava il petto.
-Non puoi dire davvero.
Brittany scosse la testa ma senza staccare i suoi occhi da quelli scuri della ragazza davanti a lei.
-Lo sai che non possiamo continuare.
Santana pensò che si trattasse di un incubo. Presto si sarebbe svegliata con il fiatone e si sarebbe trovata nel suo letto.
-Mi stai lasciando.
Non era nemmeno una domanda, solo una dolorosa constatazione. E, del resto, per quanto avesse cercato di ignorare i segnali fingendo disperatamente che tutto andasse bene, in realtà stava aspettando quel momento da mesi.
-San, io ti amo. L’ho sempre fatto e continuerò a farlo per sempre. Tu rimarrai sempre nel mio cuore. Ma non possiamo stare insieme.
Santana si lasciò sfuggire una risata amara. Come poteva parlarle d’amore in quel momento.
-Tu non mi ami! Se lo facessi davvero come dici non mi staresti lasciando.
Brittany scosse ancora la testa cercando di trattenere le lacrime. Era sempre stata Santana quella forte delle due, ma adesso toccava a lei, le doveva almeno quello.
-San, ci vediamo una volta ogni due mesi quando siamo fortunate.
-Ma sto per laurearmi! Se mi amassi davvero stringeresti i denti per me, per noi! Invece ti stai arrendendo.
Brittany continuava a guardarla negli occhi cercando di farle capire che, quello che stava succedendo era doloroso anche per lei, ma, allo stesso tempo, era inevitabile.
-Lo sai benissimo che non è così semplice.
-Tu non vuoi che sia semplice!
-Ti stai per laureare ed andrai a Boston! Mi hai già detto che vuoi accettare quell’offerta!
-No! Potrei rifiutarla! Potrei cercare qualcos’altro! Potrei stare con te! Sei tu che non mi vuoi.
Brittany si asciugò una lacrima e scosse di nuovo la testa. Con pazienza. Ma decisa. Da quando Santana aveva iniziato l’università era stata una continua lotta contro la distanza e contro tutto. Lei aveva deciso di lasciare gli studi dopo il diploma e concentrarsi sulla danza, ma non era stata una scelta facile. Si era scontrata con un mondo fatto di continui viaggi e spostamenti per gli Stati Uniti. Aveva trovato lavoro in una compagnia di ballo ma era una semplice ballerina di fila. Era difficile e doloroso perché doveva stare lontana da Santana per lunghi periodi, a volte con poco tempo anche solo per sentirla. Ma era la sua vita. E, adesso, Santana avrebbe avuto la sua.
-Non sarebbe giusto e lo sai. Finiresti per odiarmi per aver lasciato quell’opportunità per un futuro incerto. Guardami! Non so nemmeno dove sarò tra un mese, non posso legarti a me.
Santana la guardò, deglutendo a fatica. Dov’era finita quella ragazzina con la testa tra le nuvole? Quando si era trasformata in quella donna forte e così dannatamente affascinante che non faceva altro che farla innamorare ogni secondo di più? Non poteva non pensare a quanto fosse bella anche in quel momento, con i capelli in disordine per quel lungo viaggio, le occhiaie marcate sotto gli occhi rossi nello sforzo di trattenere le lacrime. Santana sapeva che aveva ragione e che non avrebbe potuto farle cambiare idea e, irrazionalmente, l’unica cosa che desiderò in quel momento fu di ferirla. Per farle provare almeno in parte quella bruciante sensazione che stringeva il suo petto e che le impediva di respirare. Zittì quella fastidiosa vocina interiore che le diceva che Brittany la stava già provando.
-Sei solo un egoista! Vieni qui a dirmi che mi ami ma che vuoi lasciarmi! Solo perché preferisci ballare a me!
Brittany fece un passo per provare a prenderle le mani. Santana si ritrasse con violenza. Non voleva sentire la sua pelle se non poteva più averla per se.
-Lo sai che non è vero! Mi dispiace, San.
-Vai via! Spero tu sia felice adesso. Non voglio più vederti. 
Brittany deglutì mentre abbassava il capo prima di dirigersi alla porta. Si fermò con la maniglia stretta nella mano e si voltò per guardare Santana che stava immobile al centro della stanza con le braccia inerti lungo i fianchi. Brittany si portò un dito sul cuore per indicarlo prima di parlare.
-Tu rimarrai qui per sempre. Non potrò mai dimenticarti. Se non sarà in questa vita sarà nella prossima. Ma non mi perderai mai.
 
