Non la sopportava.
Stupida nana appicicosa,
piattola, infantile... E continuava a provarci spudoratamente, nonostante
avesse chiarito che tra loro non poteva instaurarsi NEPPURE un semplice
rapporto di amicizia.
E, ultimamente, poi, si stava
immischiando fin troppo nella sua vita privata... Come si permetteva di ficcare
il naso tra lui e Shelke?! Che diritto aveva?!
Era troppo per lui.
A volte, l’avrebbe volentieri
uccisa, cedendo ai suoi impulsi.
Certo... I suoi impulsi...
Doveva fare molta attenzione ad essi... Ogni tanto perdeva il controllo del suo
corpo... Essi tentavano di fare cose di cui si sarebbe pentito...
Insomma... Uccidere Yuffie non
rientrava proprio negli incidenti che avrebbe evitato volentieri, anzi...
Credeva anche che gli sarebbe piaciuto...
La odiava. La odiava con tutto
sé stesso. La odiava almeno quanto odiava Hojo. La odiava perché era una
mocciosa insopportabile. La odiava perchè aveva dovuto salvarla più volte, a
rischio della propria vita. La odiava perché non perdeva mai l’occasione di
criticare i suoi due angeli, Lucrecia e Shelke. La odiava perché,
semplicemente, lei era Yuffie Kisaragi.
Non sopportava il modo in cui
ci provava. Lo metteva in imbarazzo davanti alla sua Shelke. Una volta l’aveva
anche baciato, davanti a lei. E chissenefrega se era perché credeva che fosse
morto. Non doveva farlo e basta.
Però, quegli impulsi...
Basta! Quegli impulsi non
facevano parte di lui! E se volevano sbatterla su un letto, non erano affari
suoi. Che si trovassero un altro corpo. Lui non l’avrebbe mai fatto.
Era brutta, bassa, aveva un
fisico da bambina, un seno piatto, viso tondo, fianchi inesistenti, un sorriso
orrendo e, oltretutto, i tratti di wutai. Razzista, lui? No, solo che non gli
piacevano le ragazze con gli occhi a mandorla. Troppi brutti ricordi...
Oh, parlando del diavolo...
-Ciao Vinnie!-
Non si prese la briga di
rispondere. Vinnie. Che stupido nomignolo.
-Volevo parlarti...-
Rimase silenzioso. Forse se ne
sarebbe andata, alla lunga...
-E’ una cosa molto importante.-
Si voltò verso di lei e la
fissò con sufficienza.
Strano... Sembrava seria... E
poi, come s’era conciata?
S’era di nuovo messa quello
strano poncho bianco di pelliccia di Leviathan-sa-cosa...
(Moguri, forse...)
-Ecco... Ho deciso di
andarmene... Sai... Ho riflettuto molto e questa mi sembra l’unica soluzione...
Credevo che sarebbe potuto nascere qualcosa di bellissimo, tra di noi...
Invece... Ho sbagliato proprio tutto... Sono una stupida illusa...-
Avrebbe dovuto fare un triplo
salto mortale carpiato all’indietro, in quel momento... ma il suo corpo non
rispose ai comandi impartiti... Restò fermo, irrigidito e tremante allo stesso
tempo... E sembrava quasi che fosse più impaurito che sollevato da
quell’annuncio...
E, forse...
Si chiese se era davvero un
addio...
Si chiese se non l’avrebbe
davvero più rivista...
Si chiese come mai quella
notizia che l’avrebbe tanto confortato, cinque minuti prima, lo spaventava a
morte...
Si chiese cosa fosse peggio...
Il baratro o la felicità?
E si accorse che era un
addio...
Non l’avrebbe più rivista...
Si sarebbe sposata, avrebbe
avuto dei figli... Con un uomo che non conosceva... Con un altro...
Cos’era quel sentimento così
simile alla rabbia e alla frustrazione che si faceva largo in lui?
Che fosse...?
No... Non quella vipera
insidiosa...
