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Autore: Im a muffin    31/05/2012    7 recensioni
La folla che quella mattina attraversava il largo marciapiede non era composta da uomini: pareva infatti voler schiacciare quel vagabondo sotto i suoi innumerevoli piedi, come un rifiuto in una pressatrice, calpastarlo fino a quando non fosse scomparso dalla faccia della terra.
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Ampie volute di vapore, morbidi e rotondeggianti sbuffi bianchi che si rincorrevano nell'aria per uscire dal bagno, incorniciavano la sua figura, il suo corpo scheletrico e finalmente pulito. Karim si stupì terribilmente nello scoprire che, sotto strati di trascuratezza e rassegnazione si nascondeva un ragazzo, forse più giovane di lei, dai tratti sottili ed il sorriso infantile, con capelli castani piuttosto scompigliati ma luminosi, elettrici di un'inedita vitalità. E gli occhi, quei laghi ghiacciati, splendevano di un lucore tronfio per quella nuova, meravigliosa situazione in cui si trovava.
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Londra città illuminata, Londra dei desideri, Londra del nuovo futuro, Londra rifugio.
Non sempre.
Londra cttà buia, Londra crudele, Londra prigione, Londra del presente che opprime, Londra da cui si fugge in un unico modo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizialmente neppure lo notò: era solo una delle tante figure che si muovevano barcollando, zoppicando, saltellando nelle grigie mattinate londinesi, una delle tante figure con visi grigi, occhi pesti, capelli unti, abiti logori, rattoppati, sporchi, aliti cattivi dal troppo alcool, sguardi spenti, barbe incolte ed incrostate.
Lei, che procedeva a passi di piombo rasentando le vetrine, ne colse con la coda dell'occhio il cedimento, l'accasciarsi su sè stesso con l'inquietante leggerezza di un castello di carte.
Lei gli corse subito incontro, mossa da quell'elemento umano chiamato compassione, con uno scatto quasi inconsapevole. La folla che quella mattina attraversava il largo marciapiede non era composta da uomini: pareva infatti voler schiacciare quel vagabondo sotto i suoi innumerevoli piedi, come un rifiuto in una pressatrice, calpastarlo fino a quando non fosse scomparso dalla faccia della terra. Ma lei lo aveva visto, aveva visto il suo cedimento e, anche se impacciata dalla sua mole, era accucciata accanto alla sua figura cenciosa.
-Ehi- la sua voce, così acuta, era atteggiata ad un semplice, fievole bisbiglio, forse proprio per nascondere i numerosi picchi dell'elevatezza dei suoni che produceva -Svegliati ti prego- lo scuoteva piano per le spalle, delicatamente, come se temesse di romperlo.
Lui mugulò un poco e lei ebbe modo di vedere, dietro le palpebre, il guizzo dei suoi occhi. Si sarebbe svegliato presto.

-Chi sei?- La sua voce riscontrava un leggero raspare di gola ma conservava un'antica soavità, una freschezza che nè fumo nè alcool avevano osato intaccare. Persino il suo alito non era poi così pestilenziale come lei avrebbe creduto.
-Io... mi chiamo Karim... tu?-
La domanda parve coglierlo di sorpresa ed i suoi occhi, meravigliosi laghi ghiacciati, prima si spalancarono, poi si abbassarono al suolo.
-Io....- sospirò, come se qualcosa dentro di lui si fosse rotto.

Sialve!!
Lo so, lo so, non è una lettura facile, nè piacevole(vedrete cosa intendo quando andremo avanti!) e so altrettanto bene che appare più che altro come un volermi cacciare nei guai, o forse esagerare... beh, recensitrici, aiutatemi :D
Kisses

May the odds be ever in your favor!

Ale

 

  
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