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Autore: Sigyn    29/05/2012    2 recensioni
"Brunilde non avrebbe dovuto sposare Gunther. Crimilde non avrebbe dovuto sposare Sigfrido."
Crimilde, dopo le nozze con Sigfrido, sta per partire per Xanten. E Brunilde può solo riflettere su come le cose sarebbero potute andare.
[Onesided!Brunilde/Crimilde, accenni Sigfrido/Crimilde e onesided!Gunther/Brunilde]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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The Knight Fair and the Comely Maid





É appena prima che tutto finisca che si vedono di nuovo.

È l’alba, e la luce delle torce dà a tutto un’aria confortevole e malinconica allo stesso tempo. Il corridoio in cui si trovano è vuoto e silenzioso, anche se la reggia freme di attività: c’è il cortile del palazzo da pulire dai resti dei festeggiamenti, e i cavalieri da reclutare per la scorta che accompagnerà Sigfrido a Xanten, e addii da pronunciare.

I capelli di Crimilde hanno un colore tra il biondo e il rosso, nella luce aranciata. Le fiamme si riflettono nei suoi occhi troppo azzurri, riempiendoli di un calore e di una dolcezza tali da rendere difficile guardarla in volto. Il candore niveo delle mani e del viso risplende tra i colori vivaci delle stoffe del suo abito – sete arabe, lino, e tutto ciò che dovrebbe accrescere la sua bellezza ma ne è semplicemente oscurato.

Brunilde sa che quello è l’aspetto di una vera regina, di una dama bellissima e virginale, la moglie devota e la tenera amante di un nobile signore. E questa bellezza andrà sprecata per le pretese di un semplice vassallo: il popolo di Burgundia ama Sigfrido, questo è chiaro, ma lei non condivide le opinioni della sua nuova gente.

Quando Crimilde prende le sue mani tra le sue – e mentre quelle di Crimilde sono lisce e delicate, quelle di Brunilde hanno i calli e le cicatrici di un soldato istruito fin dall’infanzia a maneggiare spade e lance e archi – in un gesto di affetto quasi fraterno, Brunilde pensa a come potrebbero essere le loro vite se solo lei fosse un uomo.

Se solo gli uomini del suo re la guardassero come un guerriero nobile e valoroso e non come una bestia selvaggia venuta dagli Inferi, se solo non fosse stata costretta per anni ad aspettare uno sposo che non arrivava mai e che lei non aveva mai desiderato e a sconfiggere giorno dopo giorno cortei di pretendenti venuti ad assediare le sale di Isenstein. Se solo potesse vivere la vita che avrebbe dovuto essere sua.

Brunilde non avrebbe dovuto sposare Gunther. Crimilde non avrebbe dovuto sposare Sigfrido.

È così facile illudersi, e non sentire più il peso dei capelli lunghi e delle vesti ornate.
Così facile, quando le labbra di Crimilde sfiorano le sue in un gesto che dovrebbe essere così innocente – un bacio di benvenuto, un bacio d’addio, e due sorelle legate da un semplice, tenero giuramento di amicizia – ma le infuoca l’anima e il corpo.
  
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