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Autore: Copper Foil    15/12/2006    0 recensioni
Michele si trova, al ventunesimo anno della propria vita, davanti ad una nube di fumo mentale... l'ispirazione di un artista spesso tradisce, senza preavviso.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cazzo, che freddo faceva

Cazzo, che freddo faceva.

Avevo appena chiuso il portone del grande e vecchio palazzo. L’ascensore occupato… il riscaldamento inesistente anche a Dicembre inoltrato… e il campanello rotto, dopo centouno scalini (probabilmente progettati da un nano da giardino, viste le dimensioni).

 

Irritante suono stonato.

Fiato contro la porta.

voce femminile, acuta.

 

Mi chiuse la porta alle spalle Silvia, mentre mi facevo largo nel salotto per imboccare la prima porta a destra, in fondo al lungo corridoio.
Aperta la porta tutta ferraglia e pennarello permanent,  il neon blu e "Hit that" dei The Offspring a volume 20 pervasero i miei sensi, inebriandomi un po' di piacere acustico, dopo la pungente corsa in motorino.
Gaia, spuntata da non so dove, aveva già circondato il mio collo con le sue calde braccia e mi aveva stampato un sonoro bacio in bocca.
resuscita senza preavviso?> buttò lì, con un sorriso quasi d'abitudine, tornando poi a puntare gli occhi sul proprio letto disfatto.
..le solite cazzate... ma sì, ...ma sì...>
Silvia si era chiusa la porta alle spalle per andare a sedersi sul tappeto vicino al televisore spento, appoggiando la testa al videoregistratore, con gli occhi fissi sul soffitto.
Mentre accendevo la console della Play Station, la mia intima amica, accovacciata sul letto, arrotolava  con precisione un un biglietto del tram.
Un raggio bluastro proveniente dallo schermo mi colorava la faccia.
<Però...sono stanco.>
Pigiavo gli analogici con impazienza.
cercava di domandare Gaia con la lingua che scorreva sul bordo di una cartina tra le sue dita.
Non risposi subito perchè Jonny Muyer, il simpatico esserino viola, mi stava proponendo di selezionare il livello di difficoltà di gioco.
Un forte odore si stava diffondendo nella stanza. Silvia era scattata verso la finestra, tirando con forza la carrucola della tapparella, ricordandomi il Gobbo di Notre Dame mentre fa suonar le campane.
è?> Mi chiese la Gobba di Notre Dame, con sguardo insospettito, per poi darmi la schiena, perfetta, pensai, e lontana anni luce da quel triste personaggio.
dissi freddo, schiacciando bruscamente il tasto che spense la console, contemporaneamente all'interesse per il simpatico Signor Jonny Muyer.
Mi voltai rapido verso Gaia, con il volto segnato da un'espressione priva di allegria, mentre lei mi passava la canna, guardandomi perplessa.
smetterò di scrivere.>
Gaia spalancò
gli occhi, facendo calare istintivamente gli angoli della rosea bocca in segno di disgusto.
<Ma...?!>
I miei occhi nei suoi cercarono la risposta interrotta da quella statica sospensione, tracciata da due sole lettere.
<Ma tu sei completamente scemo...non puoi morire così, da un giorno all'altro...!> mi fissava quasi ironica, mente aspiravo quel fumo bianco e opaco, come la mia pelle.

 

  
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