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Autore: Sawako_RagDOLL    29/05/2012    3 recensioni
Ecco un quesito: Scoprite chi è il vero mostro a Notre Dame
Chi è brutto dentro o chi è brutto a veder? Chi può decidere un mostro cos'è?
Perchè un uomo odia
Perchè un mostro ama
Che cosa decide perchè?
Mentre suona Notre Dame!
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E voi, volete sapere chi è il vero mostro a Notre-Dame..?
Fanfiction basata sul film Disney "Il Gobbo di Notre-Dame", con i personaggi di Avatar - La leggenda di Aang.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aang, Katara, Quasi tutti, Sokka, Zuko
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le strade sembravano letteralmente rigurgitare di continuo folla.
Persone che correvano avanti e indietro, che chiacchieravano ad alta voce, che lo sorpassavano degnandolo appena di uno sguardo. Il clima dell’imminente festa metteva un brio a tutta la città, trasformandola più di quanto non lo fosse stata realmente. Il capitano  quasi faticava a riconoscere la via verso il palazzo di giustizia.
-Uno lascia la città per qualche decennio e qui gli cambiano tutto! Appa vecchio mio siamo stati lontani troppo a lungo!-
Accarezzò distrattamente con una mano la criniera incolta del suo destriero, mentre questo avanzava lento ma deciso tra le persone. Con la sua stazza insolitamente grande avrebbe potuto incutere timore ma la creatura, un cavallo dal pelo lungo e bianco, era tutt’altro che minacciosa. Lo stesso valeva per il suo cavaliere.
Nonostante la ben riconoscibile armatura che chiaramente parlava di autorità e forza e  lo faceva apparire decisamente ben piazzato, o il tatuaggio azzurro che si vedeva dall’attaccatura dei capelli e palesava il suo grado, il volto del giovane uomo dagli occhi grigi era dotato di un’innata serenità e spensieratezza. Era il volto di una persona cui non si poteva fare a meno di affidarsi.
In quel momento poi, Aang era di ottimo umore. Lo avevano richiamato finalmente a Parigi e non vedeva l’ora di mettersi a compiere il suo dovere come Capitano. Il suo predecessore, Roku, gli aveva dato gli ultimi consigli prima di ritirarsi del tutto dalla carriera militare.
Era stato un insegnande saldo, paziente e capace. Gli sarebbero mancati molto i suoi consigli.
Per esperienza il capitano ormai sapeva che quanto più una città era vasta, tanti più problemi vi si annidavano. E la capitale era ENORME.
Gli piaceva rendersi utile, gli piaceva far regnare l’equilibrio. Avrebbe fatto tutto quello che era necessario.
Con quei pensieri che vorticavano liberi nella sua mente, registrò appena il gruppo di persone che si era assembrato ad un angolo come se stesse assistendo a qualcosa.
Quando il vento gli portò all’orecchie le note esotiche di una canzone, la sua attenzione venne completamente catturata da un balenare di azzurro.
Al centro di quel piccolo spazio addossato ai muri di mattoni, una giovane zingara ballava, mentre alle sue spalle un uomo e un ragazzo suonavano.
Erano tutti vestiti di varie sfumature di blu e di azzurro, sfumature che il capitano aveva potuto cogliere anche nei loro occhi. Questo prima che venissero calamitati senza possibilità di fuga dalla danzatrice.
I lunghi capelli castani erano per lo più sciolti con solo qualche ciocca raccolta dietro e le ondeggiavano attorno. I suoi movimenti erano fluidi sebbene si adattassero ad una melodia tutt’altro che lenta, le sue braccia abbronzate accarezzavano l’aria….
Poi d’improvviso un urlo cessò la musica e il gruppetto si fermò.
-Niente elemosina in questa zona, zingari!-
Un soldato stava avanzando dall’altro lato.
Così come era apparso, il terzetto si dileguò tra la folla mentre il pubblico si disperdeva in fretta.
-Via via, non c’è niente da vedere..-
-Soldato, credo che basti così, se ne sono già andati.-
-E tu chi ti credi di…- le parole morirono in bocca all’uomo quando si accorse di stare parlando nientemeno che col Capitano delle Guardie Aang. Si proferì in un inchino che per poco non lo sbilanciò in avanti.
-M-mi perdoni Capitano, non l’avevo riconosciuta…posso, posso esserle utile?-
L’uomo in armatura dorata sorrise appena.
-Potreste scortarmi al Palazzo di Giustizia?-
 
