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Autore: Ayumi91    15/12/2006    3 recensioni
Sei adolescenti, un mondo magico, angeli, demoni, regine e soprattutto...amore e magia! -lui l’afferrò da dietro,sussurrandole dolcemente all’orecchio: "O muoio per te, o muoio con te">>-Incredibilmente, si alzò, andò al laghetto e ,proprio lì, fece un salto, tre giri su se stesso, quattro saltelli, diede due pugni e tre calci in aria e poi sorrise. Era un pazzo anche lui, ma pazzo di quella ragazza- -Non sapeva più che pensare, che fare. Perché si sentiva così vuoto? Come aveva fatto in quindici anni a stare senza lei, senza i suoi sorrisi, le sue sgridate e la sua ingenuità? Perché l’aveva lasciata sola?- - Ayumi si sentì stringere forte da Shun. Era così bello stare fra le sue braccia, in una posizione puerile, come se fosse una bambina che si stesse facendo cullare dalla sua mamma-.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1-Due normali ragazze

Vi racconterò una storia.

Era una bella mattina d’aprile, il sole splendeva alto e i fiori appena sbocciati ricoprivano i prati, rallegrandoli con i loro vivaci colori. Ayumi si era svegliata di buon’ora, nonostante fosse una gran dormigliona, aveva aperto la finestra della sua camera e aveva affacciato il proprio viso fuori. L’aria profumata e fresca la mise di buon umore. Contenta, si voltò verso un muro della sua stanza e contemplò la nuova divisa scolastica. Era davvero molto graziosa: la camicetta alla marinara aveva un lungo colletto blu, la gonna a pieghe era dello stesso colore del colletto e le striscioline delle calze. Ma quello che Ayumi preferiva in assoluto era il cappello: era molto simile ad una coppola, e aveva lateralmente un laccetto blu che pendeva in aria. Così indossò la divisa dopo essersi lavata. Si guardò allo specchio e vide una ragazza di quindici anni, con capelli mossi di un meraviglioso biondo dorato e dagli occhi grandi e castani, ovviamente a mandorla, che brillavano d’allegria e un grazioso nasino all’insù. Scese le scale di corsa ed entrò in cucina, una bella stanza con il pavimento in moquette e il tavolo di legno al centro. Le porte erano scorrevoli come quelle tradizionali. C’erano molte piante e molte finestre. Non c’era ancora nessuno in quella stanza: era ancora troppo presto. Quindi preparò lei stessa la colazione ma quando assaggiò una delle frittelle che aveva cucinato, fece una smorfia di disgusto e ci voleva poco che sputasse tutto quello che aveva in bocca nel piatto.

<< Sei sempre la solita frana >>. Un bel ragazzo di diciotto anni era appena entrato nella stanza. Aveva grandi occhi verdi e capelli biondissimi, era alto e magro, ma un po’ muscoloso visto che praticava lo judo.

<< Ma stai zitto, Akito. Io non sono una frana, sono sicuramente più intelligente di te>>.

<< Ma che dici!>>esclamò il ragazzo, sedendosi a tavola, << io alla tua età avevo tutti dieci>>.

<< Anche io avevo tutti dieci alle medie, mio caro, >>ribatté Ayumi, << tranne che in educazione fisica…>>

<< Certo, sei una frana in qualunque sport! E sei goffissima, non sai fare nessuno sport… Hai solo il cervello buono. Dovresti partecipare alle paraolimpiadi, quelle per handicappati...forse lì vinceresti>>la interruppe Akito.

Ayumi sentì la rabbia scorrerle nelle vene, ma si calmò: doveva ancora sfoderare la sua arma vincente…<< Mio caro fratellone, come mai appaiono molte insufficienze nella tua pagella della terza media? Ora la smetterai di fare il signor “sono meglio di mia sorella?”>>.

Akito cambiò completamente faccia: la sua espressione, da gladiatore vincitore, quella che assumeva sempre, quando torturava la sorella, si tramutò immediatamente e divenne pallido e smunto.

<< Come fai a saperlo?>>.

