Come un tempo era stato costretto a lasciarla, per portare a termine
il compito a cui era stato destinato, ora lasciava le file
dell'Oscuro Signore, arrivando a schierarsi contro di lui e contro ai
suoi genitori, per Hermione, per l'unica cosa che alla fine dei
conti, comunque andassero le cose, avesse senso.
* * *
gli aveva detto Silente, e gli era sembrato di
sentire Lei parlare.
-Non voglio il suo aiuto, ma non capisce? Io
lo devo fare, devo ucciderla, o lui ucciderà me.
Per
proteggerla, per risparmiarla, l'aveva lasciata quella mattina,
quando aveva capito che il momento era arrivato.
Il momento di
completare il suo compito, e realizzare il destino che per lui era
già stato scritto.
Mentre puntava la bacchetta contro il preside
e incrociò il suo sguardo, dignitoso e dispiaciuto, vide nei suoi
occhi l'espressione che aveva desiderato vedere in Lei nel momento
della separazione.
Era stato tutto abbastanza veloce, nella
speranza che fosse un aiuto che attenuasse il dolore, eppure non
aveva fatto i conti con lei, con il suo strazio: mentre parlava non
riusciva a distogliere la vista dalla delusione che comparve sul suo
viso, dal dolore che prese possesso dei suoi lineamenti; la bocca
socchiusa in un singhiozzo strozzato, gli occhi dilatati dalla
sorpresa che diventavano lucidi. Era straziante, perché in lei
vedeva riflesso lo sfogo che lui si impediva di non manifestare.
-Mi
dispiace, Hermione- le aveva ripetuto, mentre faceva un passo
indietro, pronto ad allontanarsi, a scappare da lei e da quello che
rappresentava.
Si girò, lasciandola sola, rannicchiata su sé
stessa. Iniziò a camminare, una smorfia si dipinse sul suo viso, la
rabbia aveva iniziato a contaminarlo, quella rabbia di cui si
lasciava pervadere in quanto meno letale del dolore.
Se cambierà
Per te nascerò ancora.
Avrebbe invece voluto vedere in lei lo sguardo di Silente, che si
preparava alla morte, stoico, forte.
Sentì dei rumori, erano
arrivati, guardò la sua bacchetta: avrebbe dovuto farlo, anche se
Lei avrebbe voluto impedirglielo.
* * *
Harry Potter era morto, contro ogni sua previsione il Signore Oscuro
aveva vinto, ma lui, anziché schierarsi insieme ai vincenti,
rimaneva lì, dalla sua parte.
Lontano, mischiato ad altri
studenti, ma poteva vederla: stringeva la mano di Ron, appoggiandosi
alla sua spalla, in un contatto che la sosteneva e la
proteggeva.
Quello era quello che aveva voluto per Lei, quello era
ciò per cui era fatta, e che lui non avrebbe mai potuto darle.
Quel
giorno era rinato per Lei, avrebbe voluto rinascere in Lei, ma
Hermione per quanto conservasse in fondo al suo sguardo la presenza
della ragazza che lo aveva amato, era rinata a sua volta; evolvendosi
nella ragazza che gli era sopravvissuta. Avrebbe voluto essere lui a
darle la mano, lontano da tutto e da tutti, e impegnarsi a imparare a
sostenerla e proteggerla, anche da lui stesso.
Per il tempo
rimasto
Cura sarò
Niente più come te.
Il
Signore Oscuro camminava, guardando gli studenti che lo sfidavano
ancora, ponendosi tra lui e la vittoria definitiva; Draco lo sapeva,
non ne avrebbe comunque risparmiato neanche uno.
Eppure li stava
chiamando, come a voler dare una possibilità di sopravvivenza a chi
avrebbe cambiato schieramento, lo stava chiamando.
Rimase
immobile, ignorando il Signore Oscuro che pronunciava il suo nome, e
la guardò, come a comunicarle che non l'avrebbe delusa, non avrebbe
tradito la scelta che aveva fatto.
Suo padre borbottò quasi il
suo nome, il tono di voce debole come lui stesso era diventato, la
pallida ombra dell'uomo che lo aveva cresciuto.
