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Autore: HeavenMayBurn    01/06/2012    1 recensioni
Non ha importanza se Loki è convinto che quelle parole siano false, lui ci crede abbastanza per entrambi.
[Loki/Thor; Timeline: post film. Scritta per l’Avengers Prompt Meme @ spandex-ita]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia (scritta senza alcuno scopo di lucro) appartengono alla Marvel. Non possiedo e non guadagno nulla da tutto questo, boohya! \o/

Timeline: Post-film.

Conteggio parole: 947

Note: Scritta con il prompt: Loki/Thor; "Honest to God I'll break your heart, tear you to pieces and rip you apart" dell’Avengers prompt meme @ spandex-ita

Vi ricordate quando dissi che volevo prendermi una pausa dall’angst? Ecco, a quanto pare mentivo XD

So, entro anche io ufficialmente nel fandom e… non penso di avere scuse per questa cosa. E’ solo che questo è ormai il fandom che occupa la maggior parte del mio tempo su internet da come minimo un due mesi e mezzo, ed è da questa estate che voglio scriverci sopra ma ho sempre rimandato perché aspettavo di vedermi il film o leggere i fumetti (no, essenzialmente quella che mi bloccava era ansia da prestazione). Ma il film l’ho visto (tre volte al cinema, HELL YEAH) (all those motherfucking feels, I never ask for them T____T *comincia a piangere*) e ho finito le scuse, perché se non comincio non prenderò mai la mano \o\

Titolo da Play Crack the Sky dei Brand New.

 

I need you like water in my lungs.

 

Asgard è immobile, uguale a se stessa ogni volta che lo sguardo di Thor la sfiora.

Una mano sfiora appena la ringhiera di marmo chiaro e lui non riesce a fare a meno di lanciare un’altra occhiata a ciò che rimane del Bifrost.

Fino a poco tempo prima il tempo scorreva placido e tranquillo. I ricordi delle giornate che aveva  passato nel cortile del palazzo quando non era che un bambino, allenandosi con il combattimento o anche solo sdraiato sull’erba, lanciando di tanto in tanto occhiate a Loki, troppo impegnato a leggere qualche libro per accorgersene, spesso diventano sfuocati e si confondono tra di loro nella sua memoria.

Poi gli eventi avevano cominciato a susseguirsi veloci e Thor aveva sentito chiaramente il peso di ogni piccolo istante gravargli sulle spalle. I ricordi, oltre che disordinati, ormai sembravano lontani mille vite.

 

I suoi passi rimbombano pesantemente per la grande sala, riecheggiando contro le colonne.

Le guardie che suo padre aveva messo davanti alla stanza di Loki in attesa di decidere quale fosse la  punizione più giusta per le sue azioni, alzano velocemente la testa quando lo riconoscono e si scostano subito dalla porta. Non che avessero qualche l’autorità per negargli di entrare nella stanza.

 

Loki è seduto accanto alla sua scrivania; le dita sfiorano la pagina di un grosso libro ed accanto ai suoi appunti c’è quello che sarebbe dovuto essere il suo pranzo, e che è stato toccato a malapena.

Le sue labbra si piegano leggermente e sui lineamenti del suo viso non c’è traccia di alcuna sorpresa.

Thor ne è abituato, nessuno in tutti i Nove Regni lo conosce quanto suo fratello.

La speranza si fa di nuovo strada tra la stanchezza che si sente addosso, perché Loki non ha mai dubitato che lo sarebbe venuto a trovare. Forse, pensa, forse se ora avesse trovato le parole giuste per convincerlo, forse le cose sarebbero tornate esattamente come avrebbero dovuto essere fin dall’inizio. Con Loki al suo fianco, che leggeva sull’erba umida del giardino.