La sorella si alzò e ,con un’espressione diabolica e vendicativa, estrasse dal cassetto della credenza la pagella del fratello,leggermente ingiallita dal tempo. Akito si alzò e in men che si dica, aveva già strappato dalle mani della sorella il pezzo di carta. Ma Ayumi non aveva intenzione di perdere la sua arma vincente così facilmente, quindi cominciò a sferrargli calci, ma Akito,molto più forte fisicamente, con uno spintone la fece cadere a terra. Ma la ragazza si rialzò, ancora dolorante, e a quel punto iniziò la guerra fra i due per il possesso della pagella.

Il fracasso che fecero, generato soprattutto dagli strilli d’Ayumi quando si faceva male, svegliò i loro genitori.

Proprio mentre Ayumi era quasi riuscita a conquistare il prezioso pezzo di carta, una voce li fece sobbalzare in aria.<< SMETTETELA, VOI DUE!>>.

Era stata la loro madre a gridare. Era una donna alta e magra, dai capelli castani corti e occhi piccoli e scuri. Indossava ancora il pigiama, aveva i capelli scombinati ma la sua espressione era così furente che i due fratelli indietreggiarono. Ora li stava guardando minacciosamente con le braccia incrociate. Per fortuna arrivò il loro padre a sistemare la situazione. Egli era un uomo alto, dai capelli biondi e dagli occhi grandi e castani. Dopo essersi fatto spiegare cos’era successo, parlò ai due ragazzi: << Akito, tu sei più grande di lei, dovresti darle il buon esempio! Sei appena diventato maggiorenne e ancora perdi tempo disturbando tua sorella. Insomma, quando crescerai?>>disse l’uomo. Ayumi gli scoccò uno sguardo riconoscente e il padre fece un occhiolino: genitore e figlia erano sempre d’accordo e molto affiatati insieme.

La madre invece stava guardando le frittelle sul tavolo, e dopo si rivolse ai due giovani:

<< Almeno vi siete degnati di cucinare!>>

<< Io ho cucinato>>esclamò Ayumi, prima che suo fratello potesse prendersi il merito di qualcosa che invece non aveva fatto, come spesso accadeva.

<< Tanto devi cucinare lo stesso, ma’>> disse Akito,<< quelle frittelle sono immangiabili>>.

Dopo la colazione, Ayumi e Akito si avviarono insieme a scuola senza parlarsi, ognuno immerso nei propri pensieri, tranne quando la ragazza esclamò contenta che i ciliegi erano in fiore e il fratello le rispose amaramente: << Sei ancora una bambina, ti entusiasmi per i ciliegi in fiore!>>.

Ayumi, profondamente ferita, chinò la testa e continuò a camminare, riprendendo a pensare.

Non vedeva l’ora di conoscere i nuovi compagni e le professoresse. Però era già stata dentro quella scuola:era quella di suo fratello. Arrivati al cancello, Akito le disse:

<< Guai a te se dici di essere mia sorella a qualcuno! Non voglio che tutti sappiano che come sorella ho una brutta rana>>.

Ayumi stavolta non si arrabbiò: epiteti come brutta rana, anatra, gallina spiumata e altre cose del genere era abituata a sentirli tutti i giorni, quindi ormai ci aveva fatto l’abitudine. Il fratello raggiunse il suo gruppetto d’amici, mentre Ayumi si avvicinò ad una ragazza che sembrava avere la sua età e che stava leggendo sola soletta un libro in piedi. Aveva lunghi e lisci capelli neri e dei begli occhi blu.

Ayumi le sorrise e le disse: << Ciao, mi chiamo Ayumi Asai, è il mio primo giorno delle superiori, e tu? Che libro leggi?>>.

La ragazza sembrò sorpresa che stesse rivolgendo la parola proprio a lei, ma rispose a bassa voce:

<< Mi chiamo Mika Wamatsu, e anche io sono nuova. Questo libro è “Ombra e luce”. Lo conosci?>>.

<< Oh, si! Anche io l’ho letto!>>.