-Vostra Eminenza il Cardinale Ozai è pronto a ricevervi Comandante. Seguitemi.-
Dopo aver lasciato Appa alle cure dello stalliere, Aang seguì l’anziano soldato all’interno dell’enorme edificio.
 La coppia si inoltrò per corridoi che sapevano sempre più di vecchio e stantio, pieni di infiltrazioni nei muri attraverso cui l’acqua aveva trovato la sua via. Esercitando il dominio che lo aveva reso famoso come l’Uragano Dorato, il generale espirò portando un soffio di aria più limpida per i loro polmoni. Non gli piaceva quel posto.
Ben presto al gocciolio e al clangore della sua stessa armatura, il giovane uomo sentì sovrapporsi l’eco di voci. Lamenti, gemiti, e urla. Dopotutto, era un carcere.
Si sentì istantaneamente teso, ma non disse nulla fino a che non si ritrovò di fronte ad una figura vestita in nero e vermiglio, il Cardinale Ozai che lo aveva mandato a chiamare.
-Capitano è un onore avervi finalmente qui. Bentornato a Parigi.-
La voce dell’uomo aveva un che di lezioso.
-Grazie Eminenza. È un onore per me essere giunto.-
-Bando ai convenevoli, vogliamo parlare di dovere, magari, all’aria aperta? Noterà che qui dentro c’è aria… mefitica.-
L’uomo superò Aang senza aspettarsi una risposta, spalancando una porta in legno che lui non aveva notato. Il generale si affrettò a seguirlo lieto e allo stesso tempo diffidente.
C’era più di un qualcosa in quell’uomo che non gli piaceva, ma non voleva essere affrettato. La stessa atmosfera in cui era avvenuto il loro incontro non era delle più rilassate.
-Signore –cominciò una volta raggiunta una balconata che si affacciava sulla città –state quindi per rivelarmi i reali motivi a cui devo la mia convocazione?-
-Esattamente Capitano Aang, vedete- Ozai posò una mano sul cornicione e indicò vagamente con l’altra il panorama .
-Parigi vista dall’alto sembra una città prospera, piena di risorse e di possibilità. Eppure sia io che lei sappiamo che i veri problemi risiedono al di fuori di ciò che si può immediatamente scorgere con la vista. La popolazione è notevolmente aumentata, compresa la sua parte dedita alla scelleratezza e alle malefatte. Zingari, li chiamano.-
-Signore con permesso – Aang prese la parola –sono stato chiamato per, dare la “caccia”, a qualche artista di strada?-. Era perplesso. Non era decisamente quello che si aspettava.
-Ovviamente no, se fosse per quello basterebbero e avanzerebbero i miei uomini. Io sto parlando, di trovare la fonte del problema.-
Compiaciuto dalla totale attenzione ottenuta dal suo interlocutore, il dominatore del fuoco continuò.
-Dopo una serie di indagini, sono venuto a sapere che c’è un luogo, chiamato “Corte dei Miracoli”, dove gli zingari si riuniscono e vivono nella loro totale non osservanza delle leggi. Il suo compito, Aang, sarà quello di trovare questa “corte” brulicante di formiche. Non dovrebbe essere difficile per il Tornado Dorato.- aggiunse con una chiara allusione. Quell’uomo aveva evidentemente un discreto e ben informato numero di spie. Non era da sottovalutare, né, se il generale voleva avere un futuro, da contraddire.
-Signorsì, Eminenza.- poi, come se si fosse improvvisamente ricordato –Cosa dovremo fare una volta trovato l’obiettivo?-
A quella domanda, lo sguardo di Ozai e quello di Aang si incontrarono per un lungo istante, senza che nulla avvenisse.
Infine Sua Eminenza si mosse verso un rampicante che pendeva da una colonna. Vi posò sopra due dita e in breve tempo l’arbusto prese a bruciare sotto lo sguardo fumo del generale, lanciando bagliori di fuoco nelle iridi d’ambra di Ozai.
-Spero di essere stato abbastanza chiaro.-
Aang mascherò sotto l’armatura che aveva indosso tutta la repulsione e l’orrore per quel gesto.
-…lampante, Signore.- ritrovatosi poi solo su quel terrazzo, spense con un gesto della mano le fiamme residue per poi affacciarsi.
Ad Aang piaceva aiutare le persone. Ma ciò che avrebbe dovuto fare non suonava decisamente come positivo o altruista. Per un attimo si chiese se tornare a Parigi si fosse rivelata seriamente la scelta giusta.
 
