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Autore: AliciaBlack    31/05/2012    2 recensioni
Se ai mortali fosse possibile scegliere tutto da sé,
seglierebbero il dì del ritorno del padre.
OMERO, Odissea XVI, 148-149
e se Sirius Black si fosse sposato e avesse avuto una figlia? E se ques'ultime fossero soppravvissute? Come reagiranno alla notizia della sua fuga da Azkaban? Daphne riuscirà a lasciarsi alle spalle il passato e ad affrontare l'uomo che ha sempre amato? Come si troverà Sirius nel suo ruolo di padre?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'NEVER LET ME GO'
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Il suo lungo dito affusolato tracciò lentamente il proflio dell’immagine in prima pagina come se lei avesse potuto accarezzarlo di nuovo. Dopo tutti quegli anni non avrebbe mai pensato di provare quella amarezza e nostalgia di fronte a quella notizia.
Sembrava estremamente pallido e magro: il viso scavato, i capelli arruffati, gli occhi che traboccavano di rabbia… non appartenevano a Sirius Black, non all’uomo che conosceva lei, almeno.
SIRIUS BLACK FUGGE DA AZKABAN
Sirius Black fugge da Azkaban, così recitava il titolo dell’articolo della Gazzetta del profeta. Lei lo sapeva che ce l’avrebbe fatta prima o poi. Nessuno, nemmeno il Ministero poteva fermare Sirius Black. Lui che aveva osato sfidare la sua famiglia purosangue, che non aveva mai rispettato una regola ad Hogwarts e che si era fatto beffe dello Statuto di Segretezza cavalcando una motocicletta volante, non si sarebbe mai arreso davanti a niente.
L’uomo della foto non era il suo Sirius. Non poteva essere così. Faceva male pensare che dopo avere disprezzato le idee puriste dei suoi genitori avesse venduto la sua anima a Voldemort.
Daphne si domandava cosa fosse successo, cosa gli avesse fatto cambiare idea. O forse lui non aveva mai dato significato alle parole che diceva sulle “ stronzate” dei purosangue. Forse la sua era stata una semplice rivolta adolescenziale contro la sua famiglia.
Rivolse lo sguardo al cielo cercando disperatamente Sirio, la stella più luminosa della notte.Questo era l’uomo che lei aveva amato, ecco l’aveva detto, audace, irriverente, accattivante e divertente. Questo era l’uomo che aveva sposato e con cui aveva avuto una bambina. L’uomo dell’immagine non sapeva nemmeno chi fosse.
Accarezzò nuovamente la fotografia rifiutando di credere che Sirius Black fosse un’assasino pericoloso. La Gazzetta però parlava chiaro. Ed eccolo con quella luce folle nello sguardo simile a un animale rinchiuso in gabbia.
Rabbrividì al pensiero che fosse di nuovo a piede libero. Non era più un ricordo del suo passato, era lì fuori da qualche parte. Sarebbe andato da Harry? Sarebbe fuggito all’estero? L’avrebbe contattata? Come avrebbe reagito sua figlia, Andromeda? Oddio, e se si fosse avvicinato ad lei? E se le avesse fatto del male? Daphne non avrebbe potuto sopportarlo.
La donna scosse la testa. Non avrebbe tentato di mettersi in contatto con lei e anche se fosse non ci sarebbe riuscito. Si era rifiugiata nel mondo babbano, aveva fatto perdere le sue traccie… solo pochi amici fidati sapevano dove trovarla. Quando suo marito era stato arrestato aveva dovuto abbandonare ogni cosa non avrebbe mai potuto crescere sua figlia lì, dove sarebbe sempre stata la figlia dell’assassino. Si era dunque trasferita nel mondo babbano dove avrebbe potuto ricominciare una nuova vita e condurre un’esistenza senza magia. A Brighton lei non era che una semplice libraia, vedova con una figlia di tredici anni.
Il suo sguardo corse di nuovo verso il cielo stellato. Era buio, pieno di stelle diverse, ma lei aveva occhi soltanto per Sirio. Sospirò e si rimproverò mentalmente. Non avrebbe mai dovuto comprare la Gazzetta del Profeta, ne’ tanto meno conservarla. Non importava che fossero trascorsi tredici anni, in quel momento lei era la timida Serpeverde, perdutamente innamorata di Sirius Black che per amor suo aveva abbandonato la sua famiglia.
E fu in quel momento, osservando la sua stella che comprese che lui non l’avrebbe mai lasciata. Lui sarebbe sempre stato lì, nella sua mente e nel suo cuore, innocente o colpevole, libero o in prigione. Lei non poteva… non voleva lasciarlo andare. Perché dopo tredici anni, quando si svegliava la mattina si metteva a piangere perché lui non era con lei? Come poteva una persona scolpirsi così profondamente nell’anima di qualcuno?
Chiuse gli occhi e accartocciò il giornale. Era tutta colpa sua. Perché era stata così ingenua e avventata? Che importanza avevano l’amore, l’amicizia e la fiducia in mezzo alla guerra? Davvero aveva pensato che una volta che fosse tutto finito sarebbe stato lo stesso?
Ora lui era un latitante e lei una strega che viveva tra i babbani.
Era tutto finito.

  
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