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Autore: Melchan    13/12/2006    8 recensioni
Solo un po'.
Solo un altro po'.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intro DA LEGGERE (GRAZIE XD):

Ok, questo è un esperimento.

Posso tranquillamente dire di NON aver scritto questa “cosa” nel pieno delle mie facoltà mentali, in quanto è nata quando avevo la temperatura un tantino febbricitante, un inverno fa, e l’ho sistemata solo in seguito.

In realtà non era mia intenzione neanche pubblicarla, ma in qualche modo dovrò pure infastidirvi XD.

Scherzo, scherzo, è solo che sono curiosa di vedere che ne pensate di qualcosa di così fuori dai miei canoni @___@ .

Prima che me lo spieghi qualcuno, so perfettamente che questa *fic* va in OOC, e so anche che è una visione erronea, questa, di Draco Malfoy…ma vogliatemi concedere uno sfizio a cui pensavo da tempo, e come va’ va’.

Lo ribadisco –anche se è chiaro leggendo- solo per far sapere ai lettori che un po’ mi conoscono che non sono completamente impazzita, e la pubblicazione di questo pezzo è anche dovuto all’improvvisa nostalgia che provo per le fic diabetiche da tredicenne fangirlante XD che scrivevo un tempo (mamma mia come si cambia nel giro di qualche anno… °________°).

Grazie mille per l’attenzione

Mel-chan

Ps: Little avviso: l’anno che i nostri hanno questa *parentesi* è in una dimensione a-temporale, potrebbe accadere gli ultimi giorni di scuola come potrebbe essere già accaduto…lascio alla vostra immaginazione la scelta.

UNA STRANA PARENTESI INVERNALE

Era una domenica come un’altra nel castello di Hogwarts. Ginny Weasley camminava tranquillamente per il maestoso edificio, cercando di dare una ragione alla sua tremenda sfortuna sentimentale. Aveva forse fatto qualcosa di così tremendo da meritarsi tutta quella malasorte? Non le pareva…era una ragazza tranquilla, che si batteva per quello in cui credeva e voleva ben ad i suoi amici, studiava il giusto e giocava bene a Quidditch…non che volesse fare la vittima, ma aveva passato tutta la sua breve vita anche a sopportare un’orda di fratelli maschi pronti a farle scherzi di ogni genere, e aveva imparato a cavarsela, addirittura guadagnarsi un po’ del loro rispetto.

Allora perché le sue storie finivano sempre con un:

- Gin, davvero, non è colpa tua…sono io che…mi dispiace, sei la ragazza più fantastica del mondo: ma tra noi non può funzionare.

– Perché??!

Diede distrattamente un calcio ad una piuma per terra, cascata probabilmente a qualche apprendista mago sbadato…non c’era motivo di raccoglierla, tanto l’avrebbero riposta tra gli oggetti smarriti gli elfi domestici. Decise di terminare la passeggiata ed i pensieri deprimenti per entrare nella Sala Grande, completamente deserta. Si affacciò ad una delle imponenti finestre, le quali davano una perfetta panoramica dell’immenso giardino: era innevato e ricordava una di quelle cartoline natalizie che usavano i Babbani, e suo padre amava tanto, così ferme e statiche. Una coltre bianca ricopriva ogni cosa, dando un aspetto quanto mai etereo al tutto. La Foresta Proibita sembrava meno spaventosa del solito e le urla giocose dei compagni riempivano quella specie di vallata. Fu sfiorata a una punta di curiosità, e aguzzò la vista per individuare i professori: ne vide solo qualcuno di guardia, ma non si stupì, sicuramente avevano di meglio da fare (e soprattutto desideravano averlo) che gironzolare per il giardino rischiando di farsi prendere a pallate (a volta la bacchetta non era abbastanza veloce da fermare un bolide di acqua ghiacciata…lo sapeva bene lei, che raramente era riuscita a fermare grazie alla magia gli attacchi dei fratelli durante le precedenti stagioni invernali). La sua sorpresa fu quindi grande, quando, girandosi, vide un fioco scoppiettare allegramente tra i ciocchi in un minuscolo camino, in un angolo della Sala; si avvicinò per vedere chi fosse ad averlo creato: camminò rapidamente e silenziosamente fino alla poltrona verde cupo che stanziava dinanzi alle fiamme, e l’unica cosa che notò furono dei capelli biondo platino pettinati come prima di un galà elegante. All’improvviso Ginny fu presa da una sgradita consapevolezza: c’era una sola persona in tutto il castello che aveva capelli del genere…e quella persona era Draco Malfoy. Cercò di allontanarsi il più velocemente dalla sedia, era già a metà strada verso l’uscita, quando un’inconfondibile voce ironica e spaccona, quanto suadente ed elegante, infranse le sue rosee speranza di scappare velocemente scandendo le parole:

