Ceneri

Mi dicevano che con il tempo tutto sarebbe passato, la ferita rimarginata e avrei potuto ricominciare una nuova vita, ma io credo che é impossibile dimenticare certe cose.

"Che buono questo sformato, Giu!" disse Silvia mentre lo mangiava "É con gli spinaci, sono contento che ti piaccia" replicai io sorridendo "Non avete provato ancora le polpette di Lucia, sono una delizia" replicò allora Tommaso. Il picnic continuò in silenzio, poi Sara si alzò e propose a Silvia e Lucia di andare a cercare i pinoli, Lucia rifiutò perché era stanca, Silvia invece accettò. Il tempo passava e loro due non erano ancora tornate. Il tempo stava cambiando, il vento ora soffiava verso est.

Luca arricciò il naso "C'é puzza di bruciato ragazzi".

Ci misimo anche noi ad odorare l'aria, la puzza veniva da est. Instintivamente tutti ci voltammo in quella direzione e vedemmo il fuoco che si avvicinava. Era scoppiato un incendio.

Lucia gridò a tutti di scappare, ma io e Luca non ci muovevamo. C'erano ancora le nostre ragazze nel bosco.

Tommaso mi afferrò per un braccio e mi trascinò via.

Di quel momento ricordo che corsi piú che potevo con un angoscia nel cuore. Poi Lucia gridò "Ecco inizio a scorgere Sara!" tirai un sospiro di sollievo per quanto lo consentisse questa corsa sfrenata.

Quandò però arrivammo nel paesino da cui eravamo partiti per la nostra scampagnata, mi accorsi che la mia Silvia non c'era. Domandai allora a Sara dove fosse, ma lei mi rispose che credeva fosse con noi.

Allora realizzai che il mio timore si era realizzato, Silvia era rimasta nel bosco.

Ricominciai a correre verso il bosco che ormai era solo una massa indistinta di fuoco, ma Tommaso e Luca mi fermarono. Intanto erano intenti a spegnere l'incendio.

Non vidi piú la mia Silvia.

Non distante da me una donna piangeva il figlio.

Mi unii anche io al suo pianto.

Un paio di ore dopo si seppe che l'incendio era stato causato da una tanica di benzina infiammata. Perché era andata a raccogliere i pinoli con Sara? Perché Sara si era salvata e lei no? Avrei voluto morire con lei, ma almeno gli altri avrebbero detto "L'ha amata davvero, é morto per salvarla". Invece mi sono lasciato trascinare via, inutile e impotente.

Nei primi tempi vedevo la sua immagine dovunque. Quando mi alzavo, eccola lí che mi preparava il caffé, quando tornavo a casa, vedevo lei che mi veniva incontro, mi chiedeva come era andata e mi baciava. Mi mancano i suoi baci schioccanti.

In seguito decisi di cambiare casa, poiché quella in cui stavo era troppo impregnata della sua presenza, ma anche cosí le mie allucinazioni continuarono.

Ormai sono passati nove mesi, non vedo piú la sua figura ovunque, ma mi manca ancora terribilmente.

Non sono piú tornato al boschetto e non sono piú andato a fare un picnic. Ero rimasto troppo scioccato da ciò che era accaduto alla donna da me amata.

Oggi tuttavia mi é venuto il desiderio di tornare in quel boschetto. La terra arsa é scomparsa e gli alberi stanno ricrescendo. Mi addentro e comincio a vagare.

Giunto ai margini del bosco noto che nella terra non ancora coltivata qualcosa luccica.

Mi avvicino. Rimuovo la cenere che ancora era rimasta e i miei occhi vedono il ciondolo che le avevo regalato, TI AMO c'é scritto sul piccolo cuore.

Un incendio lascia sempre delle ceneri. *

* La citazione è di Licia Troisi tratta dal libro “Cronache del Mondo Emerso”