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Autore: skullrose    31/05/2012    2 recensioni
Come vi comportereste se scopriste che lo Stato e le nazioni intere controllano ogni vostra mossa? Come vi sentireste a essere osservati in ogni singolo momento della vostra vita?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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For all the world to see capitolo 13

For all the world to see

 

 

Erano passati tre mesi dalla loro latitanza, Haruka si era ormai stabilizzata, in quel periodo avevano escogitato un piano che avrebbe messo per sempre fuori uso i chip e mandato via il Presidente.

Sono stati i mesi più difficili per loro, ogni notte sentivano auto della polizia correre in lungo e in largo sotto il loro nascondiglio, avevano appreso dalla televisione che il Presidente aveva dato lo stato di allerta e che chiunque avesse ritrovato le ragazze vive o morte avrebbe ottenuto una ricompensa.

Nel palazzo dove vivevano, le retate erano all’ordine del giorno, erano riuscite a scamparla grazie all’ingegno di Michiru che tutte le volte si mascherava per distrarre gli uomini che altrimenti le avrebbero consegnate al Presidente.

“Ragazze, sono passati tre mesi, il piano ormai è concluso”

“Da questo momento in poi non si torna più indietro, sapete tutte a cosa andiamo in contro, io, Rei e Michiru nei giorni scorsi abbiamo perso una persona cara, il capo della Federazione Anarchica. Inutile dirvi che io combatterò per lui questa guerra!”

“Anche se io non appartengo alla vostra Fratellanza combatterò per lui, mi avete raccontato cosa ha fatto negli anni ed è un uomo per il quale valga la pena morire”

“Ti ringrazio Makoto. Adesso è tutto pronto, domani agiremo”

 

Ufficio del Presidente

 

Il petto gli faceva male, da quando la signorina Jonson gli aveva sparato sembrava invecchiato di anni, non c’era più traccia dell’uomo di bell’aspetto dei mesi precedenti.

Dove cazzo vi nascondete? Credete ancora di avere una possibilità? Il chip è in circolazione ormai da tre mesi e noi controlliamo tranquillamente la vita di tutti.

Con un pulsante posto sotto la scrivania, aveva azionato i monitor che si trovavano in un vano a scomparsa del tavolo.

Guardali, maniaci, ladri, uomini d’affari, casalinge, bambini che giocano allegramente. Poveri illusi, non sapete nemmeno di essere spiati, ogni vostra mossa, ogni vostro respiro o parola viene registrato, voi portate avanti le vostre vite senza uno scopo ma questo cambierà. Si, con la modifica apportata al chip sarò in grado di comandare le persone a mio piacimento inviando al loro insulso cervello informazioni che loro nemmeno conoscono.

Presto le Nazioni saranno rivoluzionate e questo solo grazie a me. Dovrebbero darmi un nobel per queste stronzate così sarei molto più potente e brillante.

Da quando il progetto originale del chip era stato cambiato il Presidente credeva di essere riuscito a creare qualcosa che avrebbe permesso ai potenti del mondo di controllare ogni singolo individuo che andava contro il sistema.

Molti degli scienziati ingaggiati per il progetto, al suo termine sono stati uccisi per evitare che in futuro potessero parlarne a qualcuno.

Prima o poi uscirete dalla vostra tana, non importa dove vi nascondiate, presto vi troverò!

 

Centro di New York

 

Una ragazza dai lunghi capelli neri camminava con disinvoltura tra le strade di New York, ogni tanto lanciava occhiate interessate alle vetrine degli abiti di alta moda, era nei pressi della stazione di polizia quando un vibrare piuttosto fastidioso aveva attirato la sua attenzione.

Dove diavolo è il cellulare? Possibile che un’insulsa pochette possa essere un buco nero?! Quanto odio queste stronzate da donne alla moda!

Eccolo!

“Sono arrivata”

“Ci vediamo tra cinque minuti vicino l’ospedale!”

Aveva rimesso il cellulare nella piccola borsetta e dopo aver tirato un profondo sospiro di sollievo, si era calata nella sua parte. Era entrata in preda al panico nella stazione di polizia, parlando rapidamente aveva spiegato che lei e una sua amica erano state aggredite e che lei era andata lì per sporgere denuncia; i poliziotti erano troppo confusi dal decolté della signorina per prestare attenzione alle sue parole, ma dopo una serie di urli e un mancamento da parte della stessa, erano corsi in ospedale.

