For all the
world to see
Erano
passati tre mesi dalla loro latitanza, Haruka si era ormai stabilizzata, in
quel periodo avevano escogitato un piano che avrebbe messo per sempre fuori uso
i chip e mandato via il Presidente.
Sono stati i
mesi più difficili per loro, ogni notte sentivano auto della polizia correre in
lungo e in largo sotto il loro nascondiglio, avevano appreso dalla televisione
che il Presidente aveva dato lo stato di allerta e che chiunque avesse
ritrovato le ragazze vive o morte avrebbe ottenuto una ricompensa.
Nel palazzo
dove vivevano, le retate erano all’ordine del giorno, erano riuscite a
scamparla grazie all’ingegno di Michiru che tutte le volte si mascherava per
distrarre gli uomini che altrimenti le avrebbero consegnate al Presidente.
“Ragazze,
sono passati tre mesi, il piano ormai è concluso”
“Da questo
momento in poi non si torna più indietro, sapete tutte a cosa andiamo in
contro, io, Rei e Michiru nei giorni scorsi abbiamo perso una persona cara, il
capo della Federazione Anarchica. Inutile dirvi che io combatterò per lui
questa guerra!”
“Anche se io
non appartengo alla vostra Fratellanza combatterò per lui, mi avete raccontato
cosa ha fatto negli anni ed è un uomo per il quale valga la pena morire”
“Ti
ringrazio Makoto. Adesso è tutto pronto, domani agiremo”
Ufficio del Presidente
Il petto gli
faceva male, da quando la signorina Jonson gli aveva sparato sembrava
invecchiato di anni, non c’era più traccia dell’uomo di bell’aspetto dei mesi
precedenti.
Dove cazzo vi nascondete? Credete
ancora di avere una possibilità? Il chip è in circolazione ormai da tre mesi e
noi controlliamo tranquillamente la vita di tutti.
Con un
pulsante posto sotto la scrivania, aveva azionato i monitor che si trovavano in
un vano a scomparsa del tavolo.
Guardali, maniaci, ladri, uomini
d’affari, casalinge, bambini che giocano allegramente. Poveri illusi, non
sapete nemmeno di essere spiati, ogni vostra mossa, ogni vostro respiro o
parola viene registrato, voi portate avanti le vostre vite senza uno scopo ma
questo cambierà. Si, con la modifica apportata al chip sarò in grado di
comandare le persone a mio piacimento inviando al loro insulso cervello
informazioni che loro nemmeno conoscono.
Presto le Nazioni saranno
rivoluzionate e questo solo grazie a me. Dovrebbero darmi un nobel per queste
stronzate così sarei molto più potente e brillante.
Da quando il
progetto originale del chip era stato cambiato il Presidente credeva di essere
riuscito a creare qualcosa che avrebbe permesso ai potenti del mondo di
controllare ogni singolo individuo che andava contro il sistema.
Molti degli
scienziati ingaggiati per il progetto, al suo termine sono stati uccisi per
evitare che in futuro potessero parlarne a qualcuno.
Prima o poi uscirete dalla vostra
tana, non importa dove vi nascondiate, presto vi troverò!
Centro di New York
Una ragazza
dai lunghi capelli neri camminava con disinvoltura tra le strade di New York,
ogni tanto lanciava occhiate interessate alle vetrine degli abiti di alta moda,
era nei pressi della stazione di polizia quando un vibrare piuttosto fastidioso
aveva attirato la sua attenzione.
Dove diavolo è il cellulare?
Possibile che un’insulsa pochette possa essere un buco nero?! Quanto odio
queste stronzate da donne alla moda!
Eccolo!
“Sono
arrivata”
“Ci vediamo
tra cinque minuti vicino l’ospedale!”
Aveva
rimesso il cellulare nella piccola borsetta e dopo aver tirato un profondo
sospiro di sollievo, si era calata nella sua parte. Era entrata in preda al
panico nella stazione di polizia, parlando rapidamente aveva spiegato che lei e
una sua amica erano state aggredite e che lei era andata lì per sporgere
denuncia; i poliziotti erano troppo confusi dal decolté della signorina per
prestare attenzione alle sue parole, ma dopo una serie di urli e un mancamento
da parte della stessa, erano corsi in ospedale.
