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Autore: Lau2888    26/05/2012    3 recensioni
avete presente il film la fabbrica di cioccolato? ecco, questa è la versione digimon...
due piccole avvertenze: è lunghetta ( mi dispiaceva dividerla in più parti) e le coppie principali sono TaiXMatt e KariXTk
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Takeru Takaishi/TK, Yamato Ishida/Matt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta, in un passato non molto lontano, una fabbrica. Ma questa, non era una fabbrica qualunque, poiché, in questo luogo, si producevano i dolci più buoni di tutto il mondo.
Le caramelle dai gusti e i colori più strani, i lecca lecca infiniti e naturalmente il cioccolato migliore in assoluto.
I bambini ne andavano matti, adoravano tutto ciò che il magico laboratorio produceva e aspettavano con ansia ogni nuova creazione che da li sarebbe uscita.
 
Il tempo passava e la fabbrica cresceva diventando ogni giorno più bella e imponente, accogliendo al suo interno un numero sempre maggiore di lavoratori.
Ma un giorno alcuni operai, accecati dall’avidità, tradirono i proprietari della struttura, vendendo alla concorrenza le loro migliori ricette.
La storia narra che nessuno avesse mai visto chi era a capo di quella grande impresa, si sapeva solamente che erano due fratelli con in comune un grande amore per il cioccolato.
I due fratelli rimasero così delusi dal comportamento di quei pochi operai che avevano rovinato il loro sogno, che decisero di chiudere la fabbrica per sempre.
Ma si sa, nella vita il per sempre non esiste….
 
 
Erano passati 5 anni da quando il grande cancello della fabbrica aveva impedito l’entrata a chiunque. E da allora la grande struttura era rimasta abbandonata a se stessa.
Le luci che l’avevano addobbata per anni si erano spente, i camini, da cui interrottamente ne usciva un bianchissimo fumo, erano ormai chiusi e il continuo via vai di camion, che trasportavano ogni prelibatezza, era tristemente fermo.
Così appariva la fabbrica agli occhi della popolazione della grande città in cui essa era situata.
Lassù, sulla collina più alta, spiccava sovrana, tanto che la potevi tranquillamente vedere anche dalla più piccola e lontana casa della periferia.
Ed era così che ogni giorno quattro paia di occhi color cobalto la guardavano fantasticando una vita migliore.
Ed è qui che la nostra storia prende forma, in una piccola casetta di legno, abbandonata agli estremi della periferia di questa grande città.
 
Ad abitare in questa casetta malandata c’era una famiglia, tanto povera quanto unita.
Avevano sempre poco da mangiare, vestivano di stracci e dormivano tutti quanti in un solo letto, ma erano felici, perché avevano imparato ad amare le semplici cose della vita.
Questa era la famiglia Ishida composta dal padre Hiroaki, dalla madre Natsuko e dai due figli, Matt e TK.
Matt era un bellissimo adolescente di 18 anni, con i capelli biondi portati lunghi fino alle spalle e due occhi di un incredibile azzurro cobalto. Era nato con una grandissima passione per la musica, che purtroppo per via della condizione difficile della famiglia, non aveva mai potuto seguire.
Tk era la copia in miniatura del fratello. Capelli biondi, portati corti, e due occhi azzurrissimi e pieni di vita. Aveva 15 anni, ed è un ragazzino sempre solare e sorridente.
I due ragazzi non avevano mai fatto pesare ai loro genitori la precarietà della loro esistenza, anche se col passare del tempo, sentivano le loro speranze e i loro sogni allontanarsi progressivamente sempre più.
Ma si sa, il destino è imprevedibile, e qualche volta può decidere di bussare alla tua porta…
 
 
E fu in una bellissima notte d’inverno, dopo una flebile nevicata, che qualcosa avvenne. Per la prima volta in cinque anni i grandi cancelli della fabbrica riaprirono, lasciando uscire decine e decine di camion, che celati dal silenzio delle tenebre portavano a destinazione il loro prezioso carico.
 
Il sole era già alto nel cielo quando un giovane ragazzo dai capelli d’orati faceva il suo ingresso nella piccola cucina della sua casetta.
- mamma…mamma…. Mamma- urlava e saltellava felice
La madre, che era intenta a racimolare quel poco cibo che aveva, sobbalzò sorpresa per l’ingresso del giovane – Tk... tesoro… che succede?-.
-è incredibile…la fabbrica ha ripreso a funzionare- il ragazzo era rimasto estasiato dallo spettacolo a cui poco prima aveva assistito: l’imponete edificio, grigio e abbandonato per anni, si era risvegliato in tutto il suo splendore, abbagliando chiunque posasse il suo sguardo su di esso con i mille colori delle sue luci.
-ma… ma non è possibile- la donna era senza parole, la fabbrica, il luogo in cui lei e il marito avevano lavorato, era ritornata attiva.
-si … si… ma non è la sola cosa incredibile- tk sorrideva, trattenendo a stento la felicità – leggi qui!- e così dicendo le mise tra le mani un volantino.
-e questo dove lo hai preso?- chiese la donna dubbiosa
- è caduto dal cielo!- rispose il figlio come se fosse la cosa più normale del mondo.
- cos’è che è caduto dal cielo?- il fratello, abilmente svegliato dalla furia del più piccolo, aveva deciso di aderire alla conversazione.
- oh! …- la donna guardava il foglio come se avesse tra le mani un alieno – caro…- chiamò il marito che era intento a leggere il giornale in cerca di un lavoro – guarda qui!-.
Il marito prendendole il foglio colorato dalle mani ne lesse il contenuto ad alta voce.
 
 
I fratelli Wonka sono ben lieti di annunciare l’inizio di un grande concorso che darà una grande opportunità a cinque bambini fortunati.
In altrettante tavolette al cioccolato Wonka, sparse per tutto il mondo, abbiamo nascosto cinque biglietti d’oro.
Chi li troverà vincerà il grande e unico onore di visitare la nostra bellissima fabbrica.
Inoltre uno dei nostri piccoli visitatori riceverà un premio molto speciale.
Partecipate numerosi
I fratelli Wonka
 
 
- non è incredibile?- tk era al settimo cielo – vedere la fabbrica di cioccolato … sarebbe fantastico…-
- tesoro…- il padre lo guardò con aria dispiaciuta, purtroppo, anche se amava i suoi figli più di ogni altra cosa, non avevano i soldi per comprare quelle tavolette – quel cioccolato è troppo costoso per noi… mi dispiace-
-oh- il più giovane vide la sua felicità crollare miseramente
-ma… - intervenne subito Matt – fra qualche giorno è il tuo compleanno… quindi…-
-avrai la tua tavoletta di cioccolato- concluse la madre per lui
-evviva!- l’umore di tk era di nuovo alle stelle, in fondo gli bastava davvero poco per essere felice.
 
 
Passarono due giorni e ancora nessun biglietto d’ora era stato trovato, finché il terzo giorno la vecchia radio, che riposava su un vecchio mobile traballante del salotto/camera da letto della famiglia, gracchiò la notizia.
In Germania, quella stessa mattina, il primo biglietto era stato trovato da un bambino di nome Davis, tanto goloso quanto viziato.
I genitori del ragazzo ostentavano la sua vittoria, come se fosse una cosa normale regalare al figlio tonnellate di dolci solo per accontentarlo.
 
Il signor Ishida scuoteva la testa sconsolato, non era regalando cioccolato a fiumi che si dimostra l’amore verso un figlio. Comportandosi in quel modo quei genitori altro non facevano che crescere un enorme babà senza spina dorsale.
L’uomo abbassò lo sguardo a quel pensiero, perché dentro di se, anche se lo trovava sbagliato, avrebbe tanto voluto viziare un po’ anche lui i suoi due ragazzi, e invece…
 
I successivi due biglietti vennero ritrovati il giorno seguente.
Il primo in Inghilterra, da una signorina di nome Mimi, viziatissima rampolla di ricca e nobile famiglia.
Ora, dire che lo aveva trovato lei non era proprio corretto, visto che il padre aveva assoldato un intero squadrone di operai che si erano messi notte e giorno a scartare cioccolate… ma questo era un dettaglio.
Il secondo biglietto d’oro fu ritrovato in Georgia, da una vanitosa, molto scorretta e competitiva ragazza di nome Sora. Anche in questo caso era meglio stendere un velo pietoso, visto che l’adolescente in questione aveva preso il concorso per una gara olimpica, ovviamente, sostenuta dalla madre che era più fanatica di lei.
 