- Paura, Weasley? - .

Lo Slyterhin rimase voltato e Ginny, incapace di ignorarlo ed allontanarsi con la coda tra le gambe, rispose indispettita:

- Neanche un pò, Malfoy. Semplicemente, non ho intenzione di restare in tua compagnia più di quanto non debba fare normalmente. -

Ginny rimase a ribollire di rabbia da capo a piedi mentre quel presuntuoso egocentrico di Malfoy, ne era certa, sogghignava per la soddisfazione di averla fatta indispettire, da dietro l’elegante poltrona.

- Bè, Weasley, non te ne vai? -

Dimenticandosi completamente il suo primo scopo, ovvero scappare il più velocemente possibile, Ginny rispose in modo deciso:

- Per tua informazione, posso stare nella Sala Grande quanto voglio, che ti piaccia o no…e prima che tu faccia qualche penosa battuta sullo stato economico della mia famiglia, sappi che sono perfettamente a conoscenza del fatto che non bisogna pagare per restare qui. -

Con un sbuffo, Malfoy:

- Com’è che mi conosci così bene, Weasley? Non è che ti interesso, per caso? -

Sentendosi avvampare, Ginny rispose scontrosa:

- Te lo sogni, Malfoy. Fai conto che se noi rimanessimo gli ultimi due esseri umani sulla faccia della Terra…-

- …la generazione umana si estinguerebbe. Battuta vecchia, Weasley. Devi aver letto un po’ troppi fumetti babbani. -

Un lampo di malizia riempì gli occhi di Ginny, che stava cominciando a prenderci gusto, con quello scambio di battute maligne:

- Com’è che conosci le trame dei fumetti babbani tanto bene, visto che gli disprezzi tanto? Non è che hai interessi nascosti, eh, Draco? -

In quel momento la poltrona dal cupo color muschio, girò su sé stessa: il viso dello Slitheryn apparve illuminato dall’abbagliante ed elegante baluginare delle fiamme magiche, e disse, tenendo alto un biondo sopracciglio:

- Com’è che ora sono diventato Draco? - . Ginny rimise un secondo muta, fissandolo: sapeva che quello, pur essendo un bastardo della peggior specie, era pure un ragazzo molto bello, ma dovette ammettere che nei corridoi, con indosso la suntuosa ma comunque camaleontica uniforme di Hogwarts, perdeva un po’ di fascino…dipendeva forse anche dal fatto che il normale ghigno arrogante e fare superiore era, in quel momento, sostituito da un sorriso più conturbante che altro e un atteggiamento da astuto dibattente? Si pose quella domanda, ma poi, rendendosi conto che il ragazzo la fissava anche decisamente divertito dal suo improvviso mutismo, fu certa di aver fatto la figura dell’ingenua e si affrettò a mormorare con un sorrisetto che sperava sprizzare sicurezza da tutti i pori, senza dar mostra del balzo che il proprio cuore, decisamente dispettoso, vedendolo aveva fatto, per qualche ragione a lei ignota:

- Semplicemente perché, conoscendo un tuo possibile punto debole, penso di poterti chiamare come mi pare e piace senza che tu abbia possibilità di reagire. -

Il sopracciglio rimase alzato, ma l’ombra di un nuovo sorriso, non si riusciva a capire se sarcastico oppure no, si disegnò più profonda sul viso dai lineamenti belli e marcati, mentre rispondeva di rimando a Ginny:

- Punto debole, dici? -

- Esattamente. Pensi che alla scuola farebbe piacere sapere che il bastardo razzista per eccellenza Draco Malfoy è un cultore dell’editoria a disegni babbana? –