Serpente coperto di fiori, vipera pericolosa,
Figlia di Amore, che uccidesti anche tuo padre,
Drago eternamente sveglio, con i tuoi cento occhi spalancati,
Che vede il contrario di ciò che è realmente,
Avvoltoio insaziabile, orribile gelosia,
Che con cento falsi oggetti annebbia la mia mente
Non hai pienamente soddisfatto il tuo rigore?
Perché quei versi continuavano
a tornargli in mente?
Perché il baratro infinito
della disperazione lo attirava inesorabilmente verso di sé?
Possibile che avesse perso
tutto il suo coraggio?
-Credevo che ti saresti messo a
saltellare dalla gioia... Grazie per non averlo fatto...-
Il suo sguardo... Era così
triste... Non riusciva a guardarla...
E, in quel momento, si voltò ed
uscì dalla stanza.
Il suo corpo si mosse da solo e
la raggiunse, afferrandole le braccia.
-Vincent? Che stai...?-
-Niente.-
-Allora mi lasci andare?-
-No...-
Abbassò la testa, in imbarazzo.
-Perché, scusa?-
-Perché... No.-
-Questa non è una risposta...-
-Perché te ne vai?-
Ottimo! Aveva anche assunto il
tono di voce di un bambino di quattro anni...
-Perché è evidente che tu non
vuoi vedermi.-
-No.-
-No cosa?-
-No.-
Come si stava comportando da
idiota, in quel momento!
Ma, semplicemnte, non poteva
imperdirselo...
Si era appena accorto che
qualcosa, nel suo comportamento verso di lei, negli ultimi mesi, era
terribilmente sbagliato.
L’aveva trattata come se fosse
una creatura inferiore, ignorandola e, quando doveva parlarle, facendo in modo
di ferirla più che poteva...
E...
Non riusciva a crederlo... Non
poteva accettarlo...
E, di norma, si comportava così
solo quando una donna gli piaceva.
Ma era impossibile! Lei era...
Lei era una ragazzina... Avava un corpo... Un corpo da bambina, e...
Il poncho scivolò sulla sua
pelle, scoprendola.
Corpo da bambina, eh?
-Non te ne andare.-
Ecco, si era appena spezzata,
la sua maschera d’indifferenza... Si sentiva sollevato...
-Và bene. Non me ne vado...-
Le sorrise e si chinò per
baciarla.
-E questo... Cos’era?-
-Un semplice ringraziamento,
Yuffie...-
NOTE
Ehm... Sembra incasinato?
Lo è, ma è normale...
Molto spesso, quando qualcuno
ci assilla in continuazione, ci stufiamo della sua presenza, anche se questa
persona è la più bella e simpatica, intelligente ecc... del mondo... Invece
spesso ci si innamora follemente delle persone irraggiungibili e misteriose
(tipo Vincent...).
Ma se la persona che ci
assillava se ne và, improvvisamente ci rendiamo conto di quanto sia
importante... Anche se questo non succede, rimane per un pò come pensiero
fisso...
E’ il principio delle
pubblicità martellanti, se si riflette un attimo...
Ad esempio: quando ero piccola
c’erano 200 ciccio bello diversi al mese e ne volevo assolutamente uno... Non
me l’hanno mai regalato... Fino all’età di dodici anni mi hanno regalato cose
intelligenti: libri scemi, enciclopedie monche, calzini, tute da ginnastica...
L’anno scorso me ne sono
comprato uno e ora la mia vita è più completa!
Ovviamente no, ma questo è solo
un esempio...
Passando a cose serie, la
poesia è stata tradotta dal francese dalla sottoscritta, è del 1636, di Tristan
l’Hermite... Ovviamente le informazioni le ho prese dal libro di letteratura
francese...
Che dire ancora, a parte VI
PREGO, NON UCCIDETEMI PERCHE’ ALL’INIZIO SHELKE E VINNIE FANNO QUASI
COPPIA!