 
Alla fine arrivò il giorno del compleanno del più giovane tra i due fratelli, mentre ancora all’appello mancavano due biglietti.
-tanti auguri a te… tanti auguri a te…- i tre membri della famiglia intonavano allegri le note della famosa canzone per festeggiare quel giorno tanto atteso dal più piccolo.
-si… evviva… grazie… grazie- che saltava tutto contento per l’eccitazione.
-ecco a te…- la madre gli mise tra le mani il pacchetto contenente la tanto bramata cioccolata.
-in bocca al lupo…-gli fece l’occhiolino il fratello maggiore.
Tk guardava quel pacchetto come se fosse la cosa più bella del mondo, studiando ogni singolo dettaglio di quella confezione.
La rigirava tra le mani, pregustando al massimo le aspettative che riponeva in quel piccolo involucro.
La scartò con un singolo colpo secco, mostrando così della semplice e nuda cioccolata.
Una leggera delusione si tinse sul suo volto quando vide che nel pacchetto non c’era il tanto agognato biglietto.
-mi dispiace tesoro…- cercò di consolarlo la madre.
Ma con sua grande sorpresa il ragazzino le rispose con un luminoso sorriso – non importa mamma… il mio regalo era il cioccolato… e sono felicissimo di averlo ricevuto- così dicendo prese la tavoletta e cominciò a dividerla in pezzetti –ora la dividiamo- concluse recuperando appieno il suo buon umore.
-no… è il tuo regalo- lo fermò subito il padre, che già si sentiva in colpa di suo per non potergli comprare qualcosa di decente, se poi si privava anche di quello.
- appunto… è il mio regalo e ci faccio quello che voglio!- rispose subito a tono, mettendo nelle mani dei genitori alcuni pezzi.
- non mi piacciono le cose dolci… la mia parte puoi averla tu- a Matt non piaceva davvero, quindi non ebbe difficoltà a convincere il fratello a mangiarne almeno un po’ di più.
 
Al biondo più grande non era andato giù il modo in cui si erano concluse le cose. Così qualche ora più tardi era uscito di nascosto per trovare un sistema qualsiasi per far splendere un vero sorriso sul volto del fratello.
Passeggiando nel centro della città fu colpito da una notizia che ebbe lo stesso effetto di una doccia gelata: il quarto biglietto era stato trovato.
Il fortunato era un ragazzino poco più giovane di lui, abitava nel Colorado e si chiamava Izzy. Secondo le voci che giravano era una specie di genio matematico con la fissa dei videogame.
Il quale, dalla stessa intervista che aveva lasciato alla stampa, aveva dichiarato di aver rintracciato la barretta giusta attraverso il suo codice.
Matt era furioso, non tanto per il modo in cui aveva ottenuto il biglietto, ma per il fatto che quel piccolo nerd aveva pure dichiarato di odiare i dolci… e allora, si chiedeva Matt, che cavolo partecipava a fare?
 
Decisamente scocciato per quanto aveva appena appreso si era gettato nel primo negozio di dolciumi che c’era sulla strada e utilizzando quei pochi risparmi che possedeva, aveva comprato una di quelle tavolette.
 
Con una nuova speranza in tasca era corso direttamente a casa, investendo nella fretta un paio di persone sul suo cammino.
Il fratellino giocava allegramente con la neve del giardino, costruendo, quello che all’apparenza poteva apparire come un pupazzo di neve o …un’enorme zucca, dipendeva dai punti di vista.
- tk - si avvicinò a lui cercando di riprendere fiato per la corsa
- fratellone… che succede?- due grandi occhi azzurri guardavano con curiosità e sorpresa il più grande
- noi… faremo un altro tentativo- e così dicendo gli mise tra le mani la cioccolata Wonka appena comprata.
-ma…ma … ma perché?- tk non sapeva se essere felice per il gesto del fratello o dispiaciuto per i soldi che aveva speso per lui.
- tk…- gli parlava con calma – tu meriti più di chiunque altro di vincere… buon compleanno-
Alla fine la felicità ebbe la meglio – va bene… allora apriamola insieme-
- ok- e i due fratelli presero in contemporanea i due lati della carta che avvolgeva il tesoro di cioccolato.
- uno…- contarono in coro -… due… e tre-
Con un rumoroso strap la carta venne meno, lasciando allo scoperto però solo della semplice cioccolata.
-scusa…- Matt abbassò lo sguardo, ora si sentiva più in colpa di prima. Anche se in buona fede aveva di nuovo distrutto le speranze del fratellino.
- grazie…- tk si era lanciato addosso al più grande stringendolo in un forte abbraccio.
- ma tk…-
- davvero grazie…- ripete il più piccolo
Matt non poté far altro che lasciarsi andare a quel contatto, ringraziando tutti gli dei che conosceva per avere un fratellino così speciale.
 
 
Il giovane tk aveva ormai stabilito di rinunciare al suo sogno di visitare quella grande fabbrica, decidendo che da quel momento l’avrebbe guardata solo da fuori.
Quel suo egoistico desiderio irrealizzabile rendeva tristi le persone che aveva attorno, e lui non poteva più accettarlo.
Così il mattino seguente si alzò di buon ora per andare a fare un giro in centro e, perché no, andare a vedere quel magnifico edificio, tutto illuminato, da vicino.
Camminava tranquillo per le vie del centro, circondato solo dal via vai tipico del periodo natalizio.
Gente che freneticamente comprava addobbi, regali e tanto, tanto cibo.
Il ragazzino biondo li osservava divertito, mentre sperava che quell’anno un miracolo accadesse per lui e la sua famiglia.
Una folata di vento gelido lo colpì in pieno, risvegliandolo dai suoi pensieri.
Fu allora che qualcosa ai suoi piedi attirò la sua attenzione: una banconota. Certo non erano molti soldi, ma erano più che sufficienti per fare quello che sarebbe stato il suo terzo e ultimo tentativo.
Così senza pensarci due volte entrò nel suo negozio preferito, che in realtà era un tabacchino, ma il ragazzo che lavorava lì come commesso era sempre gentile con lui e ogni tanto gli regalava qualcosa.
- ciao tk - un ragazzo di circa 19 anni dai capelli blu lo salutava allegramente – ho da parte una cosina per te- disse allungandogli un pacchettino di caramelle arancioni – buon compleanno-
- oh Jou… te ne sei ricordato... grazie mille- tk era al settimo cielo, in fondo si accontentava davvero di poco.
Si mise il pacchettino in tasca e corse ad abbracciare quel ragazzo, che per l’imbarazzo fece quasi cadere i suoi occhiali. – allora – riprese il giovane – come mai qui? Ti serviva qualcosa?-
- oh si…- e tirò fuori la banconota – una cioccolata Wonka -
- subito… per il mio cliente preferito- e lasciando che la sua mano fosse guidata dal caso ne scelse una dal bancone.- eccola!- disse allegramente mentre la porgeva al bambino.
Tk saltellò allegramente, e senza nessun preambolo scartò la carta con un colpo secco.
I suoi due occhioni azzurri si ampliarono per la sorpresa, non ci poteva credere, nelle sue mani c’era il famosissimo biglietto d’oro.
- incredibile!- Jou non si era perso una virgola di quella scena – un biglietto nel mio negozio-
- bambino!- una signora si era subito avvicinata al biondino ancora sotto shock – vendimelo… ti darò tanti soldi sai…-
- no!- intervenne subito Jou – tk prendi il biglietto e vai a casa… mi hai capito? E non darlo a nessuno…-
- s...si…- tk cominciava a riprendere coscienza della realtà – si… grazie- e corse fuori a una velocità tale da fare invidia a un atleta olimpico.
 
