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Autore: fiammah_grace    23/05/2012    2 recensioni
Periodo indefinito, post Bleach. A Karakura vi è ancora movimento per via degli hollow e alla Soul Society viene deciso di mandare gli shinigami, così da ristabilire al più presto l’ordine.
Tra i capitani verrà inviato Byakuya Kuchiki che, per un caso del tutto fortuito, tra uno scontro e l’altro, si ritroverà ad avere a che fare con una vecchia compagnia risalente a 100 anni prima, Yoruichi Shihoin. La donna ormai era scomparsa dalla sua vita e non pensava avrebbe avuto più contatti diretti con lei, specie per le profonde differenze che le loro strade avevano preso ormai.
Il tutto si complicherà per entrambi, quando a Byakuya verrà chiesto di rimanere a tempo indeterminato a Karakura.
Un po’ per gioco, Yoruichi sarà entusiasta di dare un posto dove stare al “Piccolo Byakuya”, dando inizio ad una convivenza di necessità in onore ai “vecchi tempi”, ma poi…
“…should we try again?”
[ByakuyaxYoruichi]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Un pò tutti, Yoruichi Shihoin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 11.
 
 
 
 
L’amarezza riempiva di disprezzo il cuore di Byakuya Kuchiki, che camminava velocemente, quasi come se volesse fuggire.
Fuggire da una verità inaccettabile.
 
L’adrenalina gli impediva di fermarsi, così cominciò a marciare con passo sempre più forte fino ad arrivare in una radura poco lontana dal centro della città.
Si guardò attorno e si sentì profondamente disorientato. La sua bocca si mosse in una smorfia di disappunto. Portò una mano vicino ad essa e respirò profondamente.
 
L’aveva baciata.
Aveva sentito dentro di se quel fortissimo impulso che ormai lo perseguitava, e alla fine non ce l’aveva fatta.
Il suo istinto non si era lasciato domare ed aveva reagito a quegli innumerevoli contatti.
Così di sua iniziativa le si era avvicinato, l’aveva bloccata e le aveva aperto la bocca per sentire le sue labbra, la sua pelle….con sempre più brama e intensità.
Chiuse gli occhi e girò di scattò la testa quasi come per distogliere dalla sua mente quell’immagine.
 
Gli era piaciuto, certo.
 
L’aveva desiderato.
Dal giorno in cui si erano rincontrati.
Da quando si erano visti da Urahara ed era stato costretto ad andare a vivere per un po’ da lei.
Da quando si vedevano di sfuggita mentre lui usciva.
Da quando lei gli faceva i suoi “attentati” per poi allacciarglisi al collo e far sentire il suo bellissimo corpo premere su di lui.
Da quando dalle scale, quella sera, la aveva vista con lo sguardo basso mentre tornava a casa. Con un viso così triste che quasi non gli sembrava lei. Eppure in quel bellissimo abito rosso.
 
E lei poi lo aveva baciato.
 
Lo aveva baciato rompendo quella barriera che fino a quel momento lo aveva protetto non dando un nome ai sentimenti che provava quando lei gli era vicino.
Quel bacio aveva acceso in lui un sentimento che era rimasto oppresso da anni e si rifiutava di venir fuori.
Rinnegandolo, rifiutandolo con odio.
Così, tutto in una volta, aveva cominciato a bramarla, a desiderarla…e l’aveva fatto.
 
Istintivamente tirò un calciò sull’erba e alcuni ciuffi verdi presero a volare lasciando scoperto il terreno ancora umido.
Buttò la testa all’indietro sperando di allontanare da se quella delusione verso se stesso.
 
Si sentiva irritato perché si trattava di lei. Yoruichi Shihoin.
 
Una donna irresistibile e seducente.
Una donna che non aveva mai ignorato e non era mai uscita fuori dalla sua vita, dopotutto.
Se non quando era stato costretto a dimenticarla credendo che fosse morta.
 