Draco guardò
nuovamente Hermione, come a confermargli che non aveva mentito
dicendole che Lei era più importante di tutto.
Lucius lo chiamò
ancora, tendendogli la mano, Draco abbassò lo sguardo mentre tradiva
consciamente la sua famiglia, ma non avrebbe potuto farlo: la sua
scelta l'aveva già fatta.
La
voce di sua madre risuonò, corretta e dignitosa, nell'aria. Suo
padre lo aveva supplicato, in lei non c'era domanda: accettava di
vederlo lì, ma gli ricordava al tempo stesso che il suo posto era
accanto a lei, accanto a Lucius. Pur, Draco lo sapeva, non
approvandone appieno la causa.
Mentre i piedi erano più fermi che
mai incontrò poi lo sguardo di Lei, dove lesse un permesso di andare
verso coloro che lo chiamavano. Lei non aveva mai capito e mai lo
avrebbe fatto, Hermione combatteva Voldemort al costo della sua
stessa vita e per quello aveva perso le persone che le erano più
care, e nonostante quello non sarebbe mai tornata indietro; eppure
gli restituiva la libertà di concludere l'asservimento al suo stesso
sangue che aveva comandato le sue scelte, pur sapendo che lui stava
rimanendo fedele al suo ultimo voto.
Hermione comprendeva che lui,
in nome suo, sarebbe rimasto lì, eppure nonostante un tempo avrebbe
fatto carte false per trattenerlo ora lo lasciava andare, così come
lui sopportava di vederla accanto a Ron.
Le loro strade erano
divise, e anche se le ferite sul cuore rimanevano sanguinanti e forse
lo sarebbero rimaste a vita ora i loro destini percorrevano direzioni
distanti, troppe cose erano successe, Hermione gli era
sopravvissuta.
In un ultimo sguardo ripeté mutamente la
dichiarazione, Lei era più importante perfino di quello.
Il suo
piede si mosse in avanti, per raggiungere la sua famiglia.
Se cambierà resti
tu, l'universo.
Ora conterò cento,
piano,
mi volto,
non c'è
più ritorno.
Raggiunse sua madre, che allungò la mano racchiudendo la sua,
essendo per lui per quanto fosse fragile fisicamente quel sostegno e
quella protezione che Draco avrebbe voluto essere per Hermione.
Ora
era lontana, eppure riusciva a distinguere i suoi occhi, puntati
verso di lui: era l'estremo addio. Ora davvero, niente li
univa.
Nonostante l'amaro in bocca sentiva una nuova convinzione
in sé, una promessa: sarebbe rinato ancora, se lei avesse mai avuto
bisogno di lui, Draco non l'avrebbe delusa. Se il suo amore fosse
tornato lui si sarebbe impegnato a proteggerlo, e a mantenere la sua
promessa: Lei sarebbe stata più importante di tutto, a costo di
tagliarsi personalmente il braccio marchiato.
Sapeva però che non
sarebbe mai successo.
Io non so
parlare,
però proverei.
Questa volta, giuro, lo farei.
Nda: Chiedo perdono per l'assenza, eppure ho voluto chiarirmi le idee sul finale, prima di concludere questa fiction.
Pensavo di amare i lieto fine ed infatti li amo, odio i finali malinconici e quindi odio quello che ho scritto;
iniziando
questa storia ho voluto dare a Draco e a Hermione una
possibilità ed invece mi sono incastrata, in questa fiction mi
dispiace ma non l'hanno avuta.
Lei è cresciuta con il suo abbandono, ha subito passivamente la
scelta di Draco ma è andata avanti e ha trovato Ron, e Draco
è tornato indietro troppo tardi.
Odiatemi, ma scusatemi, prometto che in futuro farò di meglio!
Il testo della canzone a margine è Tanto il Resto Cambia di
Marco Mengoni, Hermione, Draco, Voldemort, Harry, Ron, Lucius e
Narcissa e tutti gli altri personaggi nominati sono creati da J.K.
Rowling e appartengono a lei di Copywright.