Poteva mai sapere Ayumi che grazie a quella ragazza avrebbe vissuto una grandissima avventura? No di certo. Non ci avrebbe creduto se qualcuno glielo avesse svelato.

Si misero a parlare, contente di aver trovato un argomento in comune, ma presto scoprirono che non era il solo: anche alla ragazza piaceva leggere, ballare, uscire a fare compere e stare in compagnia. Erano entrambe contente di essersi conosciute subito e di aver fatto amicizia.

Entrarono nella scuola in fretta, tutte emozionate, si avvicinarono insieme al tabellone per vedere in che sezione sarebbero state e subito diedero il via alla ricerca fra le centinaia di nomi scritti. Fu Mika la prima a trovare il suo nome e subito Ayumi si avvicinò a lei e constatò con enorme gioia che erano nella stessa classe. Le due ragazze si abbracciarono e saltellarono come due pazze dalla felicità. Poi, rendendosi conto che molte persone le stavano guardando e alcune anche additando, smisero, ma continuarono a sorridere, avviandosi verso la 1-c.

Forse vi starete chiedendo che razza di storia vi stia raccontando, ma vi chiedo di avere pazienza, perché sarà proprio una settimana dopo che Ayumi e Mika vivranno una grand’avventura, rimanendo separate però dalle proprie famiglie e dal mondo che conoscevano…

Era passata una settimana, e le due inseparabili amiche erano appena uscite da scuola. Cominciarono a parlare di fiabe e racconti di fantasia, poiché entrambe amavano questo genere di libri e di film. Rimpiangevano sempre, quando ne parlavano, di vivere in una città dove non esistevano né mostri né draghi né tanto meno principi azzurri. Questi ultimi poi erano particolarmente discussi dalle due ragazze perché entrambe non erano fidanzate. Molti ragazzi erano innamorati d’Ayumi perché era una studentessa modello e soprattutto perché era molto scherzosa ed estroversa. Era sempre felice e quasi mai triste, anche se spesso passava tanto tempo a guardare il cielo o quadri per immaginare o semplicemente per meravigliarsi della bellezza della natura, da lei tanta amata e tanto apprezzata. Mika aveva un carattere simile, ma era molto più chiusa e parlava solamente con la sua amica; se qualcun altro le rivolgeva la parola, cominciava a parlare a bassa voce. In compenso aveva come gran qualità l’ironia; prendeva tutto sempre con umorismo anche nei momenti critici. Probabilmente qualche ragazzo era innamorato di lei, dato che era una ragazza graziosa e delicata, ma ai maschi, si sa, la timidezza non è mai piaciuta molto.

Ayumi, sapendo che quel giorno era sola a casa, dato che suo fratello aveva attività extra-curriculari e i suoi genitori avrebbero lavorato fino a tardi, chiese alla sua amica se volesse venire a casa sua per studiare insieme e soprattutto per tenerle compagnia. Mika rispose che doveva prima chiederlo a sua madre, così estrasse dalla tasca della gonna un cellulare d’ultima generazione, di cui avevano fatto la pubblicità qualche giorno prima. Per quanto ricordasse Ayumi, quel telefonino fungeva anche da videocamera digitale e fotocamera digitale.

<< Pronto, mamma? Ti volevo chiedere se posso andare a casa di Ayumi, oggi, per studiare insieme…Ok, ci sentiamo più tardi>>.

<< Che ha detto?>> chiese Ayumi, incrociando le dita.

<< Posso venire!>>esclamò Mika, contenta.

Ayumi spiccò un salto enorme dalla gioia e si misero in cammino insieme, chiacchierando su quel che avrebbero fatto.

<< Anzitutto, ordiniamo una pizza e la mangiamo, visto che sto crepando dalla fame>> disse Ayumi.<< Poi studiamo e se ti va possiamo uscire>>.

<< Si, va bene. Conosco giusto un negozietto molto carino che fa al caso nostro>> rispose Mika, non sapendo che proprio a causa di quel negozietto avrebbero vissuto l’avventura più grande della loro vita.

 

 

 

  
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