Poi all’improvviso si era fatta viva, quando nessuno ormai si aspettava di rivederla.
E da quel momento non avevano avuto alcun momento per chiarire, per parlare.
Aveva sì concretizzato che quella gattaccia fosse lì, di fronte a lui, ma dopo…non si erano degnati di ne di uno sguardo, ne di una parola, se non occasionali.
E poi era finito a Karakura, e non solo se l’era ritrovata davanti durante un combattimento contro un hollow, ma era stato anche costretto ad abitare temporaneamente da lei e riscoprire che i suoi sentimenti per lei ribollivano ancora così vivi.
 
Strinse i pugni.

La cosa che più lo infastidiva era assimilare quel suo stato d’animo a quei sentimenti che provava un tempo.

Era giovane, inoltre era passato così tanto tempo che non poteva neanche ricordarsene, però non era certo un bambino.
 
Pensare che potesse aver maturato dei sentimenti già da all’ora lo aveva spiazzato.
 
Quei sentimenti così maturi e quelle sensazioni di forte eccitazione e di perdita del controllo che da sempre lei sapeva suscitare in Byakuya erano chiari. E gli appartenevano da sempre.
Solo che solo adesso lo aveva capito.
 
La detestava perché lo prendeva in giro, perché era assurdamente veloce e fastidiosamente irrispettosa.
Però…però gli piaceva.
 
Sentì che nonostante tutto, Yoruichi si era saputa ritagliare una fetta del suo cuore che lui le aveva sempre negato.
 
Quella stregatta incontrollabile, lui, dopotutto, l’aveva sempre guardata con incanto.
 
Non era stato capace neanche di dimenticarla.
 
Quella sensazione di disapprovazione lo pervase ancora di più.
Fece un salto e sparì, lasciando alle sue spalle il vento che soffiava sulle foglie.
 
[…]
 
 
Il vento continuò a scuotere sempre di più, fino a far battere le finestre delle abitazioni.
 
Yoruichi avanzò verso una di queste e la chiuse energicamente, mentre uno strano rimescolio allo stomaco stranamente non riusciva ad abbandonarla già da dieci minuti.
 
Sentiva il cuore in gola, e le labbra bruciare ancora per quel contatto durato sì poco, eppure così invadente e penetrante da averle immobilizzato tutto il corpo.
 
Non ricordava neanche se lo avesse ricambiato perché lo volesse o per la foga con la quale il ragazzo l’aveva premuta contro di se. Si era sentita una volta tanto impotente, avvolta da quelle forti braccia che invece non avevano mai osato sfiorarla.
 
Rimase poggiata sul muro del corridoio, esattamente dove lui l’aveva bloccata, e pian piano la sua mente prese a prendere coscienza di ciò che fosse accaduto concretamente.
 
Byakuya l’aveva baciata.
Fosse stato uno squilibrio ormonale, o una pulsione di nervi o un lato implacabile del suo carattere…
Cercò una qualsiasi risposta razionale, che comunque non venne.
Tuttavia era stato un bacio a cui rimanere impassibili era pressoché impossibile.
Strinse le sottili braccia attorno a se e si sentì infinitamente piccola nel ricordare quelle di Byakuya quando l’avevano stretta.
 
Nessuno l’aveva mai stretta così.
 
In verità Yoruichi si trovava difficilmente in situazioni simili.
Amava scherzare, essere sensuale certo, ma divertendosi. E generalmente le persone la assecondavano e tutto finiva lì.
Però mai qualcuno aveva riservato a lei quel tipo di atteggiamento, spingendosi fino a bloccarla vicino ad un muro e costringendola a vincolarsi alle sue labbra senza poter opporre resistenza.
Quella sensazione le fece palpitare il cuore ancora una volta. Una sensazione a cui non era abituata, lei che era quella che provocava le persone generalmente.
 
Perché Yoruichi era una provocatrice e amava farsi desiderare, ma non era mai stata bramata da qualcuno così.
 