 

Ospedale di New York

 

“Signorina mi ripeta nuovamente cosa le è successo”

“Agente sono stata aggredita! Sa cosa vuol dire essere aggredita?”

“Signorina, se deve esporre denuncia deve dirci cosa è successo nei dettagli”

“Non posso parlarne con un uomo! Ma posso farla parlare con un altro uomo”

“Chi sarebbe?”

“Il mio fidanzato”

“Dov’è adesso?”

“Qui fuori, lui sa quello che è successo ed è andato a prendermi un thè alla macchinetta”

Haruka era fuori dalla stanza e stava cercando di assumere l’aria più arrabbiata e preoccupata che poteva, il piano doveva essere perfetto per evitare ogni possibile fallimento.

“Amore come ti senti? Oh agenti salve”

“Lei è il fidanzato della signorina?”

“Si signore”

“La sua ragazza non vuole parlare con noi riguardo l’aggressione, ma ci ha detto che possiamo parlarne con lei”

“Certamente”

“Allora venga con noi al commissariato”

“Torno presto piccola”

 

Dopo aver baciato velocemente Michiru, Haruka aveva lanciato uno sguardo d’intesa al medico nella stanza.

“Sono andati?”

“Sì”

“Sei riuscita a prendere…”

“Certamente”

“Sei grande Setsuna”

Velocemente si erano dirette all’entrata dell’ospedale, Rei le stava aspettando nella macchina della polizia con indosso una delle uniformi dei due agenti stesi dietro l’ospedale.

“Dov’è Haruka?”

“Sono qui!”

Era uscita da dietro l’angolo sistemandosi la cravatta della divisa e posizionando il cappello, sotto lo sguardo stupito di Michiru.

“Ho fatto bene a tingerti i capelli di nero e poi la divisa ti sta divinamente”

“Michi non è il momento, sali in macchina”

Con le sirene spiegate si erano dirette dal Presidente, gli annunci televisivi dicevano che i fuggitivi dovevano essere consegnati direttamente a lui nel più breve tempo possibile. Haruka guidava guardandosi intorno, era sicura della riuscita del piano ma non lo era dell’esito finale, aveva paura di essere scoperta una volta arrivate dal Presidente.

Se ci scoprono adesso siamo fottute!

 

Parcheggio sotterraneo della Casa Bianca

 

Quanto ci mettono? Se sto qui ancora un po’ corro il rischio di essere scoperta!

Makoto era ferma in un angolo buio del parcheggio da più di un’ora, era riuscita ad infiltrarsi grazie ad un blindato che aveva lasciato aperta la saracinesca. Ha avuto tutto il tempo per piazzare alcuni candelotti di dinamite attorno ai pilastri principali e un piccolo esplosivo sotto ogni macchina degli agenti, gran parte della riuscita del piano dipendeva proprio da quelle esplosioni.

Un’auto era entrata a velocità sostenuta nel parcheggio e si era diretta verso di lei con i fari spenti, aveva cominciato a sudare freddo temendo il peggio.

“Muoviti Makoto!”

“Cazzo Haruka mi hai fatto prendere un colpo!”

“Dettagli! Piuttosto è tutto pronto qua sotto?”

“Dettagli? Quando finiamo questa storia ti uccido con le mie mani! Comunque sì è tutto pronto”

“Io sono Highlander”

“Si certo, Highlander vedi di muoverti e soprattutto non metterti un gonnellino senza mutande come nel film!”

“Makoto quando finiamo ti uccido!”

Come stabilito Haruka e Rei avevano scortato Michiru, Setsuna e Makoto dal Presidente, tutto filava liscio, nessun’agente le aveva riconosciute e nemmeno fermate segno che il loro travestimento era perfetto.

 

Ufficio del Presidente

 

Un lieve bussare aveva fatto sussultare il Presidente che con un’agile mossa aveva nascosto i monitor della scrivania.

“Avanti”

“Salve signor Presidente”

“Voi chi siete?”

