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Autore: wordsaredeadlythings    27/05/2012    2 recensioni
Dalla shot:
Gerard chiuse gli occhi e sospirò, abbassando la testa in modo da poterla appoggiare sul petto del più piccolo. Nascose il viso nel petto di Frank e lo strinse a sé con forza. Frank si irrigidì, sorpreso, e il suo cuore prese a battere due volte più velocemente. Era impossibile che Gerard non riuscisse a sentirlo: aveva l'orecchio appoggiato alla sua cassa toracica, esattamente sopra quel maledettissimo cuore che continuava a correre come una locomotiva impazzita.
- Perché non mi chiami più Gee, Frankie? -
Frank sgranò gli occhi. Erano passati così tanti anni dall'ultima volta che aveva sentito quel nomignolo uscire dalle labbra di Gee che aveva perso il conto. Ebbe un tuffo al cuore.
- Perché non posso, lo sai - sussurrò in risposta Frank, rispondendo alla stretta di Gerard. Affondò le mani nella massa scomposta dei suoi capelli, e si sentì a casa, come se quello fosse l'unico posto in cui era abbastanza.
- Mi sei mancato - mormorò ancora il più grande, strofinando il viso sulla felpa dell'altro. - Tanto -
- A-Anche tu mi sei mancato - biascicò Frank, socchiudendo gli occhi.

I hope you like it!
xoxo _Cris
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And if we can find where we belong