Pensare che questo qualcuno fosse stato proprio Byakuya la sconvolse.
Per un attimo si incolpò pensando che l’avesse turbato mostrandosi per tutto il giorno così non curante. Il fatto era che…l’aveva fatto per auto difesa.
Non era riuscita a reggere quelle rivelazioni sulla sua vita che già conosceva, ma che tuttavia l’avevano sconvolta quella notte.
Non si sentiva forse più la sua Stregatta?
Non lo sapeva…aveva solo voluto prendere le distanze per una volta, e invece aveva ottenuto un effetto contrario.
 
Si diede un leggero schiaffo.
Guardò fuori la finestra e vedendo il tempo peggiorare sempre di più, si chiese dove fosse andato quel ragazzo.
 
 
[…]
 
 
Tic. Tac.
 
Yoruichi scostò il viso dal libro che stava leggendo ormai da diverso tempo. Sollevò sopra i capelli i sottili occhialini a mezzaluna e guardò l’orologio.
 
“L’una e mezza. Chissà dove si è cacciato.”
 
Ritornò al suo libro, ma la sua mente non riuscì a concentrarsi su quelle pagine poiché i suoi pensieri ritornarono velocemente al ragazzo dai capelli neri.
Non era particolarmente tardi, ma non si aspettava che non sarebbe rincasato.
Cominciò a preoccuparsi dato che comunque non aveva sue notizie da quattro ore. Per di più, dopo un episodio come quello accaduto fra loro, sparire era piuttosto sospetto.
Da sola cominciò a pensare di star farneticando troppo, non era il caso stare in ansia così.
Byakuya era un uomo, adesso.
Tuttavia, insomma…cosa poteva mai star facendo per strada così tanto tempo? Non avvertiva neanche il suo reiatsu, quindi probabilmente aveva ancora il gigai addosso. Niente combattimenti con hollow, dunque.
Sarebbe sicuramente rincasato a momenti.
Si adagiò meglio sul bracciolo del divano, abbandonando la testa e lasciando cadere il libro dalle mani.
Strinse a se un cuscino e solo dopo ricordò che quello fosse di Byakuya. Non lo allontanò da se, comunque.
Cominciò a sentire gli occhi pesanti e si chiese come mai il ragazzo non facesse che lamentarsi di quel divano definendolo scomodissimo.
Lei lo trovava così bello ed accomodante.
Chiuse gli occhi.
Aveva davvero voglia di un bel pisolino.
La notte prima aveva dormito così poco.
 
A quel pensiero le ritornò in mente il motivo per cui aveva faticato a prendere sonno quella notte.
Ovvero la sua lontananza dalla vita di quel piccolo Byakuya, che conosceva da anni, ma che effettivamente adesso era poco più di un conoscente.
 
Non sapeva niente di lui, niente di cosa avesse vissuto…e non lo avrebbe mai saputo.
Era successe tante cose, e queste erano anche finite.
Dopo cento anni era più che normale, però…
 
Però risuonava ancora così strano il fatto che del Byakuya che ricordava probabilmente non fosse rimasto niente.
 
Sentì una strana amarezza che le fece corrucciare la faccia.
 
Il passato non poteva tornare.
 
Il tempo passa, anche se non ce ne accorgiamo. Possiamo solo cercare di seguirne il flusso e accettare che tutto diventa passato, prima o poi.
 
In questo senso, mettendosi dal punto di vista di Byakuya, anche lei apparteneva al passato.
 
Una conclusione non certo incoraggiante e che la fece demoralizzare ancora di più.
 
E chissà cosa lui ne pensasse veramente…
 
 
[…]
 
 
“Uh?”
 