-*-*-*-
 
Doveva agire ora.
Tutte le persone che avrebbero potuto notare i suoi movimenti sarebbero state impegnate, tutti gli sguardi concentrati sugli avvenimenti che stavano per accadere nella piazza.
Zuko scrutò un’ultima volta in basso, i suoi piedi che penzolavano nel vuoto al di là del cornicione.
Nessun ripensamento. Vai.
Prese il respiro, e si lasciò cadere.
Le sue mani trovarono appiglio parecchi metri più sotto, sul braccio di un gargoyle particolarmente grosso. Fece leva sulle braccia e scartò di lato verso una sporgenza.
Scivolò rimanendo in equilibrio sui piedi fino al bordo del tetto di una delle navate laterali, abbassandosi all’ultimo e ripetendo il lancio nel vuoto.
Non aveva paura.
Se qualcuno avesse potuto vederlo, se qualcuno si fosse accorto del ragazzo, non avrebbe creduto ai suoi occhi.
La facilità con cui scalava la facciata est della cattedrale lo faceva sembrare facile come respirare, come se fosse nato per farlo, e infatti il ragazzo era tutto tranne che affaticato. Tanto che quando saltò un’ultima volta e i suoi piedi toccarono il suolo, non aveva nemmeno il fiatone.
Bene, nessuno lo aveva visto.
La scalata era stata facile. Quello che lo aspettava adesso, un’incognita.
Il campanaro si calcò sulla testa il cappuccio con un gesto deciso, e guardandosi attorno un’altra volta soltanto, s’infilò dietro una coppia, nel cuore della festa.
Non si torna più indietro.



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Nuovo capitolo per voi!!!
Scusate il ritardo ma in questi giorni ho avuto un bel po' di impegni che si sono accavallati. Inoltre ci sono state cose di questo capitolo su cui ho dovuto ponderare attentamente prima di poterle scrivere.
Prima fra tutte, Aang. Il nostro avatar preferito ha fatto la sua entrata in scena, ma ci sono un paio di cose da mettere in chiaro su questa sua nuova versione.
Aang qui ha 21 anni, il che vuol dire che ne ha più di Zuko. Se questo può risultarvi strano (e lo è, anche a me fa effetto scrivere di un Aang più grande çAç) tenete conto che è il Capitano delle guardie, una carica che, per quanto acquistata precocemente, mi rifiutavo di dargli prima che avesse compiuto almeno i 20 anni. Sarebbe stato poco realistico no? *cerca conferme*
I tatuaggi li ha ancora perchè non riesco ad immaginarlo senza, e sono diventati il simbolo del suo status da capitano. I simboli dello status di ogni capitano a dire il vero, questo vuol dire, che ogni capitano del passato come il suo mentore Roku hanno quei simboli tipicamente da dominatore dell'aria. Deal with it U____U
Ah, e ha i capelli u.u in fondo è un soldato non un monaco quindi non ha motivi reali per rasarsi la testa XD

Appa. APPA PEDONAMI. Ho dovuto farti diventare un cavallo.
Questa cosa può sembrare stupida ma mi ha mandato parecchio in crisi XD è che immaginare Aang senza Appa... poi l'altro giorno ho trovato una meravigliosa fanart che ha risolto i miei problemi e che vi linkerò qui! *A* (
http://chibii-kira.deviantart.com/art/Appa-Horse-176754572?q=boost%3Apopular%20appa%20horse&qo=0 non è bellissimo? Fate i complimenti all'autrice originale del disegno!!) 

ta-da-dan, gli zingari sono dominatori dell'acqua in generale. Chissà chi è quel terzetto eh? 8D

E il nostro morozuko *schiva palla di fuoco a lei diretta dal dominatore* si sta addentrando da solo nella festa! Dal momento che certe cose non cambiano mai anche qui ha una cappa con cappuccio XD un po' come quando scappa per unirsi all'Avatar u.u

 
Non ho idea di quando riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo, ma mi auguro il prima possibile ><
fino a quel momento, arrivederci cari lettori.
Grazie a chi ha messo la mia storia tra le seguite! *_____*

  
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