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Autore: lullublu    28/05/2012    1 recensioni
Un dolce risveglio a casa Kaiba.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dolciume E' una mattina  come tante altre e sorseggio piano il mio caffè un pò pensierosamente.
Yugi , l'altro Yugi come lo chiamano i suoi amici sta mangiando un cornetto di fronte a me.
Tra un pò mi tocca andare al lavoro e lui deve recarsi a scuola.
Mi guarda e  dice "Sei strano"
Solitamente gli avrei risposto seccamente che ero normalissimo ma forse ha ragione, tanto per cambiare.
Mi conosce troppo bene per sbagliarsi sui miei stati d'animo e questo era stato un mio errore.
Gli ho concesso troppo tempo, abbastanza per conoscermi e far sì che mi affezzionassi a lui.
La parola 'rivale' non era più adatta a descriverci era ormai solo una scusa per mentire a noi stessi sui nostri sentimenti prima di riuscire davvero ad accettarli.
"Ho fatto uno strano sogno" risposi evasivo.
"Cos'hai sognato?"
Alzo gli occhi al soffitto rievocando nella mia mente le immagini  del sogno.
Mi trovavo in un'altra epoca, questo era evidente.
I miei vestiti consistevano in una speie di abito bianco e blu con una croce dorata  al centro del petto, come uno stemma e avevo un lungo mantello bianco che quasi toccava terra.
In testa portavo un copricapo, non sò di che forma ma era pesante.
Nella mano stringevo uno strano oggetto d'oro a forma di pugnale e con inciso un simbolo a forma di occhio.
La cosa più strana era che avevo dei compagni verso cui sentivo di provare stima e rispetto, forse anche un'arcana forma di amicizia ma non saprei dirlo con certezza data la mia inesperienza in materia. A un certo punto  guardammo tutti in una direzione precisa.
Comparve una persona, un mantello blu gli contornava la figura esile e imperiosa allo stesso tempo. La pelle ambrata era avvolta in una veste  che lasciava scoperte le braccia e le gambe a loro volta impreziosite con dei bracciali d'oro. Al collo portava un pendaglio uguale al tuo "puzzle millenario".
Per quanto mi sforzassi non riuscivo a vedere la sua testa e ciò mi angosciava "Atem" sussurrai nell'incertezza "Atem"
"Seto?"  mi riportasti alla realtà.
Non mi ero nemmeno accorto di aver versato del caffè sul tavolo, nonchè mi importasse del tavolo ma era spreco di caffè.
"Dovresti smetterla di raccontarmi le tue favolette sull'Egitto  prima di andare a dormire" dico seriamente in un tono che non ammetteva repliche ma che ovviamente ignoravi costantemente.
Più di una volta infatti ti avevo ricordarto che non credevo a nessuna delle tue stupidate sul passato o destino, eppure continuavi a riempirmi la testa con tali fandonie.
Fece un risolino  divertito che mi irritò leggermente .
"Non puoi essere lo spirito di un faraone  e io non sono stato un tuo sacerdote è troppo irrazionale" ribadisco con un gesto infastidito della mano un concetto espresso più e più volte ma mai ascoltato.
Detto questo termino ciò che ne è rimasto del mio caffè.
Ti alzi dalla sedia per venirti a sedere sulle mie gambe e schioccarmi un tenero bacio sulle labbra.
Sai fin troppo bene  che a questa distanza la mia voglia di discutere cala vertiginosamente.
"Ma come, tu che sei finito in una carta e che hai una relazione con uno spirito imprigionato in un puzzle parli di irrazionalità?"
Sfortunatamente per te i miei ormoni a prima mattina non funzionano a dovere e quindi riesco ancora a risponderti coerentemente.
Senza però irritarmi, almeno riesci a tenermi calmo col tuo sapore.
"Non sono finito in una carta, Pegasus può avermi benissimo drogato e in quanto a te non sei uno spirito, semplicemtene soffri di doppia personalità" spiego come se stessi dicendo ad un bambino che quel vecchiaccio vestito di rosso denominato 'babbo natale'  non esiste, per mia fortuna
Mokuba non ci ha mai creduto.
 Ti strusci contro di me cercando altri argomenti validi per controbattere o molto più semplicemente vorresti esser coccolato ma tanto con me non funziona.
La mia mano però si ribella alla mia ferrea volontà (ma nemmeno tanto) e ti carezzo i capelli.
Tanto non ci vede nessuno .
Devo avere un espressione da ebete che tu  definiresti dolce ma tanto non ci vede nessuno.
E poi  sei così attraente che non posso fare a meno di provare piacere nello starti appiccicato.
Perchè sei l'unico capace  di tenermi testa e riuscire a comprendermi .
In fondo è solo grazie a te che mi sveglio di buon umore ultimamente.
Un pò di tenerezza posso concedertela a patto che non diventi un abitudine, tanto non c'è nessuno a vederci.


Spazio dell'autrice
E sì oggi sono ispirata.. ma quanto dolciume che ho scritto °///° che bello fa pensare cosucce del genere a quell'arcigno riccastro <3
  
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