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Autore: Yukino    26/05/2012    5 recensioni
Frank è in vacanza come ama definirsi lui, una vacanza che assomiglia tanto a una fuga, e incontra Gerard, un mezzo vagabondo che abita nei gradini di una piazza sperduta. E forse Frank può imparare qualcosa sul valore dei sogni che vale la pena seguire, sui luoghi da trovare e sulla libertà di poter essere ciò che si vuole.
-Sai che è una cosa assurda vero?- lo informò ad ogni buon conto, sia mai che il ragazzo ritenesse normale fare una cosa del genere.
L’aveva detto con una tale tranquillità che pareva pensarlo.
L’altro si mise a ridere, guardando il cane e accarezzandogli la testa.
-Tranquillo ne sono consapevole.- rispose, guardandolo poi di sottecchi, gli occhi verdi appena visibili da sotto la cortina di capelli nerissimi.
-Devo chiamare anche te con un nome diverso ogni giorno?- aggiunse poi, sorridendo come se il pensiero in realtà lo divertisse enormemente
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO


Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
sotto le stelle in Piazza Grande,
e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.

E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande,
tra i gatti che non han padrone come me attorno a me.


Il giorno dopo scoprirono che tutte le tele e i disegni di Gerard che erano rimasti lì tutta la notte, erano in possesso di una ragazzina che Gerard aveva aiutato diverse volte coi compiti di Arte. Il sorriso che Gerard regalò alla ragazza fece capire a Frank quanto davvero quella Piazza ormai fosse un pezzo della sua vita.
Quel giorno, Frank suonò per Gerard e Gerard cantò per Frank. La gente che si era raccolta attorno a loro non poté fare a meno di restare in un silenzio incantato tutto il tempo, trattenendo il respiro ogni volta che Frank accompagnava la voce di Gerard con la sua o che Gerard chiudeva gli occhi lasciandosi trasportare dalla canzone e dalle emozioni che gli dava.
Quando smisero, ore dopo, si resero conto che si era radunata una piccola folla attorno a loro, e tutti avevano espressioni estasiate e applaudivano come dannati.
Lì si rese conto di cosa faceva davvero Gerard. Di cosa avrebbe potuto fare lui. Cosa avrebbero potuto essere assieme.
Gerard raccoglieva i sogni della gente, con delicatezza e forza allo stesso tempo, li custodiva per loro, li proteggeva, e poi li restituiva indietro, più belli e luminosi di prima.
E a chi quei sogni non li aveva, allora regalava i propri, perché nessuno potesse mai essere lasciato solo, senza una mano amica che con dolcezza li guidasse fuori dal nero.
Lo fecero ogni giorno.
Ogni giorno suonavano assieme, ogni giorno Gerard e Frank regalavano un pezzo di Paradiso alle persone che li ascoltavano. Ogni giorno Frank creava la musica assieme a Gerard ed era l’unica cosa che avrebbe voluto continuare a fare per sempre.
-Ho sempre pensato che sarei morto qui.- disse improvvisamente Gerard un giorno, mentre faceva il ritratto di una ragazzina straniera, usando colori vivi e forti.
-In mezzo ai gatti selvatici, quelli che non si lasciano avvicinare da nessuno e che nessuno può reclamare come propri.- la ragazzina li guardava curiosa, però non si muoveva. Gerard le aveva detto di stare immobile e lei eseguiva con costanza ammirevole.
-Ho sempre pensato di essere simile a loro. Senza padrone. Nessuno che mi possa reclamare come suo.-
Frank trattene il respiro. Lo sapeva questo. Sapeva che Gerard era il vento e che il vento non si poteva incatenare, al massimo si poteva sentire tra le dita e lasciare che giocasse con i capelli.
L’amava per quello.
-Beh tu puoi.-
Frank spalancò gli occhi. Gerard ancora non lo guardava, continuava a dipingere ma le guancie erano arrossate, la mano tremava. Non doveva essere poi così abituato a dire cose del genere.
Nemmeno lui a sentirle. Si protese verso di lui, ignorando il sorriso che si era aperto sul volto della ragazza. Aveva un disperato bisogno di sentire quelle parole.
-Non è la Piazza, Frankie. Non è lei casa mia. Non scherzavo quando dicevo che non è il posto che mi rende libero, è quello che sono io.
Amo questo posto, amo la gente che ci viene, anche quando ci passano bastardi omofobi. Ma tutte le città hanno una Piazza.-
Frank sorrise, abbassando la testa. Non poteva davvero crederci, per quello glielo chiese.
-Stai cercando di dirmi che mi seguirai ovunque io deciderò di andare?-
Gerard posò il pennello, la ragazzina allungò la testa per sentire la risposta.
-Stò cercando di dire che ormai non potrei fare altro che seguirti.-
Non si era davvero reso conto di quanto avesse bisogno di sentire quelle parole. Solo in quel momento riuscì a sentirsi, finalmente, totalmente libero.
Tirò a sé Gerard, baciandolo teneramente, posando le mani sulle sue guancie e limitandosi a sentirlo.
A quanto pareva, dopotutto anche il vento poteva innamorarsi.
--------
NOTE: Ciao a tutti! So che è strano Gerard nei panni di una specie di poeta/cantante/pittore vagabondo, ma volevo provare a calarlo in panni diversi dal solito, e per una volta dargli un po’ di tranquillità, povero. Lo faccio sempre soffrire troppo nelle mie fic! Stavolta è Frank quello in crisi XD ma niente di drammatico, sono sicura che con Gee accanto già va tutto meglio.

   
 
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