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Autore: amy_m88    27/05/2012    0 recensioni
Sotto casa notai una ragazza avvolta da un cappotto nero, borsa di velluto a tracolla, stivali neri di pelle, in piedi, davanti al citofono intenta a cercare qualcosa.
I capelli castani le arrivavano a metà schiena. Una piega perfetta. Gli occhi coperti da due lenti scure.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '..Così Lontani..'
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SCELTE

 
La Tour Eiffel sotto il tramonto d’autunno mi toglieva ancora il fiato come la prima volta che la vidi. Abitavo in Rue Molière da anni ormai. A poca distanza dal Louvre. Nonostante potessi definirmi francese d’adozione, la Tour Eiffel mi spezzava ancora il fiato come la prima volta.
Rientravo da La Gare de Lyon: Clark era partito. Milano sarebbe stata la sua città per i due mesi successivi. Il motivo per il quale avesse preso baracche e burattini mi era sconosciuto. Lui era così. Enigmatico e misterioso. Come me.
Laurie, il mio Laurie risiedeva a Londra, la città della pioggia, da due anni ormai, con Frances. No, non insieme. No, nessun co-inquilino. Semplicemente nella stessa città. A debita distanza l’uno dall’altra.
Mi aspettavano due mesi da single. No, nessun divorzio. Due mesi senza uomini tra i piedi. No, okay. Due mesi in cui concentrarmi esclusivamen… no. 
Due mesi senza Clark.  
 
Sotto casa notai una ragazza avvolta da un cappotto nero, borsa di velluto a tracolla, stivali neri di pelle, in piedi, davanti al citofono intenta a cercare qualcosa.
I capelli castani le arrivavano a metà schiena. Una piega perfetta. Gli occhi coperti da due lenti scure.
 
“Bonjour!”
“Bonjour!”
“Cerchi qualcuno?” le mie chiavi stavano giocando a nascondino nella borsa di tappeto.
“Steel!” rispose, senza distogliere lo sguardo dal citofono.
“Perfetto! Nice to meet you!” porsi la mano che fu stretta all’istante.
“Florent!” si presentò così. Ricambiai invitandola a salire.
 
Mademoiselle Florent si avvicinò all’appendiabiti, mise la borsa sul cappotto, i guanti e lo scalda collo nella parte superiore dell’armadio, annuì alla sua immagine riflessa nello specchio; come fosse soddisfatta della gonna scelta. La piega liscia dei capelli aveva evitato che i ricci chiedessero le indicazioni stradali per casa Steel.
La feci accomodare sul divano ma preferì la sedia, affermando che fosse più comoda.
Durante lo spazio caffè macchiati dolcificati da due zollette di zucchero grazie; Amy Florent, italianissima, come precisò correggendo il  mio mademoiselle, cominciò a raccontarmi di tutto e di niente.
Si scusò della visita a sorpresa, del modo in cui si era presentata. Ringraziò per la gentilezza che le avevo riservato, quando per me si trattava di piacere e semplice educazione.
Scoprii perché quella 'italianissima' ragazza avesse un cognome 'francesissimo'.
Mi immersi con lei nel viaggio verso la punta di uno Stivale che potrebbe essere il palmo di una mano aperta. Sorrisi mentre parlava di un paese sperduto abitato da quattro anime; di Marta; di Alessia e Antonio; di Elinor e Marianne. Raccontò di un vampiro che le aveva rubato il cuore quando ancora era un essere mortale. Di un marinaio che era tornato a terra senza una donna che lo attendesse. E finalmente parlò anche di lui. Il ragazzo con il quale condivideva il segno zodiacale.
Un ragazzo che voleva essere un uomo e sognava come un bambino.
Analizzò i dettagli lucidamente. Fino a quel momento. Fino a quando l’immagine di un pirata dal pizzetto nero non le si parò davanti. Il fazzoletto che teneva tra le mani come anti-stress fu torturato. Senza successo.
Le lacrime cominciarono a farsi strada su quel viso acqua e sapone.
 
“Scusami!” fu l’unica parola che riuscì a pronunciare. Tra un singhiozzo e una lacrima solo una parola. Scusami.
 
Mi diressi all’angolo biblioteca dello studio. A due stanze di distanza. Sullo scaffale che avevo nominato Classici cercai un libro che amavo da sempre. E grazie al quale oggi, superati i trenta da un po’, piangevo ancora.
Un testo deve essere letto almeno tre volte prima di avventurarsi nell’analisi e comprensione. Questo era stato il mio motto dai tempi lontani del liceo.
Se un libro, dopo la quarta lettura ti fa ancora piangere come un bambino, forse, vale più del prezzo di copertina.
 
“Prendilo in prestito!” tornai in salotto con il libro in mano.
Fu incuriosita, e nonostante gli occhi lucidi un sorriso tese le sue labbra. “Sarebbe la quinta lettura. Adoro le citazioni che quell’uomo ci ha inserito”
“Chissà perché lo immaginavo!”
Rise. “Intuito femminile!” affermò iniziando a sfogliare le pagine dedicate ad un uomo quando era bambino.
 
“Il diario che ho intravisto nella tua borsa non c’entra nulla con la visita, giusto?” no, non frugo negli oggetti altrui. Il diario era scivolato a terra ed io mi limitai a reinserirlo nella borsa.
“E’ il favore che vorrei chiederti!” rispose, confermando la mia ipotesi. Asciugò l’ultima lacrima e continuò. “E’ una raccolta di pensieri, avventure e tabelle. Avrei voluto continuare io, purtroppo mi sento direttamente coinvolta. Ho perso razionalità e soprattutto lucidità, non posso continuare.
Ho letto di Andrew, Clark e Alex” un attimo di pausa, come se fosse stata rapita da chissà quali pensieri. “Sento che, in un modo tutto particolare, siamo collegati. Quindi mi farebbe piacere se fossi tu la mia Elinor!”
Lessi le prime righe prima di pronunciarmi.
 
A Parigi per un funerale. Un tale Robert, abbandonato da una certa donna. Marta e Luca. Alessia e Antonio. Andrea.
 
Lessi la prima pagina prima di accettare.
 
“Scriverò di Amy e Went!” confermai.
 
“Grazie!”
 
“Concentrati sulla tua rosa!”
 
“Troppe spine!”
 
“Abbine cura!”
 
“Grazie!”
 
Borsa a tracolla, I Pod nelle orecchie.
Quel pirata le si parò davanti nuovamente.
 
Le lacrime ripresero a scorrere.
 

Il paese delle lacrime è così misterioso…
Le Petit Prince

 

Note:
Jo e Clark sono due dei protagonisti di "Quattro Ragazze" 
Captain Wentworth è il protagonista maschile di "Persuasion" la cui autrice è un genio e risponde al nome di Jane Austen. 
Jo Watson, Jo Steel ha scelto di scrivere di Amy e Went.
In "Così Lontani" ho nominato più volte un tale Went ma non sono mai andata oltre qualche citazione. Ho passato la parola a Jo perchè Josephine Watson è il personaggio con cui ho iniziato. E forse perchè Clark Steel è il primo Went.
 

   
 
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