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Autore: Lusty_Archivio    29/05/2012    24 recensioni
« Credevo avesse hobby più costruttivi che sparare sentenze sulle mu—sulla biancheria intima altrui! », esclama, sfoggiando un sorrisetto storto che dovrebbe essere l’incarnazione dell’irriverenza ma che si rivela solo qualcosa di altamente spastico.
Tony inarca le sopracciglia, e lo fa in modo piuttosto eloquente. « Rogers, Rogie, Stevie caro », gli si avvicina e fa per poggiargli una mano sulla spalla, ma lui si scansa prontamente, allarmato, « Indossi un paio di mutande a stelle e strisce con “I LOVE AMERICA” scritto a caratteri cubitali sul Capitan Pene. Io DEVO sparare sentenze in merito ».
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blatereggiando.

FSDFSDKBFFSFFSFBAFNJEWFEWF. Credo che questo sia il modo più opportuno per iniziare ‘sta cosa, perché davvero, ho questa oscura tendenza a divertirmi nello scrivere storie stupide che possono essere presentate solo con introduzioni stupide. Quindi… boh, scusate. Ecco. Coooomunque sia. Da dove spunta questa storia? Io volevo scrivere qualcosa di bello, profondo ed intelligente, credetemi e invece no, ma poi ho avuto l’idea di chiedere su Faisbucco un prompt e tra le varie cose è spuntato “mutande”. E potevo forse io non scrivere qualcosa che trattasse di Tonio Stark e Capitan Mutanda? Ovvio che no. Indi per cui sono qui. Mi dispiace per tutti. La prossima volta vorrei poter comparire in questo fandom con una fiction vagamente più intelligente ed impegnativa, ma tanto non lo farò, ma penso che non sarà una cosa che accadrà troppo presto, LOL. Babbè. Ho finito. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti gli adorabili giUovini che hanno commentato la mia prima shot su The Avengers, Oh, Captain” Grazie! E sì, lo so che puzzo perché non ho ancora risposto alle recensione e non ho spedito un Loki denudato a tutti, ma credetemi, LO FARÓ! Grazie anticipatamente per qualsiasi recensione, alla prossima!

Thor: « SPORCO INFIDO ESSERE, NON TI PERMETTERÓ DI MOSTRARE LE NUDITÁ DI MIO FRATELLO AL MONDO ».

Lusty: « … ricordati, è adottato ».

Thor: « Ah. D’accordo. Allora va bene ».

Loki: « MA SEI CRETINO? MA SIETE TUTTI CRETINI? ».

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(© elyxyz)

 


 

 

Panty Party

 

 

Steven “Steve” Rogers è una persona particolarmente cara e paziente. “È un bravo ragazzo” dicono un po’ tutti, enfatizzando il “ragazzo”, o il “giovanotto”, ignorando totalmente il fatto che all’anagrafe il presunto baldo giovine si aggiri tipo sui novant’anni o giù di lì. Che è un bravo ragazzo lo dice la signora Margaret Scott, l’adorabile vecchietta sull’ottantina (con un principio piuttosto avanzato di Alzheimer) che lo attende ogni sacrosanto giorno sotto la mastodontica, discutibilmente guardabile Stark Tower solo per attraversare la strada, e lo dice pure a mo’ di mantra il signor Alfred Irwin, secco come un ramoscello e con la dentiera scrocchiante, che con i suoi settant’anni suonati non ha più tanta voglia di rincorrere il cane quando quello riesce a levarsi inspiegabilmente il guinzaglio di dosso, darsela a gambe e aggredire il venditore di hot dog della piazzetta.

Non succede mai che Steve Rogers perda le staffe o abbia reazioni inconsulte, perché insomma, Steve Rogers è un soldato, è un tipo all’antica, ed in quanto tale è cresciuto con ben precisi valori d’educazione da rispettare, con un bel “la pazienza è la virtù dei forti” che gli lampeggia ad intermittenza nel cervello anche quando vorrebbe urlare dritto dentro l’orecchio molliccio e raggrinzito della signora Margaret Scott che la strada l’hanno già attraversata quindici volte e che casa sua è dall’altra parte del marciapiede, oppure prendere il cane grugnoso del signor Alfred Irwin e inculcargli nella sua dannata testa pelosa che dentro quegli strani panini oblunghi un giorno o l’altro ci finirà anche lui, perché se si chiamano “hot dog” ci sarà pure un motivo. Nonostante tutto poter aiutare le persone lo rincuora moltissimo, gli mette addosso una gran voglia di vivere e lo aiuta a convincersi del fatto che è ancora lì, in quel mondo, pronto per vivere quei settant’anni che sono rimasti congelati nel ghiaccio.

