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Autore: mrmorrigan    30/05/2012    0 recensioni
Personaggi ripresi da quella gran bella saga della Troisi. Ho amato specialmente le "Guerre", ma nella storia potrebbero esserci personaggi, luoghi o vicende prese dalle "Cronache" o dalle "Leggende".
"Placherò la mia sete con il tuo sangue, bestia. Sarai la mia colazione, il mio pranzo, la mia cena. Tu, sarai MIA."
Che la caccia abbia inizio.
[Storia Momentaneamente Interrotta]
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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La caccia - parte due


Estrasse il pugnale dall'interno coscia ancora prima di uscire da dietro i cespugli che l'avevano nascosta per tutto quel tempo. Con tagli netti e decisi vennero tracciate rosse linee curve che disegnavano nell'aria un oscuro labirinto di morte. Il corpo danzava con i primi raggi del sole che l'accompagnavano nei movimenti. La prima testa cadde. Fu quella di Kenaar. Come previsto, il ragazzo non fu abbastanza sveglio da poter reagire in tempo; ora giaceva contorto sopra le prime braci del fuoco. Il rapitore si girò non appena sentì il tonfo della testa mozzata su un tappeto d'erba ai suoi piedi. Mano allo spadone e fu pronto, appena in tempo, per parare un pericoloso affondo di un pugnale affilato e lucido come la luna piena. Parò altri due, tre, quattro rapidi attacchi ininterrotti. Il panico e la rabbia gli iniziavano già a annebbiare la vista. 
- "Sai che hai battuto strada inutilmente, vero, Morderin?" - Sennar scandì l'ultima parola sillabando pesantemente, quasi con la speranza che quell'insulto ferisse la nemica più di un'arma. Pessima scelta. Dubhe digrignò i denti e velocizzò le mosse. In pochi minuti la lama sottile come un filo stava premendo sulla vena giugulare pulsante di terrore. Gli occhi sbarrati per la sorpresa e la bocca spalancata si trasformarono in un'espressione di piacevole angoscia. 
- "Morire per mano di una delle migliori Soldner è quasi un onore, Morderin Dubhe" - sussurrò come meglio potè sotto la pressione del pugnale - "Mi spiace solamente di non essere stato alla tua altezza, così da poter godere di questo duello più a lungo." 
L'assassina lo guardò con furia da dietro la leggera tenda di capelli che si erano scomposti e le ricadevano ora in piccole ciocche confuse davanti agli occhi. I riflessi smeraldini guizzavano dai suoi occhi ai capelli e attraverso i fili ancora ai grandi iridi, subito ridotti a due fessure appena capì che lui la stava osservando con improvvisa calma. Fu allora che si spinse lentamente in avanti al punto di sfiorare con le labbra l'orecchio sinistro del ladro, e sussurrò: "Ma io non ho finito con te, verme. 
- "Nemmeno io" - fu l'inattesa risposta del ragazzo. Gli occhi di Dubhe si sbarrarono quando percepì un sibilo di metallo fendere l'aria lì dove era appena prima di saltare via. Fortunatamente fu abbastanza agile da schivare il colpo di uno dei due ragazzi che erano rimasti al campo, inizialmente troppo paralizzati dalla scena. Subito accorse anche quello partito per cercare la legna; probabilmente aveva sentito troppa agitazione e aveva deciso di tornare. Dubhe fu costretta a mollare la presa su Sennar e indietreggiare di alcuni passi. Ora erano tre contro una e la situazione era un piacevole solletico sotto i piedi per lei. 

Con le mani ancora legate, Fahren era spettatrice del combattimento scatenato di fronte ai suoi occhi. Osservò ammagliata l'agilità e la forza con cui quella ragazza si muoveva e colpiva mortalmente. Due ladri erano già a terra, uno si divincolava ancora negli ultimi spasmi di vita. Un terzo si stava difendendo, ma un invisibile pugnale lo aveva colpito al fianco prima che si rendesse conto. Un ragazzino sui 16 anni corse a perdifiato verso la foresta, ma la stessa arma che aveva ferito il suo compagno lo raggiunse in volo e gli si conficcò sotto la scapola sinistra. Inciampò e cadde con la faccia a terra. Era rimasta solo la misteriosa ombra che le aveva dato le spalle fino ad allora. 
Il sole stava sorgendo freddo e illuminò la piccola chiazza di verde piano dove si erano appostati. Finalmente riconobbe la figura femminile e mise a fuoco anche l'ultimo uomo: la Morderin e uno degli ospiti della locanda "Tre spade", che si era gentilmente offerto per portarla da Lheaar, catturandola poi mentre erano in viaggio. Un fulmine colpì mentalmente Fahren e la risvegliò dall'inconscio in cui era stata fino ad allora. 
- "Di certo non posso concedermi nè a uno nè all'altra. O finirò ancora preda dei satanici riti di quella indemoniata, o prigioniera di quel mercenario da quattro soldi." - riflettè la ragazza. Approfittò della distrazione dei due per slegarsi e poi scappare. Sciolse il nodo della fune che le stringeva i polsi e le caviglie e sbirciò il momento migliore per sparire dietro un masso e poi via, oltre gli alberi. 

Il vigile occhio di Dubhe catturò l'immagine della sua bestiola qualche secondo prima che sparisse nel sottobosco. La furia aumentò nel suo sangue, il cuore pompò più adrenalina e lei riuscì a colpire definitivamente l'avversario. Il suo pugnale Fen morse la carne morbida nel collo di Sennar, girò un paio di volte tra l'intrico di tendini, fasci di muscoli e vene e finalmente lasciò la presa, staccandosi avidamente e facendo schizzare il sangue vivo con un getto che le bagnò i seni mezzi scoperti e parte delle braccia. 
- "Sei delizioso come sempre." - concluse l'assassina con piacere. 
Leccò qualche ferita superficiale, più per rifocillarsi di energia che per curarle, e partì subito all'inseguimento della preda. - "Piccola peste, sei mia!" - e si lasciò l'alba rossastra alle spalle.
  
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