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Autore: Perversion    24/05/2012    2 recensioni
Tony sorrideva beato mentre percorreva il lungo corridoio del palazzo con un mazzo di rose in mano.
Lasciare Pepper era stato difficile, lei era stata l'unica donna con cui si era sentito veramente bene, ma dopo aver conosciuto
lui aveva semplicemente capito che Pepper per lui era come una sorella, una mamma, un'amica. Ma nient'altro.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sogni e senso di colpa







Tony sorrideva beato mentre percorreva il lungo corridoio del palazzo con un mazzo di rose in mano.
Lasciare Pepper era stato difficile, lei era stata l'unica donna con cui si era sentito veramente bene, ma dopo aver conosciuto lui aveva semplicemente capito che Pepper per lui era come una sorella, una mamma, un'amica. Ma nient'altro.
Svoltò a destra e si diresse senza alcuna esitazione verso la camera di Steve.
Era stato così cieco all'inizio, si era comportato da stupido, ora che aveva finalmente fatto luce sui suoi sentimenti si sentiva incredibilmente bene. Lui amava Steve. Non c'erano ne se ne ma. Lui lo amava e starebbero stati insieme. Si sarebbero pure sposati!
Tony ridacchiò all'idea di Capitan America vestito di bianco e accellerò il passo. Si fermò solo quando fu davanti alla porta della sua camera. Bussò energicamente e, senza aspettare entrò nella stanza.
Steve se ne stava seduto alla scrivania, sentendolo entrare nascose qualcosa sotto un piccolo mucchietto di fogli e si voltò.
«Stark, non ti ha insegnato nessuno che devi aspettare prima di entrare?»
Tony sorrise e gli si avvicinò.
«Scusa.» mormorò porgendogli il mazzo di rose, «Queste sono per farmi perdonare.»
Steve lo guardò storto per alcuni minuti, non si mosse, non emise un solo suono. Tony si sentì un vero idiota, fermo lì con quel mazzo di rose in mano.
«Accettale, ti prego.»
Sussurrò con una voce che stentava a riconoscere come propria, sentiva il cuore battergli a tutta forza nel petto, era assolutamente sicuro che se Steve non avesse fatto qualcosa, qualsiasi cosa, sarebbe morto d'infarto.
Il biondo sospirò e scosse la testa.
«Mi dispiace Stark, non posso.»
Il sangue nelle vene del moro si gelò, il cuore smise di battere e una strana sensazione, come di pizzicorino, iniziò ad attanagliargli la testa. Non era vero, tutto quello, semplicemente non era vero. Aveva sentito male.
«C-Cosa? »
Tony balbettava, non aveva mai balbettato in vita sua.
«Non posso accettare quelle rose.»
Il mondo del moro crollò, lentamente abbassò la mano, poté quasi sentire il rumore del suo cuore che si spezzava.
«Certo, capisco, comunque, ehi, cosa credi? Volevo solo sperimentare qualcosa di nuovo, l'avventura di una notte.»
Steve annuii.
«Certo Stark, certo.»
Quella bugia non stava in piedi, entrambi lo sapevano, entrambi avevano finto di crederci.
Tony si voltò e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Scaraventò le rose per terra ed iniziò a correre. Gli tremavano le gambe e le lacrime gli impedivano di vedere dove stesse andando, ma non gli importava molto.
Che stupido era stato, si era illuso che anche Steve lo amasse, aveva vissuto in un sogno, un bellissimo sogno, ma ora che si era svegliato vedeva tutto in modo chiaro. Loro erano due uomini e Steve non avrebbe mai potuto amare uno come lui. La verità gli faceva male, sentiva un dolore acuto in tutto il corpo, come se milioni di spilli lo stessero perforando allo stesso momento. Odiava quella sensazione.
Corse fuori dall'edificio giusto un attimo prima che scoppiasse a piovere, non ci fece caso.
Continuò a correre e permise finalmente alle lacrime di sgorgare.
Lui amava Steve e per mesi aveva creduto che sarebbe bastato poco per poter stare insieme, si era sbagliato. Per mesi aveva vissuto con la voglia matta di poterlo osservare mentre dormiva beato sul suo petto, ora che sapeva che un sogno simile non si sarebbe mai potuto realizzare aveva solo una gran voglia di morire.
 