Ogni tanto, però, ci sono le giornate in cui Steve Rogers non si dà né alle azioni benefattrici né allo sfoggio inconsapevole del proprio didietro (perché sì, la signora Margaret per quanto rimbambita apprezza soprattutto quello), e allora mantenere la calma diventa sostanzialmente una necessità. Una disperata necessità. Giusto per evitare un inutile spargimento di sangue che possa implicare il percuotere violentemente Tony Stark contro il muro e trovare in seguito un modo per occultarne il cadavere. Come in quel momento.

Tony sbatte un paio di volte le palpebre e arriccia lentamente le labbra, poggiandosi contro lo stipite della porta con un languido movimento che ha un ché di sensuale. Steve sa che quella è la posa che assume quando deve necessariamente fare l’idiota o tentare necessariamente di fare colpo su qualsiasi cosa che respiri, ma il modo orridamente, maniacalmente divertito in cui sta fissando ora la sua biancheria intima gli fa pensare che, forse, i circuiti mentali stanno stavolta ingranando verso altri tipi di obbiettivi arcani. Arcani perché la sua biancheria non ha niente che non va, ovviamente.

« Signor Stark, dovrei farmi la doccia », dice Capitan Pazienza, stizzito. Ed è circa la quinta volta che lo fa, ma Tony non gli risponde manco per niente, e la cosa comincia a diventare snervante, innervosente, destabilizzante, soprattutto per quell’abbozzo di sorriso sulle sue labbra che si fa sempre più marcato e di cui Steve, personalmente, non coglie ancora minimamente il senso. Tony continua semplicemente a fissarlo dall’entrata del bagno, le braccia conserte e una spalla poggiata contro la porta, le labbra irritantemente piegate verso l’alto e un baluginio negli occhi che non pronostica nulla di simpatico – non che da Tony Stark sia possibile aspettarsi qualcosa che vada oltre l’irritazione, o lo spavento, o la preoccupazione, o la voglia indomita di urlare a squarciagola “PER DIO STARK SMETTILA DI ESSERE COSÍ IRRITANTE”, comunque.

« Signor Stark— ».

« Chiudi il becco, Rogie », gli risponde finalmente Tony, sollevando stizzito una mano per interromperlo, « Sto cercando di trovare un senso alle tue altamente inguardabili mutande patriottiche ».

Steve rimane qualche istante in ponderante silenzio, assimilando in maniera piuttosto lenta l’insulto che è appena stato rivolto alle sue normalissime mutande. Abbassa lo sguardo, poi lo rialza, indignato. « … Cos’ha la mia biancheria intima che non va? ».

Tony smette di scandagliare la zona intimo-inguinale del proprio interlocutore e solleva gli occhi, rimanendo immobile contro la porta e sfoggiando un’espressione il cui grado di coinvolgimento emotivo corrisponde più o meno allo zero assoluto.

« Biancheria intima. Biancheria intima », ripete, schifato, « Senti, so che sei un attempato, ma contieniti. Invecchio solo a sentirti parlare, te ne rendi conto? », scuote la testa, platealmente indignato, e Steve lo guarda storto. « “Mutande”, Cap. Ripeti con me. Muuuutande. Non è una parola indecente, tranquillo. Capirei se ti avessi appena chiesto di dire “mi piace un sacco il sesso anale”, ma— ».

« Signor Stark », ringhia Steve, con un tono di voce che tenta di essere minaccioso e si presenta invece come quello di una donna rabbiosa in fase pre-mestruale. Mette su una faccia truce – anche se più che arrabbiato si sente dannatamente, semplicemente imbarazzato, col sangue che pulsa nelle orecchie e i sudori freddi su tutto il corpo per il disperato tentativo di dominare il rossore sulle guance –, si copre il cavallo dei boxer e assottiglia lo sguardo, indignato. È matematicamente certo che Stark, al momento, stia trovando tutta quell’assurda situazione un vero spasso, e la cosa non fa che imbarazzarlo ancora di più. « Credevo avesse hobby più costruttivi che sparare sentenze sulle mu—sulla biancheria intima altrui! », esclama, sfoggiando un sorrisetto storto che dovrebbe essere l’incarnazione dell’irriverenza ma che si rivela solo altamente spastico.