A quel punto Draco fece qualcosa che Ginny proprio non avrebbe mai immaginato. Si alzò. La Griffhyndor vide la scena come a rallentatore: il ragazzo, che quel giorno indossava pantaloni lunghi decisamente di sartoria e una felpa con cappuccio verde di fattura elegante, dello stile che in quei giorni andava di moda tra gli studenti maschi della Scuola di Magia e Stregoneria Hogwarts, posò le mani sui braccioli della poltrona e si alzò in piedi, camminando lentamente ed inesorabilmente verso di lei, decisamente spiazzata, continuando ad esibire imperterrito il suo sorrisetto intrigante quanto irritante, mentre lei indietreggiava fino a ritrovarsi rattrappita contro la grande ed imponente finestra della Sala. Vide il ragazzo avvicinare pericolosamente il proprio viso ad il suo e fermarsi solo quando i nasi si sfiorarono, per poi mormorale sulla labbra, il suo fiato caldo una carezza sul bocciolo rosso che era la sua bocca:

-Non lo faresti mai, Weasley. Ma dimmi una cosa…-

Ginny rabbrividì involontariamente, imponendosi subito di non farsi prendere da strane sensazioni

- com’è che questa tua insospettabile arroganza non la mostri mai, normalmente? –

Ginny ingoiò un nodo che ad un tratto le occupava le gola, proprio in mezzo, e, cercando di ignorare l’assurda posizione in cui si trovava, rispose, seppur involontariamente, con un sussurro:

- Normalmente non sono così. Si vede che tu riesci a tirare fuori il peggio di me… - sentì il contatto tra loro due aumentare ancora di più, se possibile, e il sadico Slytherin rispondere:

- Peggiore dici…dipende dai punti di vista, non trovi? Una brava Ghryffindor come te può non ritenerlo una buona qualità, ma noi Slytherin vediamo le cose diversamente…-

il suo sguardo parve discostarsi per un attimo dagli occhi di Ginny, per fissare un punto dietro di lei, poi sorrise, sorrise in quel modo tremendo e fantastico allo stesso tempo, e disse:

- Ti sei accorta che siamo appoggiati contro una finestra che dà sul cortile, verso la quale in questo momento tutti stanno guardando? –

A Ginny scappò un gemito si sorpresa e panico, mentre si voltava: il parco era effettivamente pieno di gente, ma nessuno sembrava guardare dalla loro parte, complice probabilmente anche il soffio dell’aria gelida esterna sulle finestre, che le rendeva impolverate di neve non ancora rimossa on la magia da Dobby e i suoi amici.

Anche i normali “seguaci” di Malfoy, Parky Parkinson, Tyger e Goyle, fissavano con aria torva i ragazzini del primo e secondo anno che giocavano lì vicino, senza degnare di una sola occhiata l’interno della Sala Grande. Ginny, con un’aria decisamente iraconda stampata sul viso, si girò verso lo Slytherin, il quale, prima che lei pronunciasse una qualsiasi parola, le chiese con aria strafottente:

- Basta così poco per farti spaventare, Weasley? Eppure non sembravi troppo pudica, quando stavi a pomiciare con i tuoi precedenti ragazzi dietro le colonne vicino alle aule… -

Ginny desiderò con tutto il cuore sparire sotto il pavimento, ma Malfoy continuò imperterrito:

- Nel caso te lo stessi chiedendo, non era troppo difficile vedervi, è probabile che gli unici a non accorgersene fossero i tuoi ottusi compagni di Casa, tra cui il tuo idiotissimo fratello…-

a questo punto fu Ginny, livida in viso, ad interromperlo:

- A proposito di idioti, com’è che i tuoi amichetti non ti fanno da scorta, oggi? Mi sembra molto strano… -

Dopo aver chiesto, si girò con aria sdegnosa, inginocchiandosi accanto al fuoco, e finse di non sentire il rumore dei passi del ragazzo sul parquet di legno mentre le si avvicinava e, sedendosi su un morbido puff appena fatto apparire, rispondere impassibile alla sua ironica domanda:

- Per lo stesso motivo per cui tu non sei insieme ai tuoi sciocchi compagni a tirare insulse pallate di neve. Volevo stare un po’ per i fatti miei a pensare. E nel caso tu te lo stia chiedendo, si, anch’io penso. -

Ginny non poté fare a meno di sorridere. Roba da matti, come il terribile, odioso, strafottente Draco Malfoy riusciva ad anticiparla in quel modo.