 
Steve tornò a sedersi nuovamente alla scrivania e tirò fuori la foto che aveva nascosto all'arrivo di Tony.
Era una foto di Stark, di Howard. Steve ne era sempre stato innamorato ma non aveva mai osato dichiararsi. Ora che lui era morto si sentiva terribilmente solo. Conoscere il figlio di Howard era stato come un miracolo per lui. Tony era identico in tutto e per tutto ad Howard, ma c'era qualcosa che lo bloccava. Non riusciva nemmeno a chiamarlo per nome. Si sentiva sempre in colpa quando Tony era vicino a lui, come se stare con Tony potesse offendere in qualche modo Howard. Non capiva, non riusciva a capire. Quando Tony gli aveva porto il mazzo di rose si era sentito felice e lusingato, ma quella sensazione di tradimento era tornata ad impadronirsi di lui. Lo aveva fatto scappare, aveva sentito i suoi passi lungo il corridoio e per un lunghissimo secondo era stato tentato di corrergli dietro, di nuovo i sensi di colpa.
Sospirò rumorosamente e appoggiò la testa contro il tavolo guardando la foto che teneva in mano. Era un vigliacco, prima non riusciva a esprimere i suoi sentimenti ad Howard, e ora che iniziava a provare qualcosa per il figlio lo stava trattando in modo ignobile. Chiuse gli occhi.
«Steve.»
Si risollevò dalla scrivania e si guardò attorno. Quando individuò l'uomo che aveva parlato non poté trattenersi dal saltare in piedi e corrergli incontro.
«Howard!»
Urlò avvicinandosi sempre di più. Howard però sollevò una mano e gli ordinò di fermarsi, lui obbedì.
«Non posso rimanere molto.» disse, la sua voce aveva un qualcosa di tremulo, di spettrale.
«Steve, ho sempre saputo cosa provavi per me.»
Il biondo sussultò a quella notizia ma non disse nulla, continuando ad ascoltarlo. «Sappi che anche io ti ho voluto bene, ma come amico, nulla di più.»
Steve sorrise triste, in fondo l'aveva sempre saputo.
«Sei venuto a dirmi questo?»
Howard lo guardò serio.
«Ovviamente no,» iniziò «Steve, tu devi andare avanti, devi scrivere la tua storia, non puoi rimanere bloccato nel passato, sia io che Peggy siamo stati solo dei capitoli nella tua vita. Con Tony puoi andare avanti, puoi vivere il presente e il futuro, puoi aggiungere altri capitoli alla tua storia.»
Steve annuì e Howard sorrise.
«Bene, ora come segno della tua buona volontà ti chiedo di darmi la mia foto.»
Il biondo sgranò gli occhi, sorpreso dalla richiesta, ma sollevò comunque la mano in cui ancora teneva la foto e la porse a Howard che la afferrò e se la mise in tasca.
«Un'ultima cosa,» continuò Howard tornando serio «Steve, non sentirti in colpa con i morti, non serve a nulla.»
Un tuono più forte degli altri fece spalancare gli occhi a Steve. Si guardò intorno, ma non vide nulla, era sempre seduto alla sua scrivania, aveva sognato tutto. Cercò con lo sguardo la foto di Howard che poco prima teneva in mano, ma non la trovò da nessuna parte. Scattò in piedi come una furia e si precipitò fuori dalla camera, messo piede in corridoio trovò il mazzo di rose ormai distrutto per terra. Iniziò a correre. Howard aveva ragione. Avrebbe trovato Tony e si sarebbe creato un magnifico futuro con lui. Il senso di colpa era sparito.









Sì vabbè ho rotto le scatole *e non solo quelle* colpa della Deary (come sempre!), prendetevela con lei. 
   
 
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