Yoruichi sollevò appena il capo dal bracciolo del divano.
Massaggiò la schiena, che le doleva per via della posizione scomoda nella quale si era appisolata.
Guardò attorno assonnata e pian piano la sua mente cominciò a ritornare sveglia. Stropicciò gli occhi e dopo un sonoro sbadigliò controllò l’ora. Si sorprese quando costatò che erano le tre del mattino. E Byakuya non era ancora tornato.
Si alzò di soprassalto e prese a girare per la casa sperando di trovarlo da qualche parte, ma niente.
Cominciò ad allarmarsi.
Okay che fosse uscito di casa, che avesse da lavorare e che già spesso faceva tardi. Il problema era che l’idea di non sapere dove fosse la mandava in crisi. Se aggiungeva poi quello che era successo proprio prima che lui lasciasse la casa…
Deglutì.
Sapeva che non era tipo da fare sciocchezze, figuriamoci! Era un ragazzo responsabile, però…Cazzo! No!
Non lo sapeva!
Non sapeva che genere di persona fosse Byakuya Kuchiki!
Non sapeva cosa potesse balenargli in quella testa piena di fronzoli! Come reagisse e se magari avesse preferito fuggire da lei.
Perché effettivamente il fatto che non si fosse fatto sentire dopo un “evento simile” le faceva pensare una sola cosa: fuga.
Byakuya era fuggito perché non voleva affrontarla, forse.
Scosse la testa violentemente, ragionando sull’unica cosa da farsi, ovvero andarlo a cercare.
 
Così uscì di casa e cominciò a girare per la città in lungo e in largo sperando di sentire il suo reiatsu.
Il forte vento che aveva soffiato tutta la serata si era calmato, tuttavia aveva fatto abbassare cospicuamente le temperature tanto da costringere Yoruichi a fermarsi per strofinarsi le braccia qualche secondo.
Era stata troppo precipitosa ad uscire vestita così leggera. Tuttavia fece un profondo respiro e riprese a saltare per i tetti delle case.
Lanciò uno sguardo verso i posti dove era solito trovarlo quando lo aveva già cercato in passato, ma di lui nessuna traccia.
Cominciò davvero a preoccuparsi. Dove era finito?
Prese a ragionare.
Se Byakuya fosse stato a Karakura, avrebbe sentito il reiatsu di qualche hollow ed individuarlo non sarebbe stato così difficile.
Se però non c’erano hollow in giro, allora perché non era ancora tornato a casa?
Ciò voleva forse dire che non c’era proprio a Karakura?
 
Caspita! Più di una ramanzina, non aveva intenzione di riprendere il discorso.
Il fatto però che se ne fosse andato così rendeva tutto più complicato.
Beh, in effetti Byakuya era sempre stato un ragazzo problematico.
 
Pazienza, la strigliata comunque non gliel’avrebbe tolta nessuno!
 
Così fece un salto e cercò uno spazio adeguato per aprire il Seikamon, la porta che collegava alla Soul Society.
 
 
[…]
 
 
La leggera brezza della notte soffiava sulle ampie radure a quell’ora deserte della Soul Society.
 
Una riposante quiete rendeva quella zona come addormentata, mentre le stelle si riflettevano pulsando sulla superficie dell’acqua contrastando con il nero del cielo.
Era una notte limpida, priva di nubi. Stare lì, fermi sulle sponde di quel lago, sapeva trasmettere una grazia incredibile, capace di trasportarti lontano dalle realtà.
Ed ora come ora, essere lontani da tutto era qualcosa che davvero ricercava.
 
Byakuya Kuchiki era lì, immerso nei suoi pensieri da un bel po’.
Era arrivato già da un po’alla Soul Society. Un po’ per distendere i suoi turbamenti, un po’ perché aveva bisogno di ritornare lì dove era il suo posto. Dove le sue regole erano intatte, senza nessuno che potesse sconvolgerle come invece sapeva fare lei.
Erano il suo pilastro, le sue fondamenta che lo tenevano in piedi.
 
Una vera e propria trappola, dove al di la della quale non vedeva via di fuga.
Talvolta si sentiva imprigionato, come tutti.
Ma senza quel posto dove vivere, si sarebbe sentito estraneo ed incapace. E così quello era diventato il suo mondo, l’unico nel quale riuscisse ad essere il Capitano Kuchiki.
 