Calò uno strano silenzio. Si sentiva solo il crepitio del fuoco fatato e le grida più o meno rumorose che venivano dal parco. Fuori la neve continuava a scendere tranquilla, rendendo il bellissimo giardino sempre più simile ad un illustrazione di libri per bambini. Stando sempre in silenzio, Ginny buttò un occhio su il ragazzo che le stava accanto, ora apparentemente immerso nei propri pensieri. Strinse le ginocchia al petto, girando incoscieamente la testa verso di lui, non riuscendo a non pensare che quella situazione era veramente fuori dal mondo, una parentesi alquanto strana durante un normale inverno ad Hogwarts…ma in fondo a chi importava ? Di certo non a lei, che perlomeno poteva vivere un pomeriggio in modo diverso! Sentì le guance colorarsi dello stesso colore ramato dei capelli mentre, senza alcun preavviso, Draco si voltava verso di lei e la fissava con lo sguardo di che ha trovato un bambino a compiere qualche marachella…la bocca del ragazzo si aprì per dire qualcosa, quando…

Ginny sobbalzò, sentendo un colpo di tosse provenire da dietro le loro spalle, e giurò di aver visto Draco sbattere almeno un paio di volte le palpebre. Si sentì gelare, quando vide la professoressa McGranitt, la quale sembrava indecisa se essere più arrabbiata per averli trovati lì ad utilizzare un fuoco “illegale”, in quanto proveniente da una struttura decisamente portatile e appartenente allo studente, o sorpresa per il fatto che uno Slytherin una Gryffindor fossero da soli e non intenti ad insultarsi:

- Signorina Weasley, lo sa che non si possono accendere fuochi privati all’interno del castello?! -

Disse, per poi ordinarle di non rispondere con un semplice sguardo, e girandolo subito dopo verso Draco, che la guardava a sua volta:

- E lei, Malfoy, mi vuole spiegare che cosa ci fa qui? Il professor Piton è a conoscenza di ciò che sta facendo? –

poi mosse leggermente il naso, guardando entrambi come si potrebbe guardare una bomba che rischia di esplodere da un momento all’altro e domandò, quasi imbarazzata:

- In ogni caso, com’è che voi due… -

- Mi scusi professoressa, ma sono raffreddato, e ho pensato fosse più saggio rimanere nel castello, magari utilizzando un fuoco per scaldarmi, visto che quello principale è stato lasciato spento per l’assenza di studenti all’interno della Sala. -

Solo Malfoy era capace di un linguaggio tanto forbito e palesemente traboccante di strafottenza.

La professoressa lanciò un’occhiataccia a Ginny, ma con una nota che la ragazza giurò essere di pura e semplice curiosità: - E lei, Weasley? L’ho vista oggi a Trasfigurazione e sembrava essere in perfette condizioni…ha forse avuto un repentino cambio di salute e si è ammalata? In tal caso riterrei opportuno che entrambi andaste a farvi vedere da Madama Chips. -

Un timido:

-Ehm…-

uscì dalle labbra improvvisamente secche di Ginny Weasley, indecisa su cosa dire.

- A dire il vero, professoressa, quando poco fa sono andato in infermeria, ho visto Madama Chips impegnata con altri studenti, decisamente più ammalati di noi. Visto che Weasley stava arrivando, ho avuto la premura di avvisarla. -

La professoressa McGranitt lo fissò incredula e dopo aver mormorato:

- Lei…ha avuto la premura? –

chiese all’improvviso, col viso -decisamente poco convinto- rivolto verso Ginny:

-Conferma? -

dopo un attimo di esitazione Ginny annuì.

La McGranitt decise infine di congedarsi, e, sospirando, disse solo:

- Allora appena comincia a fare buio e i vostri compagni escono dal giardino, rientrate nei rispettivi dormitori. -

Draco non rispose, e Ginny annuì con vigore. Rimase a fissare la professoressa di Trasfigurazione finché non scomparì oltre le ampie porte della Sala Grande.