 
 
Matt era sdraiato sul tetto in legno della sua casetta, intento a godere di quella calma quasi innaturale che avvolgeva quel luogo… o almeno era così, fino a che…
- Maaaaattttt- un urlo rimbombò da una parte all’altra delle vie della periferia.
Il biondo più grande quasi cadde dalla sua postazione nell’udire quelle grida – ma che…?-
- Matt… Matt - e un essere saltellante identificato come il fratello invocava il suo nome senza prendere fiato.
- tk… che è successo?- Matt era preoccupatissimo, in fondo non era molto normale andare in giro urlando in quella maniera.
- ho… ho vinto…- tk tratteneva a stento la felicità – ho trovato il quinto biglietto- e alzò l’oggetto in questione in aria, sventolandolo davanti alla faccia del fratello.
- oh! –
Tk poté contare mentalmente fino al dieci, prima che il fratello apprese appieno la notizia, per poi ritrovarsi sollevato in aria – hai vinto!-
-ho vinto!- il più piccolo rideva tutto contento
-oh tk… pensa che bello… potrai vedere la fabbrica…. Ma… che hai fratellino?- l’entusiasmo di Matt era improvvisamente scemato davanti al cambio d’espressione del più piccolo
- io… io non penso di andarci- distogliendo lo sguardo dal fratello parlava con un filo di voce
-ma…ma perché?- il biondo più grande non capiva, il fratellino aveva tanto desiderato vincere, mentre adesso sembrava quasi triste.
- prima una donna mi ha offerto del denaro per il biglietto… sono sicuro che se lo vendiamo riusciamo a fare un bel po’ di soldi… e quelli ci servono più del cioccolato- anche se piccolo non aveva di certo ignorato le preoccupazioni dei genitori e del fratello.
- tk…. Guardami- Matt lo aveva preso saldamente per le spalle – non lo venderemo e tu andrai in quella dannata fabbrica a ingozzarti di dolci-
- ma Matt…-
- no, niente ma!- lo interruppe deciso – di soldi a questo mondo ce ne sono a montagne, ma di biglietti come questo ce ne sono solo cinque… hai capito tk? Solo cinque… e tu non vuoi cambiare una cosa comune come il denaro con un’assoluta rarità come questo biglietto... vero?-
- ma …-
- vero?- insistette il più grande sorridendo amorevolmente
- si… - tk riprese a sorridere quasi rincuorato dalle parole del fratello
- allora…- riprese Matt – andrai alla fabbrica?-
- andremo alla fabbrica- lo corresse tk con un grande sorriso sulle labbra
- come andremo?- matt cadde dalle nuvole a quella frase
- beh… c’è scritto che mi devo portare dietro un accompagnatore…- e guardò il suo fratellone con due occhioni grandi che sembravano dire ‘ vero che verrai con me?’
Matt scosse la testa – pare che non abbia altra scelta… andremo alla fabbrica-  ‘ anche se odio davvero tanto il cioccolato’ concluse nella sua testa
- siiiiii- tk invece era felicissimo e saltava sul posto.
- forza…- il più grande lo prese per mano e lo trascinò verso casa – andiamo a dirlo a mamma e papà- camminava a passo lento mentre pensava ‘sperando che non abbiano un infarto’
 
 
 
Dopo aver annunciato l’ultimo vincitore, ovvero il piccolo tk, i fratelli Wonka fissarono subito la data per la parte finale del concorso. Che casualmente cadde proprio la vigilia di Natale.
Tk non stava più nella pelle, tanto che la notte prima non aveva dormito e con lui, ovviamente, tutta la famiglia, visto che condividevano lo stesso letto.
 
Quella fatidica giornata era finalmente arrivata, i due fratelli uscirono di buon ora per presentarsi in tempo all’apertura dell’imponente cancello.
Quando arrivarono si trovarono davanti un fiume infinito di persone, soprattutto curiosi e giornalisti, venuti fino a lì per seguire la fine dell’evento e scoprire quale fosse il misterioso premio messo in palio.
Stranamente non ebbero problemi a raggiungere l’entrata, era tutto ben organizzato e quel biglietto era un pass più unico che raro.
Alle dieci in punto il pesante cancello si mosse, permettendo alle cinque coppie presenti di varcare quella soglia che avrebbe decretato l’inizio della loro avventura.
 
Matt camminava a fianco del fratellino guardandosi attorno con aria annoiata, chiedendosi che ci era venuto a fare… primo lui odiava il cioccolato in tutte le sue forme, secondo non sopportava tutto quel casino e terzo non aveva affatto voglia di stare dietro tutto il giorno a due ricchi viziati che con tutta probabilità sarebbero state due vecchie mummie.
Sospiro sconsolato… tanto altra scelta non c’era…
Continuò così il suo tragitto, in un cortile decisamente immenso, che dovette essere percorso tutto per trovare qualche segno di vita. Segno che si palesò in una serie di getti colorati rappresentanti contemporaneamente coriandoli e fuochi d’’artificio. Ovviamente, dato l’improbabile accoppiamento di materiali, il risultato finale fu quello di incendiare il piccolo palco che era stato allestito per accogliere gli ospiti.
Matt guardava la scena esterrefatto, chiedendosi chi fosse l’idiota che aveva organizzato il tutto.
La risposta gli venne data quando due voci emersero da quel fumo…
 
- coff… coff… fratellone… te l’avevo detto che era una cosa stupida- una giovane donna dai lunghi capelli castani fece il suo ingresso tra le macerie del palco.
 
Ciò che gli ospiti si trovarono di fronte era una bellissima giovane donna di 15 anni, con gli occhi e i capelli che ricordavano il colore del cioccolato al latte.
Indossava uno stravagante vestito color violetto chiaro a mezze maniche rimbombate, pieno di merletti e pizzi nella parte superiore e con una gonna che le arrivava appena sotto al ginocchio, completata poi da un semplice strascico a due code sottili che dalla vita arrivavano fino al terreno. Il tutto perfezionato da un improbabile cappello a bombetta intonato alle sfumature del vestito e rifinito con una piuma viola scuro.
 
- eh eh … dai Kari… è stato divertente…- una seconda voce uscì subito dopo la ragazza.
 
Nel momento in cui Matt vide il nuovo personaggio fare il suo ingresso fu improvvisamente molto contento di essere venuto quel giorno.
 
Fece quindi la sua apparizione, su ciò che rimaneva del palco, un ragazzo di 18 anni con un enorme e solare sorriso sul volto. Alto, abbronzato e con una pettinatura che sfidava la gravità. Occhi e capelli richiamavano il cioccolato fondente, mentre gli attillati vestiti erano di una tonalità scura di viola. Pantalone, camicia, gilet e cravattino tutto era cromato di quella tonalità, perfino il cilindro che portava in testa.
 
-benvenuti!- sorrise caloroso ai suoi ospiti – il mio nome è Tai… mentre lei…- indicò la signorina al suo fianco - …è mia sorella minore Kari -
 
Matt continuava a fissare quel ragazzo senza sapere bene come comportarsi o rispondere, ma di una cosa ne era certo… da quel giorno avrebbe amato il cioccolato fondente.
 
Tai, dal canto suo, dietro quel sorriso e quello sguardo da bimbo ingenuo, stava studiando i suoi ospiti, a loro insaputa ovviamente...
La prima coppia era composta da un ragazzino sportivo, con i capelli mogano e un fisico asciutto. Sembrava simpatico, se non fosse per un piccolissimo difetto: era un ingordo viziato, un pozzo senza fondo e pudore, un trita rifiuti umano, un… beh, ci siamo capiti…
Accanto a lui una giovane donna, probabilmente la sorella vista l’età non molto differente… e i cazzotti che ogni tre per due tirava in testa al più piccolo.
I vincitori del secondo biglietto erano una ragazza dai capelli rossi molto corti e la sua bellissima madre. Due donne decisamente amanti degli sport e molto competitive… troppo competitive… decisamente psicotiche… insomma sembrava che si stessero preparando per partecipare alle Olimpiadi invece che per una gita di piacere.
Terza coppia: una nobildonna dai capelli rosa con appiccate delle stelline e il padre… o forse sarebbe meglio dire la principessa e il maggiordomo, visto il modo in cui interagivano…
Quarto vincitore: un ragazzino dai capelli rossi e l’aria assolutamente annoiata. Odiava i dolci, odiava la gente e odiava uscire di casa… ma che cavolo c’era venuto a fare li? Starsene a casa sua no?
Tai posò gli occhi sulla quinta coppia, e lì finalmente poté tirare un sospiro di sollievo… non solo sembravano sani di mente, ma erano due angeli scesi dal cielo.
In pochi secondi si era già fatto un paio di idee su come sarebbe andata la giornata e, ne era sicuro, si sarebbe divertito un mondo.
Kari gli sorrise sapendo perfettamente a cosa stesse pensando il fratello, in fondo avevano lo stesso obiettivo – bene… diamo inizio alla gita nella nostra bellissima fabbrica.- la ragazza sorrideva radiosa.
-siiii!- un tk eccitatissimo le fece eco, facendole allargare ancora di più quel bel sorriso.
 
Le porte della fabbrica si aprirono permettendo l’ingresso del modesto gruppo, ognuno con i suoi pensieri. Chi con aria annoiata, chi pensava solo ad abbuffarsi, chi puntava una preda, chi guardava con aria sognate tutto desiderandolo avidamente… poi ovviamente c’erano i due fratelli biondi che in realtà non sapevano che aspettarsi, quindi mentre uno sorrideva felice come non mai, l’altro si guardava attorno come se stesse per cadere in una trappola mortale.
 