Ospedale di New York
“Signorina
mi ripeta nuovamente cosa le è successo”
“Agente sono
stata aggredita! Sa cosa vuol dire essere aggredita?”
“Signorina,
se deve esporre denuncia deve dirci cosa è successo nei dettagli”
“Non posso
parlarne con un uomo! Ma posso farla parlare con un altro uomo”
“Chi
sarebbe?”
“Il mio
fidanzato”
“Dov’è
adesso?”
“Qui fuori,
lui sa quello che è successo ed è andato a prendermi un thè alla macchinetta”
Haruka era
fuori dalla stanza e stava cercando di assumere l’aria più arrabbiata e
preoccupata che poteva, il piano doveva essere perfetto per evitare ogni
possibile fallimento.
“Amore come
ti senti? Oh agenti salve”
“Lei è il
fidanzato della signorina?”
“Si signore”
“La sua ragazza
non vuole parlare con noi riguardo l’aggressione, ma ci ha detto che possiamo
parlarne con lei”
“Certamente”
“Allora
venga con noi al commissariato”
“Torno
presto piccola”
Dopo aver
baciato velocemente Michiru, Haruka aveva lanciato uno sguardo d’intesa al
medico nella stanza.
“Sono
andati?”
“Sì”
“Sei
riuscita a prendere…”
“Certamente”
“Sei grande
Setsuna”
Velocemente
si erano dirette all’entrata dell’ospedale, Rei le stava aspettando nella
macchina della polizia con indosso una delle uniformi dei due agenti stesi
dietro l’ospedale.
“Dov’è
Haruka?”
“Sono qui!”
Era uscita
da dietro l’angolo sistemandosi la cravatta della divisa e posizionando il
cappello, sotto lo sguardo stupito di Michiru.
“Ho fatto
bene a tingerti i capelli di nero e poi la divisa ti sta divinamente”
“Michi non è
il momento, sali in macchina”
Con le
sirene spiegate si erano dirette dal Presidente, gli annunci televisivi
dicevano che i fuggitivi dovevano essere consegnati direttamente a lui nel più
breve tempo possibile. Haruka guidava guardandosi intorno, era sicura della
riuscita del piano ma non lo era dell’esito finale, aveva paura di essere
scoperta una volta arrivate dal Presidente.
Se ci scoprono adesso siamo fottute!
Parcheggio sotterraneo della Casa
Bianca
Quanto ci mettono? Se sto qui ancora
un po’ corro il rischio di essere scoperta!
Makoto era
ferma in un angolo buio del parcheggio da più di un’ora, era riuscita ad
infiltrarsi grazie ad un blindato che aveva lasciato aperta la saracinesca. Ha
avuto tutto il tempo per piazzare alcuni candelotti di dinamite attorno ai
pilastri principali e un piccolo esplosivo sotto ogni macchina degli agenti,
gran parte della riuscita del piano dipendeva proprio da quelle esplosioni.
Un’auto era
entrata a velocità sostenuta nel parcheggio e si era diretta verso di lei con i
fari spenti, aveva cominciato a sudare freddo temendo il peggio.
“Muoviti
Makoto!”
“Cazzo
Haruka mi hai fatto prendere un colpo!”
“Dettagli!
Piuttosto è tutto pronto qua sotto?”
“Dettagli?
Quando finiamo questa storia ti uccido con le mie mani! Comunque sì è tutto
pronto”
“Io sono
Highlander”
“Si certo,
Highlander vedi di muoverti e soprattutto non metterti un gonnellino senza
mutande come nel film!”
“Makoto
quando finiamo ti uccido!”
Come
stabilito Haruka e Rei avevano scortato Michiru, Setsuna e Makoto dal
Presidente, tutto filava liscio, nessun’agente le aveva riconosciute e nemmeno
fermate segno che il loro travestimento era perfetto.
Ufficio del Presidente
Un lieve
bussare aveva fatto sussultare il Presidente che con un’agile mossa aveva
nascosto i monitor della scrivania.
“Avanti”
“Salve
signor Presidente”
“Voi chi
siete?”
“Siamo Obuko
Sosuke e Patricia Smitt, abbiamo catturato i fuggitivi”
“State
scherzando?”
