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Autore: Iwantasmile    30/05/2012    21 recensioni
"Non innamorarti di me." Lo avvertii.
Rise senza capire il senso di ciò che avevo detto.
"Stà tranquilla.. Non potrei mai farlo." Disse prima di baciarmi.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Era una delle solite serate trascorse tra i vicoli della citta.
Rossane si accese una sigaretta, e un’auto ci sfrecciò davanti per poi fare marcia indietro.
“Questo è tuo.”  Le dissi facendole l’occhiolino.
Il finestrino, del grande fuori-strada che avevamo di fronte, si abbassò, e un ragazzo si affacciò.
Prima che potesse parlare, Rossane andò verso di lui ancheggiando sui suoi enormi tacchi.
“Ehi bello.. Come te la passi?” Disse assumendo il suo solito tono ‘lavorativo’.
Risi, e sperai che anche per me arrivasse al più presto qualche sfigato, in cerca di una notte di fuoco.
“Non mi interessi tu. Voglio la tua amica.” Fu la frase che riportò la mia attenzione a Rossane e a quel ragazzo.
Lei si voltò e venne verso di me.
“Scambio. Dice di volere te. Vuol dire che non è serata.. Vado a casa io. Buonanotte.” Mi baciò la fronte e si incamminò sbandando continuamente.
Mi sporsi dentro l’auto di quel ragazzo, e gli permisi un ampio squarcio sul mio decolté.
“Sentiamo.. quanto proponi?” Chiesi.
Erano sempre loro a proporre una cifra, ed io a decidere il resto.
“I soldi non sono un problema..” Disse ridendo.
Al buio non riuscii a vedere il suo viso, tuttavia, intravidi un’aria familiare.
Se per lui i soldi non erano un problema, evidentemente era un ragazzo di rango elevato.
Risi da sola delle scemenze che mi passavano per la testa.
“Sali?” Mi chiese aprendo lo sportello.
Feci come mi chiese. Noi ragazze di strada non temiamo il pericolo. Anzi gli andiamo incontro. Altra cazzata.
Prima che potessi chiudere la portiera, lui partì di scatto, facendomi sbattere contro l’interno dell’auto.
“Idiota.” Sussurrai serrando i denti.
Rise, nel buio.
“Sentiamo, dove ti va di farlo?” Dissi così per affrettare i tempi.
Rise ancora. Ero così divertente?
“Tu che proponi?”
“Piscina, tavolo, sedia, poltrona, divano.. o preferisci sul lampadario?” Dissi prendendomi beffe di lui.
Rise ancora. Non so perché mi coinvolse e risi anch’io.
“Credo che a letto vada più che bene.” Disse tra una risata e l’altra.
L’auto si fermò di fronte ad un’enorme villa a quattro piani. Niente di che, non restai sbalordita, ne avevo viste altre.
Scesi dall’auto, librandomi sui miei stivali attillati.
Mi fece strada ed entrammo in casa sua. Ancora nessuna luce. Il suo volto mi era estraneo.
Poi aprì dei fari, e non potei fare a meno di riconoscerlo: Justin Bieber.
Il suo volto mi era così noto, ormai in giro per la città non si vedevano che foto sue. Ovunque.
Decisi che non gli avrei dato sazio, e finsi di non conoscerlo, anche se devo ammettere quanto fosse maledettamente bello.
Mi guardò sorridendo, aspettandosi in me, una reazione da fan.
Continuai a masticare la mia gomma, fingendo di non conoscerlo.
“Allora, questo letto è di sopra..?” Dissi indicando una scalinata.
Lui annuii.
“Sei la prima che reagisce così, trovandosi in casa mia, e avendomi di fronte.”
“Come dovrei reagire? Non è la prima villa che vedo.. E poi tu.. che reazione dovrei avere?” Dissi per stuzzicarlo.
“Niente. Meglio così.” Disse mettendomi un braccio attorno ai fianchi e accompagnandomi su.
Arrivati in camera sua, si tolse le scarpe, e mi invitò ad imitarlo.
Feci come lui, e lo guardai stendersi sul letto.
Lasciai la mia borsa cadere per terra, e anche io mi stesi in quel letto, che avrebbe cullato, quella notte.
Non si mosse qualche istante, così mi alzai e mi misi a cavalcioni su di lui.
Vedendo che non rispondeva agli stimoli, mi sporsi  e iniziai a baciargli il collo.
Ecco che finalmente il suo istinto maschile uscì fuori.
Con le mani mi strinse i fianchi e lasciò scivolare lentamente la presa sul mio seno.
Gli sfilai la maglia,e lo stesso fece lui, trovandosi di fronte al mio corpo nudo.
Mi contemplò qualche istante dopo di che iniziò a baciarmi.
Mi tolsi la parrucca rossa,che mi copriva la testa,e lasciai che i miei lunghi capelli castani mi scivolassero sul corpo.
Era esperto. Sapeva che fare e come muoversi. Sapeva quali punti erano deboli, e li sfruttò.
Fu la prima notte in cui, potei dire, di averlo fatto per piacere.. e non per lavoro. Per il puro e semplice piacere.
Non fu una delle solite nottate con tipi, violenti e buzzurri. No affatto. Non era una serata in cui non vedi l’ora di essere pagata per fuggire via.