Ora, quando una persona normale pensa a una fabbrica si immagina una montagna di macchinari, un luogo scuro tendente al grigio, una sfilza di operai intenti nel loro lavoro e fumi tossici ovunque… bene la fabbrica dei fratelli Wonka non assomigliava nemmeno lontanamente a questa descrizione.
Dopo aver passato un lungo corridoio con un’insolita carta da parati, che ritraeva da un lato un prato verde con dei coniglietti che mangiavano lecca lecca, e dall’altro uno sfondo bianco con delle palline di varie dimensioni e colori, si arrivò alla prima stanza… beh in realtà prima dovettero fermarsi a recuperare la principessa viziata, che davanti alla carta da parati era svenuta urlando qualcosa sull’antiestetica…
 
-cari visitatori…- Tai faceva gli onori di casa – adesso vedremo la prima parte della fabbrica… quella dedicata alla miscelazione del cioccolato…- e così dicendo aprì un portone di enormi dimensioni.
 
-oh mio dio ... Questo è il paradiso- il ragazzino che si era presentato con il nome di Davis era intento ad adorare, letteralmente perche era praticamente in ginocchio, lo spettacolo che aveva davanti.
- fratello idiota alzati subito e smetti di farmi fare figure di m***- la soave imprecazione proveniva dall'accompagnatrice del piccolo ingordo, ovvero, sua sorella maggiore Jun, che per la cronaca era li solo perché sperava in qualche bel ragazzo.
-suvvia non litigate ...- intervenne Tai mantenendo sempre un sorriso forse un po’ eccessivo -… godetevi questa prima tappa... Fate quello che volete e assaggiate pure tutto!-
Davis non se lo fece ripetere due volte, nemmeno il tempo di finire la frase che era già sparito.

Matt nel frattempo continuava a sfregarsi gli occhi nel tentativo di capire se era ancora sveglio, sì perché era impossibile che all'interno di una fabbrica ci fosse un giardino... E nemmeno uno normale…
Una grande, perfetta e coloratissima distesa verde, con alberi carichi di frutta e farfalle che svolazzavano... il che faceva sorgere una domanda: come diavolo poteva essere possibile se erano in pieno inverno?
Ma la questione passò in secondo piano, nel momento in cui, il ragazzo, alzando lo sguardo, si trovò davanti una gigantesca, spumosa e cremosa cascata… color cioccolata?
 
- ah vedo che ti piace la cascata!- Tai gli era apparso alle spalle facendogli venire un colpo 
- ha un ruolo importante sai? Grazie a questo sistema il cioccolato viene bello spumoso-.
 
Matt era allibito... No, perché quel tipo pazzo, molto carino vero ma completamente fuori di testa, voleva fargli credere che quella cascata e l'annesso fiume fossero di puro cioccolato...

- oh ma e' incredibile!- la voce del ragazzino ingordo sfondò i timpani di tutti i presenti, che cominciarono a fissarlo come se fosse un alieno.
Cosa più che comprensibile visto che il moccioso in questione stava mordendo un ramo…

- ah ah - Tai lo trovava divertente
-molla quell'arnese essere ritardato- sua sorella decisamente un po' meno
- ma e' buono ... E' cioccolato fondente con caramello- rispose in sua difesa il ragazzino, attirando occhiate ancora più allibite.
- vedete...- Kari decise di intervenire, onde evitare che qualcuno venisse richiuso in un manicomio - …tutto qui e' fatto di dolci… piante, fiori, sassi… e persino l’erba… tutto qui è commestibile-
 
Anche se molto titubanti, i presenti, si mossero lentamente… giusto per capire se era uno scherzo oppure no, e afferrarono il primo oggetto che avevano a disposizione.
Bene, ora immaginate la loro meraviglia nel scoprire che la frutta era di marzapane, gli alberi erano di cioccolato, l’erba era liquirizia, i fiori erano morbide caramelle… per non sottolineare il fatto che quel fiume era veramente di cioccolato al latte…
 
Tk saltellava felice come non mai, assaggiava ogni cosa che gli capitava sotto mano ed esplorava tutto con gli occhi curiosi di un bambino.
 Al biondo più grande, mentre lo guardava, scappò un mezzo sorriso, e inconsciamente si ritrovò a ringraziare quei due pazzi dei fratelli Wonka.
Perché, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, era stato davvero un toccasana vincere quel biglietto… quel foglietto d’oro rappresentava, anche se solo per un giorno, una fuga dalla loro realtà quotidiana, una realtà di povertà senza via d’uscita.
Matt sospirò, decise che ne aveva abbastanza di tutto quel casino e che aveva bisogno di una pausa. Cominciò a camminare lungo uno dei sentieri appositamente creati, nella speranza di trovare un angolino appartato.
 Tanto a giudicare da come era iniziata la visita, la giornata si preannunciava lunga… molto lunga.
 
Sotto un grande salice piangente che emanava un rilassante profumo di menta, il ragazzo dagli occhi del colore del cielo, trovò il riparo tanto desiderato.
Si sedette, ritrovandosi a pensare che in fondo, stramberie a parte, quello fosse davvero un bel posto. Inoltre, dalla sua postazione poteva godere appieno della vista della cascata, dalla quale proveniva un dolce profumo di cioccolato che si mescolava perfettamente con la menta del salice.
Ritrovata un po’ di calma, decise di tirare fuori la sua vecchia armonica, suo unico conforto nelle giornate dure.
Quello strumento era appartenuto al suo nonno paterno, che probabilmente lo aveva comprato dopo il ritorno da chissà quale guerra. Ormai l’oggetto sentiva tutto il peso del tempo, ma nonostante questo dettaglio faceva ancora egregiamente il suo lavoro, salvo quando ogni tanto andava in tilt e perdeva qualche nota… proprio come in quel momento…
 
- hai un grande talento sai?- una voce apparve improvvisamente accanto a lui facendolo sobbalzare. Si girò trovandosi seduto accanto il più grande dei fratelli Wonka, chiedendosi inevitabilmente da quanto tempo stava lì…
- peccato per lo strumento…- continuò a parlare Tai come se nulla fosse.
Matt avrebbe tanto voluto dire qualcosa, ma era ancora troppo scombussolato per via dell’apparizione del giovane.
- bene…- Tai si avvicinò ancora di più all’altro ragazzo guardandolo fisso negli occhi -... che ci fai qui tutto solo… forse non ti piace il giardino?-
- ah… no è bellissimo… solo non mi piacciono molto le cose dolci- Matt sembrava aver ritrovato la voce, anche se il suo volto aveva assunto un’interessante tonalità tendente al rosso.
Quel buffo ragazzo continuava a fissarlo con i suoi grandi occhi scuri, e il biondo si diede mentalmente dello stupido… dire a un fabbricante di dolci che non ti piace tutto ciò che a che fare con lo zucchero non è una mossa saggia, soprattutto se il fabbricante in questione è un gran bel ragazzo.
- benissimo...- rispose a sorpresa
- cosa?- Matt era senza parole, forse quel tipo era davvero fuori di testa.
- sì, è perfetto…- e gli prese la mano aprendola con il palmo rivolto verso l’alto – dai assaggia questi e dimmi che ne pensi-
Matt si ritrovò nella mano dei cioccolatini molto scuri con delicate strisce colorate. – ma… ti ho detto che…-
- lo so….- lo bloccò subito il cioccolataio - … provali… sono una mia nuova creazione-
Il biondo, molto scettico, decise di accontentarlo, in fondo era suo ospite…così ne assaggiò uno con dei piccoli segni bianchi.
Spalancò gli occhi per la sorpresa, era cioccolato amaro con retrogusto di cocco, per niente dolce… ma allo stesso tempo molto buono… sorrise interiormente, stava decisamente cominciando ad amare il cioccolato…
- allora?- chiese Tai guardandolo con due occhioni speranzosi
- decisamente…- Matt si prese qualche secondo, giusto per far finta di pensarci - … passabili-, beh in fondo aveva un orgoglio da difendere… non sia mai che il freddo e impassibile Matt mostrasse di apprezzare qualcosa… soprattutto dopo aver appena finito di dire che le cose dolci non gli piacevano.
Tuttavia, il ragazzo davanti a lui sembrò ignorare totalmente questa volontà – sono contento che ti siano piaciuti- così dicendo si alzò sistemandosi i pantaloni.
Tai stava per andarsene, quando però si fermò cambiando idea. – quasi dimenticavo… questo è per te- e lanciò una scatoletta azzurra nelle mani del ragazzo – attento però… quello non si mangia -.
Matt aprì il piccolo cofanetto rettangolare non sapendo bene che aspettarsi, soprattutto considerando chi era il soggetto che glielo aveva dato. – ma cosa...?!-
Ben si può immaginare la piacevole sorpresa del biondo quando si trovò davanti una bellissima e nuova armonica, tinta d’argento con sfumature blu.
Tai sorrise dolcemente – a un musicista serve un buon strumento-.
Il biondo era imbarazzatissimo e il suo rossore aveva raggiunto livelli estremi, nessuno mai gli aveva fatto un regalo così bello e soprattutto non aveva mia incontrato un ragazzo con un sorriso capace di scioglierti all’istante… tuttavia ogni possibile reazione venne bloccata sul nascere…
 
-AAAAHHHHH-
 
Un urlo agghiacciante percorse il giardino per tutta la sua lunghezza.
 