Fare da balia ad un Gerard Way ubriaco non era di certo il prototipo della sua serata perfetta.
- Quindici uomini, quindici uomini, uoh-uoh! E una bottiglia di r-r-rhum! -
- Gerard, abbassa la voce, cazzo! -
Gerard scoppiò a ridere senza un motivo particolare, per poi premersi l'indice destro sulle labbra. Barcollava come se si trovasse in una barca in procinto di affondare, la bottiglia di vodka ormai quasi vuota stretta tra le mani e lo sguardo lucido e perso tipico delle persone non propriamente sane.
"Un paio di birre insieme, Frankie, che sarà mai? Come ai vecchi tempi!"
E infatti lui aveva bevuto solo due lattine di birra, mentre Gerard aveva continuato a bere per tutta la sera, spendendo chissà quanto per talmente tanti alcolici che Frank non voleva neanche ricordare.
Come ai vecchi tempi, infatti: Gerard ubriaco e Frank che lo controllava.
- P-Perché? - esclamò, ridendo ancora. - E' d-divertente! -
- Non lo è. Sono le due di notte, cristo santo, la gente qui intorno dorme -
- E' p-presto, infatti! - urlò ancora il rosso, senza smettere di ridere.
Frank sospirò, alzando gli occhi al cielo. La notte era chiara e stellata, una di quelle notti in cui è veramente piacevole fare una passeggiata per le vie della tua città... magari senza Gerard Way ubriaco. Ecco, a quel punto sarebbe stato meglio.
- QUINDICI UOMINI... - tuonò Gerard, più forte di prima.
- GERARD! - strillò a sua volta Frank, strattonandolo per un braccio.
Gerard, avendo perso ogni sua capacità di rimanere in equilibrio al terzo bicchierino di vodka alla pesca, ondeggiò per un po' prima di finire contro Frank e di trascinarlo a terra insieme a lui. Frank squittì, aggrappandosi involontariamente a Gerard, e i due rotolarono per qualche secondo sull'asfalto caldo. Raggiunsero quasi il centro della strada prima di fermarsi.
Frank, che aveva tenuto gli occhi serrati per tutta la caduta, aprì leggermente le palpebre, e quando si ritrovò Gee a due centimetri di distanza dal suo viso, si sentì morire. Le sue guance cominciarono subito ad arrossarsi, mentre il suo cuore cominciava a scalpitare fuoriosamente nella sua cassa toracica. Gli sembrava quasi impossibile che Gerard non riuscisse a sentirlo: era così veloce e potente che sembrava un grado di  distruggere la sua prigione fatta di ossa e carne per saltare via chissà dove.
Erano anni che lui e Gee non erano così vicini. Ancora due centimetri, e le labbra di Frank avrebbero potuto sfiorare quelle del più grande. Due centimetri e sarebbe tornato completo.
Scosse appena la testa, cercando di scacciare quel pensiero, di sostituirlo con quello di Jamia, dei suoi figli. Non era giusto nei loro confronti.
- Gerard, fammi alzare - biascicò, ma Gerard scosse la testa.
- N-No - biascicò - Prima chiamami Gee -
- Cosa? -
- Chiamami Gee! S-Sono anni che non mi chiami in quel modo. Perché? -
- Perché tu non mi chiami Frankie? -
- Perché tu non mi chiamavi Gee -
Frank sbuffò.
- Questo discorso non ha senso. Sei ubriaco fradicio -
- E' una scusa. Non vuoi parlarne? -
- Gerard, fammi alzare -
- No - rispose l'altro, con voce ferma.
Frank lo guardò negli occhi, quei suoi maledettissimi occhi verdi, due occhi che ormai accompagnavano quasi tutte le sue notti. Due occhi sempre così maledettamente familiari, occhi che sapevano di casa, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Gli occhi di Gee lo facevano stare bene, ma continuare così era un suicidio. Amare Gee era un suicidio.
Gerard chiuse gli occhi e sospirò, abbassando la testa in modo da poterla appoggiare sul petto del più piccolo. Nascose il viso nel petto di Frank e lo strinse a sé con forza. Frank si irrigidì, sorpreso, e il suo cuore prese a battere due volte più velocemente. Era impossibile che Gerard non riuscisse a sentirlo: aveva l'orecchio appoggiato alla sua cassa toracica, esattamente sopra quel maledettissimo cuore che continuava a correre come una locomotiva impazzita.
- Perché non mi chiami più Gee, Frankie? -
Frank sgranò gli occhi. Erano passati così tanti anni dall'ultima volta che aveva sentito quel nomignolo uscire dalle labbra di Gee che aveva perso il conto. Ebbe un tuffo al cuore.
- Perché non posso, lo sai - sussurrò in risposta Frank, rispondendo alla stretta di Gerard. Affondò le mani nella massa scomposta dei suoi capelli, e si sentì a casa, come se quello fosse l'unico posto in cui era abbastanza.
- Mi sei mancato - mormorò ancora il più grande, strofinando il viso sulla felpa dell'altro. - Tanto -
- A-Anche tu mi sei mancato - biascicò Frank, socchiudendo gli occhi.
Avrebbe voluto fermare quell'istante e vivere così per sempre: lui e Gerard, abbracciati, aggrappati l'uno all'altro come se non ci fosse più un domani da vivere. Gerard che ancora era suo, con il suo profumo, il suo sorriso e i suoi occhi che parlavano di casa, di emozioni che esplodevano come tante bombe nucleari nel suo povero cuore straziato.
- Che facciamo se arriva una macchina? - mormorò Frank, aprendo gli occhi per fissare il cielo stellato.