 
 
Santana inforcò gli occhiali da sole mentre usciva dall’edificio dove lavorava. Aveva un brillante sorriso stampato in volto. La riunione di quella mattina era stata tra le più produttive della sua carriera. Aveva appena firmato un contratto in esclusiva con uno dei marchi più famosi e potenti. Aveva dovuto lavorare per quasi un anno ma alla fine la sua idea era risultata, come al solito, geniale. Quando si era iscritta alla facoltà di marketing ed economia non avrebbe mai pensato di scoprire che aveva una vero talento innato per slogan e pubblicità. Ancora prima della laurea aveva avuto quella proposta da una delle più grandi agenzie pubblicitarie del paese ed adesso, prima di aver compiuto i trenta, aveva appena concluso l’accordo più importante degli ultimi vent’anni ottenendo l’esclusiva per le pubblicità della coca-cola in tutto il mondo. Per questo aveva deciso di prendersi il resto della giornata libera. Sapeva di meritarsela.
Prese un caffè prima di entrare dentro al grande parco e prendere posto nella solita panchina davanti alla statua in bronzo di George Washington. Allungò le gambe mentre sorseggiava il caffè che finalmente aveva raggiunto una temperatura accettabile. Prese a guardarsi intorno. Boston. Quella che si era trasformata nella sua città, nella sua casa. Era stato amore a prima vista. La sua agenzia aveva sedi in tutto il paese ma, quando le era stato proposto il primo contratto l’avevano mandata nel Massachusetts perché c’erano un paio di posti vacanti. All’inizio era stata riluttante, lei sentiva di meritarsi posti più importanti, Los Angeles o magari New York. Ma le era bastata una sola settimana per ricredersi. Quello era il posto perfetto per lei. Sorrise mentre pensava al trifoglio che aveva tatuato sulla spalla sinistra. Poi sentì il contatto di due braccia familiari che l’avvolgevano da dietro e il sorriso si allargò a dismisura. Voltò appena la testa per baciare quelle labbra.
-Baci sempre tutti quelli che ti abbracciano senza prima controllare chi siano?
-Riconoscerei il tuo tocco ovunque.
La donna si sedette al suo fianco sorridendole. Santana le prese la mano. Emily era bellissima, con i capelli castani mossi dalla lieve brezza e quegli occhi, verdi come Boston. L’aveva conosciuta un paio d’anni prima, a una partita dei Boston Celtics. Un suo collega, Mark, appena trasferitasi in quella città, l’aveva convinta ad accompagnarlo nonostante lei pensasse che la pallacanestro non le sarebbe piaciuta. Si dovette ricredere. Lui era un maestro perfetto, le aveva insegnato ad apprezzare quel gioco. E lei aveva iniziato ad amarlo. Amava soprattutto il fatto che, al contrario del football che era costretta a seguire quando faceva la cheerleader al McKinley, per fare quello sport fosse necessaria una buona dose di intelligenza e sangue freddo. Naturalmente aveva fatto l’abbonamento dalla stagione successiva e lei e Mark non si perdevano più un’incontro. In uno di questi aveva conosciuto Emily.
-Dove vuoi andare a festeggiare?
-Ho prenotato al nostro ristorante. Sicura che non ti ha creato problemi lasciare l’università oggi?
Emily lavorava presso la Boston University come ricercatrice. Era specializzata in fauna paleolitica.
-No! Non credo che i coproliti scappino! – rispose con una risata.
Santana fece una faccia disgustata.
-Come fai a lavorare con quella roba?
-Tesoro sono fossili!
-So benissimo cosa sono! Me l’hai spiegato più di una volta!
-E allora dovresti sapere che si tratta di semplici pietre, ormai!
-Si ma grazie a te so anche cos’erano prima! Ho anche imparato il greco!
-Non hai imparato il greco!
-So due parole! Koprolos e lithos!
Emily sollevò un sopraciglio divertita come sempre quando Santana cercava di dimostrare che l’ascoltava quando le parlava del suo lavoro.
-Sarebbe kopros non koprolos!
-E’ uguale! Vuol dire sempre sterco!
Emily rise e Santana guardò affascinata quelle piccole fossette che si creavano sulle guance quando lo faceva. Le piaceva soprattutto che non fossero uguali, quella sul lato destro risultava più marcata. Santana non poté resistere alla tentazione di allungarsi appena per posare un lieve bacio sulla guancia.
-Ti amo – le disse mentre si allontanava.
Ed era vero. Lo sapeva per il battito irregolare del suo cuore quando quegli occhi verdi si posavano luccicanti sui suoi. Quando si svegliava nel cuore della notte per un incubo e solo pensare a lei la tranquillizzava. Quando le prendeva la mano e sentiva quella pelle sempre fresca.
L’amava e le avrebbe chiesto di vivere insieme. Non ora, magari, ma il momento si avvicinava, se lo sentiva. Presto sarebbero state pronte. Presto Santana sarebbe stata pronta. Si alzò prendendole la mano per aiutarla ad alzarsi e la portò nel loro ristorante.
 
  
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