I due ragazzi abbandonarono le loro postazioni vicino al salice per correre in direzione delle grida.
 
-che succede?- chiese Tai alla sorella, intenta come tutti a fissare il cremoso fiume.
- te lo dico io…- rispose Jun – quello scemo di mio fratello ha avuto la brillante idea di assaggiare la cascata… e si è tuffato…-
- oh oh!- unica risposta da parte del cioccolataio
- perché oh oh?- lo interrogò Matt – si è solo tuffato… non è la fine del mondo-
- ecco… in realtà c’è un meccanismo per raccogliere il cioccolato e portarlo all’interno della fabbrica…- riprese Tai a spiegare con un aria divertita - … vedetelo come un enorme tubo che aspira tutto quello che trova…-
- quindi…?- il biondo più grande chiedeva con un filo di preoccupazione
- quindi probabilmente è stato aspirato… ah ah !- Tai trovava la situazione molto comica.
- che fratello idiota … ah ah ah – anche Jun si divertiva un mondo
- mi dica gentile signorina…- il padrone di casa si rivolse alla giovane accompagnatrice - ..per caso lo rivuole indietro?-
- personalmente no!- rispose decisa – ma i miei genitori potrebbero avere qualcosa da ridire se torno indietro da sola…-
- capisco… bene nessun problema!- e sempre mantenendo il suo sorriso portò due dita alla bocca emettendo un fischio.
 
Da un piccolo angolo di quel giardino emersero delle piccole figure più uniche che particolari. Esseri che non potevano essere classificati né come animali né come persone.
Saranno stati una decina… una decina di palle blu chiaro con delle piccole zampette e lunghe orecchie che saltellavano verso di loro. In testa al gruppo, camminavano con aria sicura,  un mini dinosauro arancione e un mini drago blu.
 
- ciao Tai…- parlò il dinosauro – cosa possiamo fare per te?-
- agumon amico mio… dovreste recuperarmi il ragazzino che è stato aspirato- gli rispose tranquillamente.
- siiii…- rispose tutto contento, quel giorno avrebbe avuto qualcosa di diverso da fare – demiveemon e veemon occupatene voi… ripescate l’umano… ovunque esso sia finito-
I piccoli esseri sparirono in pochi secondi, ognuno diretto in direzioni diverse e con un compito ben specifico. Solo il draghetto si avvicinò alla figura, ancora intontita, della sorella di Davis.
La quale venne presa per un braccio e trascinata dall’esserino blu per una destinazione ignota, tanto era così sotto shock per quello che aveva appena visto che il suo cervello mostrava un encefalogramma piatto… quindi non avrebbe protestato.
 
-bene… ora possiamo proseguire…- ma Tai si bloccò vedendo una serie di sguardi allucinati puntati su di lui… il che gli fece venire in mente un piccolo pensiero, che avesse esagerato?
- eh eh …- Kari, dal canto suo trovava che i suoi ospiti fossero un vero spasso, le loro reazioni non avevano prezzo.. in particolare il biondo più piccolo aveva attirato fin da subito la sua attenzione.
- Kari… Kari…- il ragazzino in questione si avvicinò tutto eccitato alla brunetta – chi erano quelli?... oh erano incredibili… sono animali? Mai visti così prima… forse qualche specie straniera?..-
La marea di domande che colpì la ragazzina era come un gigantesco zumami… indomabile e incontenibile…
- digimon!- fu l’unica parola che la ragazza riuscì a pronunciare, che ebbe fortunatamente l’effetto di fermare il giovane, che ora la guardava in trepidante attesa.
-sono digimon…- intervenne Tai nel tentativo di salvare la sorella – sono esseri che vengono da una terra lontana… gli abbiamo incontrati in uno dei nostri tanti viaggi… sapete sono degli ottimi operai, veramente instancabili… anche se mangiano per un esercito!-
Il cioccolataio annui soddisfatto per la sua spiegazione e, visto che non c’erano domande, decise che era il momento di proseguire… naturalmente non aveva nemmeno considerato la possibilità che l’assenza di reazioni potesse essere determinata dallo stato di totale smarrimento in cui si trovano i partecipanti al concorso.
- bene… vogliamo proseguire?- mentre Tai terminava la frase alle sue spalle compariva un’enorme barca rosa a forma di drago, che navigava leggiadra sul fiume di cioccolato.
- ma… ma non è possibile!- e finalmente qualcuno del gruppo ebbe una reazione – tutto questo è assolutamente illogico- il genio maniaco dei videogiochi sbraitava e gesticolava freneticamente.
- è normale- rispose Tai con nonchalance – parliamo di dolci… e i dolci non possono essere logici!- e sganciata questa profonda perla di saggezza, che fece rimanere senza parole il genio, salì canticchiando sulla barca, seguito a ruota dalla sorellina.
 
Matt ridacchiò tra se e se, decisamente quel ragazzo era uno spasso, l’assurdità fatta a persona, un sole che poteva illuminare la più grigia delle giornate… e con un sorrisetto mal celato sulle labbra, prese per mano il fratellino e insieme raggiunsero quei due pazzi sulla barca.
Quando anche gli altri ebbero la forza di fare altrettanto il viaggio poté continuare… Un viaggio attraverso un fiume di cioccolato al  latte, su di una barca che sembra una caramella rosa a forma di drago e guidata da un mini dinosauro arancione...

Tk prese posto accanto alla dolce Kari, un po’ perché quei due si erano presi subito in simpatia e un po’ per obbligare il fratello a sedersi accanto a Tai... Eh, sì, il piccolo biondo l' aveva notato... Aveva notato lo sguardo interessato che il fratello aveva lanciato al cioccolataio.
Anche se sfortunatamente non era stato l'unico, infatti, due occhi cremisi, che fino ad ora erano rimasti in disparte, guardavano con rabbia quella che consideravano la propria preda... E no, non avrebbe permesso al primo biondo straccione di portarle via una simile fonte di soldi...
Avrebbe vinto lei, non aveva dubbi, lei era una campionessa  creata per non per partecipare ma per battere chiunque e a qualunque gioco.
Sorrise malignamente, doveva solo aspettare la giusta occasione ... Solo aspettare...

Contrariamente a ogni aspettativa la barca resse il viaggio, il fiume era davvero navigabile e agumon si era rivelato un buon timoniere...
Comunque, nonostante la navigazione durò solo pochi minuti, tutti i visitatori furono davvero molto felici di arrivare a destinazione... Anche se i fratelli Wonka non ne capivano il perché ...
 
- eccoci arrivati alla seconda tappa della nostra visita-  questa volta era Kari a fare da guida, visto che Tai era troppo preso a provarci con un certo ragazzo biondo con una costante espressione crucciata.
- e qui che si fa ?- tk saltellava per l’eccitazione. La prima stanza era stata uno spasso, non vedeva l’ora di vedere il resto.
- qui i nostri amici tanemon e palmon scelgono gli ingredienti migliori- la ragazza indicò degli strani essere verdi. I primi assomigliavano a dei bulbi con le zampe, mentre i secondi erano identici a delle piante con dei fiori fucsia in testa.
 
Il paesaggio era totalmente diverso da quello precedente. Da un immenso giardino si era passati a un luogo dove l’unico verde presente era quello di quegli esseri non ancora catalogati in una specie precisa.
Era una stanza circolare distribuita su due livelli: in quello in basso vi erano quelle creature tutte intente ad appurare che gli ingredienti che arrivassero alla fabbrica fossero della migliore qualità, mentre il piano superiore aveva solo la funzione di controllare l’operato di chi stava di sotto.
Uno per uno, molti generi alimentari passavano nelle mani… zampe… radici…?? Beh, comunque, controllavano ogni cosa e tutto ciò che non era adatto veniva scartato, o meglio, veniva lanciato al centro della stanza dove c’era un buco nel pavimento, largo circa un metro, che fungeva da mega cestino.
 
Questa volta le reazioni dei visitatori furono più contenute, anche perché dopo la stanza commestibile questa era decisamente più normale… salvo per gli operai- piante ovviamente.
 