- Semplice, moriamo -
- Bello -
- Già -
Calò ancora il silenzio. Frank cominciò a passare le dita nei capelli di Gee, a districare i nodi, a pettinarli con dolcezza, mentre Gerard stringeva Frank, respirando lentamente.
- Tu mi ami ancora, vero? - sussurrò Gerard, di punto in bianco, e Frank smise di respirare. Sgranò gli occhi, e si sentì un po' come se qualcuno avesse appena bucato quel palloncino di gioia in cui si era rifugiato insieme a Gerard per tutti quegli stupidi istanti.
- Io... - sospirò - Sì, ti amo ancora -
- Però ami anche Jamia e i bambini -
- Sì - biascicò Frank, sentendosi annientato.
Perché non c'era più un "Frank e Gerard". Forse non c'era mai stato, forse si erano solo illusi che fosse esistito, ma anche quell'illusione ormai non c'era più. Ora c'era Frank e c'era Gerard, due entità separate. Due entità spezzate a metà, incomplete. Erano due parti di un cerchio che non potevano più congiungersi, e sarebbe sempre stato così.
Sentì la mano di Gerard sgattaiolare verso la sua. Le loro dita si intrecciarono dolcemente, e Frank si sentì completo. Era tanto che non si sentiva così, come se per anni non avesse più respirato davvero. Ma ora lo stava facendo, stava respirando, ed era bellissimo, perché Gerard era lì, tra le sue braccia, e non voleva che se ne andasse via di nuovo.
Ma l'avrebbe fatto. Era inevitabile.
La vista cominciò ad annebbiarsi lentamente, e una lacrima scivolò sul suo viso. Perse il controllo di queste ultime, e scoppiò in lacrime, singhiozzò appena, mentre Gerard lo stringeva e disegnava cerchi immaginari sulla sua mano con il pollice. Stava sussurrando delle parole, parole che Frank non riusciva a capire, ma sentire la voce di Gerard lo tranquillizzò, perché Gee gli stava rivolgendo la parola, gli stava parlando, e questo valeva più di ogni altra cosa.
- G-Gee... - mormorò, stringendolo con più forza. - G-Gee... -
- Sono qui - sussurrò l'altro - E sono ubriaco. Però ti amo. E domani magari sarò sobrio, ma ti amerò lo stesso -
Frank emise un rantolo e lo strinse più forte, nascondendo il viso tra i capelli dell'altro. Inspirò il suo profumo, cercò di calmarsi, ma non ci riuscì. Perché quelle erano parole vuote, parole fredde, erano parole, solo e soltanto questo. Parole che non potevano trovare riscontro nella realtà, perché c'era un cerchio dorato sull'anulare destro di Gerard, perché era legato ad un'altra persona per sempre. E in quel duo non c'era spazio per Frank.
- N-Non andartene, Gee - sussurrò.
Gerard si alzò, tornò a guardarlo negli occhi. Quei due grandi occhi verdi un po' appannati dai fumi dell'alcool, quei due stupidissimi occhi che sapevano di casa. Esattamente come le sue labbra.
Fu solo questione di un secondo: Frank inarcò la schiena e raggiunse le labbra di Gee con le proprie. Sentì l'altro sobbalzare, ma nonostante ciò dischiuse comunque le labbra, permettendogli di entrare. La bocca di Gee sapeva di alcool e fumo. Frank intrecciò la sua lingua con quella dell'altro, e il suo cuore cominciò a fare le capriole, a saltare, a scalpitare come un cavallo imbizzarrito. Si baciarono per molto. Per secondi, minuti, forse ore. Si baciarono finché l'aria non venne a mancare ad entrambi.
A quel punto Gerard si ritrovò costretto a staccarsi dalle labbra di Frank. Appoggiò comunque la fronte su quella del più piccolo, e sorrise appena. Frank guardò i suoi occhi appannati: era ancora ubriaco.
- Te ne ricorderai, domani? -
- N-No - replicò l'altro - Ma mi ricorderò che ti amo. Neanche tutta la vodka del mondo potrebbe farmelo dimenticare, Frankie -
Frank sorrise, e lo baciò ancora.
Perché due persone che si amano, alla fine, si appartengono comunque.
Perché loro erano Frank e Gerard.
Erano due, e sarebbero sempre rimasti due, nonostante tutto.









_Cris Corner


No, okay.
Questa è la mia seconda Frerard, e... boh, non ho la minima idea di cosa dire in proposito.
Questi due si amano, punto. Non lo si può negare: si vede lontano un miglio che Frank è pazzo di Gerard e viceversa. Magari sono sposati, sì, hanno dei figli, ma due persone che si amano si appartengono comunque. E questi due si sono amati troppo a fondo per non appartenere comunque l'uno all'altro.
La canzone che canta Gerard è una famosa canzone da pirati che tutti voi conoscerete sicuramente.
La faccenda della strada esce da due cose differenti: una conversazione su Twitter con una mia amica e un'immagine che ho trovato in giro per il web, probabilmente ripresa da un film, non so. Mi sembrava figo.
Il titolo viene da "The Only Hope For Me Is You", come avrete capito, ed è l'unico titolo decente che io abbia trovato.

Vi prego, recensite. Anche solo per dirmi che vi ha annoiato a morte, anche per insultarmi.
Anche una recensione di una riga va bene, va benissimo.
Tutto quello che volete, basta che recensite.
Un grosso bacione,
_Cris





   
 
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