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Autore: LauriElphaba    27/05/2012    19 recensioni
[CATCHING FIRE SPOILER!!]
“Mags Aalto?”
Eppure doveva essere importante. Dovevano tenerne conto, no? Non potevano portare nell'Arena una pedina. Le pedine sono fatte di plastica o metallo, a volte legno. Lei era fatta di ricordi, carne, sentimenti, piccole vesciche sulle mani a forza di intrecciare la canapa. In qualche modo, doveva importare. Sarebbe scesa nei giochi, Mags, portandosi la sua salsedine, e magari un ricordo dei tramonti arancioni.
{Personaggi: Mags, Finnick, Haymitch}
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finnick Odair, Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fatta di carne

 

 

 

 

 

 

Il primo ricordo di Mags non era la guerra, nonostante fosse stata lo sfondo dei suoi primi cinque anni di vita. Il primo ricordo era un annuncio in televisione. All'epoca, non l'aveva capito. Non aveva compreso cosa intendesse quell'uomo anziano e calvo che i suoi genitori chiamavano “Presidente Allis” quando parlava di Hunger Games, di debiti di sangue, dell'alba di una nuova era.

Ricordava sua madre alzarsi dal divano e uscire dalla stanza con le lacrime agli occhi. Ma dovevano essere lacrime di gioia perché la guerra era finita, papà era a casa con loro e tutto andava bene.

Cosa poteva aver detto di così terribile, quel pelato in televisione?

 

 

“Mags Aalto”, chiamò la voce da sopra al palco.

La ragazzina non si mosse, si limitò a guardarsi intorno. Alle sue spalle, al limitare della piazza e oltre il piccolo porto, il mare era un immensa distesa di seta luminescente, il tramonto arancio avvolgeva la scena in una luce calda. Ma non era rassicurante. Era l'ultima luce.

Era lei, Mags Aalto. Aveva quattordici anni e tutto quello che sapeva fare era pescare, nuotare e intrecciare cesti. Le piaceva farlo in riva al mare, nelle ore più fresche ma ancora luminose, quando la brezza le riempiva le narici del profumo del sale. Ma niente di questo sarebbe importato mai più. A nessuno.

“Mags Aalto?”

Eppure doveva essere importante. Dovevano tenerne conto, no? Non potevano portare nell'Arena una pedina. Le pedine sono fatte di plastica o metallo, a volte legno. Lei era fatta di ricordi, carne, sentimenti, piccole vesciche sulle mani a forza di intrecciare la canapa. In qualche modo, doveva importare. Sarebbe scesa nei giochi, Mags, portandosi la sua salsedine, e magari un ricordo dei tramonti arancioni.

Si fece avanti lentamente, le gambe che tremavano, i pensieri al colore del cielo e una paura innominabile che le ronzava come elettricità sotto la pelle.

Non voglio morire come se fossi fatta di legno.

E non riuscì a fermare i singhiozzi, mentre la folla applaudiva senza sentimento.

Perché non era fatta di legno.

 

 

 

Mags trattenne il fiato, terrorizzata.

Ibridi. Erano spuntati da dietro i palazzi dell'Arena, senza nessun preavviso. Erano luminosi, sotto la luce abbagliante di quel posto maledetto. Strinse le palpebre nello sforzo di combattere il riflesso dei raggi del sole sui loro corpi, cercando di capire di cosa fossero fatti, che forma avessero. Sembravano... millepiedi? Ma millepiedi giganti, lunghi e grassi come boa. Ed erano coperti non di squame, ma di lame affilate. Anche le loro zampe, tanti piccoli rasoi che ticchettavano sull'asfalto bollente. Ed erano veloci, troppo veloci.

Mags vide il suo Tributo tentare di scappare, correre più veloce possibile nonostante la sua gamba destra sembrasse del tutto instabile, forse già ferita. Era inutile. In un attimo dieci di quelle creature le furono addosso. Non sentì neanche l'urlo della ragazza. Quando le bestie si furono allontanate, tutto quello che rimaneva era un'enorme macchia di sangue e... carne. Carne fresca sull'asfalto bollente.

Raggomitolata su un divano davanti agli schermi nella grande stanza vuota che le era stata assegnata a Capitol City, si rese conto che si era morsa la mano destra tanto da farla sanguinare.

Non poteva farci nulla. Dopo essere sopravvissuta ai suoi Hunger Games, dopo anni di lavoro da Mentore, dopo aver visto massacrare i suoi ragazzi, Mags non era ancora una pedina.

Sanguinava. Piangeva. Doveva significare che era fatta di carne.

Corse fuori dalla stanza lussuosa sbattendo la porta, non riusciva a sopportare di vedere altro. E in fondo aveva già perso, no?

Un ragazzo bruno la trovò seduta a piangere in un angolo. Non sembrava uno di Capitol City. Doveva essere un altro Mentore, decisamente giovane e ubriaco.