- Se una mentitrice penosa, lo sai, vero? -.

Tirando velocemente su il viso, imitando un’aria superiore, Ginny chiese con voce decisamente ironica:

- Si dice “mentitrice”, ora? Perché non usi il termine, decisamente più appropriato, di “bugiarda”?! -

- Predica pure quanto vuoi, Weasly, ma se non fosse stato per me ora saresti in punizione. -

Si stirò sulla sedia e per un momento Ginny non poté fare a meno di notare gli occhi grigi come la nebbia mattutina chiudersi per il piacere di stiracchiarsi e raddrizzare la schiena, prima forse rattrappitasi contro lo schienale della poltrona.

Una volta ripresasi domandò, imbronciata:

- Come sarebbe a dire “saresti”?! Diciamo che “saremmo stati” in punizione! –

Draco fece un cenno di diniego con la testa e rispose:

- Io no di certo!Lo saresti stata solo tu, che non hai saputo dire altro che uno stupidissimo “ehm…” … -

Ginny non riuscì a resistere e disse, con tono impaziente e portandosi una mano su la fronte: -

- Certo che è assurdo! Ma ti rendi conto di quello che stiamo facendo?! Tu ed io è un pomeriggio che parliamo, a suon di insulti, eppure…-

Si bloccò. Eppure cosa?! Non lo sapeva neanche lei…sentì di aver fatto la figura della cretina integrale. Fare discorsi morali e filosofici con Draco Malfoy! Doveva veramente essere uscita di senno…si, non c’era nessun’altra spiegazione…vero?

Evitò di guardare Draco e si alzò, mormorando:

- Bè, comincia ad essere davvero tardi…sarà meglio andare ora, se non vogliamo essere messi in punizione sul serio senza possibilità di appello…-

Non fece in tempo però a mettersi completamente in piedi che un braccio forte ed inaspettatamente protettivo l’avvicinò, rispingendola per terra con lui. Vedendo il modo in cui la fissava, spaventosamente simile a una mezz’ora prima, si ritrasse all’indietro, col risultato di sbattere la testa contro la poltrona .

- Eppure cosa? –

domandò il biondo avvicinandole di nuovo le labbra alle proprie in quel modo che le faceva salire il sangue al viso ed aumentare il cuore di una ventina di battiti al secondo, come solo un certo tipo di emozioni riesce a fare.

- Allora? Che c’è Weasley, paura? - fissandolo, bello e seducente come era, tentò di mormorare un

- no…-

ma le labbra che la sfioravano le fecero morire le parole in gola.

Sapeva che era strano.

Sapeva che era assurdo.

Sapeva che era impossibile, assolutamente non adatto a loro, a chi erano, alle loro famiglie…sapeva tutte queste cose ma non le importava minimamente, a Ginny Weasley, mentre veniva baciata lentamente, e con innegabile passione, da Draco Malfoy, sdraiata per terra vicino ad un fuoco illegale, le dita lunghe e aggraziate d’istinto tese ad accarezzar i morbidi capelli dello stesso colore delle foglie autunnali più belle e abbronzate, l’odore buono e le labbra alla cioccolata calda che Draco doveva avere bevuto in precedenza.

L’unica cosa che le importava era che quei momenti che creavano tanta magia nell’aria non finissero più, e che quel momento fuori dal tempo e dalle situazioni e ciò che è giusto e sbagliato durasse ancora un po’.

Non molto, solo il tempo di prendere una boccata d’aria da tutto, situazioni personali e non che pesavano al solo sentirle nominare.

Questi pensieri erano solo un groviglio di idee alquanto sconclusionate, mentre sentiva le labbra calde e suadenti di Draco allontanarsi dalle sue e vedeva il ragazzo biondo tornare a fissarla con apparente divertimento…mescolato però ora a qualcosa che non sapeva definire.

- Allora Weasley, eppure cosa? -

Lei si limitò a scuotere la testa con aria seccata solo per finta, e si girò su un fianco, verso le fiamme che si agitavano e crepitavano come se la scena che illuminavano causasse clamore persino tra loro, mentre un braccio la chiamava di nuovo verso di sé per continuare quella strana parentesi invernale ancora un po’…

Solo un altro po’.

FINE

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