Anzi.. Sembrava che io stessi pagando lui per farlo.
E potei dire di aver percepito qualcosa, oltre il sesso. C’era qualcosa che andava oltre.. non potei dire cosa, poiché stremata, mi addormentai.
Mi risvegliai l’indomani mattina, in quel letto in cui avevo gemito fino a qualche ora prima.
Allungai la mano alla ricerca del corpo di quel ragazzo, ma non lo trovai, così mi alzai.
Mi guardai intorno, e solo ora che la stanza era completamente illuminata, potei vedere i numerosissimi premi che erano esposti su uno scaffale.
Poi guardai per terra, ed oltre i miei vestiti, trovai un pacco dei preservativi. Fortunatamente nessuno dei due si era dimenticato della ‘protezione’.
Mi rivestii e scesi al piano di sotto.
Mi ambientai, e vagai per la casa, finchè non lo trovai nella lavanderia.
“Buongiorno..” Mi disse.
“Si buongiorno anche a te. Allora.. “ Dissi cercando di trovare in me la forza di fuggire via da quella casa.. Ma questa volta non ne sentivo la necessità ,stavo bene.
“Già allora.. Quanto ti devo?” Mi chiese mettendo dei panni in lavatrice.
“Tu che ne pensi?” Chiesi abbassando un sopracciglio.
“Facciamo così.. Ti concedo un’altra notte con me..” Disse ammiccando.
“Cosa scusa?” Chiesi irritata.
“Si. Ti ho vista divertirti questa notte..” Si mise a braccia conserte e mi fissò. Poi aggiunse:
Ed anche io mi sono divertito.” Sorrisi.
Le mie prestazioni erano sempre ben pagate, quindi ..
“Va bhè, ciao Justin..” Dissi girandomi e dirigendomi verso la porta.
Ad una sola cosa non avevo dato importanza: Fin’ora non ci eravamo presentati, ed io avevo finto di non conoscerlo.. Eppure ora per sbaglio l’avevo chiamato per nome.
Rise.
“Sapevo, che infondo non ti ero estraneo..” Mi voltai e lo guardai male.
“Quanti anni hai?” Mi chiese poi, tossendo, con evidente falsità.
Sedici.” Risposi secca.
Si mise le mani in faccia.
“Dopo questa notte potrei andare in galera.. Cioè ..prostituzione minorile.” Disse assumendo un’espressione stupida.
“Idiota smettila.” Risposi lanciandogli una maglietta che trovai appesa alla porta.
La maglietta gli scompigliò i capelli, che ricompose velocemente.
“Io vado.. Ciao.”
Dissi incamminandomi verso la porta.
Mi raggiunse.
“Scherzavo. Dimmi quanto ti devo dare..”
“Sai hai ragione.. Forse questa notte per me non è stata come le altre. Non l’ho fatto per lavoro. Ma per divertimento. Non voglio essere pagata.” Dissi voltandomi e uscendo di casa.
Mi raggiunse, nuovamente.
“Ne sei sicura?” Annuii, e mi voltai nuovamente.
“Posso almeno sapere come ti chiami?” Mi urlò dietro, prima che potessi allontanarmi definitivamente.
Lo guardai da lontano.
Sapere il mio nome, non avrebbe di certo fatto incontrare nuovamente i nostri destini, eppure gli risposi.
Bea..” Risposi senza dire il mio nome per intero.. Beatriz Priscilla Esme Aguilar.
Nome (come dice mia madre) tramandato di generazione, in generazione.
“Bea..” Ripetè lui sull’uscio di casa sua.
Senza guardarlo,salii su un taxi, che mi lasciò di fronte ad un’altra grande, enorme villa: casa mia.
Scesi, e pagai l’autista, dopo di che sorpassai il controllo video-sorvegliato all’ingresso, attraversai il giardino, la piscina, e finalmente giunsi di fronte la porta di casa mia.
Infilai la chiave nella fessura, ma prima che potessi girarla, mia madre spalancò la porta.
Era avvinghiata in uno dei suoi soliti vestiti di alta moda, e sul suo viso regnava un’espressione tutt’alto che serena.
“Ti sembra orario?” Mi disse gesticolando.
“Sta zitta..” Risposi con non curanza, incamminandomi verso il secondo dei cinque piani.
“Beatriz Priscilla Esme Aguilar, torna subito qui.” Odiavo essere chiamata Beatriz, figuriamoci tutto il nome per intero.
Non badai a lei e proseguii verso camera mia.
Mi inseguì.
“Cambiati immediatamente. Tra dieci minuti andiamo ad un evento di alta moda, non puoi presentarti così.” Disse tirandomi la maglietta.
“Non ci vengo..” Risposi seccata.
“O ci vieni.. oppure puoi dire addio a Will.”
Will, il mio unico, grande e solo amore. Il mio cane.
Dopo venti minuti, ero lavata e cambiata. Sembravo la figlia di Obama, eppure mi sentivo a disagio fra tutte quelle persone tutte d’un pezzo.
Mia madre conversava con tutti come se nulla fosse, io mi sentivo scomposta.
Mi alzai e mi diressi in bagno, dove mi levai quella stupida collana di perle, e quegli orridi orecchini che mi  faceva indossare, solo perché li aveva acquistati in Moldavia.
L’apparenza era tutto per lei.
Mi voltai per uscire dal bagno, e come per scherzo del destino, di fronte mi trovai Justin.

Salve bellezze *-*
Eccomi qua a scrivere la mia TERZA FF..
Non so, c’è qualcuno che la legge?! C’è qualcuno (tra quelli che la leggono U.U)
a cui piace l’inizio? Ahahaha
Aspetto qualche recensione.
Un bacione
-Erika
  
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