“Siamo Obuko Sosuke e Patricia Smitt, abbiamo catturato i fuggitivi”

“State scherzando?”

“No signore, solo che ne abbiamo catturati solo tre”

“Non importa, le altre due arriveranno per salvarle”

“Signore, insomma…”

“Si la ricompensa, andate adesso, vi chiamerò io stesso per consegnarvela pubblicamente”

“Grazie signore”

“Bene bene bene, e così parte della banda è stata catturata”

“…..”

“Cos’è il gatto vi ha mangiato la lingua?”

“Fottiti Peter!”

“Come osi chiamarmi per nome?”

“Oso è come! Cos’è nessuno sa del tuo passato Peter?!” il tono di Michiru si era accentuato sul nome del Presidente per mettergli pressione

“Michiru non ti permettere a parlarmi così!”

“Peter Evans Armstrong, come ci si sente ad essere il Presidente degli Stati Uniti? Scommetto che non è stato facile nascondere i delitti che ha compiuto in Iraq e qui in America vero?”

“Di che diamine stai parlando Setsuna?”

“Non fare il finto tonto, sappiamo tutte cosa hai fatto o forse tu non ricordi più tutti quegli innocenti che hai ucciso?”

“Baggianate! Credete veramente che a questi idioti americani interessi il passato del Presidente? Tutti i militari hanno ucciso almeno una volta nella loro vita!”

“Certo, ma nessuno mai ha violentato, picchiato e ucciso bambini e bambine come ha fatto lei!”

“Cosa cazzo state dicendo?!” il Presidente si era accasciato sulla sua poltrona in preda al panico, era sicuro di aver eliminato tutti i testimoni della guerra in Iraq e che le ragazze non sapessero niente di quella storia.

“Chi vi ha detto queste cose?”

“Forse non ti ricordi che eri il nostro capitano? Anche se non eravamo in missione insieme, grazie alla tua idea di installare delle telecamere con microfono sugli elmetti, sapevamo sempre dov’eri e cosa facevi!”

“Cosa volete da me?”

 

Una serie di spari fuori dall’ufficio avevano interrotto le ragazze, Haruka e Rei erano entrate di prepotenza nella stanza barricando la porta.

“Adesso caro signor Presidente è arrivato il momento di dire la verità agli americani”

 

Centro di New York

 

Alcuni membri della Fratellanza Anarchica avevano montato un maxi schermo, l’avevano attivato al comando di Haruka via radio. La cosa che non sapeva il Presidente era che il sistema di videosorveglianza del suo ufficio era stato manomesso per permettere a loro di mostrare le immagini in diretta direttamente alle persone che incuriosite si stavano fermando nel centro di New York.

Avevano ascoltato ogni singola parola del lungo discorso, molti di loro che sostenevano ancora il Presidente si erano nascosti agli occhi degli anarchici che minacciavano di ucciderli.

 

“Non c’è nessuna verità da dire! Sono stato mandato in Iraq per una missione di pace e voi con me! Tutto quello che è successo in Iraq è rimasto lì, sepolto sotto metri e metri di detriti e sabbia!”

“Sei sicuro? Eppure una delle verità dell’Iraq sono davanti a te!”

“Per anni hai compiuto stronzate e adesso ne hai fatta una veramente grossa!”

“Hai creato un chip per controllare milioni e milioni di persone!”

“Il chip serve per controllare le persone che ogni giorno compiono atti atroci!”

“Presidente se non lo sa esiste la privacy e lei la sta violando!”

“Il chip serve per il bene della comunità e del mondo intero!”

 

 Molti dei cittadini che erano in ascolto stavano urlando con quanto fiato avevano in corpo il loro disappunto per essere spiati costantemente dal Presidente, lanciavano qualsiasi cosa trovavano contro i sostenitori e gli agenti del Presidente accorsi a sedare la rivolta.

Il gruppo della Fratellanza Anarchica si era diretto velocemente alla Casa Bianca per aiutare le ragazze a fuggire prima che la folla di rivoltosi si scagliasse contro il Presidente e tutta la sua equipe.

 

“Signor Presidente, probabilmente non lo sa, ma tutta questa conversazione è stata trasmessa su un maxi schermo posto al centro di New York e adesso tutti gli americani si stanno dirigendo qui per farle la festa!”