Tony inarca le sopracciglia, e lo fa in modo piuttosto eloquente. « Rogers, Rogie, Stevie caro », gli si avvicina e fa per poggiargli una mano sulla spalla, ma lui si scansa prontamente, allarmato, « Indossi un paio di mutande a stelle e strisce con “I LOVE AMERICA” scritto a caratteri cubitali sul Capitan Pene. Io DEVO sparare sentenze in merito ».

Steve s’irrigidisce, e l’indignazione divampa nel petto come un incendio. « La mia è biancheria intima normalissima! », sbotta, aggrottando le sopracciglia.

« Certo, certo », mulina l’aria con la mano, sospirando platealmente come se avesse appena concesso la ragione ad un chiaro minorato mentale. « Comunque puoi stare tranquillo, Rogie. Non sono uno di quei loschi individui che giudica la gente dalle mutande che indossa ».

Steve apre la bocca, poi la richiude, poi la apre una seconda volta, pensa che forse quella del giudicare le persone dalla biancheria intima è una battuta e farebbe bene a non umiliarsi più di quanto non abbia già fatto fin’ora, e la richiude di nuovo. Sospira pesantemente, massaggiandosi sofferentemente la tempia pulsante. « Stark, cosa vuoi? », geme. Ha appena usato la seconda persona, il che indica che è arrabbiato. Giusto un po’. Giusto perché Steve dà a Tony del “tu” solo in due occasioni specifiche: quando è arrabbiato, o quando si rotolano selvaggiamente tra le lenzuola. E di certo al momento non si stanno rotolando tra le lenzuola.

Tony ciondola sul posto con la stessa espressione imperturbabile di prima. « Niente di ché, in verità », mormora. Tace per un secondo, lo squadra per cinque ed improvvisamente i suoi occhi s’illuminano di un bagliore poco raccomandabile. « Anzi, una cosa ci sarebbe. Dimmi, hai un fetish? Non so, ti eccita sessualmente la bandiera americana? Perché se così fosse potrei anche decidere di vestirmi da soubrette anni quaranta una volta ogni tanto ».

Steve sgrana talmente tanto gli occhi da sentire i bulbi oculari far male. E dopo i bulbi oculari che implodono sente le gambe molli, e lo stomaco che si contorce, e le tempie che pulsano, e mantenere la calma gli risulta difficoltoso. Particolarmente difficoltoso. E gli duole ammettere che non sa esattamente se è per la rabbia o per il fatto che immaginare Tony vestito in una certa maniera lo sconvolge piuttosto nel profondo.

« Su su, placa l’ormone », si raccomanda Tony con sguardo trionfante, tentando di schiaffargli sulla spalla nuda un paio di affettuose pacchette che lui si premura istantaneamente di scansare.

« Stark, non sei affatto divertente ».

« E le tue mutande sono orrende, ma non per questo te lo dico brutalmente in facc—ops, l’ho appena fatto ».

Steve abbassa le palpebre e freme con insofferenza, serrando spasmodicamente i pugni e stringendo le labbra. Vorrebbe stampare le proprie nocche esattamente sul brutto muso irriverente dell’altro, ma anziché mollargli un cazzotto o baciarlo poco educatamente (perché sì, quand’è arrabbiato lo fa, visto che è l’unico modo efficace per zittirlo) si limita a sollevare le braccia e a lasciarle ricadere mollemente lungo i fianchi, esasperato. « D’accordo. Hai vinto. Va bene. Non le metterò più. Ora potresti andartene, visto che vorrei finire di lavarmi? ».

Nonostante il cortese invito a levarsi dai piedi, Tony ovviamente non si muove di un passo. Sarebbe stato strano il contrario.

« Sei fuori di testa, Rogie? », domanda ridacchiando, poi fa un passo in avanti e molto seraficamente comincia ad armeggiare con la cintura dei pantaloni sotto al suo sguardo orripilato, « Ho parlato per venti minuti di soubrette e mutande con te semi-nudo davanti, ora urge una doccia fredda ».

Steve lo fissa levarsi i pantaloni con movenze tanto lente e rilassate che si ritrova a provare vergogna per entrambi, con la punta delle orecchie che pare prendere fuoco e gli occhi che vorrebbero guardare un po’ tutto fuorché ciò che stanno effettivamente guardando. Fa per dire qualcosa ma poi s’interrompe di scatto, passando tutt’un tratto dall’imbarazzo galoppante all’incredulo stupore, la bocca schiusa e gli occhi sgranati, perché Tony con addosso un paio di slip con Capitan America ritratto sopra è senza dubbio l’ultima cosa che si sarebbe mai immaginato di trovarsi davanti.

« … Stark », ringhia, frustrato.

« Cosa? Oh. Belle, vero? ».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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