“Sei quella del Distretto 4?”, le domandò mentre le si sedeva accanto cercando di non perdere l'equilibrio.

Mags annuì, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.

“Non ti dirò che mi dispiace. I miei sono ancora vivi, anche se non credo che durerà, sono... deboli.” Il ragazzo bevve un sorso di liquido trasparente dalla bottiglia che teneva in mano, poi tornò a guardarla. “Però sai, fa schifo che non possa dirti che mi dispiace.”

Era l'affermazione ingarbugliata di un ubriaco, ma era quello che Mags aveva bisogno di sentirsi dire. Rifiutò con un gesto la bottiglia che il suo nuovo amico le stava offrendo.

“Grazie”, lo apostrofò prima di tornare nella sua stanza.

Aveva trovato qualcun altro fatto di carne. Valeva ancora la pena di lottare.

 

 

 

Due anni dopo quella notte, Finnick era tornato. Sconvolto, in preda agli incubi giorno e notte, ma era tornato. Era uscito dall'Arena sano e salvo. Il suo Tributo. Il bel tipo del Distretto 4. Alla fine, era riuscita a salvare qualcuno. Sul treno di ritorno da Capitol City, lui l'aveva stretta fra le sua braccia forti e calde. Mags, la testa abbandonata sulla suo spalla, aveva percepito il sorriso del ragazzo allargarsi sul bel volto disteso anche se non poteva vederlo.

“Mags, io... è tutto merito tuo... sono ancora vivo!”

La donna aveva sorriso a sua volta, e al contempo realizzato che non era la soddisfazione di aver svolto al meglio il suo compito. Era solo che... Finnick era vivo. Era libero di tornare a casa. Di rivedere il mare che entrambi amavano. Di pescare. Di conquistare tutte le ragazze del Distretto.

Era straordinario.

“Mi devi almeno un bacio, belloccio mio”, ridacchiò nell'orecchio del suo Tributo, senza riuscire a contenere l'euforia.

“Quando sarò più vecchio, d'accordo?”, rispose lui con la sua solita impertinenza.

Risero entrambi. Mags non sperava di sentire di nuovo una sua battuta. Tanto le bastava ad essere felice.

 

 

 

Era il momento.

Finnick non avrebbe potuto invecchiare oltre. Non per lei, almeno. Forse, se tutto andava bene, sarebbe riuscito a invecchiare con Annie. Mags glielo avrebbe augurato con tutto il cuore, se il tempo le fosse bastato. Lei sarebbe morta felice. Felice di aver salvato altre persone fatte di carne e ricordi, orgogliosa di non essere morta fatta di legno. Felice che nonostante tutti gli orrori che la sua lunga vita le aveva riservato avesse ancora voglia, sull'orlo della morte, di riscuotere quel bacio.

Il tuo unico debito, belloccio.

Si gettò nella nebbia coi sensi ancora inebriati da quel breve contatto, il sapore delle labbra di Finnick non abbandonava le sue - rugose, ma ancora umane. Ancora sue, proprio come la scelta di gettarsi in braccio alla morte per salvare un futuro che non avrebbe mai visto.

Il suo ultimo pensiero fu il suo ultimo orgoglio: la nebbia era gelida, ma lei sarebbe morta ancora calda come un tramonto arancione. Come le braccia di Finnick sul treno.

A modo suo, aveva vinto.

 

 

NdA:

Ecco, ho sempre avuto un debole enorme per le persone anziane. Specie quando sono sagge e adorabili come tante che ho avuto la fortuna di conoscere. Forse è un complesso dovuto al fatto che ho perso una nonna che adoravo presto, non lo so. Fatto sta che fate del male ad una vecchietta e lo avrete fatto a me. Da cui, la mia adorazione per Mags. L'ho amata a non finire, ho sofferto per la sua danza nella nebbia... insomma, è uno di quei personaggi di HG che mi hanno completamente conquistato, per quanto sia piuttosto marginale.

Per dare delle note vere e proprie (più che altro cronologiche):

La prima parte è l'infanzia di Mags: HG Wiki dice che aveva intorno ai 5 anni quando la guerra è finita. Mi sono fidata u.u/

La seconda è il suo reaping, grazie al cavolo :D

La terza è uno dei suoi giochi da mentore. Ho immaginato che si svolga due anni prima di quelli di Finnick per giustificare la presenza di Haymitch. Non so se ho impappinato la cronologia ma io ODIO la matematica. Ho anche immaginato che all'epoca ci fosse un mentore maschio oltre a lei per il 4, che è morto poco dopo visto che si dice che lei sia stata il mentore di Finnick.

La quarta è dopo i giochi di Finnick. (Altro grosso grazie al cavolo).

L'ultima mi rifiuto di insultare la vostra intelligenza spiegandovi quando è XD

Per il resto... niente,spero che vi sia piaciuta e di riapprodare presto in questo fandom ^_^

Baci a chi legge, bacini sul naso a chi recensisce!

Lau

  
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