Stare da Yoruichi aveva significato perdere il controllo di tutto.
Così, senza il suo castello, non aveva avuto nulla a cui sorreggersi.
 
Quindi tornare lì, alla Soul Society, anche se per poche ore, lo aiutò a respirare quell’aria di cui si nutriva e dalla quale traeva forza, senza cadere mai in tentazione o venire a mancare ai suoi doveri.
 
Osservò le sponde di quel lago non troppo lontano dalla sua abitazione.
Aveva pensato di tornare a casa, ma alla fine aveva preferito stare lontano da tutti. Ciò di cui aveva bisogno era isolarsi e smaltire in qualche modo le sue preoccupazioni.
 
E così alla fine aveva scelto quel luogo pittoresco, che in qualche modo riusciva a rassicurarlo.
 
Mentre l’aria solleva i suoi sottili capelli tenuti fermi dal copricapo della famiglia Kuchiki, improvvisamente sentì alle sue spalle un reiatsu familiare.
Si voltò non credendo però fosse possibile che si trattasse di chi aveva in mente, così tornò velocemente sulle sue, riprendendo a guardare il lago, quando una voce chiamò il suo nome urlando.
 
“Byakuya!!!”
 
Si girò appena, ma non ebbe il tempo di focalizzare il suo interlocutore che sentì una forte presa all’altezza della vita, che lo spinse con un’energia irrefrenabile facendogli perdere l’equilibrio.
Sentì solo dolergli le ginocchia e le mani, ma soprattutto, si accorse di essere completamente fracido, immerso quasi totalmente dentro le acque del lago.
Fece qualche colpo di tosse, scuotendo la testa all’indietro per portare i capelli lontani dal viso, mentre scrutava la figura che aveva di fronte.
 
“Byakuya, non fare stupidaggini!”
 
“Non fare cosa..?!” esclamò incredulo. Poi ritornò a lei. “Yoruichi, tu qui?”
 
La donna, bagnata dalla testa ai piedi, con i capelli insolitamente lisci e privi di quelle punte all’insù che caratterizzavano la sua capigliatura, era decisamente diversa. I vestiti zuppi fasciavano il suo corpo, dandole un’aria innocente e sperduta.
 
La ragazza alzò lo sguardo, e i suoi occhi si incrociarono con quelli di Byakuya, che in verità era a pochissimi centimetri da lei, incastrato tra le sue braccia. 
Giusto il tempo di scostarsi i capelli che la ragazza se ne accorse e subito si allontanò, rimanendo inginocchiata con il busto ancora immerso nell’acqua.
Per fortuna almeno erano caduti in una zona dove l’acqua era bassa.
 
“Cosa ci faccio io qui, mi chiedi? Tu piuttosto! Sai che ore sono?” parlò lei fingendosi disinvolta e cominciando a strizzarsi la coda di cavallo quasi come fosse uno straccio.
 
Byakuya, dal canto suo, rimase immobile, come bloccato dal fatto di rivedere Yoruichi così, dopo quello che era successo tra loro.
Certo non si aspettava che dopo un episodio del genere se la sarebbe ritrovata così vicino nella stessa giornata, e soprattutto che lei gli si sarebbe buttata addosso spingendolo dentro l’acqua a quel modo.
Almeno non così presto.
Tuttavia ritrovò subito la sua serietà e le rispose con fare distaccato.
 
“C’era una riunione alla quale dovevo partecipare.”
 
“Una riunione!? Beh, potresti almeno inventare una scusa credibile!!” sbottò lei. “Non ti vedo da tutto il giorno, che ne so io che vai facendo e se magari hai fatto qualche stupidaggine.”
 
Il ragazzo la guardò sinceramente confuso. “Qualche stupidaggine? E perché?”
 