-aaahhhh!- una vocina molto acuta si fece eco tra i presenti – ma che cariniiiiii-
Mimi, la principessa che non conosceva la parola no, si era sporta dalla ringhiera che proteggeva il piano superiore e, con due enormi occhini a forma di cuore, indicava eccitatissima le creature non identificate.
- signorina per favore faccia attenzione e non si sporga…- Tai gentilmente le fece questo appunto…Che venne totalmente ignorato dalla giovane…
- papà!- comandò la ragazza – ne voglio uno-.
- mi dispiace Mimi- intervenne Kari parlando molto lentamente per essere sicura che la capisse – i tanemon e i palmon non sono in vendita-
- ne è sicura signorina Wonka… la pagherò bene- parlò il padre dopo aver visto il broncio che la figlia aveva immediatamente messo al solo sentire quelle parole.
- siamo sicuri- la sostenne Tai – non sono in vendita-.
- papà!- la ragazzina dai capelli rosa non l’aveva prese molto bene – ho detto che ne voglio uno- e cominciò a fare i capricci pestando i piedi per terra.
L’uomo non sapeva più che fare, si guardava a destra e a sinistra in cerca di una soluzione… o forse di una via di fuga, andavano entrambe bene…
- uffa!- la ragazzina sentendosi completamente ignorata, per la prima volta nella vita, decise di fare di testa sua.
Con passo deciso, o meglio pestando i piedi in modo poco elegante, si diresse verso l’unico punto in cui i due piani erano collegati e, anche se il cancelletto che li univa era chiuso, scavalcò la ringhiera e scese le scalette.
I tanemon e i palmon smisero subito di lavorare appena la gentil donzella atterrò in modo poco dignitoso sul piano inferiore.
Fregandosene altamente dei rimproveri dei due proprietari cominciò a passere in rassegna una per una le piante presenti, in cerca di quella di suo gusto… però, visto che rosa non c’era, si fiondò su quella più vicina.
Peccato che la ragazza non sapesse che quelle piante odiassero essere toccate da degli estranei e che, di conseguenza, non prendevano molto bene tali gesti. Infatti, non ebbe nemmeno la possibilità di sfiorare la creatura in questione, perché venne cattura da una serie di lunghe liane verdi e rosa che sollevarono in aria per poi buttarla nel buco al centro della stanza… evidentemente non era di qualità sufficiente per restare nella fabbrica…
 
- NOOOOO- il padre corse verso il cancelletto lanciando un urlo disperato.
- non si deve preoccupare…- tentò di tranquillizzarlo Tai – non corre alcun pericolo… al massimo sarà caduta su di un cumulo di spazzatura… sa…- continuava a parlare come se fosse una guida che illustrava un opera d’arte - … bruciamo tutto solo uno volta a settimana quando si accende l’inceneritore… e per la precisione solo di mercoledì… quindi non c’è alcun problema.-
Solo che ha quelle parole, l’uomo, anziché tirare un sospiro di sollievo, sbiancò velocemente – MA SIETE UN BRANCO DI PAZZI…. OGGI è MERCOLEDI’- e mandando a quel paese le buone maniere inglesi scavalcò il cancello e scese al piano di sotto.
- oh… in effetti, ha ragione…- Tai non si scompose più di tanto alla notizia.
- non si può fare nulla?- con due occhi grandi grandi, Tk, guardava con speranza i proprietari di quel folle luogo.
- beh possiamo provarci… Kari?-
La sorella annuì decisa e, prendendo un respiro profondo, soffiò nel fischietto che portava al collo.
Dopo pochi secondi fece la sua comparsa l’ennesimo personaggio strano della giornata: un gatto bianco con dei guanti gialli.
- Gatomon!- Kari la salutò tutta contenta.
- ciao Kari…- rispose tranquillamente il micio, ovviamente, davanti allo sguardo attonito dei presenti, che non sapevano se essere sorpresi del fatto che parlasse o del fatto che camminasse su due zampe….
- per caso…- continuò noncurante il micio – mi hai chiamato per la pazza isterica che ostruisce lo scarico?-
Il padre arrivò di corsa – come sta? È ancora viva?-
- tsk!- il gatto in questione era molto scocciato –fortunatamente l’inceneritore oggi è fuori uso… quindi sta benissimo… urla in modo isterico e insopportabile, ma è intera… dopo un bagno sarà come nuova-
- perfetto!- intervenne Tai con la sua solita espressione divertita – allora è tutto ok!... ah! Signore…Se la rivuole indietro segua quel palmon e la porterà da sua figlia-  disse indicando una pianta verde in piedi accanto a una porta praticamente sbucata dal nulla. (eh, sì, perché li, fino a poco prima c'era solo un muro bianco e spoglio.)
L’uomo, che aveva perso dieci anni di vita per lo spavento, segui come un automa l’essere in questione, sperando di poter riavere indietro la sua bambina… così da non dover incorrere nelle ire della moglie…
 
Nel frattempo, i restanti membri del team ‘visitatori’ erano ancora al secondo piano in uno stato di connessione mentale momentaneamente sospesa… tutto era successo così in fretta che avevano avuto a malapena il tempo di seguire l’evolversi della vicenda, figuriamoci quello di intervenire.
- bene- Tai attirò la loro attenzione – direi di proseguire la visita- e si diresse pacatamente verso il muro opposto alla stanza. Dove, magicamente, dal semplice muro comparve una porta, che li avrebbe condotti in un altro assurdo luogo.
 
- ragazzi?- Sora si rivolse ai compagni di viaggio – l’avete vista anche voi la porta comparire dal nulla… vero?- chiedeva giusto per assicurarsi di non essere impazzita.
- in effetti…- rispose matt
- penso di si- confermò Izzy
- ah ok…- e la ragazza si senti più tranquilla, le sue facoltà mentali erano ancora tutte presenti… più o meno…
 
Questa volta, per la felicità di tutti, la destinazione successiva era raggiungibile a piedi. Anche se i fratelli Wonka ancora non capivano cosa c’era che non andava nella loro barca…
Durante questo breve tragitto Matt finì casualmente (intervento divino o opera dei due fratelli minori?) a passeggiare accanto a Tai.
- questo posto…- ruppe il ghiaccio il biondo - …è davvero immenso-
- eh eh … e non hai ancora visto niente- ribatté spavaldo l’altro
-mi chiedevo… chi ci vive qui, oltre a voi due ovviamente …- Matt pose la domanda, ma si pentì quasi subito quando vide un alone di tristezza tingere i caldi occhi color cioccolato del suo interlocutore.
- ah… ecco siamo solo noi e i digimon… anche se loro sono qui solo da pochi anni…-
- e prima?- Matt chiese d’istinto. Non era mai stato un tipo curioso, però per lui la famiglia viene prima di tutto e il solo sospettare che quei due non avessero nessuno lo rendeva triste.
- sai…- riprese Tai - … prima vivevamo qui con nostro nonno Gennai… un vecchietto simpatico con un assurdo codino…- sorrise tristemente al ricordo dell’uomo che li aveva cresciuti – i nostri genitori sono morti subito dopo che Kari è nata… e il nonno ci a presi con se…-
- dov’è lui adesso?- matt si avvicinò ancora di più al quel bizzarro ragazzo e, reagendo d’istinto, gli strinse forte la mano, intrecciando le sue pallide dita a quelle più scure dell’altro.
- è morto un paio di anni fa… -
- capisco- il biondo strinse con più forza la mano dell’altro, cercando di dare con quel semplice gesto un po’ di conforto.
- e tu? Che mi dici di te?- Tai mise su il sorriso più sincero che in quel momento poteva venirgli, mentre faceva un evidente tentativo di cambiare l’argomento della conversazione.
- uh?.. oh beh, non c’è molto da dire…- d’altronde il biondo era anche un tipo di poche parole – vivo con i miei genitori e mio fratello in una piccola casetta in periferia… anche se…- aggiunse grattandosi al testa con la mano libera – più che una casa è un buco che potrebbe caderci in testa da un momento all’altro…ma… - si voltò verso l’altro ragazzo e sorrise -… siamo felici finché siamo tutti insieme.-
Tai ricambiò quelle parole con un radioso sorriso e, probabilmente, avrebbe anche tanto voluto rispondere, se non fosse stato per un piccolo impedimento… un impedimento dai capelli rossi che era stufo di starsene in disparte mentre la sua preda gli veniva soffiata da sotto il naso.
- allora Tai…- la rossa si era fiondata tra i due ragazzi separandoli rovinosamente -… stai ignorando i tuoi ospiti, non va bene sai?- la ragazza parlava cercando di apparire più sensuale possibile, ma tutto ciò che ottenne fu uno sguardo di ribrezzo che si manifestò in modo molto palese sul volto del cioccolataio.
- ah… tu sei Sora, giusto?- risposta che sottintendeva ‘credo di averti vista all’entrata ma non ti ho guardato nemmeno di striscio perché la materia non mi interessa’
- oh che bello ti sei ricordato il mio nome- ignorando il palese fastidio manifestato dal ragazzo, Sora continuò imperterrita il suo attacco.
- ah beh non era difficile… eravate in pochi…- parlava mentre cercava disperatamente di staccarsi di dosso la rossa, che in un attimo di distrazione si era arpionata al suo braccio.
- ma sai…- continuò con una finta voce da gatta morta che fece accapponare la pelle ai due ragazzi presenti… e non in senso buono - … tu hai attirato subito la mia attenzione e penso che dovremmo conoscerci meglio…-
Tai impallidì, si staccò con un balzo degno di una gazzella e si guardò in giro cercando una scusa qualsiasi per distrarre quella pazza, anche il classico asino che vola sarebbe andato bene in quel momento.
- oh guarda siamo arrivati…- per fortuna la sorella aveva notato le mire della rossa fin dall’inizio e, diciamo, che aveva preparato un piano per sbarazzarsene.
 