“No signore,
solo che ne abbiamo catturati solo tre”
“Non
importa, le altre due arriveranno per salvarle”
“Signore,
insomma…”
“Si la
ricompensa, andate adesso, vi chiamerò io stesso per consegnarvela
pubblicamente”
“Grazie
signore”
“Bene bene
bene, e così parte della banda è stata catturata”
“…..”
“Cos’è il gatto
vi ha mangiato la lingua?”
“Fottiti
Peter!”
“Come osi
chiamarmi per nome?”
“Oso è come!
Cos’è nessuno sa del tuo passato Peter?!” il tono di Michiru si era accentuato
sul nome del Presidente per mettergli pressione
“Michiru non
ti permettere a parlarmi così!”
“Peter Evans
Armstrong, come ci si sente ad essere il Presidente degli Stati Uniti?
Scommetto che non è stato facile nascondere i delitti che ha compiuto in Iraq e
qui in America vero?”
“Di che
diamine stai parlando Setsuna?”
“Non fare il
finto tonto, sappiamo tutte cosa hai fatto o forse tu non ricordi più tutti
quegli innocenti che hai ucciso?”
“Baggianate!
Credete veramente che a questi idioti americani interessi il passato del
Presidente? Tutti i militari hanno ucciso almeno una volta nella loro vita!”
“Certo, ma
nessuno mai ha violentato, picchiato e ucciso bambini e bambine come ha fatto
lei!”
“Cosa cazzo
state dicendo?!” il Presidente si era accasciato sulla sua poltrona in preda al
panico, era sicuro di aver eliminato tutti i testimoni della guerra in Iraq e
che le ragazze non sapessero niente di quella storia.
“Chi vi ha
detto queste cose?”
“Forse non
ti ricordi che eri il nostro capitano? Anche se non eravamo in missione
insieme, grazie alla tua idea di installare delle telecamere con microfono
sugli elmetti, sapevamo sempre dov’eri e cosa facevi!”
“Cosa volete
da me?”
Una serie di
spari fuori dall’ufficio avevano interrotto le ragazze, Haruka e Rei erano
entrate di prepotenza nella stanza barricando la porta.
“Adesso caro
signor Presidente è arrivato il momento di dire la verità agli americani”
Centro di New York
Alcuni
membri della Fratellanza Anarchica avevano montato un maxi schermo, l’avevano
attivato al comando di Haruka via radio. La cosa che non sapeva il Presidente
era che il sistema di videosorveglianza del suo ufficio era stato manomesso per
permettere a loro di mostrare le immagini in diretta direttamente alle persone
che incuriosite si stavano fermando nel centro di New York.
Avevano
ascoltato ogni singola parola del lungo discorso, molti di loro che sostenevano
ancora il Presidente si erano nascosti agli occhi degli anarchici che
minacciavano di ucciderli.
“Non c’è
nessuna verità da dire! Sono stato mandato in Iraq per una missione di pace e
voi con me! Tutto quello che è successo in Iraq è rimasto lì, sepolto sotto
metri e metri di detriti e sabbia!”
“Sei sicuro?
Eppure una delle verità dell’Iraq sono davanti a te!”
“Per anni
hai compiuto stronzate e adesso ne hai fatta una veramente grossa!”
“Hai creato
un chip per controllare milioni e milioni di persone!”
“Il chip
serve per controllare le persone che ogni giorno compiono atti atroci!”
“Presidente
se non lo sa esiste la privacy e lei la sta violando!”
“Il chip
serve per il bene della comunità e del mondo intero!”
Molti dei cittadini che erano in ascolto
stavano urlando con quanto fiato avevano in corpo il loro disappunto per essere
spiati costantemente dal Presidente, lanciavano qualsiasi cosa trovavano contro
i sostenitori e gli agenti del Presidente accorsi a sedare la rivolta.
Il gruppo
della Fratellanza Anarchica si era diretto velocemente alla Casa Bianca per
aiutare le ragazze a fuggire prima che la folla di rivoltosi si scagliasse
contro il Presidente e tutta la sua equipe.
“Signor
Presidente, probabilmente non lo sa, ma tutta questa conversazione è stata
trasmessa su un maxi schermo posto al centro di New York e adesso tutti gli
americani si stanno dirigendo qui per farle la festa!”
“Stronzate!
È impossibile! Il sistema di videosorveglianza non si può manipolare come se
niente fosse!”