“Oh, Byakuya! Che ne so!”
 
Rimasero qualche secondo in silenzio, fu lo shinigami però ad interrompere quell’atmosfera. Voleva evitare ulteriori imbarazzi con lei.
 
“Non credevo ci fosse bisogno di avvisarti. Sarei tornato domani.”
 
Yoruichi strinse gli occhi trovano inaccettabile quella spiegazione.
Chi sperava di prendere in giro?
Sapeva benissimo perché se n’era andato.
 
Rimase ferma ad osservalo, sentendosi fastidiosamente nervosa.
Probabilmente perché non sapeva davvero cosa diavolo dirgli. Difficilmente si sentiva a disagio con qualcuno, quindi era un tipo di emozione che la disturbava non poco.
Si strofinò le braccia fra di loro mentre  il suo sguardo si cominciava a perdere sempre di più nella figura di  Byakuya, che stava sulle sue come al solito.
Quel suo viso bagnato fece uno strano effetto su di lei, tanto da costringerla a deglutire.
Improvvisamente avvertì un fortissimo brivido che le fece tremare tutto il corpo.
 
Lo shinigami se ne accorse, così si alzò leggiadro e cortesemente le porse la mano per aiutarla a mettersi in piedi.
 
“Non credo vorrai stare immersa qui dentro ancora per molto.”
 
“Certo che no.”
 
Malvolentieri Yoruichi afferrò la sua mano, si mise in piedi e provò ancora più freddo di prima, visto che era completamente bagnata.
Anche Byakuya era completamente zuppo.
Lo osservò risalire sulle sponde, con quei vestiti pesanti che oscillavano appena, lasciando cadere qualche goccia d’acqua ad ogni suo passo.
Quella divisa da shigami, generalmente ingombrante, adesso era più aderente e metteva in risalto la sua corporatura longilinea.
Cascavano poi sulle sue spalle i lunghi e ordinati capelli corvini, ora divisi in ciocche e spezzati da pochi ciuffi fuori posto, che si confondevano nel colore nero dei vestiti.
 
Yoruichi vide lo shinigami scostarsi di dosso l’haori e fare per porgerglielo. Ne approfitto per spezzare la tensione, così incrociò le braccia e lo guardò sarcastica.
 
“E tu pensi che mi metta addosso un haori già zuppo? Vuoi farmi venire un accidenti, allora.”
 
Byakuya si risentì leggermente, ma non aveva alcuna voglia di discutere. Così riposizionò l’haori sulle spalle.
Tuttavia una parte di sé fu felice di notare che stessero tornando a…bisticciare come sempre. Paradossalmente cominciò a rilassarsi solo dopo quel momento.
 
“Volevo solo essere cortese.” Disse quasi fra se, dopodiché si sedette sull’erba e prese a strizzare i lembi dei suoi vestiti.
 
Yoruichi lo vide poi portare una mano all’interno della sciarpa e tirarla via velocemente, sfilandola e lasciano il suo collo scoperto. Non seppe per quale motivo, ma le fece ribollire il sangue pensare anche solo per un istante che lui si stesse svestendo proprio davanti a lei.
In quel momento Byakuya le stava facendo un effetto davvero strano che non le faceva comprendere il suo stato d’animo.
Sentì delle curiose pulsazioni smuoverla dentro. Dopodiché praticamente si buttò a fianco al ragazzo.
 
Byakuya rimase ad osservarla non riuscendo ben a descrivere l’espressione della ragazza.
Sembrava…a disagio?
Probabilmente era per quanto era accaduto.
Ma non gli andava di parlarne. Cosa avrebbe dovuto dirle dopotutto?
Ora come ora quel silenzio imbarazzante era il male minore rispetto l’affrontare quell’argomento.
 
Yoruichi sospirò profondamente. Si girò e lo guardò imbronciata.
 
“Beh, che fai? Resti qui allora?”
 