Attraversando l’ennesima porta sbucata dal nulla arrivarono in una nuova zona, anche se il cartello ‘LASCITE OGNI SPERANZA O VOI CHE ENTRATE’ non prometteva nulla di buono.
 
- dove siamo adesso?- chiese tk guardando con fare perplesso quel luogo.
Rispetto al resto della fabbrica quella stanza sembrava quasi normale, insomma, era un ordinario capannone grigio e tetro pieno di macchinari e materiale ovunque… Se non fosse stato per delle boccette colorate da scienziato pazzo messe qua e la sarebbe stato tutto abbastanza nella norma.
 
- qui dentro noi… o meglio mio fratello sperimenta nuove ricette- la dolce e pucciosa Kari ridacchiava apertamente mentre parlava. Sì, perché sperimentare era la parola chiave, soprattutto quando si parlava di suo fratello… infondo c’era un valido motivo se in quella stanza era stato messo il migliore sistema antincendio in circolazione…
 
La luce si accese accecando tutti i presenti e dando un po’ di vita a quel luogo adatto a un film horror… beh gli attrezzi chirurgici c’erano già, anche se la domanda più ovvia era che ci faceva un cioccolataio con un bisturi?... meglio sorvolare…
Da un angolino in disparte fece la sua ricomparsa il mini dinosauro arancione, alias agumon, che, non con poca fatica, portava un vassoio con una torta viola.
 
- allora Tai... - la rossa era tornata all’attacco – è qui che crei i tuoi favolosi dolci?-
- certo!- rispose spavaldo – è da qui che escono le mie ottime creazioni-
- va bene fratellone l’importante è crederci-  Kari ghignava malignamente al solo pensiero delle cose assurde che uscivano dalla mente contorta del fratello.
- cosa vorresti dire?- le rispose stizzito – i miei dolci sono opere d’arte… vero matt?- chiamò in causa il biondo, che però non lo stava minimamente ascoltando perché troppo preso a cercare una valida ragione per la presenza di scafandri vicino alla porta d’entrata.
- eh?- ecco infatti…
- i cioccolatini di stamattina … erano buoni no?- insistette Tai
- ah- sembrò ridestarsi – sì, si mi sono piaciuti-
- ecco… quelli erano opera mia…- e fece una molto matura linguaccia alla sorellina.
 
Sora si sentiva palesemente ignorata, aveva bisogno di un modo per attirare l’attenzione del ragazzo e doveva farlo subito.
Si guardò attorno finché i suoi occhi cremisi caddero sulla torta che agumon stava trasportando. Sorrise malignamente, avrebbe conquistato il ricco proprietario dimostrandogli il suo apprezzamento per le sue ricette, infondo se ci era riuscito il biodo straccione per lei non poteva essere un problema.
 Si staccò da Tai, per la felicità di quest’ultimo, e si diresse sicura di se verso il piccolo digimon.
- allora… questa è un’altra delle tue opere?- prese un pezzo di torta e la sollevò in aria.
- ah si esatto… però è ancora in fase di sperimentazione- rispose guardando la torta in questione con aria preoccupata.
- benissimo- rispose lei ignorando ogni indizio – mi offro io di testarla-
- cosa?!- il cioccolataio sbiancò – no ferma…-
Ma fu tutto inutile, perché nemmeno il tempo di finire la frase che la ragazza aveva già ingoiato la fetta incriminata.
- mmh ma è ottima- mangiava tutta contenta – è ai mirtilli-
- Sora… dico davvero sputale finché sei in tempo- la voce allarmata di Tai cercava di raggiungerla, ma era decisamente troppo tardi.
- AAAHHH- la rossa emise un urlo – che mi succede?-
Beh, che fosse leggermente spaventata era comprensibile, visto che il suo corpo stava lentamente cambiando colore… dal rosa umano al viola mirtillo… per una persona comune può essere un po’ scioccante.
- è per questo che ti avevo detto di non mangiarla… ci sono… ecco alcuni effetti collaterali che non riusciamo proprio a far andare via…- Tai stava cercando disperatamente di rimanere serio, anche se la tentazione di mettersi a ridere era troppo forte.
- fermalo! Fermalo!- gridava l’ormai ex rossa spaventata.
-su, su non si preoccupi…- le si avvicinò agumon – andrà via fra qualche giorno o al massimo qualche settimana-
- SETTIMANA?? Cioè io dovrei stare così per tutto questo tempo??- e fu in quel momento che la rossa…cioè il mirtillo gigante prese un’importante decisione – basta! Io me ne vado… non resto in questo covo di matti un minuto di più!-.
E praticamente correndo uscì dalla stanza, seguita a ruota dalla madre che le ricordava che lei era una campionessa e che non poteva farsi battere così… inutile dire che l’ormai ex rossa mando a quel paese sia sua madre che le gare…
 
 
- va beeeene- disse kari come se nulla fosse successo – andiamo alla prossima tappa-
 
In quel frangente Tai guardava con aria sconsolata sua sorella chiedendosi perché nessuno apprezzava i suoi sforzi nel creare nuove opere d’arte.
Matt, invece, sogghignava fissando la porta da dove era scappata l’ex rossa campionessa…Contento come non mai che quella cosa appiccicosa avesse levato definitivamente le tende.
Tk, ridendo beatamente con la sua nuova amica Kari,era impaziente di vedere la prossima destinazione. Probabilmente era l’unico che stava realmente godendo di quella gita.
Il genio dal canto suo ignorava tutto e tutti con aria annoiata, chiedendosi per quale cavolo di motivo aveva abbandonato la sua bella stanza per buttarsi in quell’assurda avventura.
E Kari… beh lei osservava, sorridendo malignamente, quella famosa torta viola… domandandosi, senza tanti problemi, se avesse potuto vendere le ricette del fratello a qualche nazione come arma di distruzione di massa… forse non era una cosa molto etica, ma di certo avrebbe fatto un sacco di soldi…
 
 Il rumore di una porta che si apriva ( ovviamente compariva sempre dal nulla… tanto nessuno a quel punto ci faceva più caso) segnava la ripresa del viaggio.
 
Ciò che rimaneva del nutrito gruppo iniziale cominciò a muoversi per l’ennesimo lungo corridoio… lungo e tetro, visto che, se non fosse stato per un paio di luci soffuse messe ogni tre mt sarebbero stati totalmente immersi nel buio.
Un Plinc si echeggiò velocemente nel silenzio che si era creato, segnando così la fine della passeggiata. Una luce bianca abbagliò i presenti e un paio di porte di vetro trasparente si aprirono davanti a loro, mostrando uno spazio ristretto in cui vi entravano un numero ristretto di persone.
I due fratelli Wonka, abituati a usare quel comune mezzo di trasporto, vi salirono senza tante esitazioni, cosa che invece non fecero le quattro restanti persone.
- beh?- li guardò curiosa Kari – non venite?-
- che cosa sarebbe ?- Izzy fissava sospettoso il cubicolo di vetro
- ovvio è un ascensore… nonché  il mezzo più veloce per muoversi nella fabbrica- la ragazza gli rispose a tono, non molto contenta della mancanza di fiducia che il genio mostrava nei loro confronti… chissà come mai?
- e perché non lo abbiamo preso subito allora?- il rosso era così stufo di quel mondo totalmente illogico che voleva vedere la fine di quella tortura il più presto possibile.
- perché prima non ci stavamo … genio- con una bella linguaccia e un discreto tono derisorio sull’ultima parola la giovan donzella Wonka mise la parola fine a quella discussione
 
Ora, già il fatto di vedere un ascensore era già un’esperienza fuori dal comune, soprattutto considerato il periodo in cui la storia era ambientata, ma provarne uno che si può muovere in tutte le direzioni possibili premendo un semplice tasto… beh era tutta un’altra cosa…
I fratelli Wonka scelsero le prime destinazioni, permettendo così ai loro ospiti di vedere delle vere meraviglie riservate solo a pochi eletti… come il monte di zucchero filato, la liquirizia infinita, la bottega del marzapane… insomma tanta roba buona…
Tutto stava stranamente filando liscio (tralasciando le assurdità di quel luogo ovviamente…), questo almeno finché il rosso genio diede in escandescenza…
- adesso basta!- diede un mezzo spintone ai due fratelli e prese posto vicino ai comandi – la prossima destinazione al scelgo io- che fosse stufo dei dolci?
E fra la lunga lista di nomi, ognuno dei quali collegato a un bottoncino, ne scelse uno che sembrava appartenere al suo mondo: File Island game.
 