“Se ricorda
bene il sistema l’abbiamo creato noi!”
“Maledette
figlie di puttana!”
Delle scosse
simili ad un terremoto stavano facendo tremare le fondamenta della Casa Bianca,
costringendo il Presidente e le ragazze a reggersi come potevano. La porta
dell’ufficio era stata bruscamente aperta e un gurppo di rivoltosi si
riversavano nella stanza inferociti, brandendo delle mazze e urlando improperi
contro il Presidente.
Il
Presidente stava tentando inutilmente di chiamare la sicurezza per farsi
portare via da quella stanza, ma il pulsante sotto la scrivania non funzionava.
“Ormai è
spacciato!”
“Le conviene
dire la verità!”
“Sarà messo
in galera e sarà processato anche per i crimini compiuti in guerra!”
“Maledette
bastarde! Io sono il Presidente degli Stati Uniti! Nessuno può chiudermi in
galera come un comune delinquente!”
Un gruppo di
agenti del penitenziario si erano fatti strada tra la folla nella stanza
ammanettando il Presidente e portandolo via dalla gente che continuava ad
urlargli e sputargli contro.
“Questa è
fatta”
“Hai
ragione, ma adesso andiamocene”
Epilogo
Era passato
un anno da quando il Presidente era stato arrestato, le ragazze avevano ripreso
le loro vite ricomponendo la Fratellanza Anarchica e contrastando i piani dei potenti
che minacciavano di riprendere il progetto del chip.
“È arrivato
il giorno finalmente”
“Già”
“Che c’è?”
“Niente è
che dopo quello che abbiamo passato non mi sembra vero che finalmente Peter
avrà quello che si merita”
“Michiru non
farti seghe mentali, ormai è finita e noi abbiamo vinto”
“Questo è
vero però non dimentichiamoci che ci sarà sempre qualcuno che penserà ai suoi
scopi sacrificando il popolo”
“Quando
succederà noi insorgeremo come abbiamo fatto un anno fa”
Le ragazze
si erano dirette al penitenziario per assistere all’esecuzione di Peter Evans Armstrong, era passato un anno
dall’ultima volta che l’avevano visto e l’uomo di bell’aspetto aveva lasciato
il posto ad un uomo anziano, calvo e smagrito con lo sguardo spento.
L’esecuzione
era durata diversi minuti e le urla dell’uomo avevano gelato il sangue delle
ragazze che avevano lasciato la stanza prima della sua morte.
“Ora è
veramente finita, quel bastardo è morto”
“Io avrei
preferito lasciarlo a marcire in galera”
“Si così
dopo diverso tempo l’avrebbero scagionato perché troppo vecchio”
“Sicuramente
sarebbe morto prima, non dimentichiamoci che lì dentro ci sono uomini che non
possono vedere i loro figli”
“Hai
ragione”
“Su ragazze
torniamo a casa, direi che adesso possiamo prenderci una meritata vacanza”
“Highlander
ha ragione, andiamo a casa”
“Makoto mi
hai ricordato che una volta finito tutto questo casino dovevo ucciderti”
“Oh andiamo
non dirai sul serio”
“Makoto ti
conviene correre più veloce che puoi, Highl..Haruka è molto veloce”
“Ma scusami
tanto Michi ma dopotutto quella che ha fatto più casino sei tu, le hai
distrutto la macchina!”
“A quello ci
penserò dopo”
Haruka e
Makoto si stavano rincorrendo in circolo scatenando l’ilarità di Michiru,
Setsuna e Rei che dopo tanto tempo erano tornate a sorridere.
Questo è
l’ultimo capitolo, è uscito più lungo di quello che mi aspettassi ma non sapevo
come interromperlo, chiedo scusa anche per il finale forse un po’ troppo banale
ma non sapevo come terminarlo al meglio.
Probabilmente
per un po’ di tempo non scriverò nulla, anche se qualcosina in verità la sto
preparando ma, non posso dirvi nulla. Non sarà un horror ma c’è qualcosa anche
per quel genere appena avrò tempo e idee svilupperò qualche altra cosa che
possa piacervi.
Ringrazio
tutti quelli che hanno commentato, che hanno letto in silenzio, che hanno
inserito la storia tra le seguite/preferite e ricordate :3