Incrociare il suo sguardo di nuovo generò in lui quella trepidazione che stava cercando di scacciare da tutto il giorno ormai.
Prese a guardarla intensamente specchiandosi in quei suoi bellissimi occhi felini, quasi come sperando che lei non potesse vederlo. Questo per poter rimanere così, fermo a guardarla senza sentirsi in soggezione. Era una sensazione piacevole che se da una parte lo spiazzava, dall’altra gli trasmetteva un calore immenso difficile da descrivere.
Dovette però tornare velocemente alla domanda della ragazza, prima che lei si accorgesse che la stava osservando con troppa insistenza.
Così portò gli occhi dritto dinanzi a se, e rispose con tono basso.
 
“No. Visto che sei venuta fin qui, torno.” Abbassò lo sguardo. “Se per te va bene.” Aggiunse.
 
La ragazza fece un sorrisetto sarcastico.
Abbracciò le gambe comprimendole contro il petto, prendendo poi a dondolare in avanti ed indietro, dopodiché si alzò e si posizionò di fronte a lui.
 
“Sì, sì, certo. A proposito, ti hanno detto qualcosa sulla tua… permanenza a Karakura?”
 
Chiese lei in realtà volendo spezzare un po’ il ghiaccio. C’era una tensione fin troppo evidente da parte di entrambi.
Byakuya però parve pensieroso, quasi come se non sapesse se parlare o no.
Lo vide rivolgere lo sguardo altrove, così lei piegò la testa per incrociare i suoi occhi che non facevano che divagare.
Prima però che potesse punzecchiarlo per farlo reagire, il capitano decise di rispondere senza troppi convenevoli.
 
“Sono insorte diverse complicazioni, e per questo pare che la mia permanenza a Karakura non sia stata discussa.” Disse costatando che quello fosse il momento più adatto per dirle ciò che gli aveva detto Renji in verità già da diversi giorni.
 
“Cioè?” chiese lei seguendo la figura dello shinigami mentre si rimetteva in piedi.
 
“Cioè…” ripeté lui quasi in un sussurro assumendo un’espressione imbronciata, come di chi deve ingerire un boccone per niente di suo gradimento “…non so quanto ancora dovrò restare.”
 
A quell’espressione così infantile, Yoruichi scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi.
Inutile dire che Byakuya la ricambiò inorridito.
 
“Che hai da ridere?”
 
“Hai fatto la stessa faccia di quando eri ragazzino!”
 
Il ragazzo si innervosì ulteriormente a quella battuta.
Non bastava che lo trattasse per davvero come cento anni prima, adesso cominciava anche con degli assurdi ed improponibili paragoni.
 
Vedendolo così, Yoruichi cercò di calmarsi e ritornò seria. Portò una ciocca di capelli all’indietro che le pendeva sul viso, e poi si rivolse a lui.
 
“Okay, nessun problema. Sarà uno spasso averti per…” alla fine non resistette e prese a guardarlo di nuovo con la sua espressione canzonatoria e provocatrice che a lui tanto ‘piaceva’ “…per…per i prossimi giorni? La prossima settimana? Prossimi mesi…? Prossimi…cento anni?”
 
Byakuya sgranò gli occhi ad una prospettiva simile, così si voltò e rigò dritto non rispondendola nemmeno.
 
Yoruichi rimase ad osservarlo ancora in preda alle risate.
Ora però che lui le dava le spalle, sorrise più dolcemente e lo guardò felice che lui stesse bene.
In fin dei conti, si era davvero preoccupata per lui e sapere che adesso tornassero a casa assieme era comunque un sollievo.
 
Dal canto suo Byakuya non riusciva proprio a capire come lei riuscisse a scherzare su un qualcosa che a lui comportava non pochi problemi.
 
Rivederle quell’atteggiamento da una parte lo aveva irritato, come sempre. Eppure era stranamente felice che tra loro non fosse cambiato nulla.
 