Le porte di vetro si aprirono per l’ennesima volta, mostrando ai presenti la loro nuova fermata… o meglio l’avrebbero vista se non fosse stato per il piccolo dettaglio che quel posto era abbagliante a dir poco.
Una volta messi degli appositi occhiali stile cinema in 3D, la stanza in questione apparve nella sua forma reale. Piccola, bianca e rotonda. Segni particolari? Un divano bianco e un megatelevisore.
 
Tai si avvicinò al divano salutando l’occupante – giorno Tentomon… tutto tranquillo oggi?-.
- è tutto nella norma- rispose alzando la zampa in segno di saluto
- che gioco è questo?- il genio guardava lo schermo gigante con aria crucciata.
Non aveva mai visto nulla del genere, ma di sicuro aveva preso una cantonata, perché quello non poteva essere un videogame.
- oh questo non è un gioco… è l’isola di File… non proveniamo da li- il digimon insetto indicò l’immagine di una foresta che al momento veniva trasmessa davanti a loro.
- cosa??- Izzy lo fissava come se avesse appena detto la più grande scempiaggine del mondo – cioè, tu vorresti farmi credere che la vostra casa è all’interno di un televisore? Ma siete proprio tutti matti qui dentro…-
Ma non riuscì ad aggiungere altro, perché poco lontano da dove si trovava, apparve una luce molto simile a quella di uno scanner, da cui ne usci un altro Tentomon.
- dicevi?- chiese Kari con aria di sfida
-ah!- il genio era senza parole, aveva appena fatto una figura del piffero gigantesca.
- oh ma che bello- saltellava esaltato tk – allora venite da un altro mondo?-
- sì, si – rispose tranquillamente il digimon – noi proveniamo da digiworld… il mondo dei dati-
- questo spiega molte cose- Matt annuì soddisfatto, ovviamente tutto continuava a essere assurdo fino all’inverosimile, ma adesso almeno aveva una spiegazione valida… almeno con la scusa degli alieni avrebbe potuto guadagnarci qualcosa… magari con un libro…
- fatemi capire…- il rosso si riprese - … avete scoperto un varco che porta a un altro mondo… e … e voi lo usate come un gioco…???-
- il digimon non sono giochi!- lo bloccò subito Tai – sono nostri fidati amici-
- amici? Ma chi se ne frega… c***o… avete scoperto un’altra dimensione…- e correndo verso il punto in cui era apparso prima il Tentomon - … e io voglio andarci!- vi saltò dentro.
- uh oh- mugugnò il cioccolataio
- non mi dire…- si affiancò a lui matt - … non lo doveva fare e ora è nei guai. Giusto?-
- beh, in effetti, in quel posto ci sono parecchi digimon piuttosto cattivelli….- il più grande dei fratelli Wonka sembrò soffermarsi un attimo pensando al da farsi – va beh… anche se odia a morte i dolci non possiamo lasciarlo li… soprattutto perché il suo accompagnatore (che lo sta aspettando fuori causa paura degli ascensori) potrebbe avere qualcosa da ridire in merito…-
- mi sta simpatico…- intervenne subito Tentomon – me ne occupò io… posso?-
- certamente amico mio… vai pure- e Tai fu più che contento di togliersi dalle scatole la seccatura di andare a cercare per tutto digiword il genio.
 
Dopo che il digimon insetto sparì, il maggiore dei fratelli Wonka, si rivolse ai sopravvissuti – allora possiamo andare… ma- si bloccò – siete rimasti solo voi due a quanto pare-.
 
Matt lo fissava con aria crucciata  ‘ si certo… come se non ti fossi accorto che ci siamo decimati lungo il viaggio ’ pensiero che fu seguito, tuttavia, un’improvvisa e triste realizzazione colpì in pieno il ragazzo, portando il suo morale a livelli depressivi massimi.
Finito…Era tutto finito. La gita, il concorso e la giornata… tutto… avevano il vincitore e sarebbero tornati alle loro rispettive vite…
Questo voleva significare solo una cosa: che non avrebbe più rivisto Tai.
Come avrebbe potuto? Lui era un poveraccio, mentre il ragazzo con gli occhi color cioccolato era decisamente ricco… apparteneveno a due mondi diversi… chance zero di avere anche solo un rapporto di amicizia…
 
- benissimo… allora vuol dire che il nostro Tk vince il premio speciale- tai sorrise e corse a congratularsi con il biondo più piccolo.
- davvero?- in realtà se ne era dimenticato completamente – che cosa è?-
- questo è il bello piccolo Tk sarai tu a deciderlo… noi esaudiremo un tuo desiderio… ecco…- diede al piccolo un foglietto e una penna – scrivilo-
Tk non ebbe nemmeno bisogno di pensarci, nel momento in cui aveva visto lo sguardo triste del fratello aveva già deciso. – tieni-
Tai prese il bigliettino e sorrise – nessun problema sarai accontentato-.
 
 
6 mesi dopo.
 
C’era una volta una fabbrica magica che produceva i dolci più buoni del mondo.
Questa fabbrica era di proprietà di due giovani brillanti cioccolatai conosciuti in ogni dove, i fratelli Wonka.
C’era una volta un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi del colore del cielo con una famiglia che amava e un sogno da realizzare.
Il nome di questo ragazzo era Matt e, in una serata estiva, stava camminando per le vie della città per arrivare a casa in tempo per la cena.
Passò per il cancello, il portone principale, il lungo corridoio con la carta da parati più brutta della storia e dopo qualche piano con l’ascensore arrivò alla sua destinazione.
- ciao Matt- una voce allegra gli veniva incontro accogliendolo calorosamente – come sono andate le lezioni?-
- ciao Tai- salutò il fidanzato con un bacio poco casto – tutto bene grazie… le adoro tutte.-
- oh ragazzi siete qui…- la voce dolce della signora Ishida attirò l’attenzione dei due giovani – venite a tavola che si raffredda-
Matt sorrise, non poteva essere più felice: aveva un fidanzato fantastico che lo amava, una famiglia che adorava, una casa immensa ( visto che in 6 mesi ancora tutta non l’aveva vista) e studiava, sempre grazie al fidanzato, nella migliore scuola di musica del paese… decisamente era tutto perfetto… o quasi…
- uuaaauuuu … piccioncini trovatevi una stanza…- la voce divertita della piccola Wonka entrò bruscamente nei pensieri del musicista biondo, provocando la trasformazione della pelle bianca del giovane in un interessante tonalità di bordò.
- ah ah magari…- rispose tranquillamente Tai, alzando il pollice in segno di vittoria.
Tra la malizia della giovane Kari e le risate del fidanzato, Matt stava prendendo sinceramente in considerazione l’idea di stroncare le vite di entrambi e di buttare i resti nel tritarifiuti presente nella fabbrica al livello dei palmon. Ma, fortunatamente per i fratelli Wonka, la visione del piccolo Tk con un sorriso sereno e solare, fece scemare ogni intento omicida nel ragazzo , almeno per quella sera.
- dai dai fratellone…- saltellò Tk vicino alla sua versione più adulta - … andiamo a tavola che ho fame- inutile dire che avrebbe saltellato finché non sarebbe stato accontentato
- si, si… ho capito … Arrivo…- anche se di controvoglia il musicista dovette arrendersi e seguire quei pazzi che ormai erano diventati la sua quasi perfetta famiglia.
 
 
Poco lontano in una stanza al piano di sopra, un foglietto giaceva custodito dentro un portagioie. Sopra vi era solo una frase: ti prego fa che mio fratello sia di nuovo felice.
 
 
-Tai?- dopo cena i due ragazzi erano sdraiati sul letto della loro stanza e il biondo aveva un dubbio che lo tormentava da mesi – mi chiedevo… perché avete indetto il concorso?-
- ah quello…- si fermò un attimo fingendo di pensarci su - … ci annoiavamo-
- Ah!- e Matt rimase senza parole, cominciandosi a chiedere in che guaio si era cacciato.
 
Fine
 
 
Oook finita… un po’ lunghetta? Sorry…..
Grazie per aver letto… spero che sia piaciuta
By lau2888 
  
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