“Stronzate! È impossibile! Il sistema di videosorveglianza non si può manipolare come se niente fosse!”

“Se ricorda bene il sistema l’abbiamo creato noi!”

“Maledette figlie di puttana!”

 

Delle scosse simili ad un terremoto stavano facendo tremare le fondamenta della Casa Bianca, costringendo il Presidente e le ragazze a reggersi come potevano. La porta dell’ufficio era stata bruscamente aperta e un gurppo di rivoltosi si riversavano nella stanza inferociti, brandendo delle mazze e urlando improperi contro il Presidente.

Il Presidente stava tentando inutilmente di chiamare la sicurezza per farsi portare via da quella stanza, ma il pulsante sotto la scrivania non funzionava.

“Ormai è spacciato!”

“Le conviene dire la verità!”

“Sarà messo in galera e sarà processato anche per i crimini compiuti in guerra!”

“Maledette bastarde! Io sono il Presidente degli Stati Uniti! Nessuno può chiudermi in galera come un comune delinquente!”

Un gruppo di agenti del penitenziario si erano fatti strada tra la folla nella stanza ammanettando il Presidente e portandolo via dalla gente che continuava ad urlargli e sputargli contro.

“Questa è fatta”

“Hai ragione, ma adesso andiamocene”

 

Epilogo

 

Era passato un anno da quando il Presidente era stato arrestato, le ragazze avevano ripreso le loro vite ricomponendo la Fratellanza Anarchica e contrastando i piani dei potenti che minacciavano di riprendere il progetto del chip.

“È arrivato il giorno finalmente”

“Già”

“Che c’è?”

“Niente è che dopo quello che abbiamo passato non mi sembra vero che finalmente Peter avrà quello che si merita”

“Michiru non farti seghe mentali, ormai è finita e noi abbiamo vinto”

“Questo è vero però non dimentichiamoci che ci sarà sempre qualcuno che penserà ai suoi scopi sacrificando il popolo”

“Quando succederà noi insorgeremo come abbiamo fatto un anno fa”

 

Le ragazze si erano dirette al penitenziario per assistere all’esecuzione di Peter  Evans Armstrong, era passato un anno dall’ultima volta che l’avevano visto e l’uomo di bell’aspetto aveva lasciato il posto ad un uomo anziano, calvo e smagrito con lo sguardo spento.

L’esecuzione era durata diversi minuti e le urla dell’uomo avevano gelato il sangue delle ragazze che avevano lasciato la stanza prima della sua morte.

“Ora è veramente finita, quel bastardo è morto”

“Io avrei preferito lasciarlo a marcire in galera”

“Si così dopo diverso tempo l’avrebbero scagionato perché troppo vecchio”

“Sicuramente sarebbe morto prima, non dimentichiamoci che lì dentro ci sono uomini che non possono vedere i loro figli”

“Hai ragione”

“Su ragazze torniamo a casa, direi che adesso possiamo prenderci una meritata vacanza”

“Highlander ha ragione, andiamo a casa”

“Makoto mi hai ricordato che una volta finito tutto questo casino dovevo ucciderti”

“Oh andiamo non dirai sul serio”

“Makoto ti conviene correre più veloce che puoi, Highl..Haruka è molto veloce”

“Ma scusami tanto Michi ma dopotutto quella che ha fatto più casino sei tu, le hai distrutto la macchina!”

“A quello ci penserò dopo”

Haruka e Makoto si stavano rincorrendo in circolo scatenando l’ilarità di Michiru, Setsuna e Rei che dopo tanto tempo erano tornate a sorridere.

Questo è l’ultimo capitolo, è uscito più lungo di quello che mi aspettassi ma non sapevo come interromperlo, chiedo scusa anche per il finale forse un po’ troppo banale ma non sapevo come terminarlo al meglio.

Probabilmente per un po’ di tempo non scriverò nulla, anche se qualcosina in verità la sto preparando ma, non posso dirvi nulla. Non sarà un horror ma c’è qualcosa anche per quel genere appena avrò tempo e idee svilupperò qualche altra cosa che possa piacervi.

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato, che hanno letto in silenzio, che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite e ricordate :3

  
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