Si voltò appena indietro, verso di lei.
La osservò mentre portava le mani sul viso e starnutiva violentemente.
Infreddolita, tremante e con quegli occhi languidi per il freddo. Spostare il suo sguardo da lei gli fu praticamente impossibile.
Quella dannata stregatta ormai lo stava facendo letteralmente impazzire, rompendo tutti i suoi schemi, le sue abitudini e risvegliando quella parte assopita di sé che gli era stato imposto di reprimere nel corso della sua vita.
 
“E-Eeeee…Etciù!!”
 
Quello starnuto lo fece ritornare alla realtà, e solo allora si accorse che lei gli si era avvicinata fulminea, e lo stava scrutando con fare sospetto.
Byakuya sgranò gli occhi, sentendosi enormemente a disagio non solo perché se la fosse ritrovata così vicino troppo improvvisamente, ma soprattutto per quell’espressione, che sembrava pronta a dire una delle sue.
Ora come ora non aveva la lucidità per reggere il colpo.
 
Yoruichi piegò appena la testa, e istintivamente lo shinigami schiuse le labbra, portando la lingua fra i denti e non sapendo bene come muoversi.
Deglutì e richiuse la bocca, ritrovandosi quel viso sempre più vicino.
A questo punto non riusciva più a capire se stesse accadendo nella sua testa oppure per davvero lei gli era così vicina.
La ragazza portò le mani sulle sue spalle. Quel tocco lo fece rabbrividire. Sentì la pelle propagare quella sensazione per tutto il corpo, facendo scorrere dentro di lui una fortissima scossa di piacere e di trepidazione.
La loro frequenza aumentò sempre di più quando lei cominciò a fargli scivolare di dosso il suo lungo haori bianco. Perché stava facendo così?
Poteva sentire quasi il suo respiro che soffiava caldo sul suo petto, ma non riusciva a comprendere cosa la ragazza volesse fargli capire.
Sentiva solo il suo calore sulla sua pelle umida. Così piacevole…così intenso…
 
“Anche se bagnato, ci ho ripensato.” Sfilò definitivamente, con un gesto veloce, l’haori dello shinigami, il quale rimase ancora più impietrito a guardarla. “Fa troppo freddo.” Ammiccò.
 
Byakuya rimase a guardarla attonito, completamente stordito, tant’è che cominciò a temere che questa volta la sua espressione, generalmente indefinibile, lo stesse tradendo.
 
Lei sgattaiolò avanti a lui e volteggiò facendo ondeggiare la giacca di Byakuya che adesso era sulle sue spalle.
Si girò facendo muovere i suoi lunghi capelli e Byakuya ebbe l’impressione che lo stesse guardando con dolcezza.
Improvvisamente lei sgranò gli occhi, come se si fosse ricordata di qualcosa di importante. Infatti portò una mano sul fianco e lo guardò impostandosi con il suo sguardo saccente.
 
“Ah, quasi mi dimenticavo!” esclamò. “Visto che la tua permanenza è lunga, vedi di imparare a tenere a bada i tuoi istinti, allora!”
 
Lo shinigami sbandò a quella affermazione inaspettata.
 
“Cosa?!”
 
“Beh, non avrai pensato davvero che non ti avrei fatto almeno una strigliata, eheh!” disse riprendendo a camminare, senza fargli capire se fosse davvero arrabbiata o se lo stesse beffeggiando ancora una volta.
 
Byakuya rimase esterrefatto.
Questo era quello che aveva da dirgli dopo quello che era successo?!
 
Inutile, Yoruichi, nonostante gli anni, rimaneva una persona a lui completamente incomprensibile.
Lei era un mondo a lui del tutto sconosciuto, ma non era del tutto sicuro di non volerlo conoscere.
 
Yoruichi dal canto suo sfruttò la sua innata arroganza per nascondere al meglio il rossore che aveva in viso e che l’avrebbe tradita se Byakuya in quel momento l’avesse guardata in volto.
 
 
[…]
 
 
 
 
  
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