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Autore: donteverlookback    26/05/2012    0 recensioni
[...]Ti renderò parte di un segreto, un segreto così orribile, che dopo probabilmente non vorrai più saperne di George Haterton.
Vuoi leggere, Elizabeth?
Anche se per te poi non sarò mai più lo stesso?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia dolce Elizabeth,
conosco bene te e la tua natura e, leggo nei tuoi comportamenti la noia che ti pervade.
Hai tutti i diritti di lamentarti, mia cara, perché la campagna del Hampshire non offre svaghi adatti ad una signora come te.
Visto che sei una buona moglie e, che mi fido di te come mi fiderei di me stesso, voglio raccontarti una storia, un racconto che nasconde un terribile segreto. Un segreto che ha macchiato indelebilmente la mia anima, che non ho mai rivelato a nessuno. La causa che mi spinge, qui oggi, a scrivertene è il mio voler smettere di sentirmi oppresso da questo peso: perdona la mia scortesia, che mi spinge a sentirmi più leggero scagliandoti addosso questo insopportabile fardello. Spero nel tuo perdono.
Ti dicevo che ti renderò parte di un segreto, un segreto così orribile, che dopo probabilmente non vorrai più saperne di George Haterton.
Vuoi leggere, Elizabeth?
Anche se per te poi non sarò mai più lo stesso?
Sei ancora lì, con questo foglio in mano e l'orrore che ti si legge negli occhi, moglie mia?
O sto parlando ad un fantasma, ad una presenza vuota, ad una stanza buia, ad una porta chiusa?
Io, però, terrò fede alla mia parola e continuerò a scrivere: se stai leggendo, se veramente i tuoi occhi celesti dei quali sono follemente innamorato stanno scorrendo queste poche righe,sicuramente vorrai capire di cosa sto parlando, cos'è che mi spaventa e da anni mi turba nel profondo.
Cominciamo, dunque, prima che l'orrore di quello che sto per confessarti mi stordisca o mi uccida.
Hai mai sentito parlare di Daphne Haterton? Credo di no, e ora sicuramente vorrai sapere a quale corpo, a quale mente appartiene questo nome. Te lo dirò, tesoro, non preoccuparti, la lettera è fatta per questo. La donna a cui apparteneva questo nome era mia sorella minore. Non ne sai nulla, non è vero? Daphne era un'eterea creatura con i capelli scuri, lunghissimi, e due occhi blu in cui parevano sprofondare tutti i peccati e i sentimenti, per poi uscirne purificati. Non ci assomigliavamo molto, ma a quel viso, a quei boccoli scuri, apparteneva la bellezza che, prima di mia sorella era appartenuta a mia madre. Quando è nata, però, mia madre mormorò profetiche parole di una vita orribile per quella creatura, poi reclinò la testa di lato e il suo respiro si fece sempre più profondo, per poi svanire. Daphne, al contrario, sembrò protetta da un incantesimo bello e oscuro, e nemmeno un raffreddore la colse:visse la sua vita in salute, bella e perfetta come se per lei le normali leggi umane non valessero.
Vedendola, nessuno avrebbe potuto credere che quella ragazza assolutamente incantevole non fosse molto più femminile di una neonata. Daphne sapeva tirare di spada, cavalcava come un uomo, ed era profondamente interessata alla scienza, che definì più volte “il modo migliore per capire tutto ciò che ci circonda”. Mio padre, al suo diciassettesimo compleanno, la offrì in sposa al conte Edwards, sapendo che il suo amico cercava disperatamente una sposa: quest'ultimo fu contentissimo di accettare la proposta di mio padre; avrebbe guadagnato una sposa bellissima ed una dote cospicua. Daphne non ebbe voce in capitolo: quando mio padre le comunicò la data del matrimonio, rimase impassibile, ma quella sera e per i successivi tre giorni non si presentò a tavola assieme a noi. Il mattino delle nozze, mia sorella non era in camera, né in nessun'altra stanza del nostro castello. Immagina la nostra disperazione quando entrammo nella sua stanza e trovammo il letto vuoto e il vestito da sposa sul pavimento! Una lunga corda pendeva dalla finestra, ad indicare la via di fuga della giovine.
Io, però, sapevo il luogo dove le nostre ricerche avrebbero conseguito.
Ricordi il salice piangente in fondo al giardino? La prossima volta che vi passerai vicino guarda bene sotto le sue fronde: vi sono i resti di fuochi da campo, e in un cantuccio ci sono delle coperte. Lì, io e Daphne abbiamo trascorsi momenti di infanzia assolutamente splendidi, e fu proprio lì che andai a cercare mia sorella, in quella stranamente soleggiata mattina d'Aprile.
Daphne era appoggiata al tronco rossastro, che leggeva un libro. Indossava solo una camicia bianca e un paio di pantaloni che riconobbi come miei, i capelli erano tutti su una spalla, come li portava di solito, e le sfioravano la vita.
-Che siete venuto a fare?- Mi domandò con voce imperiosa, senza staccare gli occhi dal libro che teneva in mano.
-A supplicarvi di smetterla con questa messinscena. Neanche a teatro ho mai visto queste recite.-
Avrei voluto dire pazzia, e non messinscena, ma bisognava stare attenti quando si parlava con Daphne:per amore dell'orgoglio, si farebbe tagliare una mano.
-Dite a mio padre che, se non ritirerà la promessa, potrà dimenticarsi di me, Perché per lui sarò solo un fantasma, né più né meno.-
-Sorella, siate ragionevole: prima o poi dovrete sposarvi, e questo è solo un momento come un altro.-
-Ditemi quale legge obbliga una donna a sposarsi quando questo avvenimento, che è molto importante nella vita di una persona, non è da lei desiderato, e lo sposo non è da lei amato.-
-E cosa vorreste fare, allora?- Le domandai senza capire: ci hanno insegnato che le donne devo trovare un buon partito e sposarlo, prima che sia troppo tardi.
-Vivrò con voi e la vostra futura moglie. Volete sposarvi, vero fratello?Permetterete a qualche giovane di godere della fortuna degli Haterton?-
.Perchè, voi forse non ne godete?-
-Il denaro non è lo scopo della mia vita, men che meno il denaro di mio padre-
-Ma a me risulta che i vostri cavalli, i vostri cani e i vostri libri siano pagati dal denaro di nostro padre. O volete dirmi che anche questa volta mi sbaglio?-
-Ho detto che non è lo scopo della mia vita, ma il denaro è un ottimo modo per passare il tempo. E ora, fratello, lasciatemi o tacete:questo libro è incredibilmente interessante.-
Mia sorella non mi diede ulteriormente udienza, e io uscii silenziosamente dalla cupola verde dell'albero, per poi dirigermi nuovamente verso il castello. Andai da mio padre che, con le sue carte in mano, sembrava assorto in ragionamenti troppo complessi per essere espressi a voce. Quando gli comunicai le intenzioni di mia sorella, lui non mi guardò nemmeno, non spostò nemmeno un sopracciglio. -Ho già deciso il destino di tua sorella.-
Io chinai il capo, in attesa della sentenza.
  
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