 

-Non hai mangiato, fratello.- comincia lanciando uno sguardo al piatto, per poi riportarlo sul suo viso giusto in tempo per vedere le sue labbra stringersi. Nella mente di Thor si forma chiara quella frase senza alcun senso che Loki aveva continuato a sputargli in faccia su Midgard ed è come ricevere un pugno nello stomaco senza l’armatura.

 

Non sono tuo fratello. Non lo sono mai stato.

 

Loki rilassa la schiena contro la sedia ed è così tranquillo, come se non fosse rinchiuso dietro quelle mura per aspettare una punizione che sarebbe arrivata a breve; e Thor vorrebbe scuoterlo per le spalle, così che aprisse gli occhi e vedesse cosa tutte le sue azioni hanno causato, dove li hanno portati. -Non avevo fame.-  replica senza alzare lo sguardo dalle pagine ingiallite. –Se vuoi puoi prenderlo tu.-

-Fratello…- sussurra invece Thor, e vede i lineamenti del suo viso irrigidirsi e le sue dita stringere forte la copertina in cuoio.

Non ha importanza se Loki è convinto che quelle parole siano false, lui ci crede abbastanza per entrambi. 

-Fratello,- ripete ancora nonostante non sappia come continuare la frase, solo per provare ancora a fargli ricordare chi fosse davvero.

Ma poi incontra gli occhi verdi di Loki e la sua voce gli suona fredda nelle orecchie. –Per quale ragione sei venuto, Thor?-

Thor non è mai stato bravo con le parole. In realtà non è mai stato davvero bravo in nulla che non fosse il combattimento e, quando erano piccoli, Loki l’aveva spesso preso in giro per questo. Ma ora la risposta esce chiara dalle sue labbra.

Non poteva non venire, questo è il suo posto.

-Era ciò che dovevo fare.-

 

La risata di Loki esce vuota dalla sua bocca. –Parli proprio come tuo padre. Sarebbe molto fiero ora.-

-Nostro padre non c’entra, non mi ha lui chiesto di venire qui.-

-Oh, certo, lo so- sussurra Loki, il suo libro è ormai dimenticato accanto ai piatti sporchi e il suo sorriso continua a non raggiungere gli occhi. -Lui ti conosce; sa che non pensi mai prima di agire. Non sarebbe così stupido.-

 

E Loki ha ragione, come al solito, perché l’ultima cosa di cui Thor si rende conto che ormai è piegato in avanti, e le sue labbra sono lontane solo un respiro da quelle di Loki.

Il bacio è leggero e breve, Thor sente un sospiro uscire dalla sua bocca e, per un istante, è di nuovo suo fratello, la persona che gli copriva le spalle in battaglia e con cui aveva condiviso ogni momento della sua vita da quando aveva memoria.

 

Loki chiude gli occhi e, per essere il dio degli inganni, potrebbe fare molto meglio di così perché Thor è sicuro di vederlo esitare, anche se solo per un attimo. Ma non riesce a fidarsi di se stesso, troppe volte si era aggrappato a piccoli gesti che in realtà non significavano nulla.

E così aspetta.

 

Quando Loki parla, la sua voce è bassa e non c’è alcun segno di quel sorriso arrogante che non ha mai lasciato il suo viso da quando lo aveva rivisto su Midgard.

–Thor, esci.- dice senza alzare lo sguardo dal pavimento chiaro. Lui esita un attimo, cerca qualcosa con cui replicare ed infine annuisce, chiudendosi piano la porta dietro le spalle.

 

Quando lascia la stanza, sa che non è cambiato nulla.

Gli occhi di Loki torneranno ad essere freddi e la rabbia che prova verso di lui sarà ancora lì, la prossima che lo vedrà, a irrigidirgli la schiena e a spezzargli con l’ostilità la voce ogni volta che Thor gli ricorderà ciò che erano stati.

Ma Thor non è preoccupato perché ha tutta l’eternità per dimostrargli quanto si sbagli. Sarebbe morto con quelle parole sulle labbra e la speranza che, finalmente, quella sia la volta buona.

 

   
 
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